Per completare la verità su Padre Pio


Per completare la verità su Padre Pio
Il documento che chiarisce alcuni aspetti della vita di Padre Pio messi in ombra da due recenti articoli di un quotidiano.

La Premessa. Il 24 ottobre il Corriere della Sera ha pubblicato un «brano» di un libro del prof. Sergio Luzzatto nel quale è riportata la testimonianza di due farmacisti ai quali Padre Pio ha chiesto «in stretto segreto dell’acido fenico puro» e, successivamente, «quattro grammi di veratrina». Ciò ha fatto sorgere a uno dei due farmacisti «il sospetto grave, gravissimo, che il frate si servisse dell’una o dell’altra sostanza irritante “per procurarsi o rendere più appariscenti le stigmate delle mani”». Oltre a riportare questi fatti, l’autore commenta: «Più che profumo di mammole o di violette, odore di santità, dalla cella di padre Pio erano sembrati sprigionarsi effluvi di acidi e di veleni, odore di impostura». Il giorno dopo, lo stesso quotidiano, riportava un articolo firmato da Aldo Cazzullo con altri stralci tratti dallo stesso libro, non ancora in commercio. Questa volta viene reso noto il contenuto di «quattro foglietti» scritti da Papa Giovanni XXIII il 25 giugno 1960, nei quali si legge: «L’accaduto – cioè la scoperta per mezzo di filmine, si vera sunt quae referentur, dei suoi rapporti intimi e scorretti con le femmine che costituiscono la sua guardia pretoriana sin qui infrangibile intorno alla sua persona – fa pensare ad un vastissimo disastro di anime, diabolicamente preparato, a discredito della S. Chiesa nel mondo, e qui in Italia specialmente». Questa la “verità” che il quotidiano ha voluto far conoscere. Ma non è tutta la verità. I farmaci dello “scandalo”. In un Dizionario dei Medicamenti del 1965 si legge che l’acido fenico ha «potere antisettico», in passato «fu adoperato da Lister per l’antisepsi operatoria, ma ora è abbandonato perché all’antisepsi si è sostituita l’asepsi ed anche perché nella disinfezione del campo operatorio è sostituito da altri antisettici» ed è «usato con qualche frequenza nella disinfezione di piaghe e di ferite infette» (1). Lo stesso testo indica che la veratrina, «applicata sulla cute e sulle mucose determina irritazione fortissima (senso di calore, di bruciore ecc.) a cui segue, specialmente se la veratrina è sciolta nell’alcool, o mescolata con grasso, ottundimento della sensibilità» (2). In termini più semplici: era usata come anestetico locale. Che Padre Pio utilizzasse il primo prodotto non era certo un mistero. Lo ha attestato anche padre Paolino da Casacalenda (3), che nelle sue memorie ha scritto: «Padre Pio per pulire le ferite ed arrestare il sangue usava l’acido fenico» (4). Si legge sul Corriere del 24 ottobre: «A Foggia, voci sul ritrovamento di acido fenico nella cella di padre Pio avevano circolato già nella primavera di quel 1919, inducendo il prof. Morrica a pubblicare sul Mattino di Napoli i propri dubbi di scienziato intorno alle presunte stigmate del cappuccino». Certamente questi dubbi furono condivisi anche dal prof. Amico Bignami, ordinario di Patologia Medica alla Regia Università di Roma che, nel mese di luglio del 1919 fu incaricato da padre Giuseppe Antonio da Persiceto, procuratore e commissario generale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, di visitare il Frate di Pietrelcina e di riferire il suo giudizio. Quando il prof. Bignami incontrò Padre Pio, gli chiese il «perché applichi la tintura di iodio», un altro antisettico, con blanda azione emostatica. Il Frate rispose «che la usa come disinfettante un paio di volte alla settimana e anche e anche più spesso; ed anche la usa, perché, a suo dire, se non la applica, le lesioni facilmente sanguinano» (5). Bignami concluse la sua relazione escludendo che le stimmate «siano state determinate artificialmente e volontariamente», anche