Padre Pio da Petrelcina

Pubblicato da Fabrizio Falconi su Mysterium, il 2 Ottobre 2006


I

Il mio lavoro mi ha portato recentemente a San Giovanni Rotondo. Così ho potuto visitare il Santuario Nuovo di Padre Pio (costruito da Renzo Piano), e quello vecchio dov'è custodita anche la tomba del Santo.

Devo dire che mi accosto all'argomento di Padre Pio con una certa riluttanza. Sentivo da tempo di doverlo fare. Ma la figura di questo Santo a me ha sempre suscitato sentimenti contrastanti, che ho provato ad indagare.

Cos'è che 'spaventa' un po' in lui ? Forse quell'immagine, con la quale abbiamo dovuto fare conto da bambini, di quel frate con le mani e i piedi sanguinanti. Il sangue genera sempre una comprensibile ripugnanza...

Qui, a Mysterium, affronteremo il tema, senza preconcetti, come siamo soliti fare. Quindi, senza nessun pre-giudizio di Fede, o di Ragione.

Quel che ci interessa indagare - per quanto è possibile - è la figura di questo uomo divenuto oggetto di un culto universale (quando sono andato ho visto migliaia di fedeli, di tutte le nazionalità, venuti con pullman, aerei treni), e trasversale (il culto di Padre Pio è molto 'popolare', ma non sono poche le persone di rango, anche molto colte che si dichiarano suoi fedeli).

Allora, inizierei con qualche semplicissimo dato di riferimento:

Padre Pio nacque a Pietrelcina, un piccolo paese a pochi chilometri da Benevento, il 25 maggio 1887. Il padre, Grazio Forgione, era un piccolo possidente che viveva del proprio lavoro. La madre, Giuseppa De Nunzio, era una donna molto religiosa.

A quindici anni compiuti, fu accolto nel noviziato di Morcone, dove il 22 gennaio del 1903 vestì l'abito di San Francesco, prendendo il nome di fra Pio.

In questo periodo il giovane fra Pio iniziò a soffrire di strane malattie di cui mai si ebbe una esatta diagnosi, che mai guarirono completamente.

Il 10 agosto del 1910 venne ordinato sacerdote nel duomo di Benevento.

Al convento di San Giovanni Rotondo (Fg), giunse il 28 luglio 1916 per rimanervi fino alla morte.

La mattina di venerdì 20 settembre 1918, pregando davanti al Crocifisso del Coro della vecchia chiesa, ricevette il dono delle stimmate, che rimasero aperte, fresche e sanguinanti per mezzo secolo.

Morì a ottantuno anni di età, il 23 settembre del 1968. Il 20 marzo 1983 ha avuto inizio il processo di beatificazione, concluso il 2 maggio 1999, allorquando viene proclamato Santo da Papa Giovanni Paolo II il 2 maggio 1999.

Questi i semplici dati biografici che qui, ovviamente non c'è modo di approfondire più di tanto (un po' lo faremo nei prossimi giorni). Ma le biografie in rete sono numerosissime. Basta scegliere (qui propongo solo i siti ufficiali):

http://www.padrepio.catholicwebservices.com/cenni_biografici.htm

http://www.conventopadrepio.it/italiano/indexit.html

Questa volta però, per procedere, vorrei usare il metodo opposto a quello che usiamo di solito: partire cioè dalle conclusioni.

In definitiva la domanda alla quale dobbiamo rispondere è questa:

Un uomo può per un periodo di tempo ininterrotto - 50 anni, mezzo secolo - prendersi gioco della scienza, di migliaia di fedeli, dei confratelli, dell'intera comunità sociale, simulando un fenomeno naturale inspiegabile ?

E se la risposta alla domanda precedente sarà: no, un uomo da solo non può prendere in giro migliaia di persone, milioni per cinquant'anni di seguito, dobbiamo allora porci la domanda seguente:

se il fenomeno esisteva veramente, di che natura era questo fenomeno ?

Partiamo dalla conclusione, allora. E ci rivolgiamo ai nostri cari amici del Cicap. Che ovviamente per questo - come per ogni altro tipo di domanda sui cosiddetti misteri - hanno una risposta, sicura e precisa.

Che troverete in esteso, cliccando qui:

http://www.cicap.org/enciclop/at100266.htm

Comunque sintetizziamo la risposta: per il Cicap, in definitiva Padre Pio sarebbe stato affetto da una forma di psico-patologia. Le sue visioni le sue stigmate e le sue estasi possono trovare una naturale via di spiegazione. Riportando le conclusioni del Prof. Luigi Cancrini psichiatra dell'Università la Sapienza di Roma (uno dei tantissimi medici o scienziati che negli anni si sono cimentati nello studio del fenomeno Padre Pio), il CICAP conclude che il frate soffriva di null'altro che di una malattia chiamata disturbo istrionico di personalità - così descritta nel DSM IV (edizione aggiornata del manuale internazionale dei disturbi mentali) - associato al disturbo di trance dissociativa, mentre le sue stigmate sono particolari sintomi di conversione somatica.

Tutto chiaro, allora ?

Benissimo. Partiamo allora proprio da qui: dalla chiara e semplice 'sentenza' del Cicap, e cerchiamo di saperne qualcosa di più di: disturbo istrionico di personalità, trance dissociativa e conversione somatica.

Ciao a tutti,

Fabrizio Falconi.


II

Ci eravamo lasciati ieri, dunque, con la dura sentenza del prof. Cancrini (sposata dal CICAP):

- Il fenomeno di Padre Pio (stiamo parlando delle piaghe sanguinanti e fresche per cinquant'anni nel palmo delle mani e dei piedi) è perfettamente spiegabile scientificamente. Con questa diagnosi:

Trattasi di "conversione somatica derivante da disturbo istrionico di personalità associato a trance dissociativa."

Devo proprio dire che nulla viene per caso ! Ho imparato una cosa che non avrei mai sospettato e cioè che le diagnosi del Prof. Cancrini derivano da un bel manuale che in termini tecnici si chiama DSM IV, e che troverete, cliccando qui.

Questo mega manuale - naturalmente americano - il cui nome esteso è "Diagnostic and Statistical Manual - 4th Edition", è una specie di Bibbia. Bibbia scientifica, naturalmente, in cui sono elencati - ciascuno con il loro bel codice - tutti i possibili disturbi che possono affliggere la psiche umana.

Un giorno magari apriremo anche il 'file' della psichiatria, di come cioè la scienza odierna (occidentale) pretende di affrontare e risolvere il disagio mentale (a giudicare dai risultati che vediamo magari anche semplicemente andandocene in giro per la nostra città non sembra proprio un successone...)

Quello comunque che qui ci interessa è analizzare la diagnosi del prof. Cancrini.

Sono andato a studiarmi per bene la materia, e così ho scoperto che il concetto di conversione somatica è stato introdotto in psichiatria nientemeno che dal dott. Sigmund Freud, ed indica tutti quei sintomi (disgusto, sudori, tremori, svenimenti, paralisi, convulsioni...) attraverso i quali il paziente traduce il proprio disagio psicologico alla presa di coscienza dei suoi attuali problemi a gestirsi autonomamente la vita.

Freud, per vincere e combattere i sintomi da conversione somatica inventò il Metodo catartico (dal greco katharsis "purificazione"), basato sul concetto di liberazione di emozioni, alla base di tensioni o ansia, grazie al recupero di pensieri o ricordi.

In pratica i disturbi da conversione sono semplicemente la nuova definizione di quel che una volta era definito: a) isteria, b) Ipocondria, c) Sindrome di Briquet, d) La belle indifference.

