I LUOGHI DI PADRE PIO


Morcone

L'origine di Morcone, centro agricolo del massiccio del Matese, risale all'epoca sannitica.
Alcuni storici hanno identificato il paese con l'antica Mucre, delle cui mura ancor oggi possono ammirarsi i resti poligonali.
I1 convento, costruito alle falde del monte abitato, stato sottoposto a lavori di restauro. I Cappuccini, chiamati dal marchese di Morcone, andarono "a pigliare il luogo" il 27 maggio 1603, "vi piantarono la Croce" e il giorno dopo si pose la prima pietra in una cappella antica chiamata San Filippo. Salvo brevi interruzioni, il convento è stato sempre luogo di noviziato. L'anno di esperimento ha lo scopo di aiutare il nuovo venuto a muoversi nell'ignoto schema della nuova vita, illuminare il novizio a comprendere che cosa sia un Cappuccino e come vive.
Francesco (il futuro Fra' Pio) bussò alla porta del convento il 6 gennaio 1903 e si trovò di fronte ad una lieta sorpresa. Ad aprire venne Fra' Camillo da Sant'Elia a Pianisi (1871-1933), il fratello questuante che da Morcone spesso si recava a Pietrelcina, la cui figura era rimasta impressa nella mente e nel cuore dell'adolescente. Fra' Camillo lo accolse con gioiosa cordialità: "Franci': bravo, bravo! Sei stato fedele alla promessa e alla chiamata di San Francesco" e lo accompagnò dal Padre Maestro dei novizi.
In questo convento, retto da una disciplina scomoda, ma convintamente accettata, perché si era scelta la via difficile, Francesco il 22 gennaio 1903 ai piedi dell'altare maggiore fu vestito dei "panni di probazione" alle ore 9 antimeridiane dal Maestro, alla presenza dei religiosi professi e dei novizi. Si chiamò Fra' Pio da Pietrelcina. Con quali propositi entrò in convento e con quale impegno visse l'anno di noviziato? Lo dice lui stesso in una lettera autobiografica del 1922: "Che Gesu mi faccia la grazia di essere un figlio degno di San Francesco. Che possa essere di esempio ai miei fratelli in modo che il fervore continui sempre e si accresca sempre di più in me, da far di me un perfetto cappuccino".

Venafro

Antico centro di origine osco-sannita, l'antica Venafrum fu un'importante città romana, sorta lungo la naturale arteria di transito tra il Sannio e la Campania, nella conca solcata dall'alto corso del fiume Volturno. Compresa dai Longobardi nel Ducato di Benevento come sede di castaldato, fu eretta in contea dai Franchi e nel secolo XI passò sotto il principato di Capua. A partire dall'epoca sveva fino ai primi del XIX secolo, fu feudo di varie potenti famiglie.
Appare da ogni lato "sempre piena di maestà e bellezza". Sono da visitare: la Cattedrale romanica, ricostruita nel XV secolo, il cui interno è stato trasformato nel XVIII secolo; il Palazzo Caracciolo, massiccia costruzione di carattere difensivo del XV secolo; la Chiesa dell'Annunziata del 1387, ricostruita nel XVIII secolo; il castello del XV secolo.
Nei pressi sono visibili resti di mura poligonali, di un teatro e di un anfiteatro, di un edificio a esedra, probabilmente un ninfeo, e dell'acquedotto venafrano, alimentato dalle acque del Volturno. I1 convento, attualmente custodito dai Padri Cappuccini, fu costruito dai benefattori e dal Comune nel 1573. Chiuso nel 1811, fu riaperto nel 1816; chiuso di nuovo nel 1867, tre anni dopo accolse il Padre Clemente da Morcone, che riprese ad officiare nella chiesa, rimasta successivamente sempre aperta al pubblico.

La basilica dei Santi Martiri Nicandro, Daria e Marciano venne affidata ai Monaci Basiliani, che vi officiarono quasi per un millennio, fino al pontificato di Sisto V. Per interessamento poi del Principe di Sulmona, signore di Venafro, il Papa Gregorio XIII aggregò la chiesa al convento, affidando ai Cappuccini il compito specifico di custodire il sepolcro dei santi martiri e di officiare in basilica.
Nell'ottobre del 1911 il Padre Provinciale, Benedetto da San Marco in Lamis, accompagnò Padre Pio a Napoli dal celebre dottore Antonio Cardarelli, il quale suggerì di condurre l'ammalato a Venafro, il convento più vicino, perchè il giovane non poteva viaggiare a lungo, aveva i giorni contati e... pochi.
Durante un mese e mezzo circa, passato a Venafro, la fraternità si accorse dei primi fenomeni soprannaturali: "Assistetti- scrive Padre Agostino -a parecchie estasi e molte vessazioni diaboliche. I1 suo sostentamento fu 1'Eucaristia, sia che celebrasse, sia che ricevesse soltanto la santa comunione, perchè costretto a letto. Le vessazioni del nemico non erano lunghe, duravano al massimo un quarto d'ora. Le visioni divine duravano anche un'ora e ed erano sempre precedute o seguite dalle apparizioni diaboliche. Le apparizioni diaboliche, Padre Pio, le riconosceva sempre tali con il solo comando: "Di', viva Gesu!". Dopo averle riconosciute, le superava sempre col divino aiuto. Quasi ordinariamente seguiva un'immediata apparizione di Gesù, di Maria, dell'Angelo Custode.

Pietrelcina

Il 25 maggio 1887, in questo piccolo centro agricolo in provincia di Benvento, nacque Padre Pio, al secolo Francesco Forgione. Anche dopo anni ed anni di assenza, Padre Pio ricorda "pietra per pietra" il paese nativo. "La tengo tutta nel cuore", scrive al fratello Michele il 22 gennaio del 1926. "La Sacra Famiglia" è il titolo della chiesa dei Cappuccini, (iniziata nel 1926) scelto dallo stesso Padre Pio. Dal racconto di un seminarista, testimone oculare, verso l'anno 1909, quando il giovane Cappuccino era ancora Fra Pio, "in una delle solite passeggiate, arrivati alla zona dell'attuale convento, mentre passeggiavamo tutti insieme, ci fece fermare e ci invitò a zittire e a sentire quello che diceva di sentire. Sentiva un coro di angeli e delle campane che suonavano a distesa da un luogo non lontano da lui e indicava con la mano tesa verso il luogo deserto della strada".
"... i sacri scrittori chiaramente avevano profetato ed il luogo e l'epoca della sua nascita, (di Gesù) eppure tutto è silenzio e sembra che nessuno sia a conoscenza di questo grande avvenimento. Solo più tardi egli è visitato da pastori intenti a vigilare il gregge nei prati. Sono avvertiti da spiriti celesti dello strepitoso avvenimento". (Epist. IV - p.971).

