I luoghi di Padre Pio
Giunti a Pietrelcina è possibile cominciare la visita dei luoghi sacri percorrendo viale Cappuccini.
Percorrendo un vialetto che si incontra sulla sinistra, il primo nucleo che si presenta è quello composto dalla Chiesa “Sacra Famiglia”, il Convento-Seminario e la Casa del Pellegrino che si trovano nella zona “c.d Gregaria” così come indicato dallo stesso padre Pio ancora giovincello, perché durante le sue passeggiate con l’arciprete don Salvatore Pannullo, egli “sentiva un coro di angeli che cantavano e campane che suonavano a distesa”. Le opere vennero tutte edificate con i capitali propri di una ricca benefattrice Mary Pyle, molto legata a Padre Pio.
La costruzione della Chiesa fu iniziata il 24 maggio 1928 e fu intitolata alla "Sacra Famiglia" per volere dello stesso Padre Pio. I lavori durarono più di 20 anni e terminarono il 19 maggio del 1951 quando la chiesa fu consacrata con alcuni altari laterali da Sua Ecc. Mons. Agostino Mancinelli, Arcivescovo di Benevento. Il 14 settembre 1955 da Sua Ecc. Mons. Gioacchino Pedicini, arcivescovo di Avellino, venne consacrato l'altare maggiore con al centro un mosaico stile romanico e di scuola vaticana raffigurante la Sacra Famiglia. Ai lati di detto mosaico vennero poste due statue lignee: a sinistra quella di S. Elisabetta d'Ungheria e a destra quella di S. Ludovico Re di Francia, patroni dell' Ordine Francescano Secolare.
Adiacente alla Chiesa sorgono il Convento dei Padri Cappuccini, ora intitolato a "Padre Pio", e la Casa del Pellegrino "Mary Pyle.
Il decreto di apertura del Convento è del 21 febbraio 1947 ma solo il 5 luglio 1947 fu ufficialmente preso in possesso dai primi frati cappuccini giunti a Pietrelcina.
Il primo superiore fu padre Luca da Vico Garganico che subito si adoperò per la sua risistemazione dopo il cattivo uso che i soldati ne avevano fatto durante la guerra. Nel 1948 venne inaugurato il Seminario Serafico.
Padre Luca, molto stimato dai Pietrelcinesi, purtroppo morì precocemente di tifo la mattina del 2 novembre 1949 all'ospedale civile di Benevento, un anno e mezzo prima del completamento della chiesa e della sua inaugurazione del 20 maggio 1951.
Con il completamento della chiesa la profezia di Padre Pio si era dunque avverata. Proprio laddove egli aveva udito un coro di angeli e le campane suonare, era sorta la Chiesa.
Oggi nel giardino antistante il Seminario è possibile ammirare la statua bronzea di Padre Pio in atteggiamento paterno mentre accoglie tre fraticelli che gli porgono il plastico del Seminario. L’opera è dello scultore Danilo Andreose ed è stata inaugurata il 6 settembre del 1971.
Il Convento dei Padri Cappuccini ospita il Museo di Padre Pio dove è possibile visitare le reliquie del Santo. Accuratamente conservati si trovano un saio, arredi sacri per la celebrazione delle Messe, libri e tra le altre reliquie appartenenti al Santo, una tunica insanguinata che ricorda la flagellazione di Gesù cui padre Pio andava incontro ogni settimana soffrendo nella carne le pene dell’incoronazione e della flagellazione.
Di recente inaugurazione infine è la “Casa del Pellegrino”, completata il 26 maggio del 1991 e nata grazie alla benefattrice Mary Pyle con lo scopo di accogliere i tanti visitatori che giungono ormai nel paese natale di Padre Pio.
Proseguendo il cammino lungo viale Cappuccini si giunge alla Chiesa Madre del paese, la Chiesa di Santa Maria degli Angeli nei pressi della piazza Santissima Annunziata.
In passato era la Chiesa SS Annunziata. Divenne sede parrocchiale con il nuovo titolo il 4 febbraio del 1843 quando l’allora chiesa Santa Maria degli Angioli in zona “Castello” prese il nome di Santissima Annunziata. Un anno dopo la chiesa fu ampliata perché divenuta insufficiente per ospitare le 3600 anime del paese che si andava espandendo. I lavori di ampliamento terminarono nel 1892 mentre nel 1905 iniziarono i lavori degli stucchi interni che consentirono la riapertura solo nel 1906.