Secondo il nostro manuale, la nostra bibbia americana, I disturbi di conversione, al contrario dei disturbi di somatizzazione, sono caratterizzati da:

  • a) sintomi fisici e disturbi diversi;
  • b) impossibilità di controllo sul sintomo;
  • c) storia di abusi sessuali in età infantile;
  • d) perdita del funzionamento sull'attività fisica;

Ora, lasciando da parte le valutazioni del caso - visto che, come ci ammonisce lo Scientifico nei commenti al post precedente nessuna verifica è più possibile, dopo la morte di Padre Pio, avvenuta nel 1968 (ma dovremmo pur dire che il fenomeno delle stimmate prosegue anche oggi, in altri soggetti, in diverse parti del mondo) - l'unica cosa che mi sento di dire - in tutta obiettività - è questa:

- posto che queste definizioni psichiatriche per categorie di sintomi sono assai labili , comprendendo sintomi diversissimi e della più diversa forma, si può affermare senza timore di sbagliare che già di per sè le piaghe vive sulle mani, come quelle che da innumerevoli riscontri aveva Padre Pio Forgione rappresentano un caso rarissimo - in termini clinici - di "conversione somatica". Dell'ordine di 1 caso su diversi milioni.

La seconda affermazione è quella che, pur volendo spiegare le piaghe come "sintomi di conversione somatica", resta l'eccezionalità del fenomeno. Eccezionalità nell'evidenza, ma soprattutto nella durata. Cioè siamo di fronte ad una conversione somatica che sarebbe durata - senza interruzioni - per 50 anni.

Mi permetto poi, una piccola 'impertinenza': ma quindi dovremmo anche concludere che se all'epoca di Gesù Cristo fosse già esistito Freud, Egli sarebbe stato senza alcun dubbio ricondotto alla stessa diagnosi: un istrione con trance dissociativa, e diverse... conversioni somatiche..

Domani però vedremo che queste perplessità e queste controversie su Padre Pio, arrivarono fin dentro al cuore della Chiesa....

Ciao a tutti, e a domani.

Fabrizio Falconi.


III

Ci occupiamo oggi della annosa questione relativa alla controversia su Padre Pio che vede protagonista Padre Agostino Gemelli, che è ritratto qui di fianco.

Sull'incontro Padre Pio-Gemelli si è creata negli anni una letteratura senza fine: relazioni, libri, studi, sceneggiati tv, tutto fa brodo...

Ma come andò veramente la vicenda ? Ed è vero che Padre Gemelli bocciò il fenomeno delle stimmate di Padre Pio, non riconoscendone il valore soprannaturale ?

Proviamo ad indagare. Per ragioni di spazio tralascio qui le informazioni biografiche su Padre Gemelli, che troverete qui. Si tratta comunque di una biografia interessantissima: nato da una famiglia completamente atea, anticlericale e massonica, Gemelli ha attraversato il Novecento incontrando papi, santi, uomini politici con un infaticabile impegno di uomo di scienza prima, e poi di fede.

Per ricostruire la vicenda ci avvaliamo del racconto più completo reperibile facilmente in rete, che ho epurato delle sue 'convinzioni' di parte, come è inevitabile che sia:

http://www2.unicatt.it/pls/catnews/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=75

Dunque: padre Gemelli riceve l'incarico di fare una 'ricerca' (era il termine indicato all'epoca per 'inchiesta' su Padre Pio nel 1920 direttamente dal Sant'Uffizio (Mons. Pieroni), quella che oggi viene chiamata Congregazione per la Dottrina della Fede.

"Sono stato incaricato a suo tempo - scrive Gemelli - di una ricerca da parte del'lAutorità Ecclesiastica ..." (carteggio con P. Martindale 1952).

Il Cardinale Segretario del S. Uffizio conosceva bene i suoi studi sui "fenomeni mistici" (1913 e anni seguenti).

La situazione, riguardo a Padre Pio, questo anonimo frate che nel profondo Sud d'inizio secolo pretendeva di 'avere le stimmate', e di proclamare incontri con Gesù Cristo, era assai inquietante: Dopo la sigmatizzazione di P. Pio (1918), il S. Uffizio, il Ministro Generale dei Cappuccini e la stessa Provincia erano preoccupati dei rapporti allarmati e contraddittori di Archidiocesi (Arcivescovo di Manfredonia e Clero Diocesano avversi a P. Pio), Medici (tre visite mediche con reperti contraddittori e contrastanti: favorevoli a P.Pio il Dr. Romanelli ed il Dr. Festa; sfavorevole il Prof. A. Bignami), Polizia (avviata una inchiesta della Prefettura di Foggia nel 1919), Religiosi (espressione di "malumori"), Fedeli (sospetti di "speculazioni a fine di lucro").

L'incarico era di estrema delicatezza (si trattava di condurre una inchiesta non ufficiale su P. Pio ed i Frati di un altro Ordine, tra l'altro, a quel tempo, in seria polemica coi Francescani). P. Gemelli è dunque costretto a muoversi con la massima cautela.

Scrive al Provinciale dei Cappuccini che desidera a far visita a P. Pio "privatamente e per fini spirituali ... non come medico" (testimonianza del Padre Benedetto o.f.m. cap.).

Approfitta di un soggiorno in meridione (Lecce ?) per recarsi a Foggia presso la Casa Provinciale dei Cappuccini (17 Aprile 1920) e la sera del giorno successivo - il 18 Aprile 1920 - si reca al Convento di San Giovanni Rotondo.

Qui lascia scritto nel Registro dei visitatori un commento benevolo, di elogio per "i frutti che l'albero francescano continua a dare ...).

Pernotta con i Frati, ha colloqui con P. Benedetto "tutore e direttore spirituale di P. Pio" e chiede un "abboccamento" con P. Pio per il giorno successivo.

Gemelli incontra Padre Pio la mattina successiva dopo la Messa in Sacrestia. I due si appartano "in un angolo lontano ... per pochi minuti" - scrive P. Benedetto che assiste alla scena a distanza. Il contenuto di quella breve conversazione nessuno dei due Padri l'ha mai rivelato (è del tutto inventato l'episodio - che appare nello sceneggiato di Canale 5 - dello scontro tra P.Gemelli e P. Pio).

E' certo però - come scrive Gemelli nel 1952 al Direttore del diffuso periodico: La Settimana Incom - che egli, in quell'occasione, "non ha chiesto a P. Pio di esaminare le stigmate ... anche perché nessuno mi ha mai incaricato di farlo ed un esame del genere avrebbe richiesto una lunga permanenza a S. Giovanni Rotondo e tutta una serie di accertamenti scientifici. Questo per ristabilire la verità".

. Gemelli ha scritto una "relazione" riservata al S. Uffizio sull'incontro avuto con P. Pio .L'ha scritta il giorno stesso, 19 aprile 1920. Il testo di questa "relazione" a tutt'oggi rimane sconosciuto, il che ha suscitato una ridda di illazioni e di speculazioni da parte della stampa e dello stesso estensore della cosiddetta "Biografia documentata su P. Pio".


La relazione è conservata negli Archivi segreti dell'ex S. Uffizio.

Né P. Gemelli ne ha mai parlato con alcuno: "Nessuno sa quello che io ho scritto, eccetto i membri di quell'Autorità (del S. Uffizio) e quindi le opinioni che vogliono attribuire a me non sono fondate su affermazioni vere ... La mia colpa - se colpa c'è stata - è stata quella di aver agito come esperto medico" (1952).

In occasione della Beatificazione di P. Pio, il P. Da Ripabottoni - rimangiandosi quanto detto precedentemente, rettifica il tiro sulla vicenda Gemelli - P. Pio, facendo importanti ammissioni. Egli ammette che Gemelli fece una "visita privata" a P. Pio; che "ha visto le stigmate, ma di non averle esaminate"; che ne "fa una sommaria descrizione, ne dà un giudizio piuttosto negativo, benchè non definitivo e richiede altre indagini per l'esatta conoscenza".

