Dott. FESTA per Padre Pio

FESTA dott. Giorgio, Tra i misteri della Scienza e le luci della Fede

Prima edizione, Roma, « Arte della Stampa », 1933 -XI. 24x 17 cm, 276 pp. illustr.

Il lavoro era già al completo nel1930, ma fu dato alle stampe solo nel1933, dopo la comparsa di una pubblicazione di alcune deduzioni scientifiche raggiunte dal Festa, « stranamente riprodotte e deformate », falcidiando una copia dattiloscritta del suo studio, indebitamente pervenuta all'autore di tale abusiva pubblicità (cf. p. 9).

L 'argomento, di importanza scientifica, psicologica e morale, nel libro è trattata in due parti.

Nella prima si parla del « sudore di sangue sofferto dal Redentore » sul Getsemani, che è un « fenomeno che la scienza non

spiega », con studi e ricerche preliminari, considerazioni di ordine spirituale e conclusioni (17 - 49). Per quanto riguarda il sudore di sangue sofferto dal Redentore sul Getsemani « si dovrà ancora una volta concludere che [...] va considerato come un avvenimento del quale la ragione e la scienza sono ben lungi dal poterci offrire una qualsiasi naturale spiegazione » (44). Si parla delle stigmate nella storia, nella scienza, nella mistica (50-97), con la esposizione delle nozioni scientifiche generali, deduzioni storiche e rilievi di carattere mistico ed una conclusione polemica contro la « erroneità della tesi sostenuta da un reverendo cultore di psicologia » (83-97), che corrisponde al nome di p. Agostino Gemelli.

Esaurite le indagini di carattere generale, nella seconda parte si esaminano « nei singoli particolari della loro complessa fisionomia, clinica e psicologia », le osservazioni raccolte sull'argomento (105). Tali osservazioni si compendiano nello studio

« accurato, sereno, obiettivo », che in contingenze diverse il dottor Festa ha potuto compiere sulla persona di p. Pio da Pietrelcina. « I problemi che il caso dell'umile fraticello del Gargano ha suscitato, e continuerà a suscitare ancora nella mente degli studiosi, vanno acquistando ogni giorno, sotto molteplici aspetti, una importanza sempre maggiore » (105).

Le piaghe della crocifissione, apparse visibilmente sulla sua persona fin dal 20 settembre 1918 e rimaste sino ad oggi (1933)

« sempre eguali nelle loro singolari caratteristiche anatomiche », sempre invariate nelle loro manifestazioni, sempre inesplicabili dinanzi alla indagine scientifica più severa; e i ripetuti comunicati che la congregazione del Santo Ufficio ha creduto di dover emanare al riguardo, costituiscono tali avvenimenti sui quali non è possibile sorvolare, oggi in special modo in cui il quesito dell'intervento di forze a noi sconosciute, nella produzione degli interessanti fenomeni che lo riguardano, si impone più fortemente al nostro studio e alle nostre ricerche » (105s).

Anche se da quei comunicati nulla emerge che possa, « sia pur lievemente, infirmare la grande figura del mite figliuolo di san Francesco », tuttavia i commenti suscitati nella stampa dimostrano « quanta erronea sia la interpretazione » che da questa si è data alla parola della congregazione. Basta tener presenti quei « giudizi ostili », manifestati allora e ripetuti negli anni successivi, anche nel1933, ed anche da personalità « in apparenza serene e studiose », per rendersi conto del « modo arbitrario » con cui quelle dichiarazioni vennero interpretate e per scorgervi anche « il proposito deliberato nella tenebra dell'errore le meraviglie che, ancora una volta, ci è dato ammirare sulla persona di p. Pio » (106s).

« Ridicolo sforzo », che non potrà impedire che la verità risplenda ugualmente e che continui ad illuminare le menti di coloro che, « con animo semplice e con spirito di giustizia, bramano dissetarsi alle pure sorgenti dalle quali scaturisce », ed a« a niuno è concesso d'intralciare con oblique interferenze il suo cammino trionfale » (107).

Animato da questi pensieri, il dottor Festa ha sentito il dovere, specialmente dopo tredici anni dalle prime osservazioni, di riassumere in un 'unica sintesi, e a complemento degli studi dei quali è oggetto il presente lavoro, le impressioni che ha avuto modo di raccogliere sul pio religioso del Gargano, sia nelle prime visite che, per desiderio dei superiori dell'ordine cappuccino aveva avuto occasione di far al convento nel quale p. Pio risiede, sia nel « lungo periodo di raccoglimento e di meditazione che a questo è seguito, sia nello svolgersi ulteriore della mia perseverante ricerca » .

Il dottor Giorgio Festa non intende « tessere » la vita di p. Pio, ma seguire « nei più precisi dettagli e con la maggior possibile esattezza la parte scientifica che lo riguarda (105s)

.

Avuta la missione dal padre generale dei cappuccini, nell'ottobre 1919 il dottore Giorgio Festa si recaٍ una prima volta a San Giovanni Rotondo per visitare e sottoporre « ad uno studio clinico accurato » il p. Pio, con una disposizione di spirito « incline piuttosto alla diffidenza » (109-111).

Tornerà una seconda volta nel luglio 1920 per un esame di controllo sulle « lesioni », accompagnato dal dottor Luigi Romanelli, che conosceva già da tempo p. Pio ed ebbe l'opportunità di visitarlo più volte (121-123).

Dal 1925 al 1933 il dottor Festa tornòٍ altre sei volte a San Giovanni Rotondo e, pur non avendo più avuto modo di visitare p. Pio, potè osservare e molto da vicino, « malgrado i mezzi guanti con i quali procura di nasconderlo, colare a rivi tra le sue dita il sangue che stilla dalle ferite che ha nelle mani. Sono in condizioni -continua il dottore - dal poter ancora affermare che le piaghe della crocifissione, così misteriosamente apparse sulla sua persona, si conservano anche oggi [1933], dopo tredici anni, con le stesse inesplicabili caratteristiche in esse rilevate alla mia prima osservazione » (125).

P. Pio contava poco più che trentadue anni e, ben che avvisato da alcuni giorni, fece capire che la visita « non l'avrebbe troppo gradita ». Natura « semplice e timida, desidera sfuggire all'attenzione altrui; e gli stessi segni che porta impressi sulla persona, lungi dall'esser motivo di soddisfazione, costituiscono per lui una vera sorgente di mortificazione, alla quale pare si sottoponga soltanto per spirito di umiltà». E perciò se il dottore in quella prima occasione potè visitare p. Pio « non come semplice sacerdote, ma come soggetto degno dell'attenzione e dello studio di un medico », fu solo per obbedire ai superiori. Una volta, perٍ, superato quel primo istante di contrarietà, « che così bene armonizza colla sua natura buona e dimessa, con moto spontaneo dolcissimo, col sorriso sulle labbra e nello sguardo, si fece egli stesso ad incontrarmi per mettersi interamente a mia disposizione » (112).