La Chiesa Madre non è stata esentata da ingenti danni subiti con il terremoto del 1962 e dal successivo del 1980 a causa dei quali è stata chiusa al culto per circa sette anni. In questa chiesa Padre Pio ha celebrato la sua prima messa il 14 agosto del 1910 a quattro giorni dalla sua ordinazione sacerdotale e ha vissuto profondi momenti di preghiera e di estasi con Dio ai piedi dell’altare.
La chiesa, suddivisa in tre navate, è affiancata da un campanile con orologio e al suo interno è possibile ammirare la statua lignea della Madonna della Libera di scuola napoletana risalente alla fine del ‘600 incoronata con diadema d’oro il 6 agosto del 1966 dal Vescovo di Benevento Mons. Calabria.
Lasciata Piazza SS. Annunziata, per entrare nel centro storico di Pietrelcina e nel cuore dei luoghi in cui Padre Pio ha vissuto, passaggio obbligatorio è la “Porta Madonnella”, situata all’inizio di una rampa che conduce ad uno dei rioni antichi di Pietrelcina: il Castello.
Porta Madonnella è caratterizzata da un’edicola murata formata da tre quadri in maiolica: al centro c’è la Madonna Incoronata, a destra della Madonna, un quadro raffigurante S. Antonio da Padova nel suo atteggiamento classico, con il Bambino Gesù in braccio e a sinistra infine c’è l’Arcangelo Michele che schiaccia la testa del serpente. Padre Pio passava per porta “Madonnella” tutti giorni per andare in Chiesa oppure per recarsi a Piana Romana. Qui egli formò il primo Gruppo di Preghiera, qui riuniva sempre tante persone per le devozioni alla Madonna, soprattutto nel mese di maggio, e sempre qui partecipava alla recita del Rosario in occasione della "novena" che precedeva la ricorrenza dei santi raffigurati alla porta.
Salendo la rampa di Porta Madonnella dopo alcune decine di metri la strada si divide. Scendendo a sinistra una lapide in marmo rende subito percettibile il nome della roccia: la “Morgia”. La tanto amata Morgia di Padre Pio che sovrasta con la sua imponente struttura una stretta via: Vico Storto Valle.
In questa via è nato Padre Pio. Qui Francesco è cresciuto a contatto con la natura, circondato da persone genuine e cose semplici. Qui ha coltivato quotidianamente la sua fede nel Signore e il suo spirito di abnegazione per il prossimo.
In questa strada ci sono tre luoghi che rivestono un ruolo vitale nella vita di padre Pio: la Torretta, la Cucina, la Casa natale.
Una volta immessi in vico Storto Valle, dopo pochi metri si incontra, sulla destra, una ripida e suggestiva scalinata che conduce ad un locale composto da un solo vano. Nella tradizione popolare questo unico vano è denominato la “Torretta”, probabilmente residua di un antico castello baronale. All’interno poche cose: un letto, un tavolo, pochi arredi illuminati da una finestra piena di luce che volge lo sguardo sulle dolci colline che circondano il borgo.
In questa stanza Padre Pio si rifugiava per riposare, studiare e pregare. Qui, ancora giovanissimo, cominciò il suo Epistolario testimoniando, con i suoi scritti, la dimensione mistica del suo incontro con Dio e la sua assimilazione a Cristo attraverso il dolore. All’interno della torretta visse gli scontri con il nemico delle anime ma sempre qui venne consolato dalla presenza materna della Madonna di Gesù dell’Angelo Custode e di San Francesco.
Benché travagliato, Padre Pio vive proprio in questa dimora un momento segnato da tanti momenti di serenità, di pace, di sentimenti semplici e genuini che si stamperanno per sempre nella sua memoria. Qui il Signore prepara padre Pio a quella che sarà la sua grande missione nel mondo.
Dopo aver lasciato la Torretta e percorso tutto vico Storto Valle, al numero civico 32, lo sguardo è attratto da una lapide. E’ “Casa Forgione” dove nasce Francesco Forgione il 25 maggio 1887. Casa Forgione era una piccola abitazione composta da una sola stanza. In questa camera Francesco dorme con i genitori fino a quando, dopo qualche anno, andrà a dormire con i fratelli nell’altra abitazione dove si trova “la Cucina”. Essa è una piccola abitazione sia al numero civico 28 della stessa via sono si trovano altre due stanze. La prima è la cucina dove c’era un focolare e dove la mamma di Francesco preparava pranzi frugali; la seconda posta sul retro è la camera da letto di alcuni dei bambini Forgione, divenuta poi camera da pranzo. Fu proprio in questa stanza che padre Pio fece le sue prime esperienze soprannaturali. Vede la Madonna, l’Angelo Custode, ha le prime estasi e anche le prime apparizioni diaboliche.