La quale "relazione" appare essere del tutto equilibrata e senza quei "toni aspri e affrettati ... terribili " immaginati da TV e dalla pubblicistica corrente.

E' probabile perciò che non ad essa relazione si devono i provvedimenti restrittivi del S. Uffizio presi nei confronti di P. Pio a distanza di due anni (1922-23). Essi hanno forse altra motivazione (nel maggio 1920, visita il Convento di S. Giovanni Rotondo Mons. B. Cerretti, Segretario per gli Affari Ecclesiastici Straordinari, nel 1921 e viene inviato ufficialmente un "Visitatore apostolico" nella persona di Mons. Raffaele Rossi).

Fin qui gli avvenimenti: ma ancora, scenderemo ancora di più nel particolare, per capire quali furono i criteri "scientifici", considerati allora come tali, che portarono Gemelli alla sua "sentenza".

Ciao a tutti, a domani.

Fabrizio Falconi.


IV

Dunque, se devo trarre, come vi avevo promesso ieri, una conclusione da quel che abbiamo detto ieri, sulla vexata quaestio Padre Pio-Padre Gemelli, la mia conclusione su quel famoso incontro è questa:

in realtà Padre Gemelli nel suo famoso incontro, nel 1920, con Padre Pio - per sua stessa ammissione - non esaminò le stimmate. Quindi il suo giudizio - negativo - non fu dato principalmente sul fenomeno, ma sulla persona Padre Pio.

Gemelli, e questo lo si capisce bene se si legge il carteggio, fu colpito negativamente dalla personalità del futuro santo. Quella personalità - cioè - gli apparve con tutte le caratteristiche "scientifico-psicologiche" di un esaltato, di una persona cioè in preda ad una auto-esaltazione, ad un delirio, insomma.

Ma, diremmo oggi: in quale stato dovrebbe trovarsi uno che ha avuto una visione, e dopo di quella ha visto il proprio corpo cambiare in modo così spaventoso, ed eclatante ?

Su Padre Gemelli, personaggio veramente controverso e affascinante, dobbiamo fare anzi, e mi scuserete se questi post sono un po' troppo lunghi (ma mi accorgo che la materia interessa parecchi), una divagazione. Che ci aiuta forse a capire un po' di più.

Nel 1989, un teologo francese, padre Francois Brune ha pubblicato un testo "I morti ci parlano", in cui un capitolo è dedicato proprio alla presunta collaborazione scientifica che sarebbe stata intrattenuta sul finire degli anni '40 dallo stesso Gemelli con padre Pellegrino Ernetti e ai fenomeni (riguardanti la possibile comunicazione con i defunti grazie ai nuovi strumenti della tecnologia di massa come il registratore) di cui sarebbero stati testimoni e di cui avrebbero informato lo stesso Vaticano nella persona del Papa stesso.

Lo stesso autore afferma che padre Ernetti vrebbe coinvolto Gemelli ed altri undici eminenti scienziati tra i quali Enrico Fermi (tutti già morti e quindi ovviamente non in grado di smentire questo improbabile coinvolgimento) nei suoi studi sul cronovisore .

So che questa cosa apparirà a molti incredibile da credersi. Eppure la vicenda del cronovisore è in parte vera. Anche se in rete fioriscono micidiali ricostruzioni iper-complottistiche, comprensive di foto tratte dal cronovisore, ecc... dalle quali vi consiglio di stare decisamente alla larga.

Però, dicevamo, la vicenda ha un fondamento di realtà.

All'inizio degli anni Cinquanta la notizia occupò le pagine di tutti i giornali come una bomba: l'invenzione del "cronovisore", ovvero la macchina in grado di captare gli avvenimenti passati e i loro protagonisti, facendo rivivere eventi lontani e risentire voci ritenute mute per sempre.

Inventore era appunto padre Pellegrino Ernetti, monaco benedettino, che addirittura aveva lavorato in collaborazione con un gruppo di scienziati di fama mondiale tra cui Enrico Fermi, un premio nobel giapponese e Werner von Braun, inventore della V2.

Padre Pellegrino Ernetti, scienziato e musicologo, era insegnante di musica pre-polifonica presso il Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia; i suoi studi musicali gli diedero la chiave per elaborare il sistema che lo portò alla "sensazionale scoperta".

In un'intervista pubblicata il 2 maggio 1972 dalla Domenica del Corriere padre Ernetti, che è morto nel 1994, spiegò al giornalista Vincenzo Maddaloni i principi di base del cronovisore, la macchina che vede indietro nel tempo:"Tutta l'elaborazione si basa su un principio di fisica accettato da tutti, secondo il quale le onde sonore e visive, una volta emesse, non si distruggono ma si trasformano e restano eterne e onnipotenti, quindi possono essere ricostruite come ogni energia, in quanto esse sono energia. Il fatto che noi non vediamo e non udiamo non significa che non esiste altro, ma soltanto che occorrono determinati apparecchi che ci facciano udire e vedere". Apparecchi, cioè, in grado di decodificare quell'energia.

Secondo le cronache dell'epoca, il cronovisore riuscì in operazioni portentose: fu visto e registrato Cicerone che pronunciava i suoi discorsi, fu udito e trascritto l'intero testo della tragedia di Quinto Ennio, il Thyestes, della quale si conoscevano solo poche righe; ma soprattutto gli scienziati poterono assistere alla passione di Gesù e alla sua morte e resurrezione. Tutto questo sarebbe stato mostrato al papa Pio XII e ad importanti personalità del Vaticano e della politica.

Naturalmente tutto questo non fu mai documentato, e rimase una leggenda metropolitana, vista anche la ritrosia dello stesso Padre Ernetti a parlarne.

Il libro di Brune, che di Ernetti fu amico e confidente per trent'anni, pare contenga rivelazioni clamorose, ma posso solo dirvelo così, non l'ho letto, e credo anche che non lo leggerò.

Anche perchè vi sono - a tal proposito - basta fare una piccola ricerchina su internet una tal quantità di fandonie senza eguali, come quella che il cronovisore, la macchina magica, sarebbe conservata attualmente nei famosi e onniscenti 'sotterranei del Vaticano.'

La cosa che qui interessava era semplicemente quella di segnalare come la personalità di Padre Gemelli fosse 'poliedrica' e apparentemente aperta a tutto, anche se da un'ottica prioritariamente scientifica.

Come risulta dai racconti di chi Padre Pio lo conobbe in vita, non era semplice accostarsi a lui: aveva un carattere chiuso, dai toni a volte aspro. E soprattutto, si accorgeva immediatamente di chi gli si accostava non spinto dalla fede, ma dalla '"voglia di scoprire il trucco." Probabilmente, ma è una mia teoria, l'incontro tra queste due personalità così forti, generò un inevitabile distanza o dissidio.

Ciao a tutti, a domani.

Fabrizio Falconi.


V

Oggi, vista l'improponibile lunghezza dei post precedenti, che vi ho ammannito, vorrei lasciar parlare le immagini. Anche perchè spesso parlano molto più delle parole.

Così sono lieto di potervi mostrare, anche per interesse personale di ciascuno, le immagini, piuttosto rare dell'ultima messa celebrata da Padre Pio, il 22 settembre del 1968, il cui racconto, piuttosto emozionante è contenuto qui.

Per vedere il video, cliccate invece qui sotto, e ... lasciatevi un po' cullare da queste vecchie immagini, per entrare un po' nell'atmosfera dei tempi, e del personaggio (il commento è in spagnolo, ma si capisce molto bene.

Ciao a tutti,

Fabrizio Falconi


VI

Concludiamo qui - per ora - il nostro viaggio intorno a Padre Pio che ci ha tenuto impegnati per una intera settimana.

Pubblico la foto qui a fianco per rispondere ai molti che mi hanno curiosamente chiesto - anche privatamente - se le stimmati di Padre Pio fossero soltanto nel palmo della mano, o anche sull'esterno. Penso che questa foto risponda chiaramente.