perché «l’impressione di sincerità che ha fatto in me Padre Pio – ha scritto il cattedratico – mi impedisce di pensare alla simulazione senz’altro» (6). Però il prof. Bignami ipotizzò «che le lesioni descritte siano cominciate come prodotti patologici (necrosi cutanea multipla della cute) e siano state forse incoscientemente e per un fenomeno di suggestione, completate nella loro simmetria e mantenute artificialmente con un mezzo chimico, per esempio con la tintura di iodio» (7). La certezza doveva scaturire da un esperimento, chiesto espressamente dal cattedratico romano: «Essendosi egli persuaso che il suo giudizio era il vero, perché potesse aversi una prova del fatto, diede ordine al Provinciale (era padre Pietro da Ischitella n.d.a.) di proibire l’uso di qualsiasi medicinale, specialmente dell’acido fenico, da applicarsi sulle ferite e anzi poi ordinò di fasciare e suggellare le ferite alla presenza di due testimoni e di controllare i suggelli delle stesse alla presenza degli stessi testimoni, per otto giorni, affinché si potesse avere la certezza che le ferite non erano state affatto toccate, molto meno curate. Dopo otto giorni bisognava fare una coscienziosa relazione per dire se le ferite si erano rimarginate oppure no». Tutto fu eseguito scrupolosamente. «L’ottavo giorno in cui furono definitivamente tolte le fasce al Padre Pio, mentre Egli celebrava la Messa, colava tanto sangue dalle mani che fummo costretti a mandare dei fazzoletti perché il Padre potesse asciugarlo. Nella relazione che mandammo al Molto Reverendo Padre Provinciale, sottoscritta dai testimoni e da me, nel riferire coscienziosamente che nei controlli giornalieri le fasce e i sigilli furon trovati sempre a posto facemmo notare questa circostanza del sangue durante la Messa, perché ci parve una prova veramente chiara che il Signore dava contro il giudizio del prof. Bignami» (8). L’azione caustica. Il Dizionario dei Medicamenti evidenzia l’azione caustica sia dell’acido fenico, sia della veratrina. Ma – chiedo agli specialisti – può l’azione caustica arrivare a forare completamente una mano o un piede? Il dott. Luigi Romanelli, primario chirurgo all’ospedale civile di Barletta, che per primo, a maggio del 1919, visitò le stimmate di Padre Pio su incarico di padre Benedetto da San Marco in Lamis, ministro provinciale dei Frati Minori Cappuccini della Provincia religiosa di Foggia, scrisse nella sua relazione che «applicando il pollice nella palma della mano e l’indice nel dorso, coprendo in tal guisa le due zone descritte e facendo pressione, che riesce oltremodo dolorosa, si ha la percezione esatta del vuoto esistente fra le due dita» (9). Fece la stessa esperienza, anche se solo per sua “curiosità”, il dott. Andrea Cardone, che aveva curato il Frate a Pietrelcina. «Per rendersi conto se le piaghe di Padre Pio erano aperte o si fossero rimarginate, fece entrare nella piaga della mano destra del Padre il pollice e l’indice in modo che si toccassero l’un l’altro. Padre Pio ne provò un grande strazio ed esclamò: “Eh, dottore, sei come san Tommaso?… A me le ferite fanno male»(10). Lo stesso medico ha dichiarato per iscritto che i fori attraversavano il palmo delle mani da parte a parte, tanto da vedere la luce filtrare»(11). Anche alcuni frati hanno potuto fare l’identica constatazione. Un’altra prova. Se la proibizione di padre Pietro da Ischitella di usare l’acido fenico e l’esperimento suggerito dal prof. Bignami non fossero sufficienti a fugare i dubbi, c’è un altro elemento che va evidenziato per un’analisi storica non lacunosa sulle stimmate di Padre Pio: queste scomparvero poco prima della morte senza lasciare alcuna traccia di cicatrice. In merito, il dott. Paolo Maria Marianeschi, specialista in chirurgia generale presso la Clinica chirurgica dell’Università di Perugia, durante