Lasciate alle spalle le due abitazioni dell’infanzia e dell’adolescenza di Padre Pio, si affronta una breve scalinata che conduce al punto più alto del rione “Castello”. Qui si trova la chiesa più antica di Pietrelcina, S. Anna risalente al XII secolo e per molto tempo chiesa parrocchiale. Da questo punto è possibile ammirare un suggestivo scorcio di panorama verdeggiante disegnato dalle dolci colline del Sannio. E’ in questa chiesa che Padre Pio è stato battezzato il 26 maggio del 1887 e ha ricevuto la cresima il 27 settembre del 1899.
Entrando nella chiesa si può notare la struttura a due navate.
La navata minore ospita nicchie con statue settecentesche che raffigurano l’Assunta, l’Incoronata, Santa Rosa e Sant’Anna sotto il cui altare c’è un’urna contenente le reliquie di San Pio martire estratte dalle catacombe di Priscilla, donate a Pietrelcina dal feudatario Carafa e trasportate solennemente a Pietrelcina nel 1801. Proprio il nome del santo martire sarà poi scelto da Francesco Forgione per la sua vita religiosa. Dietro l’altare maggiore domina invece un quadro dedicato alla Madonna di Loreto mentre sulla sinistra è possibile mirare il battistero in pietra e radica dove il Santo ricevette il sacramento del battesimo dall’economo curato Nicolantonio Orlando.
La Chiesa di Sant’Anna è uno dei luoghi più importanti nell’itinerario mistico di Padre Pio. All’età cinque anni infatti, mentre il piccolo Francesco era ai piedi dell’altare ebbe la visione del Sacro Cuore di Gesù che gli fa cenno di gradire la sua offerta di consacrarsi per sempre a Lui. In questa chiesa Francesco trascorre ore ed ore in preghiera davanti a Gesù Sacramentato. Persino fuori della Chiesa, in una piccola piazzetta, si rifiuta di giocare con i compagni per rispetto a Gesù sacramentato. Sempre qui egli farà tantissime esperienze mistiche. Gli appaiono Gesù, Maria, l’Angelo Custode. In questa chiesa, una volta sacerdote, egli celebra spesso la Santa Messa e confessa le anime semplici di Pietrelcina. I momenti belli di intimità con Gesù sacramentato, oltre che nella liturgia eucaristica li vive anche quando resta solo in Chiesa, e si apre alle più tenere confidenze ed espressioni di amore verso il Divino Ospite. E sempre qui, a volte, la stessa Madre di Dio lo accompagna all’altare per la celebrazione della Santa Messa.
Proseguendo diritto in fondo al vicolo si incontra la “Casa materna” di Padre Pio dove i genitori hanno vissuto solo un anno da sposati e dove nacque il primo figlio Michele. Ancora oggi nella cucina sono visibili vari utensili della famiglia Forgione. Al piano superiore dello stesso edificio si trova la “Casa del Fratello Michele”. La casa è così chiamata perché vi dimorò il fratello.
Essa è una casetta decorosa formata da tre vani, con accesso da una piccola scalinata.
La prima camera a sinistra ospiterò dal 1941 al 1943, Mary Pyle, figlia spirituale di Padre Pio durante il suo soggiorno a Pietrelcina nel periodo della grande guerra, per sfuggire ai tedeschi.
Anche Padre Pio dimorò in questa casa quando il fratello emigrò. La sua era la stanza in fondo dove riposava, studiava, pregava, scriveva e lottava contro i demoni. Si tratta di lotte spirituali, ma anche fisiche, costellate da botte, tentazioni, sofferenze inaudite e momenti di sconforto. Lo confida, Padre Pio, a padre Agostino, suo Direttore spirituale: “Quei cosacci non cessano di percuotermi e di sbalzarmi alle volte anche dal letto, giungendo fino a togliermi la camicia e percuotermi in tale stato. Ma oramai non mi fanno quasi più timore. Gesù è sempre amoroso verso di me, giungendo fin anche alle volte ad alzarmi da terra ed adagiarmi sul letto”.