Preliminari, questi, non inutili, per che valgano in certo modo a tratteggiare le prime linee della « fisionomia psichica e morale » di p. Pio.

Del suo spirito così « remissivo » ne approfittٍò subito largamente il dottore e, dopo una breve conversazione, « in quella sera stessa - scrive - e poi nuovamente nel giorno successivo, 10 esaminai e lo studiai sotto ogni possibile aspetto » (112).

Di costituzione « esile ed emaciata » (il Festa si riferisce agli anni 1919-1933), p. Pio non dimostra un'età superiore a quella che ha; la sua statura « va un po' al di sopra della media, e, benché non offra nessuna anormalità a carico delle articolazioni e dei muscoli degli arti, ha tuttavia un'andatura ora più ora meno manifestamente incerta per le sofferenze che gli procurano le lesioni che presenta ai piedi. I tredici anni trascorsi dal tempo delle mie prime visite non hanno menomamente cambiato in lui le linee del volto, gli atteggiamenti della persona, il carattere, lo stato interiore ed apparente dello spirito » (113).

Il suo volto « pallido », in contrasto con il colorito « roseo » delle labbra, è incorniciato da una « barba breve, bruna, appena ravviata » ed illuminato da uno sguardo sempre « limpido, dolce, sorridente ». La fronte « alta diritta e spaziosa », rispecchia « la serenità dell'anima sua e la intelligenza della sua mente ».

Prende parte « ai motti allegri ed alle gioconde facezie » dei suoi confratelli, ma sempre « con una compostezza, con una misura ed un senso di rispetto per tutti », da destare ammirazione in chi lo osserva.

AI contrario, quando la conversazione si svolge su argomenti che interessino « la vita dello spirito », l'aspetto di p. Pio « quasi si trasforma », allora « i suoi lineamenti, pur conservando l'abituale espressione di dolcezza, quasi si irrigidiscono in un atteggiamento di insolita severità; e mentre la parola fluisce dal suo labbro, carezzevole e penetrante, o rimane con le palpebre socchiuse in atto di concentrazione, oppure volge lo sguardo in alto come per raccogliere una ispirazione » (113).

Nel suo insieme la persona di p. Pio, soprattutto nelle linee del volto e nello sguardo, rivela un che di così « semplice », di così. « buono », talora anche di così « infantile », che « inspira simpatia e desta l'impressione di una grande sincerità » (113s).

La vita che egli conduce all'eremo che lo accoglie è « semplice ed austera » ; sollecito, « assorto in preghiera od in profonda meditazione »; pasto « frugale » (cf. 114, 118-120); riposo « breve », forse neppure « per quel minimo di tempo che la natura avrebbe il diritto di reclamare a ristoro della fatica giornaliera» (114).

La celebrazione della santa messa è uno dei momenti più salienti nella vita claustrale del buon fraticello (115-117). E dopo il ringraziamento, « abbastanza lungo », va a confessare e vi sono stati periodi nei quali ha confessato, « senza interruzione, per diciotto ore consecutive!... » e quanti accorrono per genuflettersi ai suoi piedi, se ne allontanano poi « consolati nell'anima », con un segreto desiderio di « tornare a cogliere la rugiada confortatrice della sua parola» (117s).

Dopo queste doverose necessarie premesse, si passa all'« esame obiettivo » dello « stato funzionale dell'organismo » di p. Pio (126- 131). In base ad accurati e ripetuti esami, si accerta che la funzione respiratoria è « normale » e quindi « la diagnosi di tubercolosi polmonare “accertata all'esame radiologico”, per la quale nel 1916 era stato congedato dal servizio militare, non trova riscontro nell'indagine clinica, per quanto più volte, ed anche in epoca recente, accuratamente eseguita » (127).

Sistema circolatorio: il cuore ha « posizione, limiti, ritmo e toni valvolari perfettamente regolari. La pulsazione delle arterie periferiche è anche essa normale. A seconda delle sue condizioni di maggiore o minore attività, si ottengono da queste da 70 a 90 battute al minuto primo » (127). .

Sistema digerente e organi addominali: tranne la « repulsione istintiva che p. Pio dimostra per qualsiasi forma di vera ed efficace alimentazione, nulla apparisce di anormale nelle condizioni del suo stomaco ». Normali sono pure in lui tutti gli altri visceri addominali; normali il fegato, e la milza nelle loro funzioni fisiologiche e nei loro rapporti anatomici, e normali sotto ogni possibile aspetto anche le funzioni renali (129).

Molto più interessanti sono i risultati di un attento esame sul « sistema nervoso » in rapporto al fenomeno della stimmatizzazione, del quale è oggetto p. Pio, il cui risultato è il seguente: « nulla dalle ricerche eseguite apparisce che permetta di supporre in lui una disposizione, sia pur lieve, a manifestazioni neuro o psicopatiche di qualsiasi natura. Al contrario, durante le indagini compiute sulla sua persona e nel corso delle nostre lunghe conversazioni, ho più volte avuto modo di raccogliere le prove della costante serena coerenza che caratterizza ogni suo atto, ed il perfetto completo equilibrio che esiste tra le funzioni del suo sistema nervoso, le facoltà della sua mente e le speciali prerogative delle quali il suo spirito si mostra dotato » (130s).

Dopo lo studio delle « condizioni anatomiche e fisiologiche » degli organi di p. Pio, il dottor Festa s'intrattiene su quell'insieme di fenomeni che si osservano in p. Pio e che, oggettivamente parlando, « sfuggono al controllo di ogni legge naturale e scientifica» : « ipertermie », più volte costatate (132-137); « profumo, che emana dalla sua persona (137-144) e« stigmate », studio, ancora più interessante, di queste « piaghe della crocifissione che il p. Pio ha impresse sulla sua persona » (144-151).

Quale ora la « genesi di cosiffatte lesioni ? ...Si tratta di prodotti patologici dei quali la scienza puòٍ con certezza affermare la natura e la origine, o non ci troviamo piuttosto dinanzi ad uno di quei fenomeni che le cognizioni da noi possedute non sono in grado di spiegare. ...?».

A queste e ad altre domande risponde il dottor Festa nelle pagine seguenti (152-168: inesplicabilità scientifica del fenomeno).

Affermato che le stigmate « non sono certamente il risultato di una malattia locale, ne possono essere considerate come la espressione di infermità costituzionali » (153), il Festa dimostra ampiamente la sua asserzione.

Non manca il codicillo polemico con « quel distinto cultore di psicologia », il quale « benché non abbia mai avuto maniera di vedere con i propri occhi le piaghe che il p. Pio ha impresse sulla sua persona, ha creduto di poter sostenere che queste, solo per il fatto che mancano di un qualunque carattere neoformativo, debbano essere escluse da quella categoria di fenomeni la cui origine è al di sopra delle ordinarie manifestazioni di natura » (164-167).