il Convegno di studio sulle stimmate del Servo di Dio Padre Pio da Pietrelcina (12), ha affermato che «le lesioni cutanee profonde guariscono sempre con cicatrice… Nell’uomo la cicatrizzazione è un processo obbligatorio e non facoltativo… esso è necessariamente ed automaticamente innescato nel momento stesso in cui si produce la lesione anatomica dei tessuti». Per cui «la scomparsa delle stimmate di Padre Pio o la loro guarigione acicatrizziale che dir si voglia è un vero e proprio assurdo fisiopatologico». Detto in termini più semplici: «La Medicina può solo affermare che la scomparsa delle stimmate di Padre Pio è una guarigione straordinaria che rappresenta un vero e proprio salto dal corso naturale degli eventi»(13). Tutto questo smonta ampiamente l’ipotesi autolesionistica sulle stimmate di Padre Pio e accredita quella di una origine soprannaturale. «In stretto segreto». Il fatto che Padre Pio chiedesse i due farmaci «in stretto segreto» è certamente dovuto alla sua necessità di tenere nascoste le stimmate, che erano per lui motivo di confusione e di mortificazione e di vergogna, come si evince da numerose pagine del suo epistolario. Quando, nel 1910, a Pietrelcina comparvero per la prima volta questi segni, il Frate informò padre Benedetto da San Marco in Lamis, che era il Ministro Provinciale, ma anche il suo direttore spirituale, con una lettera dell’8 settembre 1911, nella quale spiegava: «Questo fenomeno è quasi da un anno che si va ripetendo, però adesso era da un pezzo che più non si ripeteva. Non s’inquieti però se adesso per la prima volta glielo dico; perché mi sono fatto vincere sempre da quella maledetta vergogna. Anche adesso se sapesse quanta violenza ho dovuto farmi per dirglielo!» (14). Dopo la prima comparsa, poiché la sua «anima a tal fenomeno rimase assai esterrefatta, pregò il Signore che avesse ritirato un tal fenomeno visibile. Da allora non apparsero più; però, scomparse le trafitture, non per questo scomparve il dolore acutissimo» (15). Il 20 settembre 1918 quelle piaghe si riaprirono. Per quasi un mese Padre Pio non scrisse nulla a padre Benedetto. Solo il 17 ottobre trovò la forza di prendere la penna in mano, ma la sua narrazione dell’accaduto era confusa: «Sarà necessario che io pronunzi il mio fiat nel mirare quel misterioso personaggio che mi impiagò tutto e non desiste dalla dura, aspra, acuta e penetrante operazione, e non dà tempo al tempo che venga a rimarginare le piaghe antiche, che già su di queste ne viene ad aprire delle nuove con infinito strazio della povera vittima?… Deh! Cessi da me questo strazio, questa condanna, questa umiliazione, questa confusione!» (16). A questo punto il Ministro Provinciale si allarmò e gli ordinò: «Figliuol mio, dimmi tutto e chiaramente, e non per accenni. Qual’è l’operazione del personaggio? di dove scorre il sangue e quante volte al giorno o alla settimana? che è avvenuto alle mani e ai piedi, e come? Voglio sapere per filo e per segno tutto e per santa ubbidienza» (17). Solo dietro imposizione «per santa ubbidienza», il Frate stigmatizzato, il 22 ottobre 1918, raccontò dettagliatamente ciò che gli era accaduto il 20 settembre precedente. Ma lo fece con grande difficoltà e senza nascondere il suo disagio. «Mio Dio – si legge in quella lettera di risposta a padre Benedetto – che confusione e che umiliazione io provo nel dover manifestare ciò che tu hai operato in questa tua meschina creatura!»