Montefusco

Situato sulla cima di un'altura tra i corsi del Calore e del Sabato, con vie strette e in pendio, il centro campano sorse come castello longobardo e, reso importante per la sua posizione, fu uno dei luoghi fortificati a difesa della capitale del Ducato beneventano.
Nel 1111 il castello di Montefusco era tenuto da una forte guamigione. Durante il periodo svevo, Federico II vi fece eseguire grandi lavori di restauro, ed ampliamento, elevandolo a castello imperiale.
Fu capoluogo della provincia di Avellino dal 1581 al 1806. Durante i moti risorgimentali, nelle sue prigioni furono incarcerati i patrioti irpini.
Il convento sito oltre due chilometri dall'abitato, in contrada Sant'Egidio e risale al 1625.
I Cappuccini della Provincia religiosa di Napoli vi rimasero sino al 1867, quando furono allontanati dalla legge di soppressione. Ceduto, in seguito, ai Cappuccini di Foggia, fu riaperto il 5 novembre 1900.
Nel 1837, per un mese, il convento ebbe l'onore di ospitare, a causa della sua salute cagionevole, il cardinale Gioacchino Pecci, poi Papa Leone XIII. Fra' Pio dimorò poco tempo a Montefusco. Arrivato alla fine di novembre 1908, durante i primi mesi dell'anno successivo fu accompagnato dallo stesso Padre Agostino a Pietrelcina, perché malato. Padre Paolino da Casacalenda, disse di lui:
"Era un bel giovane paffuto, dal viso roseo che nulla lasciava trapelare della malattia dalla quale era affetto. Portava un fazzoletto di seta al collo, che gli difendeva la gola, e da tutta la sua persona spirava bontà e simpatia".
Anni più tardi, Padre Pio commentava queste parole del Padre Paolino: "Il male principale nella mia malattia era il fatto che apparentemente io non dimostravo alcun male, per cui parecchi potevano dubitare che io effettivamente soffrissi".

Gesualdo

Gesualdo e Montefusco distano tra loro pochi chilometri. Il convento dei Cappuccini fu eretto a spese del Principe Don Carlo Gesualdo ed apparteneva alla Provincia Monastica di Napoli. Venne abbandonato dopo la soppressione del 1866 e fu ceduto ai cappuccini di Foggia nel 1905. E' stato gravemente danneggiato dal terremoto del 1980 e si sta procedendo ai lavori di restauro. In questo convento, Fra Pio trascorse circa un mese, come studente di teologia morale. E' certa la sua breve dimora per testimonianza dei compagni di studio. Disse Padre Giulio Guglielmo da S.Giovanni Rotondo, compagno di noviziato: "... si avvertiva spontaneo, per la sua assenza, un gran vuoto nei nostri conventi e si viveva di speranze e aspettative, che ci infondevano conforto e quasi certezza che l'amabile presenza di fra Pio fosse sempre con noi".
"Oh come deve sentirsi acceso il cuore di amore per colui che tutto tenerezza si è fatto per noi! Oh come dovremmo ardere del desiderio di condurre il mondo tutto a quest'umile grotta, asilo del re dei re, più grande di ogni reggia umana, perché trono e dimora di Dio". (Epist. IV - p.972).

Campobasso - S. Maria del Monte

La data di fondazione della chiesa "S. Maria del Monte" non si conosce e si ritiene sorta per sepoltura di famiglie feudatarie. Il santuario viene affidato ai Cappuccini il 25 maggio 1905 affinché rispondesse sempre meglio al culto e alle esigenze spirituali dei fedeli. Da giovane professo, nel 1905, Padre Pio si recò al santuario del Monte di Campobasso per aiutare nelle sacre funzioni. Nell'ottobre 1909, fra Pio, la cui malferma salute richiedeva aria salubre e montana, fu mandato al santuario del Monte, posto ad una altitudine di 800 metri.
"Il dolce bambino soffre e vaggisce nel presepe per rendere a noi amabile, meritoria e ricercata la sofferenza: egli manca di tutto, perché noi apprendiamo da lui la rinunzia dei beni e degli agi terreni; egli si compiace di umili e poveri adoratori per invogliarci ad amare la povertà e preferire la compagnia dei piccoli e dei semplici a quella dei grandi del mondo".
(epist. IV - p. 720).

Serracapriola

Centro agricolo in provincia di Foggia su un'altura che domina da sinistra il basso corso del fiume Fortore, si trova citato per la prima volta nel 1046 con il nome di Castellum de Serra.
Conserva il grandioso castello medievale con quattro torrioni, rimaneggiato, e la chiesa di San Mercurio, che contiene all'interno tavole di scuola umbro-marchigiana del XVI secolo. Fu feudo, con annesso titolo ducale, dei Maresca, diplomatici napoletani e duchi di Serracapriola.

I1 convento, costruito a spese della Padrona di Serracapriola, principessa di Molfetta, Andronica del Balzo, fu più volte luogo di noviziato e di studio. Chiuso per le varie soppressioni, fu riaperto nel 1886. La chiesa, oggi anche parrocchia, costruita contemporaneamente al convento, dedicata a Santa Maria delle Grazie. I1 quadro miracoloso della Madonna del pittore Francesco da Tolentino.
I1 Convento legato all'invasione dei turchi, i quali, assalito e saccheggiato il paese, incendiarono anche il convento dei Cappuccini, invasero la chiesa, "spezzarono le immagini e uno di loro impugnò la scimitarra contro il quadro della Vergine, tanto caro al popolo; poi salì sull'altare, staccò il quadro dal suo posto e lo gittò a terra, ma quasi contemporaneamente cadde anch'egli al suolo, privo di vita".

Terminato il corso filosofico, verso la fine di ottobre 1907, Fra' Pio iniziò lo studio di Teologia a Serracapriola, sotto la guida di Padre Agostino da San Marco in Lamis, che tanta parte ebbe, assieme a Padre Benedetto da San Marco in Lamis, nell'ascesa del suo spirito.
"Conobbi Padre Pio da frate - scrisse Padre Agostino - il 1907, quando l'ebbi studente di teologia a Serracapriola. Era buono, obbediente, studioso, sebbene malaticcio, ma niente ancora m'accorsi di straordinario o soprannaturale".
Da Serracapriola partì nel novembre 1908.

Sant'Elia a Pianisi

Voluto da una commissione di benefattori del paese, il 4 ottobre 1604 fu piantata la croce e posta la prima pietra del convento, ultimato nel 1631. Padre Pio vi giunse il 25 gennaio 1904 per compiere gli studi ginnasiali e liceali. E' il luogo, dopo S.Giovanni Rotondo, che ha ospitato più a lungo Padre Pio: 4 anni. In questo convento il giovane Fra Pio subì l'assalto del demonio: "era una notte d'estate del 1905, quando Padre Pio sentì dei rumori provenire dalla cella vicina. Si sentiva un forte odore di zolfo e il giovane frate si spinse dalla finestra per chiamare un compagno di studio. Non ottenendo risposta si ritirò e con terrore vide entrare dalla porta un grosso cane nero, dalla cui bocca usciva tanto fumo. Padre Pio cadde riverso sul letto e udì l'animale dire: "è lui, è lui". Poi la bestiaccia spiccato un salto uscì dalla finestra. Altro fatto soprannaturale fu una bilocazione avuta nel gennaio del 1905, raccontata dal giovane fra' Pio come un fatto insolito. Si trovava in coro, quando si trovò lontano in una casa signorile dove il padre moriva mentre una bimba nasceva. La Madonna disse a fra' Pio che le affidava quella creatura.
"Chiediamo a questo divin Bambino di rivestirci di umiltà, perché solo con questa virtù possiamo gustare questo mistero ripieno di divine tenerezze". (Epist. IV - p.972).

San Marco la Catola

Il marchese Gianbattista Pignatelli, padrone del paese, nel 1585 chiamati i Cappuccini, costruì per essi il convento in un luogo dove vi era una modesta cappella dedicata a S.Lorenzo. Chiuso nel 1811 e riaperto nel 1818, abbandonato di nuovo nel 1867 per la legge civile della soppressione, i Cappuccini ritornarono nel 1901 dietro viva insistenza del paese. Padre Pio venne dimorò in questo convento più di una volta. Nel 1905-1906, al termine degli studi ginnasiali e nel 1918 (aprile-maggio). Qui incontra P.Benedetto da S.Marco in Lamis che diventa suo direttore spirituale sino al 1922. Il comportamento di Fra Pio era sempre esemplare e pieno di carità.
"Povertà, umiltà, abiezione, disprezzo, circondano il Verbo fatto carne; ma noi dall'oscurità in cui questo verbo fatto carne è avvolto, comprendiamo una cosa, udiamo una voce, intravediamo una sublime carità: tutto questo lo hai fatto per amore, e non c'inviti che all'amore, non ci parli che di amore, non ci dai che prove di amore". (Epist. IV - p.972).