Dall'analisi « psicologica » di p. Pio il dottore esprime le sue impressioni di carattere « psicologico » (168-214). Emerge dalla parola di p. Pio, dai suoi atti, dai suoi pensieri « una qualche anormalità di sentimento che renda meritevole di considerazioni il giudizio di quei sapienti che vorrebbero anche oggi sostenere l'esistenza di un rapporto tra psicopatia, isterismo, suggestione e manifestazioni esteriori tangibili come quelle che in lui sono state studiate? O non piuttosto si richiede una psiche severamente rettilinea, perché in essa si inquadri quell'insieme di fenomeni che nel p. Pio si osserva? » (168).

Il rigido rispetto delle norme della regola che professa, la umile devozione che sempre dimostra verso i suoi superiori, l'amore fraterno che lo unisce a tutti coloro che lo circondano, l'austera severità con la quale, nonostante l'abituale dolcezza dei tratti, adempie al suo ministero, sarebbero di per se elementi sufficienti ad esprimere il valore e l'equilibrio della sua psiche. Ma poiché lo studio su di lui compiuto ha potuto condurci anche più oltre nella profondità delle nostre ricerche, non sarà qui inopportuno ricordare i particolari più salienti delle espressioni ricevute al riguardo » (168s).

Riporta alcuni insegnamenti che p. Pio impartiva, a quel tempo, al suo piccolo uditorio, sgorgati dal suo labbro con « mite, serena, persuasiva eloquenza », destando nel cuore di chi li ascoltava « una viva impressione di dolcezza e di Fede » (172).

Da tali pensieri emana « una vera sapienza evangelica » (176) e, ancora, tali pensieri confermano « una precisa e ferrea dimostrazione di una dirittura psicologica così elevata e così rettilinea, al cospetto della quale il savio, anziché discutere, riverente e commosso deve piegare la fronte » (168-176).

La parola dell'umile frate, « pronunciata con accento mite, ma preciso, fermo, penetrante », non tarda a varcare il ristretto confine del Gargano (177 -190: conversioni, tra le quali quella del cugino massone Cesare avv. Festa, e giudizi di Benedetto xv su p. Pio).

Ma gli insegnamenti che p. Pio diffonde intorno a sé, non sono soltanto rappresentati da parole, da pensieri, da pure ascensioni mentali: « è l'esempio, materiato di realtà contingenti, di fatti intimamente legati alla sua persona, quello che più spicca nell'esame degli avvenimenti che lo riguardano e che più va tenuto in considerazione, per poter giudicare con qualche precisione della elevatezza del suo spirito e della severa dirittura psicologica che presiede ad ogni suo atto » (190).

Ed il dottore chiarisce meglio il suo pensiero con interessanti episodi della vita claustrale di p. Pio (190-203); potrebbe riferire la storia di non pochi « avvenimenti straordinari », attribuiti alla efficace intercessione di p. Pio e« largamente documentati », il cui svolgimento è stato seguito « con rigoroso controllo », ma si astiene, perché di questi è oggetto una estesa relazione, dal dottore direttamente offerta, in data 7 aprile 1925, allo studio della congregazione del Santo Ufficio (203).

Il dottor Festa non nasconde l'ammirazione che p. Pio ha destato nel suo animo, perché di essi sono partecipi anche « numerose personalità, soprattutto del campo ecclesiastico, molte delle quali, dopo aver più volte visitato p. Pio, hanno avuto occasione di esprimere a me pure la loro meraviglia e la loro viva impressione » e rende omaggio alla verità enumerandone alcune (206-214).

Ed inoltre, fa notare il dottore, la sua ammirazione per p. Pio non nasce « dal p. Pio come persona, ma dall'opera meravigliosa che sta incisa nelle sue carni »; e l'ammirazione non è sorta nella mente del dottore « come frutto di un processo psicologico aprioristico, ma come naturale conseguenza dei fatti e dei fenomeni che in lui io ho potuto ripetutamente studiare » (206).

Il dottor Festa offre al lettore anche dodici documenti, scelti tra i molti che, di quando in quando, senza neppure sollecitarli, sono venuti ad arricchire il suo materiale di ricerca (221-271); non si fa sfuggire l'occasione per aggredire (verbalmente, s'intende!...) gli avversari e tra questi ci capita anche il padre generale dei cappuccini, ma a torto, perché il dottore riceveva informazioni da una fonte prevenuta; a voce chiarì il suo atteggiamento col padre guardiano di San Giovanni Rotondo e rettificò, in parte, nella seconda edizione il suo offensivo giudizio (cf. 1 ed. (1933), p. 226; 2 ed. (1938), p. 256; cf. anche E, IV, pp. 71-74, 645-647).

La dedica al Sommo Pontefice Pio XI, « arbitraria », scomparve nella edizione e ristampe susseguenti

.

Noi non siamo competenti per dare un giudizio scientifico sul lavoro del dottor Giorgio Festa. Rene Hamel, teologo e psicologo, rivela che il titolo del libro -« Misteri di Scienza e luci di Fede » -è, forse, troppo apologetico. La prima parte del libro, elaborata prima del 1930 e che contiene considerazioni generali sui fenomeni della stigmatizzazione, ne guadagnerebbe, se fosse rivista e condensata: in questo campo, a dire il vero molto poco esplorato, un libro non può restare a lungo senza essere aggiornato.

Il « caso » di p. Pio è analizzato nella seconda parte, nello spazio di 120 pagine ed è uno studio ( « document » ) « molto importante per sobrietà scientifica e precisione ». Perٍ Hamel si rammarica che lo studio somatico non sia stato completato da un esame psichico: all'esame di specialisti di medicina generale sarebbe stato molto opportuno che p. Pio fosse stato visitato anche da un neurologo o psichiatra, perché non bisogna dimenticare che le spiegazioni attuali -Hamel scriveva nel 1955 -si orientano più verso il tipo psichico che verso il tipo organico. Senza dubbio, il dottor Festa vi fa un accenno quando parla del sistema nervoso, ma in maniera troppo sommaria. Ed anche dal solo punto di vista organica, uno studio più dettagliato della formula sanguigna e la ricerca di eventuali segni di una emopatia, costituzionale o acquisita, avrebbe reso qualche vantaggio (cf. Hamel Rene, Auprès du Père Pio Ce que j'ai vu et entendu à San Giovanni Rotondo, Paris 1955, p. 103).

Il p. Giorgio Cruchon, professore di psicologia pastorale all'Istituto di spiritualità della Pontificia Università di Roma (Gregoriana), che ha studiato le stimmate di p. Pio, quando parla del dottor Festa, si esprime in questi termini: « tutti sanno le posizioni prese dal dottor Festa, talvolta accompagnate da entusiasmo e da polemica, in favore delle stimmate. Tuttavia le sue numerose visite al p. Pio, le descrizioni accurate, minuziose che egli ha fatte delle piaghe, non sono da trascurare » (Cruchon Giorgio, Le stimmate di padre Pio, in Atti del primo convegno di studio sulla spiritualità di padre Pio , San Giovanni Rotondo, 1-6 maggio 1972)..., p. 120). Per quel che il dottor Festa afferma a pp. 240-242 (2 ed. 2 ristampa 1949) è vero soltanto la prima parte: che il p. Bernardo d'Alpicella offrì il 12 ottobre 1925 una fotografia di p. Pio al dottore; non è vero il resto, perché p. Bernardo d'Alpicella non partecipò al congresso eucaristico di Avellino.