(18). Se Padre Pio aveva tanta difficoltà, persino con il suo direttore spirituale, a rendere nota l’esperienza mistica che viveva, come avrebbe potuto spiegare alla farmacista interpellata il motivo per cui gli servivano le due sostanze richieste? L’opinione di Papa Giovanni XXIII. Nei «foglietti» di Papa Giovanni il giudizio segue una premessa: «si vera sunt quae referentur». Cioè, se sono vere le cose riferite. Infatti il Card. Tardini chiamò per telefono mons. Loris Capovilla, all’epoca segretario particolare del Pontefice, e «lo invitò a scendere nel suo appartamento per prendere le bobine delle “registrazioni” e farle ascoltare al Papa. Papa Giovanni non volle, dicendo che tutta la vicenda era in mano ai responsabili del S. Officio: esaminassero in coscienza» (19). Dunque «da parte del Papa non c’era alcun pregiudizio. Erano gli uffici a trasmettere notizie negative su quanto avveniva a San Giovanni Rotondo, e il Papa non poteva far altro che prenderne atto» (20). A chiarire ogni cosa fu l’arcivescovo di Manfredonia, mons. Andrea Cesarano «che si recò a fare visita al Santo Padre nel 1961 e che lo vide turbato. Non ebbe da lui il solito tono di giovialità come per le altre volte, data l’antica amicizia, ma che subito gli chiese: “Che mi racconti di Padre Pio?” “Santità…” “Non chiamarmi santità – lo interruppe – “chiamami don Angelo come hai sempre fatto. Dimmi di lui!” “Padre Pio è sempre l’uomo di Dio che ho conosciuto all’inizio del mio trasferimento a Manfredonia. E’ un apostolo che fa alle anime un bene immenso”. “Don Andrea, adesso si dice tanto male di Padre Pio”. “Ma per carità, don Angelo. Sono tutte calunnie. Padre Pio lo conosco sin dal 1933 e t’assicuro che è sempre un uomo di Dio. Un santo”. “Don Andrea, sono i suoi fratelli che l’accusano. E poi… quelle donne, quelle registrazioni… Hanno perfino inciso i baci”. Poi il Santo Padre tacque per l’angustia e il turbamento. Monsignor Cesarano, con un fremito che gli attraversava l’anima e il corpo, tentò di spiegare: “Per carità, non si tratta di baci peccaminosi. Posso spiegarti cosa succede quando accompagno mia sorella da Padre Pio?” “Dimmi”. E monsignor Cesarano raccontò al Santo Padre che quando sua sorella incontrava Padre Pio e riusciva a prendergli la mano, gliela baciava e ribaciava, tenendola ben stretta, malgrado le vive rimostranze nel timore di sentire un ulteriore male per via delle stigmate. Il buon Papa Giovanni alzò lo sguardo al cielo ed esclamò: “Sia lodato Dio! Che conforto che mi hai dato. Che sollievo! Ti prego, avverti subito il Cardinale Tardini e il Cardinale Ottavini del tuo arrivo. Di’ a loro ciò che hai raccontato a me. Domani ci sarà la riunione dei membri del Santo Offizio che discuteranno proprio il caso di Padre Pio. Io ti preannunzierò ai due Eminentissimi con una telefonata”. Anche loro riconobbero “infondate” le accuse contro il venerato Padre. In seguito proprio in forza della deposizione di monsignor Cesarano, avvalorata da altre testimonianze favorevoli a Padre Pio, fu evitato l’irreparabile». A mons. Cesarano «il Papa nel corso di quel colloquio mostrò alcune fotografie compromettenti del Padre amato accanto a donne». L’Arcivescovo «lo rassicurò dicendo che erano degli evidenti fotomontaggi e il Santo Padre si rasserenò» (21). Fu svelata, infine, la menzogna secondo cui Padre Pio avrebbe predetto il pontificato a Roncalli. «Non se l’è mai sognato» (22), garantì mons. Cesarano. Questo chiarimento avrebbe potuto esserci molto tempo prima. Infatti il Pastore dell’Arcidiocesi di Manfredonia tentò di «rendere omaggio al Papa» prima di quella data, ma gli rispondevano «che è tanto occupato» e che era necessario «attendere di essere chiamato da lui… E quando mons. Cesarano ottenne l’udienza fu accolto con grande benignità e con un affettuoso rimprovero per non essersi fatto vedere da tanto tempo» (23). Ecco perché il Pontefice affermò: «Su Padre Pio mi hanno ingannato». Tale dichiarazione fu riferita a padre Gabriele Amorth «da molte persone», tra le quali «il marchese Oddone Tacoli, uno dei tre segretari al Soglio di Papa Giovanni» (24), amico e compagno di studi del noto sacerdote paolino. I due Papi. Con l’articolo del 24 ottobre è stata pubblicata una