Oggi vorrei concludere, visto che all'inizio del viaggio siamo partiti dall'assunto opposto, e cioè dal punto di vista del Cicap, del prof. Cancrini, e degli altri, che hanno spiegato il fenomeno di Padre Pio come un fenomeno di auto-esaltazione e di dissociazione (anche se non si è spiegato 'empiricamente' come questo fenomeno psichico abbia potuto causare piaghe sanguinolenti e fresche per 50 anni continuati), con il punto di vista contrario.

Come sappiamo, analisi scientifiche corpose sul fenomeno scientifico delle stimmati non sono state fatte. Come abbiamo visto, anche lo stesso Padre Gemelli dichiarò che non aveva mai esaminato le stimmati. E ciò per una semplice ragione: fu sempre molto difficile convincere Padre Pio, in vita a lasciarsi esaminare. Egli rifuggeva - definendoli 'pagani' - tutti coloro che si avvicinavano con l'intento di soddisfare una curiosità puramente anatomico-scientifica.

Eppure nonostante questo, tra i pochi che hanno avuto la fortuna di vedere le stimmati da vicino, non sono mancati i 'pareri postivi'.

Come quello del dottor Giorgio Festa - che poté osservarlo a lungo dall'inizio degli anni Venti - il quale giudicò inspiegabile il fenomeno, e affermò che «dal punto di vista neuropsichico, Padre Pio aveva sempre avuto una costante e serena coerenza in tutti i suoi atti, e un perfetto e completo equilibrio tra le funzioni del sistema nervoso e le facoltà della mente e dello spirito»

O come quello, molto più recente del medico Michele Capuano, l'ultimo medico del Frate di Pietrelcina. Il dottor Capuano curò padre Pio per quarant'anni e, pochi anni prima di morire, ha firmato un lungo rapporto scientifico, in cui elenca con minuzia l'incredibile serie di malattie del frate. "Padre Pio" scrive Capuano "perdeva qualcosa come un bicchiere di sangue al giorno". Ed ancora: "Aveva febbri che talvolta raggiungevano i 44-45 gradi, rilevabili con termometri da bagno". Il medico, solo dopo la morte di Padre Pio osò compiere una verifica decisiva, con un esame autoptico, per cercare tracce di quelle stimmate che centinaia di volte aveva visto sanguinare. Non trovò nulla: e - a quanto pare - scoppiò a piangere.

Ma forse le parole più belle le ha scritte il prof. Giulio Tarro (http://www.giuliotarro.it/), il quale ha scritto:

".... anche le stimmate di Padre Pio mi sono apparse qualcosa di completamente diverso dal, ben studiato in Medicina, fenomeno angiovascolare capace di provocare vistose ecchimosi e piaghe. Mi si sono rivelate come la testimonianza di un uomo di fede, di un frate contadino, semplice e schietto che ci spinge a superare le convenzioni e le imposizioni dettate dalla nostra cultura per ritrovare in noi stessi le vere ragioni della nostra esistenza. Un percorso di conoscenza che va al di là dei freddi sentieri della logica ma che si affida a quanto di più intimo di vero è nell'animo umano.

"La religione senza scienza sarebbe imperfetta" ammoniva un grande scienziato, Albert Einstein. È vero anche il contrario. Una scienza che si ponesse come fine quello di una assoluta conoscenza, illudendosi di sostituirsi alla religione sarebbe quanto di più arido si possa immaginare. Per questo ritengo che scienza e fede debbano procedere su strade certamente separate ma non certo divergenti, verso il fine ultimo che non può che essere porsi al servizio dell'umanità."

Finisco questo lavoro, sottolineando come la discussione sulle stimmate di Padre Pio non è affatto concluso. Se la cosa vi può interessare, il processo di postulazione e canonizzazione di Padre Pio non ha riconosciuto le stimmate ufficialmente. La canonizzazione è avvenuta sulla base delle (molto più importanti, forse), "prove" di guarigioni miracolose operate dal e tramite il Santo.

Allo stato attuale, quindi, le uniche stimmate ufficialmente riconosciute dalla Chiesa sono quelle di San Francesco d'Assisi, e quelle di Santa Caterina da Siena.

Ma, come dicevo, c'è qualcuno che non si arrende e una nuova commissione - pare - è al lavoro sulle reliquie delle stimmati, le cosiddette escare.

Per ora ci fermiamo qui. Ciao a tutti, Fabrizio Falconi.


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Biografia di P. Pio

Date salienti della vita di Padre Pio

25 maggio 1887

Nasce a Pietrelcina (BN) Padre Pio, al secolo Francesco Forgione, da Grazio Forgione e Maria Giuseppa di Nunzio, detta Peppa.

26 maggio 1887

Riceve il battesimo da don Antonio Orlando nella chiesa di Santa Maria degli Angeli.

27 settembre 1899

E’ il “giorno singolarissimo ed indimenticabile per tutta la vita”, in cui riceve la cresima.

6 gennaio 1903

Entra come novizio nel convento dei Cappuccini di Morcone.

22 gennaio 1903

Indossa l’abito cappuccino e cambia il nome di battesimo in quello di Fra’ Pio da Pietrelcina.

22 gennaio 1904

E’ ammesso alla professione semplice.

25 gennaio 1904

Parte per Sant’Elia a Pianisi per gli studi ginnasiali.

ottobre 1905

Raggiunge San Marco la Catola per lo studio della filosofia.

aprile 1906

Ritorna a Sant’Elia a Pianisi per gli studi liceali.

1906

La sangiovannese Lucia Fiorentino (1889-1934) mentre è assorta preghiera ha una "visione immaginaria", premonitrice dell'arrivo di padre Pio a S. Giovanni Rotondo. Nei "Cenni autobiografici" ella accennò alla visione di un "albero di smisurata grandezza nell’atrio del nostro convento dei cappuccini" e a una voce che le diceva: “Questo è il simbolo di un’anima che ora è lontana e verrà qui; farà tanto bene in questo paese… Sarà forte e ben radicata come quest’albero e tutte le anime che verranno – sia di qui come da lontano – se si rifugeranno all’ombra di quest’albero saranno liberate dal male (ossia chi verrà da questo degno sacerdote per averne lume e trovare perdono e rimedio alle proprie colpe).....(omissis)"

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

27 gennaio1907

Fra Pio emette la professione dei voti solenni per “attendere al bene dell’anima e dedicarmi intieramente al servizio di Dio”.

9 ottobre 1907

Ritorna a San Marco la Catola per gli esami di filosofia. Nello stesso mese di ottobre si trasferisce a Serracapriola e studia teologia sotto la guida di padre Agostino da San Marco in Lamis. Nel mese di novembre lo studio della teologia prosegue a Montefusco.

19 e 21 dicembre 1908

A Benevento fra Pio riceve rispettivamente gli ordini minori e l’ordine del suddiaconato.

31 gennaio 1909

Il Consiglio comunale di S. Giovanni Rotondo delibera di dare il convento in affitto, ai Padri minori cappuccini Francesco Latiano e Nicola Ciavarella, per ventinove anni, a condizione di tenere aperta al pubblico l’annessa chiesa. La Giunta provinciale approva. E’ la fine di una lunga lotta con le autorità provinciali, durata decenni, per favorire il ritorno dei frati nel convento dopo la soppressione degli ordini religiosi del 1866. Il provvedimento finirà per spalancare le porte a Padre Pio da Pietrelcina.

maggio 1909

Fra Pio torna a Pietrelcina a causa delle cattive condizioni di salute.

18 luglio 1909

Fra Pio riceve l’ordine del diaconato nel convento di Morcone.

10 agosto 1910

Avviene la consacrazione di Fra’ Pio nel duomo di Benevento.