(da Alessandro Da Ripabottoni, Molti hanno scritto di Lui. Edizioni “Padre Pio da Petrelcina”, San Giovanni Rotondo.)

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Biografia di P. Pio

Date salienti della vita di Padre Pio

25 maggio 1887

Nasce a Pietrelcina (BN) Padre Pio, al secolo Francesco Forgione, da Grazio Forgione e Maria Giuseppa di Nunzio, detta Peppa.

26 maggio 1887

Riceve il battesimo da don Antonio Orlando nella chiesa di Santa Maria degli Angeli.

27 settembre 1899

E’ il “giorno singolarissimo ed indimenticabile per tutta la vita”, in cui riceve la cresima.

6 gennaio 1903

Entra come novizio nel convento dei Cappuccini di Morcone.

22 gennaio 1903

Indossa l’abito cappuccino e cambia il nome di battesimo in quello di Fra’ Pio da Pietrelcina.

22 gennaio 1904

E’ ammesso alla professione semplice.

25 gennaio 1904

Parte per Sant’Elia a Pianisi per gli studi ginnasiali.

ottobre 1905

Raggiunge San Marco la Catola per lo studio della filosofia.

aprile 1906

Ritorna a Sant’Elia a Pianisi per gli studi liceali.

1906

La sangiovannese Lucia Fiorentino (1889-1934) mentre è assorta preghiera ha una "visione immaginaria", premonitrice dell'arrivo di padre Pio a S. Giovanni Rotondo. Nei "Cenni autobiografici" ella accennò alla visione di un "albero di smisurata grandezza nell’atrio del nostro convento dei cappuccini" e a una voce che le diceva: “Questo è il simbolo di un’anima che ora è lontana e verrà qui; farà tanto bene in questo paese… Sarà forte e ben radicata come quest’albero e tutte le anime che verranno – sia di qui come da lontano – se si rifugeranno all’ombra di quest’albero saranno liberate dal male (ossia chi verrà da questo degno sacerdote per averne lume e trovare perdono e rimedio alle proprie colpe).....(omissis)"

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

27 gennaio1907

Fra Pio emette la professione dei voti solenni per “attendere al bene dell’anima e dedicarmi intieramente al servizio di Dio”.

9 ottobre 1907

Ritorna a San Marco la Catola per gli esami di filosofia. Nello stesso mese di ottobre si trasferisce a Serracapriola e studia teologia sotto la guida di padre Agostino da San Marco in Lamis. Nel mese di novembre lo studio della teologia prosegue a Montefusco.

19 e 21 dicembre 1908

A Benevento fra Pio riceve rispettivamente gli ordini minori e l’ordine del suddiaconato.

31 gennaio 1909

Il Consiglio comunale di S. Giovanni Rotondo delibera di dare il convento in affitto, ai Padri minori cappuccini Francesco Latiano e Nicola Ciavarella, per ventinove anni, a condizione di tenere aperta al pubblico l’annessa chiesa. La Giunta provinciale approva. E’ la fine di una lunga lotta con le autorità provinciali, durata decenni, per favorire il ritorno dei frati nel convento dopo la soppressione degli ordini religiosi del 1866. Il provvedimento finirà per spalancare le porte a Padre Pio da Pietrelcina.

maggio 1909

Fra Pio torna a Pietrelcina a causa delle cattive condizioni di salute.

18 luglio 1909

Fra Pio riceve l’ordine del diaconato nel convento di Morcone.

10 agosto 1910

Avviene la consacrazione di Fra’ Pio nel duomo di Benevento.

14 agosto 1910

Padre Pio celebra a Pietrelcina la prima Messa solenne ed avverte i primi dolori alle mani e ai piedi, causati dalle stimmate invisibili.

8 settembre 1911

Confessa al direttore spirituale padre Benedetto da San Marco in Lamis di avere "da circa un anno le stimmate invisibili".

ottobre 1911

Padre Pio è trasferito a Venafro ed è sottoposto a visite mediche a Napoli.

7 dicembre 1911

La salute peggiora e ritorna a Pietrelcina.

10 ottobre 1915

Rivela al suo direttore di patire da anni la coronazione di spine e la flagellazione.

6 novembre 1915

Padre Pio è chiamato presso il distretto militare di Benevento per la visita di leva.

18 dicembre 1915

A causa delle precarie condizioni di salute ritorna a Pietrelcina in licenza di convalescenza.

17 febbraio 1916

Arriva per trasferimento nel convento di Sant’Anna di Foggia e diventa membro di quella comunità.

28 luglio 1916

Per sottrarlo alla calura estiva Padre Paolino di Tommaso da Casacalenda lo conduce nel convento di San Giovanni Rotondo e vi resta una settimana. Il 28 luglio 1916. Inizia così la vita di padre Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo.

13 agosto 1916

Padre Pio scongiura il superiore provinciale di mandarlo per un po’ di tempo a San Giovanni Rotondo “dove Gesù mi assicura che starò meglio” - dice. Inoltre spiega un altro motivo della richiesta: “bisogna sollevare un po’ il fisico per tenermi pronto ad altre prove, alle quali egli vuole assoggettarmi”.

4 settembre 1916

Padre Pio ottiene di ritornare nel convento di Santa Maria delle Grazie di San Giovanni Rotondo, che gli viene assegnato solo come sede provvisoria.

18 dicembre

Rientra a Napoli per il servizio militare.

30 dicembre 1916

A causa delle pessime condizioni fisiche i medici lo rimandano a casa in licenza “illimitata” di sei mesi. Ma rimane a casa per otto mesi, a causa di un disguido postale.

19 agosto 1917

Torna dalla licenza presso il distretto militare di Napoli e contro ogni logica aspettativa viene dichiarato valido ai servizi interni.

5 novembre 1917

E' inviato in licenza di convalescenza di quattro mesi.

12 novembre 1917

Rientra a San Giovanni Rotondo e vi resta fino al 5 marzo 1918 quando riprende il servizio militare a Napoli.

18 - 23 maggio 1917

Padre Pio si assenta da S. Giovanni Rotondo per accompagnare a Roma la sorella Graziella, che diventerà suora.

16 marzo 1918

Rientrato dalla licenza, Padre Pio viene riformato e due giorni dopo torna per sempre nel convento di San Giovanni Rotondo. La diagnosi parla di “bronco alveolite doppia”.

Metà aprile – metà di maggio 1918

Padre Pio, attraversando un momento molto delicato, dimora nel convento di San Marco la Catola per conferire col padre Provinciale circa i problemi del suo spirito.

5-7 agosto 1918

Avviene il fenomeno mistico della “trasverbazione del cuore”: un misterioso Personaggio celeste trapassa il cuore del Padre con una lancia, lasciandogli una ferita aperta sanguinante. E’ il preludio al fenomeno delle “stimmate”.