Foggia - Sant'Anna

Capoluogo della Capitanata, la città si estende al centro della pianura del Tavoliere, al nord della Puglia, e la sua provincia segna i confini con il Molise, la Campania, la Basilicata ed il Mare Adriatico.
Città mariana per vocazione ed elezione: al Santuario dell'Incoronata si venera la Madonna nera, che segnò la prima apparizione della Vergine sulla faccia della terra nell'anno 1001, e nella Cattedrale di Foggia si venera la Madonna dei Sette Veli, il Sacro Tavolo ligneo dell'Iconavetere, il cui ritrovamento dette origine al borgo intorno alla "Taverna del Gufo", attuale chiesa di S.Tommaso, nel centro storico, intorno all'asse viario della transumanza, Via Arpi.
I1 fenomeno della transumanza, vale a dire lo spostarsi dei pastori e delle greggi di pecore dall'Abruzzo alla pianura pugliese per trascorrervi il periodo invernale, e viceversa in estate, è legato alla nascita dei primi nuclei abitativi. La storiografia ufficiale situa l'origine di Foggia nella fondazione ad opera degli abitanti di Arpi, città preromana. Con Federico II divenne residenza imperiale, e fioì con gli Svevi prima, gli Angioini poi, e ancora gli Aragonesi e gli Spagnoli. I1 terremoto disastroso del 1731 distrusse totalmente la città. La restaurazione borbonica iniziò la ripresa, e Ferdinando III elesse la sua residenza a Palazzo Dogana, oggi sede della Provincia. Un nuovo monumento di dolore e distruzione si ebbe con i bombardamenti dell'estate del 1943, quando la città fu rasa quasi completamente al suolo e contò decine di migliaia di vittime, conquistandosi il riconoscimento della medaglia d'oro al valor civile come città-martire. Proprio nei libri cronologici della chiesa di Sant'Anna si trovano tracce e testimonianze dei frati cappuccini in quelle tristi giornate, alcune delle quali pubblicate dal Cenacolo Culturale "C. Ferrini". Da visitare: Via Arpi e le sue chiese; la basilica dell'Addolorata, nell'antico "piano delle fosse" (silos scavati nella terra dove era conservato il grano raccolto); la Cattedrale, eretta nel 1172 da Guglielmo II il Buono, con la Tavola dell'Iconavetere, il crocifisso ligneo di Pietro Fassa, i dipinti di Paolo De Maio e Giuseppe de Ribeira, la cripta con i motivi scultorei di Bartolomeo da Foggia, statue lignee del settecento napoletano, e le statue in cartapesta della processione dei Misteri. Da non perdere: 1'Epitaffio, un monumento del 1651 che dall'attuale Via Manzoni indica la via del tratturo che conduceva i pastori in Abruzzo; il Museo e la Pinacoteca comunali, l'Osservatorio "Vincenzo Nigri", tutti in piazza Nigri, e il teatro "Umberto Giordano", intitolato al grande compositore foggiano, progettato dall'Oberty e inaugurato nel 1828 con il nome di "Teatro Ferdin ando".
Preziosi l'Archivio di Stato, per la documentazione ufficiale che conserva, e la Biblioteca provinciale, ora in viale Michelangelo, che fu istituita nel 1883 ed oggi raccoglie oltre 40 200mila volumi, con edizioni rare e pregiate.
Impossibile non visitare il Santuario dell'Incoronata a 10 km dal centro, sulla S.S. 16 per Bari, meta di ininterrotti pellegrinaggi mariani.
Il monumento Nazionale ''Reale Chiesa delle Croci'' detta del Monte Calvario sotto il titolo della Santa Croce.

Il monumento Nazionale
''Reale Chiesa delle Croci''
detta del Monte Calvario
sotto il titolo della Santa Croce.

Nel cuore di uno dei più antichi quartiere della città, sorge la Chiesa delle Croci, detta del Monte Calvario sotto il titolo della Santa Croce, monumento nazionale, con sette cappelle sovrastate ciascuna da una croce, scrigno di stona e di religiosità.
A pochi passi dalla "Reale Chiesa della Croci", costruita per interessamento dei Cappuccini nel 1615 dopo una predicazione quaresimale del Padre Antonio da Olivadi, sorge l'attuale nuovo convento. Ben presto fu costruita anche la chiesa, dedicata a Sant'Anna, consacrata il 16 maggio 1916 da monsignor Salvatore Bella, dichiarata parrocchia nel 1932. Padre Pio arrivò a Foggia il 17 febbraio 1916 e vi restò fino al 4 settembre dello stesso anno.
Era venuto per assistere l'anima della nobildonna Raffaelina Cerase, che già dirigeva spiritualmente per corrispondenza. Con i confratelli era sempre "giulivo e faceto". Dopo un breve soggiorno, fu colpito da una "febbraccia" e gli furono riscontrati "focolai di microbi all'apice destro, con lievi soffi al sinistro" . Con le malattie e le angustie spirituali arrivò anche il diavolo e un diavolo rumoroso.
Padre Pio non cenava e si ritirava nella cella. Una sera, mentre la fraternità era riunita in refettorio per la refezione, "s'intese una forte detonazione nella sua stanza, che era sulla volta del refettorio" Dopo tali e continue dimostrazioni, lo si trovava "in un bagno di sudore e bisognava cambiarlo da capo a piedi" . I rumori cessarono quando il Padre Provinciale, Benedetto da San Marco in Lamis, espresse al Padre Pio il desiderio che tali rumori non dovevano più sentirsi. Padre Pio pregò ed il Signore esaudì la sua preghiera. Però cessarono i rumori, ma non gli assalti del demonio, che "sceglieva sempre la stessa ora, dopo cena, per tormentare il povero Padre" .

San Giovanni Rotondo

Situata nella zona sud-occidentale del Gargano, tra fenomeni carsici e doline, San Giovanni Rotondo sorge intorno all'anno 1000, come appare da scritti di età bizantina, quando i primitivi abitanti di Castel Bussano (Crocicchia) costruirono le loro case attorno ad un battistero consacrato a San Giovanni. Federico II la fortificò con le mura, poi passarono Angioini, Aragonesi e Spagnoli. Una terribile peste nel 1656 fu fermata da San Michele, al quale si era rivolta, in pellegrinaggio alla basilica di Monte Sant'Angelo, la popolazione ed il vescovo Puccinelli. A memoria del miracolo, fu eretta una statua all'arcangelo Michele in una nicchia sulla Porta Maggiore della chiesa di San Leonardo. La vera "storia" della città nei tempi moderni comincia con Padre Pio, cui è indissolubilmente e per sempre legata. I1 28 luglio 1916 Padre Pio salì da Foggia per la prima volta al convento di Santa Maria delle Grazie, accolto festosamente dai pochi religiosi, non ancora chiamati al servizio militare, e dagli alunni dal seminano serafico. "l giorni nei quali Padre Pio si trattenne a San Giovanni Rotondo - scrisse Padre Paolino - furono di grande sollievo per il suo fisico". I1 5 agosto Padre Pio scese di nuovo a Foggia e il 4 settembre ripartì per San Giovanni Rotondo. I1 soggiorno provvisorio si mutò in definitivo, interrotto soltanto da brevi assenze per motivi spirituali e militari.
Quando arrivò Padre Pio, attorno al convento non vi era anima viva, ma solo "qualche mandria di capre e di pecore, che si arrampicavano su per il monte. Un piccolo viottolo era l'accesso al paese".