fotografia di Giovanni Paolo II con la seguente didascalia: «Il processo che portò alla canonizzazione di Padre Pio, fortemente voluta da Giovanni Paolo II, ebbe inizio con il “nihil obstat” del 29 novembre 1982. Il 20 marzo 1983 iniziò il processo diocesano, il 21 gennaio ’90 Padre Pio venne proclamato venerabile (la data è sbagliata, quella corretta è 18 dicembre 1987 n.d.a.). Fu beatificato il 2 maggio ’99 e proclamato santo il 16 giugno 2002 come san Pio da Pietrelcina». L’accostamento può indurre a sospettare che il Pontefice, di cui è in corso il processo di beatificazione, abbia fatto percorrere alla causa di Padre Pio una scorciatoia. In realtà così non è, nonostante Papa Wojtyla desiderasse proclamarlo personalmente beato e santo. Lo ha dichiarato, in tempi non sospetti, mons. Edward Nowak, all’epoca segretario della Congregazione delle Cause dei Santi. L’Arcivescovo, infatti, ha rivelato che «il Santo Padre non solo mi esortava a condurre avanti il processo di Padre Pio, ma proprio mi tormentava, se così si può dire. Qualche volta quando siamo stati insieme a tavola, la prima domanda era sempre questa: “A che punto stiamo con la causa? A che punto stiamo con la causa?”. Io dicevo: “Padre Santo, da San Giovanni Rotondo, dalla diocesi di Manfredonia, ci hanno mandato due scaffali di documenti, cioè 104 volumi del processo. Se la vostra Santità mi autorizza a bruciare tre quarti, andiamo domani alla beatificazione e alla canonizzazione”. Il Santo Padre rispose: “No, no, studiatele bene, studiatele bene queste carte”». Questo è sempre stato un punto fermo nel modo di agire di Giovanni Paolo II, per ogni processo. «Lui è sempre del pensiero di fare tutto in maniera molto molto dettagliata perché questo giova anche alla figura stessa (del Servo di Dio n.d.a.) così che si chiariscono tutti i dettagli della vita, così non ci saranno difficoltà, critiche o altre voci, così possiamo andare sicuri alla beatificazione e alla canonizzazione». «Questo argomento (della causa di beatificazione di Padre Pio n.d.a.) – ha aggiunto mons. Nowak – era sempre presente nei nostri incontri. Qualche volta c’era la signora Poltawska, quella per cui il Santo Padre come vescovo di Cracovia ha chiesto una speciale grazia da parte di Padre Pio, e questa tormentava ancora di più del Santo Padre, dicendo che “questi nella Congregazione non si muovono, non si muovono, vanno troppo lenti, troppo lenti”» (25). Nell’articolo del 25 ottobre sono stati riportati alcuni giudizi espressi da Papa Giovanni XXIII su Padre Pio sulla base di informazioni riferite, ma non le affermazioni successive al chiarimento, nonostante siano già pubblicate da anni. Questo potrebbe indurre i lettori a pensare a una sorta di contrapposizione fra Padre Pio e la Chiesa e, in particolare, questo Pontefice. Questa contrapposizione non c’è mai stata. Il vero atteggiamento di Papa Roncalli lo abbiamo dimostrato. Quello di Padre Pio si può ricavare da una sua frase e da un episodio. La frase non ha bisogno di commenti: «Dolce è la mano della Chiesa anche quando ci percuote, perché è sempre la mano della madre» (26). L’episodio ha avuto per protagonista il prof. Felice Spaccucci, autore di un libro intitolato “I cinque Papi di Padre Pio”, scritto quando il Cappuccino stigmatizzato era ancora in vita. «Avendo vissuto il periodo di Papa Giovanni a San Giovanni Rotondo, avendo assistito a tante angherie nei confronti di Padre Pio, certo non ero benevolo nei confronti di Papa Giovanni», ha dichiarato l’autore. «Avevo fatto – ha proseguito nel suo racconto – il capitolo su Papa Giovanni XXIII, l’avevo terminato. Ritornato a San Giovanni Rotondo di passaggio e confessandomi da Padre Pio, alla fine mi disse: “Uhè, guagliò, quel capitolo su Papa Giovanni non mi piace. Non l’aveva letto. Quindi poi rifeci tutto il capitolo» (27).