20 settembre 1918

Rivede in coro il misterioso Personaggio che gronda sangue e il Padre si sente trafiggere le mani e i piedi. Si ritrova così con le stimmate, i segni visibili della Passione di Cristo, impressi per sempre sulle mani, sul costato e sui piedi, che scompariranno misteriosamente solo in punto di morte, il 23 settembre 1968.

1919

La stampa diffonde la notizia della stimmatizzazione e i pellegrini salgono a migliaia sul Gargano, richiamati dai carismi di Padre Pio.

15 maggio 1919

Giunge a S. Giovanni Rotondo il prof. Luigi Romanelli, primario dell’Ospedale di Barletta primo medico inviato per esaminare le stimmate di Padre Pio.

13 luglio 1919

Il giornalista V. Ciampi , durante una sua visita nel convento di S. Maria delle Grazie, trova il padre guardiano letteralmente «affogato in un mare – non è un’esagerazione! – di telegrammi e di lettere che arrivavano giornalmente a pacchi, prima da ogni parte d’Italia ed ora anche del… mondo". Le missive provenivano "dalla Francia, dalla Spagna, dall’Inghilterra e financo dall’America”. Sono i primi segni della fama e dell’internazionalità di Padre Pio.

26 luglio 1919

E’ visitato dal prof. Amico Bignami, ordinario di Patologia medica presso l’Università di Roma, il quale ripete un secondo esame nella stessa settimana.

9 ottobre 1919

Si sottopone agli ulteriori ed approfonditi accertamenti del dott. Giorgio Festa, inviato dal Superiore Generale dei Cappuccini padre Venanzio da Lisle.

15 luglio 1920

Il dott. Giorgio Festa e il prof. Luigi Romanelli visitano insieme Padre Pio.

13 ottobre 1920

A San Giovanni Rotondo, dopo alcuni disordini di natura politica durante la campagna elettorale, le forze opposte si fronteggiano. I socialisti, vincitori delle elezioni, vogliono esporre sul Municipio la bandiera rossa, al posto della bandiera nazionale. I partiti del Fascio si oppongono. C’è l’intervento della forza pubblica e avviene un eccidio, con tredici morti e una ottantina di feriti.

febbraio 1921

Il “Comitato pro l’erigendo Ospedale” invia al presidente della Congregazione di Carità di S. Giovanni Rotondo una lettera con la quale si manifesta l'intenzione di donare alla stessa congregazione un ospedale da costruirsi con denaro raccolto da Padre Pio, a patto di allocarlo nei suoi locali detti “del Monte”.

giugno 1921

Cominciano a diffondersi le voci di un possibile trasferimento di Padre Pio.

Luglio 1921

I sangiovannesi insorgono contro le voci di trasferimento di Padre Pio. La folla si eccita. Le Autorità di P.S. , preoccupate per l'evolversi della situazione, precedono una fiumana di gente e fanno circondare il convento. Qui giunta, la folla grida, urla, piange, impreca, minaccia, affermando che “nessuno giammai potrà osare di toglierci il Santo che illumina questa terra, e tanto bene irradia, coi suoi miracoli e col suo savio consiglio”. Un giornalista del luogo scrive in un mirabile articolo: «Il nostro popolo non può assolutamente rinunziare a Padre Pio. Questi è ormai nostro, e nostro dovrà restare nella storia e nei secoli venturi che di Lui celebreranno i grandi miracoli che opera ogni ora”. Il titolo è tutto un programma: “Padre Pio non lascerà mai S. Giovanni Rotondo”. E così sarà, per la caparbietà dei sangiovannesi, pronti a sacrificarsi per lui.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

25 ottobre 1921

Giunge in visita del cardinale Augusto Sili, prefetto del Supremo tribunale della Segnatura e delegato apostolico del santuario di Pompei.

dicembre 1921

A S. Giovanni Rotondo viene inaugurata un’apposita casa per il Terz'Ordine Francescano.

1922

Iniziano in paese, nei locali detti “del Monte”. i lavori del primo ospedaletto voluto da Padre Pio.

10 maggio 1922

Viene emesso il decreto con il quale i fedeli sono diffidati affinchè non si accostino a Padre Pio per motivi di devozione. Nuove petizioni popolari si rivelavano inutili.

4 giugno 1922

Ai Cappuccini di San Giovanni Rotondo perviene l’ordine del Sant’Officio del 2 giugno 1922 che intorno a Padre Pio “si stia in osservazione”, evitando ogni “singolarità e rumore”, raccomandando che egli celebri messa in orari diversi, “a preferenza summo mane ed in privato”, “non dia benedizione al popolo”, “per nessun motivo egli mostri le così dette stimmate, ne parli e le faccia baciare”.

16 agosto 1922

Il Consiglio della Congregazione di carità viene a conoscenza delle assicurazioni di Padre Pio di voler elargire la somma di lire 50 mila per riadattare una parte del Convento dell’ex Convento delle Clarisse onde costruire un ospedale “degno del suo nome”. Il Consiglio per il momento è fermo nell'idea di allocare il predetto ospedale nei locali detti del “Monte” .

23 ottobre 1922

23 ottobre 1922 – La Congregazione di Carità approva la proposta di allocare l’ospedale nel Convento delle Clarisse.

3 gennaio 1923

Anche la Commissione pro l’erigendo Ospedale Civile riconosce ufficialmente come inadatti i locali del Monte e accetta di allocare l’ospedale nel Convento delle Clarisse.

31 maggio 1923

Una dichiarazione rilasciata dopo un’inchiesta sui fatti che si attribuiscono al Padre, stabilisce la loro non soprannaturalità. Pertanto i fedeli vengono invitati a conformare il loro modo di agire a questa dichiarazione.

17 giugno 1923

Giunge l'ordine di non celebrare più la Messa in pubblico e che non si risponda più alle lettere dei fedeli che arrivano al convento.

24 giugno 1923

A S. Giovanni Rotondo è festa patronale. Si parla nuovamente dell’imminente trasferimento del Padre. I sangiovannesi sono pronti sacrificarsi per Lui. Le assicurazioni del prefetto Mormino, giunte tramite i carabinieri reali, riescono a placare gli animi, che si riaccendono il giorno successivo.

25 giugno 1923

Numerosi fedeli si recano al convento. Ma il frate non scende in chiesa a dir messa. La popolazione si scioglie alla primordiale ferocia e in armi si riversa in convento. Poi, grazie al buon senso del padre guardiano e del maresciallo, si ritira. Un gruppo di sangiovannesi armati vigila giorno e notte intorno al convento, e informa la popolazione di ogni movimento sospetto. Un corrispondente locale commenta sui giornali:

«Le autorità religiose traggano da questa manifestazione proficuo ammaestramento, e gli individui denigratori imparino a proprie spese che è pericoloso offendere la fede di un popolo».

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza")

26 giugno1923

Torma a celebrare messa in chiesa.