I Cappuccini comparvero a San Giovanni Rotondo nel 1540. Vennero, perché invitati con reiterate preghiere da tutta la 'Università'. Eressero la croce sopra un poggetto alla falde di Montenero, dove ancora oggi si ammira. Si trova davanti al nuovo piazzale, di fronte ad un'ala del convento primordiale, con il portone d'ingresso, la facciata della vecchia e nuova chiesa, a sinistra, del Pellegrino" a destra la monumentale «Via Crucis» e la «Casa Sollievo della Sofferenza», l'ospedale famoso in tutto il mondo.

Il convento di Santa Maria delle Grazie, ospitando nelle sue mura Padre Pio, divenne ben presto oasi di santità. Nei primi due anni di residenza a San Giovanni Rotondo, Padre Pio alla vita religiosa, santamente vissuta, e all'adempimento scrupoloso dell'ufficio di direttore del Collegio serafico, unì l'attività del ministero sacerdotale nella direzione spirituale di un numero sempre crescente di anime. La crocifissione cruenta di Padre Pio, avvenuta il 20 settembre 1918, fu un grande avvenimento nella storia di San Giovanni Rotondo e di tutto il mondo. Tuttora, Santa Maria delle Grazie, benedetta e santificata dalle preghiere e dalle lacrime di Padre Pio, testimone di strepitose conversioni e di ritorni alla fede, fonte di opere meravigliose di carità e di amore per l'umanità sofferente, santuario di grazie e di prodigi, continua ad esercitare un fascino irresistibile su quanti vi entrano. Alcuni ritrovano il Cristo smarrito e la fede perduta. Altri sentono nell'intimo del cuore la voce misteriosa di Padre Pio, che, dal silenzio del sepolcro, parla della vacuità dei beni del mondo e della gioia purissima della vita, spesa al servizio di Dio e degli uomini. 1l 16 maggio 1993 il Padre Provinciale, Mariano Di Vito, ha benedetto la «Fabbrica della chiesa», della nuova chiesa, progettata dall'architetto, Renzo Piano, per ospitare il grandissimo numero di fedeli e figli spirituali di Padre Pio.

Si racconta che nel 1959, all'inaugurazione del santuario della Madonna delle Grazie, padre Pio esclamasse, con la consueta burbera bonomia, rivolto ai confratelli: "Che cosa avete fatto, una scatoletta di fiammiferi?".
Sapeva già che per contenere la moltitudine dei 'chiamati' occorreva una costruzione imponente. San Francesco diceva: "Chi mi darà una pietra avrà una ricompensa, chi due pietre due ricompense, che tre pietre altrettante ricompense!".

Ed è straordinaria la partecipazione popolare a questa grande opera: chi offre un banco, chi un metro quadro di pavimento, chi una giornata lavorativa, chi una canna di organo, chi una pietra, chi uno spicciolo, quello che può.
In un libro d'oro, che sarà conservato a perpetuo ricordo nell'erigendo santuario, resteranno scritti i nomi di tutti i "portatori di pietre".
Una chiesa nuova a San Giovanni Rotondo non è solo un'oasi di fresca pietra, ove fermarsi dopo lungo cammino, ma il luogo in cui il cuore stesso si riposa sulla roccia, che è Cristo.
Per guardare, con gli occhi della fede, l'infinito amore di Padre Pio, spesso definito, anche da un umile suo confratello, "fotocopia di Cristo".


(dal sito: Voce di Padre Pio)

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Biografia di P. Pio

Date salienti della vita di Padre Pio

25 maggio 1887

Nasce a Pietrelcina (BN) Padre Pio, al secolo Francesco Forgione, da Grazio Forgione e Maria Giuseppa di Nunzio, detta Peppa.

26 maggio 1887

Riceve il battesimo da don Antonio Orlando nella chiesa di Santa Maria degli Angeli.

27 settembre 1899

E’ il “giorno singolarissimo ed indimenticabile per tutta la vita”, in cui riceve la cresima.

6 gennaio 1903

Entra come novizio nel convento dei Cappuccini di Morcone.

22 gennaio 1903

Indossa l’abito cappuccino e cambia il nome di battesimo in quello di Fra’ Pio da Pietrelcina.

22 gennaio 1904

E’ ammesso alla professione semplice.

25 gennaio 1904

Parte per Sant’Elia a Pianisi per gli studi ginnasiali.

ottobre 1905

Raggiunge San Marco la Catola per lo studio della filosofia.

aprile 1906

Ritorna a Sant’Elia a Pianisi per gli studi liceali.

1906

La sangiovannese Lucia Fiorentino (1889-1934) mentre è assorta preghiera ha una "visione immaginaria", premonitrice dell'arrivo di padre Pio a S. Giovanni Rotondo. Nei "Cenni autobiografici" ella accennò alla visione di un "albero di smisurata grandezza nell’atrio del nostro convento dei cappuccini" e a una voce che le diceva: “Questo è il simbolo di un’anima che ora è lontana e verrà qui; farà tanto bene in questo paese… Sarà forte e ben radicata come quest’albero e tutte le anime che verranno – sia di qui come da lontano – se si rifugeranno all’ombra di quest’albero saranno liberate dal male (ossia chi verrà da questo degno sacerdote per averne lume e trovare perdono e rimedio alle proprie colpe).....(omissis)"

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

27 gennaio1907

Fra Pio emette la professione dei voti solenni per “attendere al bene dell’anima e dedicarmi intieramente al servizio di Dio”.

9 ottobre 1907

Ritorna a San Marco la Catola per gli esami di filosofia. Nello stesso mese di ottobre si trasferisce a Serracapriola e studia teologia sotto la guida di padre Agostino da San Marco in Lamis. Nel mese di novembre lo studio della teologia prosegue a Montefusco.

19 e 21 dicembre 1908

A Benevento fra Pio riceve rispettivamente gli ordini minori e l’ordine del suddiaconato.

31 gennaio 1909

Il Consiglio comunale di S. Giovanni Rotondo delibera di dare il convento in affitto, ai Padri minori cappuccini Francesco Latiano e Nicola Ciavarella, per ventinove anni, a condizione di tenere aperta al pubblico l’annessa chiesa. La Giunta provinciale approva. E’ la fine di una lunga lotta con le autorità provinciali, durata decenni, per favorire il ritorno dei frati nel convento dopo la soppressione degli ordini religiosi del 1866. Il provvedimento finirà per spalancare le porte a Padre Pio da Pietrelcina.

maggio 1909

Fra Pio torna a Pietrelcina a causa delle cattive condizioni di salute.

18 luglio 1909

Fra Pio riceve l’ordine del diaconato nel convento di Morcone.

10 agosto 1910

Avviene la consacrazione di Fra’ Pio nel duomo di Benevento.

14 agosto 1910

Padre Pio celebra a Pietrelcina la prima Messa solenne ed avverte i primi dolori alle mani e ai piedi, causati dalle stimmate invisibili.

8 settembre 1911

Confessa al direttore spirituale padre Benedetto da San Marco in Lamis di avere "da circa un anno le stimmate invisibili".

ottobre 1911

Padre Pio è trasferito a Venafro ed è sottoposto a visite mediche a Napoli.

7 dicembre 1911

La salute peggiora e ritorna a Pietrelcina.

10 ottobre 1915

Rivela al suo direttore di patire da anni la coronazione di spine e la flagellazione.