Note:
(1) Medicamenta – Cooperativa Farmaceutica Milano - VI edizione 1965, p. 3508 e 3509.
(2) Ivi, p. 4640.
(3) Era superiore del Convento di San Giovanni Rotondo quando arrivò Padre Pio e mantenne l’incarico fino al 29 settembre 1919.
(4) Padre Paolino da Casacalenda Le mie memorie intorno a Padre Pio a cura di P. Gerardo Di Flumeri – Edizioni Padre Pio da Pietrelcina 1978, p. 166.
(5) Relazione del prof. Amico Bignami in Le stigmate di Padre Pio da Pietrelcina a cura di padre Gerardo Di Flumeri, p. 176.
(6) Ivi, p. 177.
(7) Ivi, p. 178.
(8) Padre Paolino, Le mie memorie, o.c., p. 170 e seg.
(9) Relazione del dott. Luigi Romanelli in Le stigmate, o. c., p. 149.
(10) Fra Modestino da Pietrelcina Io… testimone del Padre Edizioni Padre Pio da Pietrelcina 1992, p. 33.
(11) Dichiarazione del dottor Andrea Cardone in Le stigmate, o.c. p. 309.
(12) Si è svolto a San Giovanni Rotondo dal 16 al 20 settembre 1987.
(13) Atti del Convegno di studio sulle stimmate del Servo di Dio Padre Pio da Pietrelcina Edizioni Padre Pio da Pietrelcina 1988, p. 238 e segg.
(14) Pio da Pietrelcina Epistolario Vol. I – Edizioni Padre Pio da Pietrelcina 1995, p. 234.
(15) Ivi, p. 669.
(16) Ivi, p. 1090.
(17) Ivi, p. 1091.
(18) Ivi, p. 1093.
(19) Pro-memoria di mons. Valentino Vailati, arcivescovo di Manfredonia e Presidente del Tribunale perla Causa di Padre Pio dopo un colloquio con mons. Loris Capovilla in Beatificationis et Canonizationis Servi Dei Pii a Pietrelcina Positivo super virtutibus Vol. I/1, p. 137.
(20) Intervista di mons. Capovilla al quotidiano on-line Petrus del 26 ottobre 2007.
(21) Padre Carmelo da Sessano Padre Pio, Uomo santo di Dio Edizioni Pugliesi 2002, p. 177 e 179.
(22) Mario Cinelli e Lorenzo Gulli Padre Pio Giovanni XXIII Rai Eri 2002, p. 95.
(23) Ivi, p. 92.
(24) Intervista dell’autore a p. Gabriele Amorth del 28 agosto 2007.
(25) Stefano Campanella Il Papa e il Frate Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, Seconda Edizione, p. 209 e seg.
(26) Marciano Morra Padre Pio e la Chiesa madre di santi e di peccatori Edizioni Casa Sollievo della Sofferenza – Edizioni Padre Pio da Pietrelcina 2007, p. 168.
(27) Intervista rilasciata dal prof. Felice Spaccucci a Tele Radio Padre Pio.