14 agosto 1910

Padre Pio celebra a Pietrelcina la prima Messa solenne ed avverte i primi dolori alle mani e ai piedi, causati dalle stimmate invisibili.

8 settembre 1911

Confessa al direttore spirituale padre Benedetto da San Marco in Lamis di avere "da circa un anno le stimmate invisibili".

ottobre 1911

Padre Pio è trasferito a Venafro ed è sottoposto a visite mediche a Napoli.

7 dicembre 1911

La salute peggiora e ritorna a Pietrelcina.

10 ottobre 1915

Rivela al suo direttore di patire da anni la coronazione di spine e la flagellazione.

6 novembre 1915

Padre Pio è chiamato presso il distretto militare di Benevento per la visita di leva.

18 dicembre 1915

A causa delle precarie condizioni di salute ritorna a Pietrelcina in licenza di convalescenza.

17 febbraio 1916

Arriva per trasferimento nel convento di Sant’Anna di Foggia e diventa membro di quella comunità.

28 luglio 1916

Per sottrarlo alla calura estiva Padre Paolino di Tommaso da Casacalenda lo conduce nel convento di San Giovanni Rotondo e vi resta una settimana. Il 28 luglio 1916. Inizia così la vita di padre Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo.

13 agosto 1916

Padre Pio scongiura il superiore provinciale di mandarlo per un po’ di tempo a San Giovanni Rotondo “dove Gesù mi assicura che starò meglio” - dice. Inoltre spiega un altro motivo della richiesta: “bisogna sollevare un po’ il fisico per tenermi pronto ad altre prove, alle quali egli vuole assoggettarmi”.

4 settembre 1916

Padre Pio ottiene di ritornare nel convento di Santa Maria delle Grazie di San Giovanni Rotondo, che gli viene assegnato solo come sede provvisoria.

18 dicembre

Rientra a Napoli per il servizio militare.

30 dicembre 1916

A causa delle pessime condizioni fisiche i medici lo rimandano a casa in licenza “illimitata” di sei mesi. Ma rimane a casa per otto mesi, a causa di un disguido postale.

19 agosto 1917

Torna dalla licenza presso il distretto militare di Napoli e contro ogni logica aspettativa viene dichiarato valido ai servizi interni.

5 novembre 1917

E' inviato in licenza di convalescenza di quattro mesi.

12 novembre 1917

Rientra a San Giovanni Rotondo e vi resta fino al 5 marzo 1918 quando riprende il servizio militare a Napoli.

18 - 23 maggio 1917

Padre Pio si assenta da S. Giovanni Rotondo per accompagnare a Roma la sorella Graziella, che diventerà suora.

16 marzo 1918

Rientrato dalla licenza, Padre Pio viene riformato e due giorni dopo torna per sempre nel convento di San Giovanni Rotondo. La diagnosi parla di “bronco alveolite doppia”.

Metà aprile – metà di maggio 1918

Padre Pio, attraversando un momento molto delicato, dimora nel convento di San Marco la Catola per conferire col padre Provinciale circa i problemi del suo spirito.

5-7 agosto 1918

Avviene il fenomeno mistico della “trasverbazione del cuore”: un misterioso Personaggio celeste trapassa il cuore del Padre con una lancia, lasciandogli una ferita aperta sanguinante. E’ il preludio al fenomeno delle “stimmate”.

20 settembre 1918

Rivede in coro il misterioso Personaggio che gronda sangue e il Padre si sente trafiggere le mani e i piedi. Si ritrova così con le stimmate, i segni visibili della Passione di Cristo, impressi per sempre sulle mani, sul costato e sui piedi, che scompariranno misteriosamente solo in punto di morte, il 23 settembre 1968.

1919

La stampa diffonde la notizia della stimmatizzazione e i pellegrini salgono a migliaia sul Gargano, richiamati dai carismi di Padre Pio.

15 maggio 1919

Giunge a S. Giovanni Rotondo il prof. Luigi Romanelli, primario dell’Ospedale di Barletta primo medico inviato per esaminare le stimmate di Padre Pio.

13 luglio 1919

Il giornalista V. Ciampi , durante una sua visita nel convento di S. Maria delle Grazie, trova il padre guardiano letteralmente «affogato in un mare – non è un’esagerazione! – di telegrammi e di lettere che arrivavano giornalmente a pacchi, prima da ogni parte d’Italia ed ora anche del… mondo". Le missive provenivano "dalla Francia, dalla Spagna, dall’Inghilterra e financo dall’America”. Sono i primi segni della fama e dell’internazionalità di Padre Pio.

26 luglio 1919

E’ visitato dal prof. Amico Bignami, ordinario di Patologia medica presso l’Università di Roma, il quale ripete un secondo esame nella stessa settimana.

9 ottobre 1919

Si sottopone agli ulteriori ed approfonditi accertamenti del dott. Giorgio Festa, inviato dal Superiore Generale dei Cappuccini padre Venanzio da Lisle.

15 luglio 1920

Il dott. Giorgio Festa e il prof. Luigi Romanelli visitano insieme Padre Pio.

13 ottobre 1920

A San Giovanni Rotondo, dopo alcuni disordini di natura politica durante la campagna elettorale, le forze opposte si fronteggiano. I socialisti, vincitori delle elezioni, vogliono esporre sul Municipio la bandiera rossa, al posto della bandiera nazionale. I partiti del Fascio si oppongono. C’è l’intervento della forza pubblica e avviene un eccidio, con tredici morti e una ottantina di feriti.

febbraio 1921

Il “Comitato pro l’erigendo Ospedale” invia al presidente della Congregazione di Carità di S. Giovanni Rotondo una lettera con la quale si manifesta l'intenzione di donare alla stessa congregazione un ospedale da costruirsi con denaro raccolto da Padre Pio, a patto di allocarlo nei suoi locali detti “del Monte”.

giugno 1921

Cominciano a diffondersi le voci di un possibile trasferimento di Padre Pio.

Luglio 1921

I sangiovannesi insorgono contro le voci di trasferimento di Padre Pio. La folla si eccita. Le Autorità di P.S. , preoccupate per l'evolversi della situazione, precedono una fiumana di gente e fanno circondare il convento. Qui giunta, la folla grida, urla, piange, impreca, minaccia, affermando che “nessuno giammai potrà osare di toglierci il Santo che illumina questa terra, e tanto bene irradia, coi suoi miracoli e col suo savio consiglio”. Un giornalista del luogo scrive in un mirabile articolo: «Il nostro popolo non può assolutamente rinunziare a Padre Pio. Questi è ormai nostro, e nostro dovrà restare nella storia e nei secoli venturi che di Lui celebreranno i grandi miracoli che opera ogni ora”. Il titolo è tutto un programma: “Padre Pio non lascerà mai S. Giovanni Rotondo”. E così sarà, per la caparbietà dei sangiovannesi, pronti a sacrificarsi per lui.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

25 ottobre 1921

Giunge in visita del cardinale Augusto Sili, prefetto del Supremo tribunale della Segnatura e delegato apostolico del santuario di Pompei.

dicembre 1921

A S. Giovanni Rotondo viene inaugurata un’apposita casa per il Terz'Ordine Francescano.

1922

Iniziano in paese, nei locali detti “del Monte”. i lavori del primo ospedaletto voluto da Padre Pio.

10 maggio 1922

Viene emesso il decreto con il quale i fedeli sono diffidati affinchè non si accostino a Padre Pio per motivi di devozione. Nuove petizioni popolari si rivelavano inutili.

4 giugno 1922

Ai Cappuccini di San Giovanni Rotondo perviene l’ordine del Sant’Officio del 2 giugno 1922 che intorno a Padre Pio “si stia in osservazione”, evitando ogni “singolarità e rumore”, raccomandando che egli celebri messa in orari diversi, “a preferenza summo mane ed in privato”, “non dia benedizione al popolo”, “per nessun motivo egli mostri le così dette stimmate, ne parli e le faccia baciare”.