6 novembre 1915

Padre Pio è chiamato presso il distretto militare di Benevento per la visita di leva.

18 dicembre 1915

A causa delle precarie condizioni di salute ritorna a Pietrelcina in licenza di convalescenza.

17 febbraio 1916

Arriva per trasferimento nel convento di Sant’Anna di Foggia e diventa membro di quella comunità.

28 luglio 1916

Per sottrarlo alla calura estiva Padre Paolino di Tommaso da Casacalenda lo conduce nel convento di San Giovanni Rotondo e vi resta una settimana. Il 28 luglio 1916. Inizia così la vita di padre Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo.

13 agosto 1916

Padre Pio scongiura il superiore provinciale di mandarlo per un po’ di tempo a San Giovanni Rotondo “dove Gesù mi assicura che starò meglio” - dice. Inoltre spiega un altro motivo della richiesta: “bisogna sollevare un po’ il fisico per tenermi pronto ad altre prove, alle quali egli vuole assoggettarmi”.

4 settembre 1916

Padre Pio ottiene di ritornare nel convento di Santa Maria delle Grazie di San Giovanni Rotondo, che gli viene assegnato solo come sede provvisoria.

18 dicembre

Rientra a Napoli per il servizio militare.

30 dicembre 1916

A causa delle pessime condizioni fisiche i medici lo rimandano a casa in licenza “illimitata” di sei mesi. Ma rimane a casa per otto mesi, a causa di un disguido postale.

19 agosto 1917

Torna dalla licenza presso il distretto militare di Napoli e contro ogni logica aspettativa viene dichiarato valido ai servizi interni.

5 novembre 1917

E' inviato in licenza di convalescenza di quattro mesi.

12 novembre 1917

Rientra a San Giovanni Rotondo e vi resta fino al 5 marzo 1918 quando riprende il servizio militare a Napoli.

18 - 23 maggio 1917

Padre Pio si assenta da S. Giovanni Rotondo per accompagnare a Roma la sorella Graziella, che diventerà suora.

16 marzo 1918

Rientrato dalla licenza, Padre Pio viene riformato e due giorni dopo torna per sempre nel convento di San Giovanni Rotondo. La diagnosi parla di “bronco alveolite doppia”.

Metà aprile – metà di maggio 1918

Padre Pio, attraversando un momento molto delicato, dimora nel convento di San Marco la Catola per conferire col padre Provinciale circa i problemi del suo spirito.

5-7 agosto 1918

Avviene il fenomeno mistico della “trasverbazione del cuore”: un misterioso Personaggio celeste trapassa il cuore del Padre con una lancia, lasciandogli una ferita aperta sanguinante. E’ il preludio al fenomeno delle “stimmate”.

20 settembre 1918

Rivede in coro il misterioso Personaggio che gronda sangue e il Padre si sente trafiggere le mani e i piedi. Si ritrova così con le stimmate, i segni visibili della Passione di Cristo, impressi per sempre sulle mani, sul costato e sui piedi, che scompariranno misteriosamente solo in punto di morte, il 23 settembre 1968.

1919

La stampa diffonde la notizia della stimmatizzazione e i pellegrini salgono a migliaia sul Gargano, richiamati dai carismi di Padre Pio.

15 maggio 1919

Giunge a S. Giovanni Rotondo il prof. Luigi Romanelli, primario dell’Ospedale di Barletta primo medico inviato per esaminare le stimmate di Padre Pio.

13 luglio 1919

Il giornalista V. Ciampi , durante una sua visita nel convento di S. Maria delle Grazie, trova il padre guardiano letteralmente «affogato in un mare – non è un’esagerazione! – di telegrammi e di lettere che arrivavano giornalmente a pacchi, prima da ogni parte d’Italia ed ora anche del… mondo". Le missive provenivano "dalla Francia, dalla Spagna, dall’Inghilterra e financo dall’America”. Sono i primi segni della fama e dell’internazionalità di Padre Pio.

26 luglio 1919

E’ visitato dal prof. Amico Bignami, ordinario di Patologia medica presso l’Università di Roma, il quale ripete un secondo esame nella stessa settimana.

9 ottobre 1919

Si sottopone agli ulteriori ed approfonditi accertamenti del dott. Giorgio Festa, inviato dal Superiore Generale dei Cappuccini padre Venanzio da Lisle.

15 luglio 1920

Il dott. Giorgio Festa e il prof. Luigi Romanelli visitano insieme Padre Pio.

13 ottobre 1920

A San Giovanni Rotondo, dopo alcuni disordini di natura politica durante la campagna elettorale, le forze opposte si fronteggiano. I socialisti, vincitori delle elezioni, vogliono esporre sul Municipio la bandiera rossa, al posto della bandiera nazionale. I partiti del Fascio si oppongono. C’è l’intervento della forza pubblica e avviene un eccidio, con tredici morti e una ottantina di feriti.

febbraio 1921

Il “Comitato pro l’erigendo Ospedale” invia al presidente della Congregazione di Carità di S. Giovanni Rotondo una lettera con la quale si manifesta l'intenzione di donare alla stessa congregazione un ospedale da costruirsi con denaro raccolto da Padre Pio, a patto di allocarlo nei suoi locali detti “del Monte”.

giugno 1921

Cominciano a diffondersi le voci di un possibile trasferimento di Padre Pio.

Luglio 1921

I sangiovannesi insorgono contro le voci di trasferimento di Padre Pio. La folla si eccita. Le Autorità di P.S. , preoccupate per l'evolversi della situazione, precedono una fiumana di gente e fanno circondare il convento. Qui giunta, la folla grida, urla, piange, impreca, minaccia, affermando che “nessuno giammai potrà osare di toglierci il Santo che illumina questa terra, e tanto bene irradia, coi suoi miracoli e col suo savio consiglio”. Un giornalista del luogo scrive in un mirabile articolo: «Il nostro popolo non può assolutamente rinunziare a Padre Pio. Questi è ormai nostro, e nostro dovrà restare nella storia e nei secoli venturi che di Lui celebreranno i grandi miracoli che opera ogni ora”. Il titolo è tutto un programma: “Padre Pio non lascerà mai S. Giovanni Rotondo”. E così sarà, per la caparbietà dei sangiovannesi, pronti a sacrificarsi per lui.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

25 ottobre 1921

Giunge in visita del cardinale Augusto Sili, prefetto del Supremo tribunale della Segnatura e delegato apostolico del santuario di Pompei.

dicembre 1921

A S. Giovanni Rotondo viene inaugurata un’apposita casa per il Terz'Ordine Francescano.

1922

Iniziano in paese, nei locali detti “del Monte”. i lavori del primo ospedaletto voluto da Padre Pio.

10 maggio 1922

Viene emesso il decreto con il quale i fedeli sono diffidati affinchè non si accostino a Padre Pio per motivi di devozione. Nuove petizioni popolari si rivelavano inutili.

4 giugno 1922

Ai Cappuccini di San Giovanni Rotondo perviene l’ordine del Sant’Officio del 2 giugno 1922 che intorno a Padre Pio “si stia in osservazione”, evitando ogni “singolarità e rumore”, raccomandando che egli celebri messa in orari diversi, “a preferenza summo mane ed in privato”, “non dia benedizione al popolo”, “per nessun motivo egli mostri le così dette stimmate, ne parli e le faccia baciare”.

16 agosto 1922

Il Consiglio della Congregazione di carità viene a conoscenza delle assicurazioni di Padre Pio di voler elargire la somma di lire 50 mila per riadattare una parte del Convento dell’ex Convento delle Clarisse onde costruire un ospedale “degno del suo nome”. Il Consiglio per il momento è fermo nell'idea di allocare il predetto ospedale nei locali detti del “Monte” .