San Giovanni Rotondo, 27 ottobre 2007

Stefano Campanella
direttore responsabile
Tele Radio Padre Pio

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Biografia di P. Pio

Date salienti della vita di Padre Pio

25 maggio 1887

Nasce a Pietrelcina (BN) Padre Pio, al secolo Francesco Forgione, da Grazio Forgione e Maria Giuseppa di Nunzio, detta Peppa.

26 maggio 1887

Riceve il battesimo da don Antonio Orlando nella chiesa di Santa Maria degli Angeli.

27 settembre 1899

E’ il “giorno singolarissimo ed indimenticabile per tutta la vita”, in cui riceve la cresima.

6 gennaio 1903

Entra come novizio nel convento dei Cappuccini di Morcone.

22 gennaio 1903

Indossa l’abito cappuccino e cambia il nome di battesimo in quello di Fra’ Pio da Pietrelcina.

22 gennaio 1904

E’ ammesso alla professione semplice.

25 gennaio 1904

Parte per Sant’Elia a Pianisi per gli studi ginnasiali.

ottobre 1905

Raggiunge San Marco la Catola per lo studio della filosofia.

aprile 1906

Ritorna a Sant’Elia a Pianisi per gli studi liceali.

1906

La sangiovannese Lucia Fiorentino (1889-1934) mentre è assorta preghiera ha una "visione immaginaria", premonitrice dell'arrivo di padre Pio a S. Giovanni Rotondo. Nei "Cenni autobiografici" ella accennò alla visione di un "albero di smisurata grandezza nell’atrio del nostro convento dei cappuccini" e a una voce che le diceva: “Questo è il simbolo di un’anima che ora è lontana e verrà qui; farà tanto bene in questo paese… Sarà forte e ben radicata come quest’albero e tutte le anime che verranno – sia di qui come da lontano – se si rifugeranno all’ombra di quest’albero saranno liberate dal male (ossia chi verrà da questo degno sacerdote per averne lume e trovare perdono e rimedio alle proprie colpe).....(omissis)"

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

27 gennaio1907

Fra Pio emette la professione dei voti solenni per “attendere al bene dell’anima e dedicarmi intieramente al servizio di Dio”.

9 ottobre 1907

Ritorna a San Marco la Catola per gli esami di filosofia. Nello stesso mese di ottobre si trasferisce a Serracapriola e studia teologia sotto la guida di padre Agostino da San Marco in Lamis. Nel mese di novembre lo studio della teologia prosegue a Montefusco.

19 e 21 dicembre 1908

A Benevento fra Pio riceve rispettivamente gli ordini minori e l’ordine del suddiaconato.

31 gennaio 1909

Il Consiglio comunale di S. Giovanni Rotondo delibera di dare il convento in affitto, ai Padri minori cappuccini Francesco Latiano e Nicola Ciavarella, per ventinove anni, a condizione di tenere aperta al pubblico l’annessa chiesa. La Giunta provinciale approva. E’ la fine di una lunga lotta con le autorità provinciali, durata decenni, per favorire il ritorno dei frati nel convento dopo la soppressione degli ordini religiosi del 1866. Il provvedimento finirà per spalancare le porte a Padre Pio da Pietrelcina.

maggio 1909

Fra Pio torna a Pietrelcina a causa delle cattive condizioni di salute.

18 luglio 1909

Fra Pio riceve l’ordine del diaconato nel convento di Morcone.

10 agosto 1910

Avviene la consacrazione di Fra’ Pio nel duomo di Benevento.

14 agosto 1910

Padre Pio celebra a Pietrelcina la prima Messa solenne ed avverte i primi dolori alle mani e ai piedi, causati dalle stimmate invisibili.

8 settembre 1911

Confessa al direttore spirituale padre Benedetto da San Marco in Lamis di avere "da circa un anno le stimmate invisibili".

ottobre 1911

Padre Pio è trasferito a Venafro ed è sottoposto a visite mediche a Napoli.