A testimonianza di quanto sia stata importante questa casa per il percorso mistico-spirituale di padre Pio è il fatto che la Casa di Santa Maria degli Angeli diviene soprattutto luogo di straordinari incontri soprannaturali. Gesù gli appare tantissime volte così come la Madonna, San Francesco, al quale chiederà più volte di tornare alla vita conventuale e il suo Angelo Custode invocato da padre Pio nei momenti di sofferenza e lotta contro i demoni che lo vessano continuamente.
Terminata la visita al borgo medievale e ai luoghi che hanno segnato la vita, le esperienze e la crescita nel cammino di fede di Padre Pio, si può scendere giù per “Porta Madonnella” e voltando a destra si giunge a “Contrada Pantaniello”. Si tratta di un suggestivo quartiere del borgo che Padre Pio percorreva ogni volta che si recava a Piana Romana.
Il pozzo indica l’inizio della stradina di campagna che la famiglia Forgione percorreva per andare a Piana Romana dove possedeva una masseria e un po’ di terra. E’ detta “via del Rosario” perché Padre Pio la percorreva recitando il Santo Rosario e ancora oggi sono molti i pellegrini che si incamminano lungo il sentiero scorrendo i grani del Rosario. Il cammino verso Piana Romana durava circa mezz’ora e molte volte durante il tragitto a Padre Pio capitava di fare cattivi incontri. Spesso infatti ad aspettarlo sul ponticello di legno che attraversa il torrente “Quadrelli” vi erano “i cosacci”, come spesso vennero definiti dallo stesso Santo, che urlavano e cercavano di spaventarlo. In quei momenti Padre Pio si difendeva pregando. Questi luoghi però furono anche spettatori di curiose esperienze per Padre Pio. Una volta infatti egli si ubriacò fumando un sigaro toscano e un’altra invece fece una scorpacciata di fichi freschi “rubati” da un albero pieno e traboccante dopo aver detto alla madre che “è peccato prendere le rape dai campi altrui” .
A pochi passi dal ponticello, scena di incontri indesiderati si incontra una vecchia casa rurale che, ristrutturata, è oggi un punto di piacevole sosta e meditazione per il pellegrino di passaggio.
Attraversata la Via del Rosario si giunge finalmente a “Piana Romana”. Essa è il luogo dove Padre Pio trascorre la maggior parte del suo tempo. Il luogo dove da giovincello era solito portare le pecore al pascolo e da adulto era solito recarsi per respirare aria salubre. Piana Romana è una collina ricca di vigneti e vecchi olmi. Da qui è possibile ammirare in uno scenario davvero suggestivo: tutta la parte antica del paesello. Oggi è metà indiscussa di folle di pellegrini che accorrono non solo per visitare i luoghi del Santo ma anche per assistere alla Messa domenicale.
E’ a Piana Romana che si può visitare l’antica “Masseria”.
Uno stanzone senza pavimento dove veniva conservato il fieno e custoditi gli attrezzi che servivano per lavorare i campi. Non manca un letto e il focolare attorno il quale la famiglia si riuniva per recitare il Rosario.
Quando il caldo era molto forte, Padre Pio era solito ripararsi all’ombra di una capanna poggiata sul tronco di un olmo. Quell’olmo è stato il muto testimone dei primi segni di passione di Padre Pio che lì sotto ricevette le prime stimmate. Era l’8 settembre del 1911. Oggi l’olmo, ormai secco e plastificato , è ancora visibile, custodito nella piccola chiesa edificata proprio laddove un tempo c’era la capannuccia.
Poco lontano dall’olmo ci sono due pietre che padre Pio chiamava il mio “seggiolone” e il pozzo d’acqua che scavò il papà di padre Pio su sua indicazione dopo suggerimento di Gesù. Per papà Grazio fu una bella sorpresa trovare tanta acqua abbondante visto che solo pochi metri più distante aveva scavato fino a tre metri di profondità senza trovare nulla. La capannuccia che per molto tempo ha rappresentato un riparo dal caldo per padre Pio nel 1958 si trasformò nella piccola chiesetta di S.Francesco. I lavori di edificazione cominciarono per interessamento di Mercurio Scocca, compagno d’infanzia del Santo. Oggi le messe liturgiche avvengono nella grande aula liturgica “Padre Pio” adatta ad ospitare le migliaia e migliaia di pellegrini che si recano in pellegrinaggio sul luogo.
(da: http://www.pietrelcinanet.com/)
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