23 ottobre 1922

23 ottobre 1922 – La Congregazione di Carità approva la proposta di allocare l’ospedale nel Convento delle Clarisse.

3 gennaio 1923

Anche la Commissione pro l’erigendo Ospedale Civile riconosce ufficialmente come inadatti i locali del Monte e accetta di allocare l’ospedale nel Convento delle Clarisse.

31 maggio 1923

Una dichiarazione rilasciata dopo un’inchiesta sui fatti che si attribuiscono al Padre, stabilisce la loro non soprannaturalità. Pertanto i fedeli vengono invitati a conformare il loro modo di agire a questa dichiarazione.

17 giugno 1923

Giunge l'ordine di non celebrare più la Messa in pubblico e che non si risponda più alle lettere dei fedeli che arrivano al convento.

24 giugno 1923

A S. Giovanni Rotondo è festa patronale. Si parla nuovamente dell’imminente trasferimento del Padre. I sangiovannesi sono pronti sacrificarsi per Lui. Le assicurazioni del prefetto Mormino, giunte tramite i carabinieri reali, riescono a placare gli animi, che si riaccendono il giorno successivo.

25 giugno 1923

Numerosi fedeli si recano al convento. Ma il frate non scende in chiesa a dir messa. La popolazione si scioglie alla primordiale ferocia e in armi si riversa in convento. Poi, grazie al buon senso del padre guardiano e del maresciallo, si ritira. Un gruppo di sangiovannesi armati vigila giorno e notte intorno al convento, e informa la popolazione di ogni movimento sospetto. Un corrispondente locale commenta sui giornali:

«Le autorità religiose traggano da questa manifestazione proficuo ammaestramento, e gli individui denigratori imparino a proprie spese che è pericoloso offendere la fede di un popolo».

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza")

26 giugno1923

Torma a celebrare messa in chiesa.

2 luglio 1923

Per andare incontro al notevole flusso di fedeli forestieri, la ditta Massa Luigi, concessionaria di un nuovo servizio automobilistico, attiva il collegamento della tratta San Giovanni Rotondo-San Marco in Lamis-Foggia.

8 agosto1923

A Padre Pio viene notificata l’obbedienza del trasferimento in altra sede, da stabilirsi con separato provvedimento. Tale provvedimento indicherà la sede di Ancona.

10 agosto 1923

Un sangiovannese, disperato al pensiero di perdere Padre Pio, compie un estremo atto d’amore: gli piomba alle spalle durante una cerimonia e con una pistola minaccia di ucciderlo, per farlo restare in paese se non da vivo almeno da morto!

10 agosto 1923

Davanti a Gesú sacramentato Padre Pio, preoccupato per gli eventi che scuotono il paese, scrive una lettera che può essere considerata la prima parte del suo testamento spirituale per il “caro e prediletto popolo di S. Giovanni Rotondo".

12 agosto 1923

Padre Pio scrive con apprensione al sindaco ed amico Francesco Morcaldi un'altra lettera che può essere considerata la seconda parte del suo testamento spirituale per il popolo sangiovannese. In essa il Padre si dichiara “commosso” profondamente per i fatti accaduti in paese negli ultimi giorni ed è assalito dal timore che lui “possa essere involontariamente causa di luttuosi avvenimenti per questa mia cara cittadina”. La lettera si conclude con queste parole stupende, che sono rimaste scolpite nei cuori dei sangiovannesi:

“Io ricorderò sempre cotesto popolo generoso nella mia povera ed assidua preghiera, implorando per esso pace e prosperità e quale segno della mia predilezione, null’altro potendo fare, esprimo il mio desiderio che, ove i miei superiori non si oppongano, le mie ossa siano composte in un tranquillo cantuccio di questa terra”.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza")

17 agosto1923

Preoccupate per l’agitazione popolare le autorità ecclesiastiche sospendono il trasferimento di Padre Pio.

27 Agosto 1923

Padre Pio, benché disposto a una docile obbedienza, fa appello alla responsabilità delle autorità civili e religiose affinché tengano ben presenti le conseguenze di un suo trasferimento: “…è certo per me e per chiunque conosce questo paese che non basterebbe nemmeno uno stato d’assedio prolungato per impedire terribili sanguinose rappresaglie. Lei, meglio di me, sa cosa siano le passioni religiose di un popolo; di questo popolo poi ardente e d’istinti ancora primitivi chi potrebbe persuadersi che minacci invano?”.

gennaio 1924

Il consiglio comunale sangiovannese si rifiuta di accogliere la proposta di una società per l’edificazione di un albergo, affinché non si dica che si vuole industrializzare e sfruttare la pre­senza di Padre Pio.

18 dicembre 1924

Il Consiglio comunale accoglie una domanda di enfiteusi perpetua del convento, presentata da P. Lorenzo Testa, con un canone annuo di lire settecentocinquanta. Il 14 settembre 1925, alla fine della procedure burocratiche per il riscatto del Canone per il Fondo del Culto , lo strumento viene firmato nello studio del notaio Giovanni Giuliani, in via Biffa. Il Comune è rappresentato dal sindaco Cav. Francesco Morcaldi.

22 aprile 1925

Il paese è di nuovo in agitazione per le restrizioni imposte a Padre Pio nel ministero delle confessioni.

23 aprile 1925

Con gioia dei sangiovannesi viene inaugurato l’Ospedale “S. Francesco”, allocato nell’ex monastero delle Clarisse. E’ un piccolo, moderno ospedale con 20 posti letto. Resterà in funzione fino al 1938.

5 ottobre 1925

Padre Pio è operato di ernia dal dott. Giorgio Festa.

23 aprile 1926

Ipso iure viene proibito dalla Chiesa l’opuscolo "Padre Pio da Pietrelcina" di Giuseppe De Rossi (Emmanuele Brunatto), a causa di pretesi miracoli e di altri fatti straordinari attribuiti al Padre. La sua pubblicazione provoca grande sofferenza nell’animo di Padre Pio.

2 dicembre 1926

Il Tribunale di Foggia emette una sentenza di condanna contro il canonico sangiovannese Vincenzo Miscio, accusato di aver estorto al fratello di Padre Pio 3000 lire per non pubblicare un libro contro Padre Pio. Egli beneficia di una notevole riduzione di pena, rispetto alla richiesta dell’accusa, grazie alla derubricazione del reato di “estorsione” in reato di “truffa”.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

26 marzo 1927

Inizia la visita apostolica di mons. Felice Bevilacqua che durerà fino al 5 aprile.

fine maggio 1928

Giunge a S. Giovanni Rotondo mons. Giuseppe Bruno, un altro visitatore apostolico.

3 gennaio 1929

Nella casa di Maria Pyle, una ricca americana trasferitasi a San Giovanni Rotondo da cinque anni, Padre Pio assiste la mamma morente. Peppa Di Nunzio muore, a 70 anni.

6-7 aprile 1931

Sparsasi la voce dell’arrivo di un nuovo Padre Guardiano in sostituzione di P. Raffaele da S. Elia a Pianisi, una turba di popolo armato si reca al convento minacciosa. Verso la mezzanotte un centinaio di uomini, accompagnati da donne e ragazzi, prendono un palo della luce e lo usano come ariete per forzare il portone del convento. Il padre guardiano riesce coraggiosamente a rimetterli alla porta e Padre Pio, commosso, dalla finestra li scongiura di tornarsene a casa.

9 giugno 1931

A Padre Pio giunge l’ordine di sospensione da ogni ministero, eccetto la Messa, che dovrà celebrare privatamente.