2 luglio 1923

Per andare incontro al notevole flusso di fedeli forestieri, la ditta Massa Luigi, concessionaria di un nuovo servizio automobilistico, attiva il collegamento della tratta San Giovanni Rotondo-San Marco in Lamis-Foggia.

8 agosto1923

A Padre Pio viene notificata l’obbedienza del trasferimento in altra sede, da stabilirsi con separato provvedimento. Tale provvedimento indicherà la sede di Ancona.

10 agosto 1923

Un sangiovannese, disperato al pensiero di perdere Padre Pio, compie un estremo atto d’amore: gli piomba alle spalle durante una cerimonia e con una pistola minaccia di ucciderlo, per farlo restare in paese se non da vivo almeno da morto!

10 agosto 1923

Davanti a Gesú sacramentato Padre Pio, preoccupato per gli eventi che scuotono il paese, scrive una lettera che può essere considerata la prima parte del suo testamento spirituale per il “caro e prediletto popolo di S. Giovanni Rotondo".

12 agosto 1923

Padre Pio scrive con apprensione al sindaco ed amico Francesco Morcaldi un'altra lettera che può essere considerata la seconda parte del suo testamento spirituale per il popolo sangiovannese. In essa il Padre si dichiara “commosso” profondamente per i fatti accaduti in paese negli ultimi giorni ed è assalito dal timore che lui “possa essere involontariamente causa di luttuosi avvenimenti per questa mia cara cittadina”. La lettera si conclude con queste parole stupende, che sono rimaste scolpite nei cuori dei sangiovannesi:

“Io ricorderò sempre cotesto popolo generoso nella mia povera ed assidua preghiera, implorando per esso pace e prosperità e quale segno della mia predilezione, null’altro potendo fare, esprimo il mio desiderio che, ove i miei superiori non si oppongano, le mie ossa siano composte in un tranquillo cantuccio di questa terra”.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza")

17 agosto1923

Preoccupate per l’agitazione popolare le autorità ecclesiastiche sospendono il trasferimento di Padre Pio.

27 Agosto 1923

Padre Pio, benché disposto a una docile obbedienza, fa appello alla responsabilità delle autorità civili e religiose affinché tengano ben presenti le conseguenze di un suo trasferimento: “…è certo per me e per chiunque conosce questo paese che non basterebbe nemmeno uno stato d’assedio prolungato per impedire terribili sanguinose rappresaglie. Lei, meglio di me, sa cosa siano le passioni religiose di un popolo; di questo popolo poi ardente e d’istinti ancora primitivi chi potrebbe persuadersi che minacci invano?”.

gennaio 1924

Il consiglio comunale sangiovannese si rifiuta di accogliere la proposta di una società per l’edificazione di un albergo, affinché non si dica che si vuole industrializzare e sfruttare la pre­senza di Padre Pio.

18 dicembre 1924

Il Consiglio comunale accoglie una domanda di enfiteusi perpetua del convento, presentata da P. Lorenzo Testa, con un canone annuo di lire settecentocinquanta. Il 14 settembre 1925, alla fine della procedure burocratiche per il riscatto del Canone per il Fondo del Culto , lo strumento viene firmato nello studio del notaio Giovanni Giuliani, in via Biffa. Il Comune è rappresentato dal sindaco Cav. Francesco Morcaldi.

22 aprile 1925

Il paese è di nuovo in agitazione per le restrizioni imposte a Padre Pio nel ministero delle confessioni.

23 aprile 1925

Con gioia dei sangiovannesi viene inaugurato l’Ospedale “S. Francesco”, allocato nell’ex monastero delle Clarisse. E’ un piccolo, moderno ospedale con 20 posti letto. Resterà in funzione fino al 1938.

5 ottobre 1925

Padre Pio è operato di ernia dal dott. Giorgio Festa.

23 aprile 1926

Ipso iure viene proibito dalla Chiesa l’opuscolo "Padre Pio da Pietrelcina" di Giuseppe De Rossi (Emmanuele Brunatto), a causa di pretesi miracoli e di altri fatti straordinari attribuiti al Padre. La sua pubblicazione provoca grande sofferenza nell’animo di Padre Pio.

2 dicembre 1926

Il Tribunale di Foggia emette una sentenza di condanna contro il canonico sangiovannese Vincenzo Miscio, accusato di aver estorto al fratello di Padre Pio 3000 lire per non pubblicare un libro contro Padre Pio. Egli beneficia di una notevole riduzione di pena, rispetto alla richiesta dell’accusa, grazie alla derubricazione del reato di “estorsione” in reato di “truffa”.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

26 marzo 1927

Inizia la visita apostolica di mons. Felice Bevilacqua che durerà fino al 5 aprile.

fine maggio 1928

Giunge a S. Giovanni Rotondo mons. Giuseppe Bruno, un altro visitatore apostolico.

3 gennaio 1929

Nella casa di Maria Pyle, una ricca americana trasferitasi a San Giovanni Rotondo da cinque anni, Padre Pio assiste la mamma morente. Peppa Di Nunzio muore, a 70 anni.

6-7 aprile 1931

Sparsasi la voce dell’arrivo di un nuovo Padre Guardiano in sostituzione di P. Raffaele da S. Elia a Pianisi, una turba di popolo armato si reca al convento minacciosa. Verso la mezzanotte un centinaio di uomini, accompagnati da donne e ragazzi, prendono un palo della luce e lo usano come ariete per forzare il portone del convento. Il padre guardiano riesce coraggiosamente a rimetterli alla porta e Padre Pio, commosso, dalla finestra li scongiura di tornarsene a casa.

9 giugno 1931

A Padre Pio giunge l’ordine di sospensione da ogni ministero, eccetto la Messa, che dovrà celebrare privatamente.

14 marzo 1933

Padre Pio si incontra con Mons. Felice Bevilacqua giunto in visita con il vescovo P. Luca Ermenegildo Passetto. Mons. Bevilacqua resta ammirato per la sua umiltà, docilità e su tutto il suo comportamento. La sua relazione fa cambiare idea a Pio XI nei riguardi di padre Pio.

24 giugno 1933

Avviene il primo incontro di Padre Pio con mons. Andrea Cesarano, nuovo arcivescovo, giunto a Manfredonia il 20 dicembre 1931, il quale porta uno spiraglio di luce nel biennio più tenebroso della vita di Padre Pio (1931-1933).

1933

Sotto lo pseudonimo di Jhon Willougby, E. Brunatto pubblica a Parigi un’edizione francese ed italiana dell’opera polemica “Gli anticristi nella Chiesa di Cristo”. Tre accorate lettere del Padre non sono riuscite a farlo desistere. Lo scopo della pubblicazione è di costringere la Chiesa a riabilitare Padre Pio.

16 luglio 1933

Padre Pio è riammesso a dir messa nella chiesa del convento. Fuori di essa potrà anche confessare i religiosi.

25 marzo 1934

25 marzo 1934 – E’ riammesso a confessare gli uomini.

12 maggio 1934

E’ riammesso a confessare indistintamente (utriusque sexus) uomini e donne.