16 agosto 1922

Il Consiglio della Congregazione di carità viene a conoscenza delle assicurazioni di Padre Pio di voler elargire la somma di lire 50 mila per riadattare una parte del Convento dell’ex Convento delle Clarisse onde costruire un ospedale “degno del suo nome”. Il Consiglio per il momento è fermo nell'idea di allocare il predetto ospedale nei locali detti del “Monte” .

23 ottobre 1922

23 ottobre 1922 – La Congregazione di Carità approva la proposta di allocare l’ospedale nel Convento delle Clarisse.

3 gennaio 1923

Anche la Commissione pro l’erigendo Ospedale Civile riconosce ufficialmente come inadatti i locali del Monte e accetta di allocare l’ospedale nel Convento delle Clarisse.

31 maggio 1923

Una dichiarazione rilasciata dopo un’inchiesta sui fatti che si attribuiscono al Padre, stabilisce la loro non soprannaturalità. Pertanto i fedeli vengono invitati a conformare il loro modo di agire a questa dichiarazione.

17 giugno 1923

Giunge l'ordine di non celebrare più la Messa in pubblico e che non si risponda più alle lettere dei fedeli che arrivano al convento.

24 giugno 1923

A S. Giovanni Rotondo è festa patronale. Si parla nuovamente dell’imminente trasferimento del Padre. I sangiovannesi sono pronti sacrificarsi per Lui. Le assicurazioni del prefetto Mormino, giunte tramite i carabinieri reali, riescono a placare gli animi, che si riaccendono il giorno successivo.

25 giugno 1923

Numerosi fedeli si recano al convento. Ma il frate non scende in chiesa a dir messa. La popolazione si scioglie alla primordiale ferocia e in armi si riversa in convento. Poi, grazie al buon senso del padre guardiano e del maresciallo, si ritira. Un gruppo di sangiovannesi armati vigila giorno e notte intorno al convento, e informa la popolazione di ogni movimento sospetto. Un corrispondente locale commenta sui giornali:

«Le autorità religiose traggano da questa manifestazione proficuo ammaestramento, e gli individui denigratori imparino a proprie spese che è pericoloso offendere la fede di un popolo».

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza")

26 giugno1923

Torma a celebrare messa in chiesa.

2 luglio 1923

Per andare incontro al notevole flusso di fedeli forestieri, la ditta Massa Luigi, concessionaria di un nuovo servizio automobilistico, attiva il collegamento della tratta San Giovanni Rotondo-San Marco in Lamis-Foggia.

8 agosto1923

A Padre Pio viene notificata l’obbedienza del trasferimento in altra sede, da stabilirsi con separato provvedimento. Tale provvedimento indicherà la sede di Ancona.

10 agosto 1923

Un sangiovannese, disperato al pensiero di perdere Padre Pio, compie un estremo atto d’amore: gli piomba alle spalle durante una cerimonia e con una pistola minaccia di ucciderlo, per farlo restare in paese se non da vivo almeno da morto!

10 agosto 1923

Davanti a Gesú sacramentato Padre Pio, preoccupato per gli eventi che scuotono il paese, scrive una lettera che può essere considerata la prima parte del suo testamento spirituale per il “caro e prediletto popolo di S. Giovanni Rotondo".

12 agosto 1923

Padre Pio scrive con apprensione al sindaco ed amico Francesco Morcaldi un'altra lettera che può essere considerata la seconda parte del suo testamento spirituale per il popolo sangiovannese. In essa il Padre si dichiara “commosso” profondamente per i fatti accaduti in paese negli ultimi giorni ed è assalito dal timore che lui “possa essere involontariamente causa di luttuosi avvenimenti per questa mia cara cittadina”. La lettera si conclude con queste parole stupende, che sono rimaste scolpite nei cuori dei sangiovannesi:

“Io ricorderò sempre cotesto popolo generoso nella mia povera ed assidua preghiera, implorando per esso pace e prosperità e quale segno della mia predilezione, null’altro potendo fare, esprimo il mio desiderio che, ove i miei superiori non si oppongano, le mie ossa siano composte in un tranquillo cantuccio di questa terra”.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza")

17 agosto1923

Preoccupate per l’agitazione popolare le autorità ecclesiastiche sospendono il trasferimento di Padre Pio.

27 Agosto 1923

Padre Pio, benché disposto a una docile obbedienza, fa appello alla responsabilità delle autorità civili e religiose affinché tengano ben presenti le conseguenze di un suo trasferimento: “…è certo per me e per chiunque conosce questo paese che non basterebbe nemmeno uno stato d’assedio prolungato per impedire terribili sanguinose rappresaglie. Lei, meglio di me, sa cosa siano le passioni religiose di un popolo; di questo popolo poi ardente e d’istinti ancora primitivi chi potrebbe persuadersi che minacci invano?”.

gennaio 1924

Il consiglio comunale sangiovannese si rifiuta di accogliere la proposta di una società per l’edificazione di un albergo, affinché non si dica che si vuole industrializzare e sfruttare la pre­senza di Padre Pio.

18 dicembre 1924

Il Consiglio comunale accoglie una domanda di enfiteusi perpetua del convento, presentata da P. Lorenzo Testa, con un canone annuo di lire settecentocinquanta. Il 14 settembre 1925, alla fine della procedure burocratiche per il riscatto del Canone per il Fondo del Culto , lo strumento viene firmato nello studio del notaio Giovanni Giuliani, in via Biffa. Il Comune è rappresentato dal sindaco Cav. Francesco Morcaldi.

22 aprile 1925

Il paese è di nuovo in agitazione per le restrizioni imposte a Padre Pio nel ministero delle confessioni.

23 aprile 1925

Con gioia dei sangiovannesi viene inaugurato l’Ospedale “S. Francesco”, allocato nell’ex monastero delle Clarisse. E’ un piccolo, moderno ospedale con 20 posti letto. Resterà in funzione fino al 1938.

5 ottobre 1925

Padre Pio è operato di ernia dal dott. Giorgio Festa.

23 aprile 1926

Ipso iure viene proibito dalla Chiesa l’opuscolo "Padre Pio da Pietrelcina" di Giuseppe De Rossi (Emmanuele Brunatto), a causa di pretesi miracoli e di altri fatti straordinari attribuiti al Padre. La sua pubblicazione provoca grande sofferenza nell’animo di Padre Pio.

2 dicembre 1926

Il Tribunale di Foggia emette una sentenza di condanna contro il canonico sangiovannese Vincenzo Miscio, accusato di aver estorto al fratello di Padre Pio 3000 lire per non pubblicare un libro contro Padre Pio. Egli beneficia di una notevole riduzione di pena, rispetto alla richiesta dell’accusa, grazie alla derubricazione del reato di “estorsione” in reato di “truffa”.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

26 marzo 1927

Inizia la visita apostolica di mons. Felice Bevilacqua che durerà fino al 5 aprile.

fine maggio 1928

Giunge a S. Giovanni Rotondo mons. Giuseppe Bruno, un altro visitatore apostolico.

3 gennaio 1929

Nella casa di Maria Pyle, una ricca americana trasferitasi a San Giovanni Rotondo da cinque anni, Padre Pio assiste la mamma morente. Peppa Di Nunzio muore, a 70 anni.

6-7 aprile 1931

Sparsasi la voce dell’arrivo di un nuovo Padre Guardiano in sostituzione di P. Raffaele da S. Elia a Pianisi, una turba di popolo armato si reca al convento minacciosa. Verso la mezzanotte un centinaio di uomini, accompagnati da donne e ragazzi, prendono un palo della luce e lo usano come ariete per forzare il portone del convento. Il padre guardiano riesce coraggiosamente a rimetterli alla porta e Padre Pio, commosso, dalla finestra li scongiura di tornarsene a casa.