14 marzo 1933

Padre Pio si incontra con Mons. Felice Bevilacqua giunto in visita con il vescovo P. Luca Ermenegildo Passetto. Mons. Bevilacqua resta ammirato per la sua umiltà, docilità e su tutto il suo comportamento. La sua relazione fa cambiare idea a Pio XI nei riguardi di padre Pio.

24 giugno 1933

Avviene il primo incontro di Padre Pio con mons. Andrea Cesarano, nuovo arcivescovo, giunto a Manfredonia il 20 dicembre 1931, il quale porta uno spiraglio di luce nel biennio più tenebroso della vita di Padre Pio (1931-1933).

1933

Sotto lo pseudonimo di Jhon Willougby, E. Brunatto pubblica a Parigi un’edizione francese ed italiana dell’opera polemica “Gli anticristi nella Chiesa di Cristo”. Tre accorate lettere del Padre non sono riuscite a farlo desistere. Lo scopo della pubblicazione è di costringere la Chiesa a riabilitare Padre Pio.

16 luglio 1933

Padre Pio è riammesso a dir messa nella chiesa del convento. Fuori di essa potrà anche confessare i religiosi.

25 marzo 1934

25 marzo 1934 – E’ riammesso a confessare gli uomini.

12 maggio 1934

E’ riammesso a confessare indistintamente (utriusque sexus) uomini e donne.

1938

L’Ospedale S. Francesco, voluto fortemente da Padre Pio, viene chiuso. Stando a quanto riferiscono alcuni cronisti, una scossa sismica gli ha dato il colpo di grazia, danneggiando gravemente il fabbricato. Ma le cause della chiusura sono da ricercarsi anche in problemi di natura finanziaria. Sono trascorsi appena tredici anni dalla sua inaugurazione.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

9 gennaio 1940

Mortificato dalla chiusura dell’Ospedale S. Francesco, Padre Pio non demorde e manifesta ai dottori Mario Sanvico e Carlo Kiswarday l’idea di erigere un grosso ospedale vicino al convento: la Casa Sollievo della Sofferenza.

7 ottobre 1946

All’età di 86 anni, "zi’ Grazio", padre di P. Pio, amorevolmente assistito dal figlio, si spegne nella casa di Maria Pyle l’americana.

16 maggio 1947

Padre Pio benedice la prima pietra della Casa Sollievo della Sofferenza. Gli operai aggrediscono la montagna e in nove anni la “bianca favola” diventerà una realtà viva ed operante.

6 luglio 1947

Grazie a un’offerta in denaro di Maria Pyle , a Pietrelcina si inaugura il convento dei Cappuccini.

1949

Si stampa un bollettino periodico che informa sull’andamento dei lavori della Casa Sollievo della Sofferenza e raccoglie nuove offerte, che giungono da ogni parte del mondo.

1949

Padre Pio esorta i figli spirituali a rispondere all’invito lanciato ai cattolici dal Pontefice Pio XII dopo la guerra, di riunirsi in comunità per pregare il Signore di dare loro la forza ricostruire materialmente e moralmente la società, devastata dal flagello della guerra. Nascono così i primi “Gruppi di Preghiera”. I gruppi mantengono i contatti con S. Giovanni Rotondo attraverso un Centro che si occupa anche della pubblicazione della rivista “La Casa Sollievo della Sofferenza”.

7 gennaio 1950

Inizia il sistema della prenotazione per mettere ordine alle confessioni delle donne.

31 dicembre 1951.

Giungono a S. Giovanni Rotondo, mandati dal Sant’Uffizio, a causa di incomprensioni, equivoci e malintesi, i Monsignori Caronti e Pepe; ma non prendono decisioni.

3 agosto 1952

Un decreto del Sant’Offizio, pubblicato sull'Osservatore Romano, proscrive alcuni libri su Padre Pio privi della necessaria revisione e dell’approvazione ecclesiastica.

22 gennaio 1953

Padre Pio celebra il 50° di vestizione religiosa.

6 giugno 1954

Per la prima volta Padre Pio celebra la Messa all’aperto sul piazzale della chiesetta di S. Maria delle Grazie.

21 dicembre 1954

Si sparge la voce che i superiori vogliono trasferire Padre Pio. La voce irrita fortemente i cittadini di San Giovanni Rotondo.

5 maggio 1956

Si inaugura la Casa Sollievo della Sofferenza considerata da Padre Pio“la pupilla dei miei occhi”. Alla solenne manifestazione intervengono autorità della Chiesa e dello Stato e circa quindicimila fedeli. I locali sono benedetti dal cardinal Giacomo Lercaro. Nel discorso inaugurale Padre Pio, avendo bene a mente la brutta fine del piccolo Ospedale S. Francesco per cause di natura economica, raccomanda la nuova creatura alla generosità dei fedeli “affinché non perisca d’inedia e divenga la città ospedaliera tecnicamente adeguata alle più ardite esigenze cliniche e insieme ordine ascetico del francescanesimo militante. Luogo di preghiera e di scienza dove il genere umano si ritrovi in Cristo Crocifisso come un solo gregge con un solo pastore».

2 luglio 1956

Viene posta la prima pietra della nuova chiesa del santuario dei Cappuccini.

Settembre 1956

Padre Pio, saputo che nella zona detta “lu travagghie” è sorta una chiesa evangelica molto attiva, né è addolorato profondamente e fa istituire nella stessa zona, un asilo cristiano intitolato a San Francesco d’Assisi. Per gestirlo arrivano dalla Sicilia le Suore Cappuccine del Sacro Cuore

4 aprile 1957

Pio XII nomina Padre Pio direttore a vita della fraternità del Terz’Ordine Francescano "Santa Maria delle Grazie". Gli viene conferito il privilegio di guidare personalmente la Casa Sollievo della Sofferenza.

5 maggio 1957

In occasione del primo anniversario dell’Ospedale, Padre Pio pronuncia un discorso in cui traccia le linee programmatiche della sua Opera, che si riveleranno profetiche.

17 dicembre 1957

Si inaugura nel rione Santa Croce, alla presenza del Padre e delle autorità provinciali, una chiesetta con annesso istituto di suore.

26 gennaio 1958

Si inaugura Centro di Formazione Professionale dell’ITCA, voluto fortemente da Padre Pio dopo aver scoperto che molti giovanotti sangiovannesi si recavano in convento per chiedere qualche soldo.

Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

25 aprile 1959

Padre Pio si ammala e fino all’8 agosto celebrerà messa quasi sempre in una cappella interna e all'Angelus saluta i fedeli dalla finestrella del convento.

1° luglio 1959

Viene consacrata la nuova chiesa Santa Maria delle Grazie.

2 luglio 1959

La Madonna delle Grazie viene incoronata dal card. Federico Tedeschini.

6 agosto 1959

La statua della Madonna di Fatima sosta due giorni a San Giovanni Rotondo. E mentre la Madonna riparte in elicottero Padre Pio guarisce miracolosamente.

30 luglio 1960

Giunge a San Giovanni Rotondo mons. Carlo Maccari e compie una lunga visita apostolica conclusasi il 17 settembre 1960. La stampa dà risalto alla notizia, tra lo sconcerto dei fedeli e degli amici di Padre Pio.

10 agosto 1960

Padre Pio celebra 50 anni di sacerdozio.

11 maggio 1964

Padre Pio nomina la Santa Sede erede universale di tutti i suoi beni.