1938

L’Ospedale S. Francesco, voluto fortemente da Padre Pio, viene chiuso. Stando a quanto riferiscono alcuni cronisti, una scossa sismica gli ha dato il colpo di grazia, danneggiando gravemente il fabbricato. Ma le cause della chiusura sono da ricercarsi anche in problemi di natura finanziaria. Sono trascorsi appena tredici anni dalla sua inaugurazione.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

9 gennaio 1940

Mortificato dalla chiusura dell’Ospedale S. Francesco, Padre Pio non demorde e manifesta ai dottori Mario Sanvico e Carlo Kiswarday l’idea di erigere un grosso ospedale vicino al convento: la Casa Sollievo della Sofferenza.

7 ottobre 1946

All’età di 86 anni, "zi’ Grazio", padre di P. Pio, amorevolmente assistito dal figlio, si spegne nella casa di Maria Pyle l’americana.

16 maggio 1947

Padre Pio benedice la prima pietra della Casa Sollievo della Sofferenza. Gli operai aggrediscono la montagna e in nove anni la “bianca favola” diventerà una realtà viva ed operante.

6 luglio 1947

Grazie a un’offerta in denaro di Maria Pyle , a Pietrelcina si inaugura il convento dei Cappuccini.

1949

Si stampa un bollettino periodico che informa sull’andamento dei lavori della Casa Sollievo della Sofferenza e raccoglie nuove offerte, che giungono da ogni parte del mondo.

1949

Padre Pio esorta i figli spirituali a rispondere all’invito lanciato ai cattolici dal Pontefice Pio XII dopo la guerra, di riunirsi in comunità per pregare il Signore di dare loro la forza ricostruire materialmente e moralmente la società, devastata dal flagello della guerra. Nascono così i primi “Gruppi di Preghiera”. I gruppi mantengono i contatti con S. Giovanni Rotondo attraverso un Centro che si occupa anche della pubblicazione della rivista “La Casa Sollievo della Sofferenza”.

7 gennaio 1950

Inizia il sistema della prenotazione per mettere ordine alle confessioni delle donne.

31 dicembre 1951.

Giungono a S. Giovanni Rotondo, mandati dal Sant’Uffizio, a causa di incomprensioni, equivoci e malintesi, i Monsignori Caronti e Pepe; ma non prendono decisioni.

3 agosto 1952

Un decreto del Sant’Offizio, pubblicato sull'Osservatore Romano, proscrive alcuni libri su Padre Pio privi della necessaria revisione e dell’approvazione ecclesiastica.

22 gennaio 1953

Padre Pio celebra il 50° di vestizione religiosa.

6 giugno 1954

Per la prima volta Padre Pio celebra la Messa all’aperto sul piazzale della chiesetta di S. Maria delle Grazie.

21 dicembre 1954

Si sparge la voce che i superiori vogliono trasferire Padre Pio. La voce irrita fortemente i cittadini di San Giovanni Rotondo.

5 maggio 1956

Si inaugura la Casa Sollievo della Sofferenza considerata da Padre Pio“la pupilla dei miei occhi”. Alla solenne manifestazione intervengono autorità della Chiesa e dello Stato e circa quindicimila fedeli. I locali sono benedetti dal cardinal Giacomo Lercaro. Nel discorso inaugurale Padre Pio, avendo bene a mente la brutta fine del piccolo Ospedale S. Francesco per cause di natura economica, raccomanda la nuova creatura alla generosità dei fedeli “affinché non perisca d’inedia e divenga la città ospedaliera tecnicamente adeguata alle più ardite esigenze cliniche e insieme ordine ascetico del francescanesimo militante. Luogo di preghiera e di scienza dove il genere umano si ritrovi in Cristo Crocifisso come un solo gregge con un solo pastore».

2 luglio 1956

Viene posta la prima pietra della nuova chiesa del santuario dei Cappuccini.

Settembre 1956

Padre Pio, saputo che nella zona detta “lu travagghie” è sorta una chiesa evangelica molto attiva, né è addolorato profondamente e fa istituire nella stessa zona, un asilo cristiano intitolato a San Francesco d’Assisi. Per gestirlo arrivano dalla Sicilia le Suore Cappuccine del Sacro Cuore

4 aprile 1957

Pio XII nomina Padre Pio direttore a vita della fraternità del Terz’Ordine Francescano "Santa Maria delle Grazie". Gli viene conferito il privilegio di guidare personalmente la Casa Sollievo della Sofferenza.

5 maggio 1957

In occasione del primo anniversario dell’Ospedale, Padre Pio pronuncia un discorso in cui traccia le linee programmatiche della sua Opera, che si riveleranno profetiche.

17 dicembre 1957

Si inaugura nel rione Santa Croce, alla presenza del Padre e delle autorità provinciali, una chiesetta con annesso istituto di suore.

26 gennaio 1958

Si inaugura Centro di Formazione Professionale dell’ITCA, voluto fortemente da Padre Pio dopo aver scoperto che molti giovanotti sangiovannesi si recavano in convento per chiedere qualche soldo.

Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

25 aprile 1959

Padre Pio si ammala e fino all’8 agosto celebrerà messa quasi sempre in una cappella interna e all'Angelus saluta i fedeli dalla finestrella del convento.

1° luglio 1959

Viene consacrata la nuova chiesa Santa Maria delle Grazie.

2 luglio 1959

La Madonna delle Grazie viene incoronata dal card. Federico Tedeschini.

6 agosto 1959

La statua della Madonna di Fatima sosta due giorni a San Giovanni Rotondo. E mentre la Madonna riparte in elicottero Padre Pio guarisce miracolosamente.

30 luglio 1960

Giunge a San Giovanni Rotondo mons. Carlo Maccari e compie una lunga visita apostolica conclusasi il 17 settembre 1960. La stampa dà risalto alla notizia, tra lo sconcerto dei fedeli e degli amici di Padre Pio.

10 agosto 1960

Padre Pio celebra 50 anni di sacerdozio.

11 maggio 1964

Padre Pio nomina la Santa Sede erede universale di tutti i suoi beni.

Marzo 1965

Si diffondono voci sul cattivo stato di salute del Padre

5 maggio 1966

5 maggio 1966 – Si celebra il decimo anniversario della nascita della Casa Sollievo della Sofferenza. Si tiene anche un Convegno internazionale dei Gruppi di preghiera che già si contano a centinaia. Padre Pio afferma:

« È la preghiera, questa forza unita di tutte le anime buone, che muove il mondo, che rinnova le coscienze, che sostiene la Casa, che conforta i sofferenti, che guarisce gli ammalati, che santifica il lavoro, che eleva l’assistenza sanitaria, che dona la forza morale e la cristiana rassegnazione alla umana sofferenza, che spande il sorriso e la benedi­zione di Dio a ogni languore e debolezza».

Settembre - dicembre 1966

Lo stato di salute di padre Pio peggiora, nonostante la continua assistenza medica specialistica.

9 maggio 1967

All’età di 85 anni muore "zi’ Michele", fratello di Padre Pio.