9 giugno 1931

A Padre Pio giunge l’ordine di sospensione da ogni ministero, eccetto la Messa, che dovrà celebrare privatamente.

14 marzo 1933

Padre Pio si incontra con Mons. Felice Bevilacqua giunto in visita con il vescovo P. Luca Ermenegildo Passetto. Mons. Bevilacqua resta ammirato per la sua umiltà, docilità e su tutto il suo comportamento. La sua relazione fa cambiare idea a Pio XI nei riguardi di padre Pio.

24 giugno 1933

Avviene il primo incontro di Padre Pio con mons. Andrea Cesarano, nuovo arcivescovo, giunto a Manfredonia il 20 dicembre 1931, il quale porta uno spiraglio di luce nel biennio più tenebroso della vita di Padre Pio (1931-1933).

1933

Sotto lo pseudonimo di Jhon Willougby, E. Brunatto pubblica a Parigi un’edizione francese ed italiana dell’opera polemica “Gli anticristi nella Chiesa di Cristo”. Tre accorate lettere del Padre non sono riuscite a farlo desistere. Lo scopo della pubblicazione è di costringere la Chiesa a riabilitare Padre Pio.

16 luglio 1933

Padre Pio è riammesso a dir messa nella chiesa del convento. Fuori di essa potrà anche confessare i religiosi.

25 marzo 1934

25 marzo 1934 – E’ riammesso a confessare gli uomini.

12 maggio 1934

E’ riammesso a confessare indistintamente (utriusque sexus) uomini e donne.

1938

L’Ospedale S. Francesco, voluto fortemente da Padre Pio, viene chiuso. Stando a quanto riferiscono alcuni cronisti, una scossa sismica gli ha dato il colpo di grazia, danneggiando gravemente il fabbricato. Ma le cause della chiusura sono da ricercarsi anche in problemi di natura finanziaria. Sono trascorsi appena tredici anni dalla sua inaugurazione.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

9 gennaio 1940

Mortificato dalla chiusura dell’Ospedale S. Francesco, Padre Pio non demorde e manifesta ai dottori Mario Sanvico e Carlo Kiswarday l’idea di erigere un grosso ospedale vicino al convento: la Casa Sollievo della Sofferenza.

7 ottobre 1946

All’età di 86 anni, "zi’ Grazio", padre di P. Pio, amorevolmente assistito dal figlio, si spegne nella casa di Maria Pyle l’americana.

16 maggio 1947

Padre Pio benedice la prima pietra della Casa Sollievo della Sofferenza. Gli operai aggrediscono la montagna e in nove anni la “bianca favola” diventerà una realtà viva ed operante.

6 luglio 1947

Grazie a un’offerta in denaro di Maria Pyle , a Pietrelcina si inaugura il convento dei Cappuccini.

1949

Si stampa un bollettino periodico che informa sull’andamento dei lavori della Casa Sollievo della Sofferenza e raccoglie nuove offerte, che giungono da ogni parte del mondo.

1949

Padre Pio esorta i figli spirituali a rispondere all’invito lanciato ai cattolici dal Pontefice Pio XII dopo la guerra, di riunirsi in comunità per pregare il Signore di dare loro la forza ricostruire materialmente e moralmente la società, devastata dal flagello della guerra. Nascono così i primi “Gruppi di Preghiera”. I gruppi mantengono i contatti con S. Giovanni Rotondo attraverso un Centro che si occupa anche della pubblicazione della rivista “La Casa Sollievo della Sofferenza”.

7 gennaio 1950

Inizia il sistema della prenotazione per mettere ordine alle confessioni delle donne.

31 dicembre 1951.

Giungono a S. Giovanni Rotondo, mandati dal Sant’Uffizio, a causa di incomprensioni, equivoci e malintesi, i Monsignori Caronti e Pepe; ma non prendono decisioni.

3 agosto 1952

Un decreto del Sant’Offizio, pubblicato sull'Osservatore Romano, proscrive alcuni libri su Padre Pio privi della necessaria revisione e dell’approvazione ecclesiastica.

22 gennaio 1953

Padre Pio celebra il 50° di vestizione religiosa.

6 giugno 1954

Per la prima volta Padre Pio celebra la Messa all’aperto sul piazzale della chiesetta di S. Maria delle Grazie.

21 dicembre 1954

Si sparge la voce che i superiori vogliono trasferire Padre Pio. La voce irrita fortemente i cittadini di San Giovanni Rotondo.

5 maggio 1956

Si inaugura la Casa Sollievo della Sofferenza considerata da Padre Pio“la pupilla dei miei occhi”. Alla solenne manifestazione intervengono autorità della Chiesa e dello Stato e circa quindicimila fedeli. I locali sono benedetti dal cardinal Giacomo Lercaro. Nel discorso inaugurale Padre Pio, avendo bene a mente la brutta fine del piccolo Ospedale S. Francesco per cause di natura economica, raccomanda la nuova creatura alla generosità dei fedeli “affinché non perisca d’inedia e divenga la città ospedaliera tecnicamente adeguata alle più ardite esigenze cliniche e insieme ordine ascetico del francescanesimo militante. Luogo di preghiera e di scienza dove il genere umano si ritrovi in Cristo Crocifisso come un solo gregge con un solo pastore».

2 luglio 1956

Viene posta la prima pietra della nuova chiesa del santuario dei Cappuccini.

Settembre 1956

Padre Pio, saputo che nella zona detta “lu travagghie” è sorta una chiesa evangelica molto attiva, né è addolorato profondamente e fa istituire nella stessa zona, un asilo cristiano intitolato a San Francesco d’Assisi. Per gestirlo arrivano dalla Sicilia le Suore Cappuccine del Sacro Cuore

4 aprile 1957

Pio XII nomina Padre Pio direttore a vita della fraternità del Terz’Ordine Francescano "Santa Maria delle Grazie". Gli viene conferito il privilegio di guidare personalmente la Casa Sollievo della Sofferenza.

5 maggio 1957

In occasione del primo anniversario dell’Ospedale, Padre Pio pronuncia un discorso in cui traccia le linee programmatiche della sua Opera, che si riveleranno profetiche.

17 dicembre 1957

Si inaugura nel rione Santa Croce, alla presenza del Padre e delle autorità provinciali, una chiesetta con annesso istituto di suore.

26 gennaio 1958

Si inaugura Centro di Formazione Professionale dell’ITCA, voluto fortemente da Padre Pio dopo aver scoperto che molti giovanotti sangiovannesi si recavano in convento per chiedere qualche soldo.

Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

25 aprile 1959

Padre Pio si ammala e fino all’8 agosto celebrerà messa quasi sempre in una cappella interna e all'Angelus saluta i fedeli dalla finestrella del convento.

1° luglio 1959

Viene consacrata la nuova chiesa Santa Maria delle Grazie.

2 luglio 1959

La Madonna delle Grazie viene incoronata dal card. Federico Tedeschini.

6 agosto 1959

La statua della Madonna di Fatima sosta due giorni a San Giovanni Rotondo. E mentre la Madonna riparte in elicottero Padre Pio guarisce miracolosamente.

30 luglio 1960

Giunge a San Giovanni Rotondo mons. Carlo Maccari e compie una lunga visita apostolica conclusasi il 17 settembre 1960. La stampa dà risalto alla notizia, tra lo sconcerto dei fedeli e degli amici di Padre Pio.

10 agosto 1960

Padre Pio celebra 50 anni di sacerdozio.

11 maggio 1964

Padre Pio nomina la Santa Sede erede universale di tutti i suoi beni.