Marzo 1965

Si diffondono voci sul cattivo stato di salute del Padre

5 maggio 1966

5 maggio 1966 – Si celebra il decimo anniversario della nascita della Casa Sollievo della Sofferenza. Si tiene anche un Convegno internazionale dei Gruppi di preghiera che già si contano a centinaia. Padre Pio afferma:

« È la preghiera, questa forza unita di tutte le anime buone, che muove il mondo, che rinnova le coscienze, che sostiene la Casa, che conforta i sofferenti, che guarisce gli ammalati, che santifica il lavoro, che eleva l’assistenza sanitaria, che dona la forza morale e la cristiana rassegnazione alla umana sofferenza, che spande il sorriso e la benedi­zione di Dio a ogni languore e debolezza».

Settembre - dicembre 1966

Lo stato di salute di padre Pio peggiora, nonostante la continua assistenza medica specialistica.

9 maggio 1967

All’età di 85 anni muore "zi’ Michele", fratello di Padre Pio.

25 maggio 1967

Padre Pio compie 80 anni. A S. Giovanni vi è un imponente raduno dei Gruppi di Preghiera, che giungono da ogni parte del mondo.

Gennaio 1968

Padre Pio cammina con molta difficoltà e di lì a poco comincia ad usare una sedia a rotelle per gli spostamenti.

7 luglio 1968

Ha un forte collasso e preferisce starsene da solo, raccolto in preghiera.

20 settembre 1968

In occasione del 50° anniversario delle stimmate, una folla folla ingente di fedeli attornia Padre Pio in quella che si rivelerà come l'ultima grande manifestazione di affetto, prima di commiatarsi da questo mondo.

21 settembre 1968

La Casa Sollievo della Sofferenza organizza il quarto Convegno internazionale dei Gruppi di preghiera; ma Padre Pio non è in grado di celebrare.

22 settembre 1968

Padre Pio alle cinque del mattino celebra l'ultima messa della sua vita. Durante la celebrazione ha un nuovo collasso e barcolla, stremato. Alle 18 si commiata dalla folla che riceve l’ultima benedizione.

23 settembre 1968

Alle ore 2,30 della notte, Padre Pio muore.

26 settembre 1968

Ai funerali di Padre Pio partecipano oltre centomila persone.

4 novembre 1969

Il postulatore generale dei Cappuccini, padre Bernardino da Siena, chiede al vescovo mons. Antonio Cunial, amministratore apostolico di Manfredonia, di iniziare la trattazione della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Padre Pio. La dimanda viene accolta il 23 dello stesso mese.

1 luglio 1970

La Santa Sede invia a San Giovanni Rotondo mons. Oreste Vighetti per la conduzione diretta dell’Opera di Padre Pio.

Luglio 1970

Inizia la pubblicazione dell’Epistolario di Padre Pio da parte dei padri Cappuccini.

16 gennaio 1971

Mons. Valentino Vailati, arcivescovo di Manfredonia, consegna alla Sacra Congregazione per le Cause dei Santi la documentazione richiesta per il nihil obstat all’introduzione della Causa di Beatificazione di Padre Pio.

22 gennaio 1971

ricorrenza della vestizione di P. Pio, s’ inaugura a S. Giovanni Rotondo un Centro Riabilitazione per bambini portatori di handicap, in zona Santa Croce. E’ il primo di una lunga serie. Decine di altri centri sorgeranno nei comuni della Puglia, della Basilicata e del Molise.

3 marzo 1980

Mons. Valentino Vailati consegna ulteriore documentazione su Padre Pio.

9 agosto 1981

9 agosto 1981 – Viene inaugurata la Via Crucis monumentale, sedici sculture in bronzo e una in pietra, opera dello scultore siciliano Francesco Messina. La prima pietra era stata posata, con la partecipazione di Padre Pio, nella mattinata del 22 settembre del 1968, poche ore prima della sua morte.

29 novembre 1982

Papa Giovanni Paolo II firma il decreto per l’introduzione del processo cognizionale sulla vita e le virtù del Servo di Dio Padre Pio.

20 marzo 1983

Inizia ufficialmente a San Giovanni Rotondo il processo cognizionale su Padre Pio.

23 maggio 1987

Il Santo Padre Giovanni Paolo II giunge in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo e si inginocchia in preghiera accanto alla tomba di Padre Pio. Mette in risalto l’aspetto essenziale del grande disegno di P. Pio «di unire la scienza a servizio degli ammalati insieme con la fede e la preghiera» in modo che «la degenza in questa Casa deve costituire sì una cura del corpo, ma anche una vera e propria educazione all’amore inteso come accettazione cristiana del dolore».

28 luglio 1987

Si festeggia il 71° anniversario dell’arrivo del Padre a S. Giovanni Rotondo. In Piazza degli Olmi - oggi Piazza Padre Pio - si inaugura il monumento di Pericle Fazzini che presenta un Padre Pio dall’esatto profilo, con le braccia levate, che impugna in alto, nello spazio, l’Ostensorio con la corona vibrante dei raggi.

21 gennaio 1990

Si chiude solennemente a S. Giovanni Rotondo la fase diocesana del processo di Padre Pio. La documentazione e le testimonianze, raccolte in 104 volumi vengono portate a Roma presso la Congregazione per le Cause dei Santi.

aprile 1997

I cinque volumi sintetici contenenti la Positio super virtutibus vengono consegnati ai cardinali della Congregazione per il parere sulla eroicità delle virtù teologali, cardinali e religiose di Padre Pio.

18 dicembre 1997

E' proclamato venerabile da Sua Santità il Papa Giovanni Paolo II.

2 maggio 1999

Beatificazione di Padre Pio in Piazza San Pietro, Roma.

30 giugno 2001

Si inaugura il “Museo Biografico di Padre Pio”, museo delle cere realizzato dalla Società Museum Project di Firenze.

16 giugno 2002

Padre Pio viene solennemente canonizzato da Giovanni Paolo II. Ora tutti lo potranno chiamare "Santo", anche se per i sangiovannesi lo era già, fin dal 28 luglio 1916, quando entrò a far parte della loro vita e della loro storia.

www.padrepioesangiovannirotondo.it

Bibliografia riguardante San Pio da Pietrelcina

Epistolario I, Corrispondenza con i Direttori Spirituali (1910-1922), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione riveduta e cor­retta da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000.

Epistolario II, Corrispondenza con la nobildonna Raffaelina Cerase (1914-1915), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, III Edizione rive­duta e corretta da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000 .

Epistolario III, Corrispondenza con le figlie spirituali (1915-1923), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione ristampata nel 1994 a cura di Padre Gerardo Di Flumeri.

Epistolario IV , Corrispondenza con diverse categorie di persone, a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione riveduta, corretta ed ampliata da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000 (abbreviazione: Epist. IV).

Alessandro da Ripabottoni, Padre Pio da Pietrelcina “il cireneo di tutti”, Ed. “Padre Pio da Pietrelcina”, Convento S. Maria delle Grazie, S. Giovanni Rotondo 1983.

Sandro da Ripa, I Cappuccini a S. Giovanni, Foggia 1967.

Fernando da Riese Pio X, Padre Pio da Pietrelcina crocefisso senza croce, Ed. Padre Pio da Pietrelcina, Convento dei Cappuccini, VI edizione, S. Giovanni Rotondo 1998.

Francesco Morcaldi, San Giovanni Rotondo nella luce del Cristianesimo, Editore Mantilli, Parma 1960.

M. Preziosi, Lucia Fiorentino, figlia spirituale di Padre. Pio, Foggia 1967.

Gerardo Saldutto, Un tormentato settennio (1918-1925) nella vita di Padre Pio da Pietrelcina, Tesi di Laurea, Università Gregoriana, Roma, 1974 - Ed. Padre Pio da Pietrelcina, Convento Santa Maria delle Grazie, San Giovanni Rotondo.

Giulio Giovanni Siena, Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza, Bastogi Editrice, Foggia, maggio

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