25 maggio 1967

Padre Pio compie 80 anni. A S. Giovanni vi è un imponente raduno dei Gruppi di Preghiera, che giungono da ogni parte del mondo.

Gennaio 1968

Padre Pio cammina con molta difficoltà e di lì a poco comincia ad usare una sedia a rotelle per gli spostamenti.

7 luglio 1968

Ha un forte collasso e preferisce starsene da solo, raccolto in preghiera.

20 settembre 1968

In occasione del 50° anniversario delle stimmate, una folla folla ingente di fedeli attornia Padre Pio in quella che si rivelerà come l'ultima grande manifestazione di affetto, prima di commiatarsi da questo mondo.

21 settembre 1968

La Casa Sollievo della Sofferenza organizza il quarto Convegno internazionale dei Gruppi di preghiera; ma Padre Pio non è in grado di celebrare.

22 settembre 1968

Padre Pio alle cinque del mattino celebra l'ultima messa della sua vita. Durante la celebrazione ha un nuovo collasso e barcolla, stremato. Alle 18 si commiata dalla folla che riceve l’ultima benedizione.

23 settembre 1968

Alle ore 2,30 della notte, Padre Pio muore.

26 settembre 1968

Ai funerali di Padre Pio partecipano oltre centomila persone.

4 novembre 1969

Il postulatore generale dei Cappuccini, padre Bernardino da Siena, chiede al vescovo mons. Antonio Cunial, amministratore apostolico di Manfredonia, di iniziare la trattazione della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Padre Pio. La dimanda viene accolta il 23 dello stesso mese.

1 luglio 1970

La Santa Sede invia a San Giovanni Rotondo mons. Oreste Vighetti per la conduzione diretta dell’Opera di Padre Pio.

Luglio 1970

Inizia la pubblicazione dell’Epistolario di Padre Pio da parte dei padri Cappuccini.

16 gennaio 1971

Mons. Valentino Vailati, arcivescovo di Manfredonia, consegna alla Sacra Congregazione per le Cause dei Santi la documentazione richiesta per il nihil obstat all’introduzione della Causa di Beatificazione di Padre Pio.

22 gennaio 1971

ricorrenza della vestizione di P. Pio, s’ inaugura a S. Giovanni Rotondo un Centro Riabilitazione per bambini portatori di handicap, in zona Santa Croce. E’ il primo di una lunga serie. Decine di altri centri sorgeranno nei comuni della Puglia, della Basilicata e del Molise.

3 marzo 1980

Mons. Valentino Vailati consegna ulteriore documentazione su Padre Pio.

9 agosto 1981

9 agosto 1981 – Viene inaugurata la Via Crucis monumentale, sedici sculture in bronzo e una in pietra, opera dello scultore siciliano Francesco Messina. La prima pietra era stata posata, con la partecipazione di Padre Pio, nella mattinata del 22 settembre del 1968, poche ore prima della sua morte.

29 novembre 1982

Papa Giovanni Paolo II firma il decreto per l’introduzione del processo cognizionale sulla vita e le virtù del Servo di Dio Padre Pio.

20 marzo 1983

Inizia ufficialmente a San Giovanni Rotondo il processo cognizionale su Padre Pio.

23 maggio 1987

Il Santo Padre Giovanni Paolo II giunge in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo e si inginocchia in preghiera accanto alla tomba di Padre Pio. Mette in risalto l’aspetto essenziale del grande disegno di P. Pio «di unire la scienza a servizio degli ammalati insieme con la fede e la preghiera» in modo che «la degenza in questa Casa deve costituire sì una cura del corpo, ma anche una vera e propria educazione all’amore inteso come accettazione cristiana del dolore».

28 luglio 1987

Si festeggia il 71° anniversario dell’arrivo del Padre a S. Giovanni Rotondo. In Piazza degli Olmi - oggi Piazza Padre Pio - si inaugura il monumento di Pericle Fazzini che presenta un Padre Pio dall’esatto profilo, con le braccia levate, che impugna in alto, nello spazio, l’Ostensorio con la corona vibrante dei raggi.

21 gennaio 1990

Si chiude solennemente a S. Giovanni Rotondo la fase diocesana del processo di Padre Pio. La documentazione e le testimonianze, raccolte in 104 volumi vengono portate a Roma presso la Congregazione per le Cause dei Santi.

aprile 1997

I cinque volumi sintetici contenenti la Positio super virtutibus vengono consegnati ai cardinali della Congregazione per il parere sulla eroicità delle virtù teologali, cardinali e religiose di Padre Pio.

18 dicembre 1997

E' proclamato venerabile da Sua Santità il Papa Giovanni Paolo II.

2 maggio 1999

Beatificazione di Padre Pio in Piazza San Pietro, Roma.

30 giugno 2001

Si inaugura il “Museo Biografico di Padre Pio”, museo delle cere realizzato dalla Società Museum Project di Firenze.

16 giugno 2002

Padre Pio viene solennemente canonizzato da Giovanni Paolo II. Ora tutti lo potranno chiamare "Santo", anche se per i sangiovannesi lo era già, fin dal 28 luglio 1916, quando entrò a far parte della loro vita e della loro storia.

www.padrepioesangiovannirotondo.it

Bibliografia riguardante San Pio da Pietrelcina

Epistolario I, Corrispondenza con i Direttori Spirituali (1910-1922), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione riveduta e cor­retta da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000.

Epistolario II, Corrispondenza con la nobildonna Raffaelina Cerase (1914-1915), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, III Edizione rive­duta e corretta da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000 .

Epistolario III, Corrispondenza con le figlie spirituali (1915-1923), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione ristampata nel 1994 a cura di Padre Gerardo Di Flumeri.

Epistolario IV , Corrispondenza con diverse categorie di persone, a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione riveduta, corretta ed ampliata da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000 (abbreviazione: Epist. IV).

Alessandro da Ripabottoni, Padre Pio da Pietrelcina “il cireneo di tutti”, Ed. “Padre Pio da Pietrelcina”, Convento S. Maria delle Grazie, S. Giovanni Rotondo 1983.

Sandro da Ripa, I Cappuccini a S. Giovanni, Foggia 1967.

Fernando da Riese Pio X, Padre Pio da Pietrelcina crocefisso senza croce, Ed. Padre Pio da Pietrelcina, Convento dei Cappuccini, VI edizione, S. Giovanni Rotondo 1998.

Francesco Morcaldi, San Giovanni Rotondo nella luce del Cristianesimo, Editore Mantilli, Parma 1960.

M. Preziosi, Lucia Fiorentino, figlia spirituale di Padre. Pio, Foggia 1967.

Gerardo Saldutto, Un tormentato settennio (1918-1925) nella vita di Padre Pio da Pietrelcina, Tesi di Laurea, Università Gregoriana, Roma, 1974 - Ed. Padre Pio da Pietrelcina, Convento Santa Maria delle Grazie, San Giovanni Rotondo.

Giulio Giovanni Siena, Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza, Bastogi Editrice, Foggia, maggio

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