Marzo 1965

Si diffondono voci sul cattivo stato di salute del Padre

5 maggio 1966

5 maggio 1966 – Si celebra il decimo anniversario della nascita della Casa Sollievo della Sofferenza. Si tiene anche un Convegno internazionale dei Gruppi di preghiera che già si contano a centinaia. Padre Pio afferma:

« È la preghiera, questa forza unita di tutte le anime buone, che muove il mondo, che rinnova le coscienze, che sostiene la Casa, che conforta i sofferenti, che guarisce gli ammalati, che santifica il lavoro, che eleva l’assistenza sanitaria, che dona la forza morale e la cristiana rassegnazione alla umana sofferenza, che spande il sorriso e la benedi­zione di Dio a ogni languore e debolezza».

Settembre - dicembre 1966

Lo stato di salute di padre Pio peggiora, nonostante la continua assistenza medica specialistica.

9 maggio 1967

All’età di 85 anni muore "zi’ Michele", fratello di Padre Pio.

25 maggio 1967

Padre Pio compie 80 anni. A S. Giovanni vi è un imponente raduno dei Gruppi di Preghiera, che giungono da ogni parte del mondo.

Gennaio 1968

Padre Pio cammina con molta difficoltà e di lì a poco comincia ad usare una sedia a rotelle per gli spostamenti.

7 luglio 1968

Ha un forte collasso e preferisce starsene da solo, raccolto in preghiera.

20 settembre 1968

In occasione del 50° anniversario delle stimmate, una folla folla ingente di fedeli attornia Padre Pio in quella che si rivelerà come l'ultima grande manifestazione di affetto, prima di commiatarsi da questo mondo.

21 settembre 1968

La Casa Sollievo della Sofferenza organizza il quarto Convegno internazionale dei Gruppi di preghiera; ma Padre Pio non è in grado di celebrare.

22 settembre 1968

Padre Pio alle cinque del mattino celebra l'ultima messa della sua vita. Durante la celebrazione ha un nuovo collasso e barcolla, stremato. Alle 18 si commiata dalla folla che riceve l’ultima benedizione.

23 settembre 1968

Alle ore 2,30 della notte, Padre Pio muore.

26 settembre 1968

Ai funerali di Padre Pio partecipano oltre centomila persone.

4 novembre 1969

Il postulatore generale dei Cappuccini, padre Bernardino da Siena, chiede al vescovo mons. Antonio Cunial, amministratore apostolico di Manfredonia, di iniziare la trattazione della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Padre Pio. La dimanda viene accolta il 23 dello stesso mese.

1 luglio 1970

La Santa Sede invia a San Giovanni Rotondo mons. Oreste Vighetti per la conduzione diretta dell’Opera di Padre Pio.

Luglio 1970

Inizia la pubblicazione dell’Epistolario di Padre Pio da parte dei padri Cappuccini.

16 gennaio 1971

Mons. Valentino Vailati, arcivescovo di Manfredonia, consegna alla Sacra Congregazione per le Cause dei Santi la documentazione richiesta per il nihil obstat all’introduzione della Causa di Beatificazione di Padre Pio.

22 gennaio 1971

ricorrenza della vestizione di P. Pio, s’ inaugura a S. Giovanni Rotondo un Centro Riabilitazione per bambini portatori di handicap, in zona Santa Croce. E’ il primo di una lunga serie. Decine di altri centri sorgeranno nei comuni della Puglia, della Basilicata e del Molise.

3 marzo 1980

Mons. Valentino Vailati consegna ulteriore documentazione su Padre Pio.

9 agosto 1981

9 agosto 1981 – Viene inaugurata la Via Crucis monumentale, sedici sculture in bronzo e una in pietra, opera dello scultore siciliano Francesco Messina. La prima pietra era stata posata, con la partecipazione di Padre Pio, nella mattinata del 22 settembre del 1968, poche ore prima della sua morte.

29 novembre 1982

Papa Giovanni Paolo II firma il decreto per l’introduzione del processo cognizionale sulla vita e le virtù del Servo di Dio Padre Pio.

20 marzo 1983

Inizia ufficialmente a San Giovanni Rotondo il processo cognizionale su Padre Pio.

23 maggio 1987

Il Santo Padre Giovanni Paolo II giunge in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo e si inginocchia in preghiera accanto alla tomba di Padre Pio. Mette in risalto l’aspetto essenziale del grande disegno di P. Pio «di unire la scienza a servizio degli ammalati insieme con la fede e la preghiera» in modo che «la degenza in questa Casa deve costituire sì una cura del corpo, ma anche una vera e propria educazione all’amore inteso come accettazione cristiana del dolore».

28 luglio 1987

Si festeggia il 71° anniversario dell’arrivo del Padre a S. Giovanni Rotondo. In Piazza degli Olmi - oggi Piazza Padre Pio - si inaugura il monumento di Pericle Fazzini che presenta un Padre Pio dall’esatto profilo, con le braccia levate, che impugna in alto, nello spazio, l’Ostensorio con la corona vibrante dei raggi.

21 gennaio 1990

Si chiude solennemente a S. Giovanni Rotondo la fase diocesana del processo di Padre Pio. La documentazione e le testimonianze, raccolte in 104 volumi vengono portate a Roma presso la Congregazione per le Cause dei Santi.

aprile 1997

I cinque volumi sintetici contenenti la Positio super virtutibus vengono consegnati ai cardinali della Congregazione per il parere sulla eroicità delle virtù teologali, cardinali e religiose di Padre Pio.

18 dicembre 1997

E' proclamato venerabile da Sua Santità il Papa Giovanni Paolo II.

2 maggio 1999

Beatificazione di Padre Pio in Piazza San Pietro, Roma.

30 giugno 2001

Si inaugura il “Museo Biografico di Padre Pio”, museo delle cere realizzato dalla Società Museum Project di Firenze.

16 giugno 2002

Padre Pio viene solennemente canonizzato da Giovanni Paolo II. Ora tutti lo potranno chiamare "Santo", anche se per i sangiovannesi lo era già, fin dal 28 luglio 1916, quando entrò a far parte della loro vita e della loro storia.

www.padrepioesangiovannirotondo.it

Bibliografia riguardante San Pio da Pietrelcina

Epistolario I, Corrispondenza con i Direttori Spirituali (1910-1922), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione riveduta e cor­retta da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000.

Epistolario II, Corrispondenza con la nobildonna Raffaelina Cerase (1914-1915), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, III Edizione rive­duta e corretta da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000 .

Epistolario III, Corrispondenza con le figlie spirituali (1915-1923), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione ristampata nel 1994 a cura di Padre Gerardo Di Flumeri.

Epistolario IV , Corrispondenza con diverse categorie di persone, a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione riveduta, corretta ed ampliata da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000 (abbreviazione: Epist. IV).

Alessandro da Ripabottoni, Padre Pio da Pietrelcina “il cireneo di tutti”, Ed. “Padre Pio da Pietrelcina”, Convento S. Maria delle Grazie, S. Giovanni Rotondo 1983.

Sandro da Ripa, I Cappuccini a S. Giovanni, Foggia 1967.

Fernando da Riese Pio X, Padre Pio da Pietrelcina crocefisso senza croce, Ed. Padre Pio da Pietrelcina, Convento dei Cappuccini, VI edizione, S. Giovanni Rotondo 1998.

Francesco Morcaldi, San Giovanni Rotondo nella luce del Cristianesimo, Editore Mantilli, Parma 1960.

M. Preziosi, Lucia Fiorentino, figlia spirituale di Padre. Pio, Foggia 1967.

Gerardo Saldutto, Un tormentato settennio (1918-1925) nella vita di Padre Pio da Pietrelcina, Tesi di Laurea, Università Gregoriana, Roma, 1974 - Ed. Padre Pio da Pietrelcina, Convento Santa Maria delle Grazie, San Giovanni Rotondo.

Giulio Giovanni Siena, Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza, Bastogi Editrice, Foggia, maggio

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