7 dicembre 1911

La salute peggiora e ritorna a Pietrelcina.

10 ottobre 1915

Rivela al suo direttore di patire da anni la coronazione di spine e la flagellazione.

6 novembre 1915

Padre Pio è chiamato presso il distretto militare di Benevento per la visita di leva.

18 dicembre 1915

A causa delle precarie condizioni di salute ritorna a Pietrelcina in licenza di convalescenza.

17 febbraio 1916

Arriva per trasferimento nel convento di Sant’Anna di Foggia e diventa membro di quella comunità.

28 luglio 1916

Per sottrarlo alla calura estiva Padre Paolino di Tommaso da Casacalenda lo conduce nel convento di San Giovanni Rotondo e vi resta una settimana. Il 28 luglio 1916. Inizia così la vita di padre Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo.

13 agosto 1916

Padre Pio scongiura il superiore provinciale di mandarlo per un po’ di tempo a San Giovanni Rotondo “dove Gesù mi assicura che starò meglio” - dice. Inoltre spiega un altro motivo della richiesta: “bisogna sollevare un po’ il fisico per tenermi pronto ad altre prove, alle quali egli vuole assoggettarmi”.

4 settembre 1916

Padre Pio ottiene di ritornare nel convento di Santa Maria delle Grazie di San Giovanni Rotondo, che gli viene assegnato solo come sede provvisoria.

18 dicembre

Rientra a Napoli per il servizio militare.

30 dicembre 1916

A causa delle pessime condizioni fisiche i medici lo rimandano a casa in licenza “illimitata” di sei mesi. Ma rimane a casa per otto mesi, a causa di un disguido postale.

19 agosto 1917

Torna dalla licenza presso il distretto militare di Napoli e contro ogni logica aspettativa viene dichiarato valido ai servizi interni.

5 novembre 1917

E' inviato in licenza di convalescenza di quattro mesi.

12 novembre 1917

Rientra a San Giovanni Rotondo e vi resta fino al 5 marzo 1918 quando riprende il servizio militare a Napoli.

18 - 23 maggio 1917

Padre Pio si assenta da S. Giovanni Rotondo per accompagnare a Roma la sorella Graziella, che diventerà suora.

16 marzo 1918

Rientrato dalla licenza, Padre Pio viene riformato e due giorni dopo torna per sempre nel convento di San Giovanni Rotondo. La diagnosi parla di “bronco alveolite doppia”.

Metà aprile – metà di maggio 1918

Padre Pio, attraversando un momento molto delicato, dimora nel convento di San Marco la Catola per conferire col padre Provinciale circa i problemi del suo spirito.

5-7 agosto 1918

Avviene il fenomeno mistico della “trasverbazione del cuore”: un misterioso Personaggio celeste trapassa il cuore del Padre con una lancia, lasciandogli una ferita aperta sanguinante. E’ il preludio al fenomeno delle “stimmate”.

20 settembre 1918

Rivede in coro il misterioso Personaggio che gronda sangue e il Padre si sente trafiggere le mani e i piedi. Si ritrova così con le stimmate, i segni visibili della Passione di Cristo, impressi per sempre sulle mani, sul costato e sui piedi, che scompariranno misteriosamente solo in punto di morte, il 23 settembre 1968.

1919

La stampa diffonde la notizia della stimmatizzazione e i pellegrini salgono a migliaia sul Gargano, richiamati dai carismi di Padre Pio.

15 maggio 1919

Giunge a S. Giovanni Rotondo il prof. Luigi Romanelli, primario dell’Ospedale di Barletta primo medico inviato per esaminare le stimmate di Padre Pio.

13 luglio 1919

Il giornalista V. Ciampi , durante una sua visita nel convento di S. Maria delle Grazie, trova il padre guardiano letteralmente «affogato in un mare – non è un’esagerazione! – di telegrammi e di lettere che arrivavano giornalmente a pacchi, prima da ogni parte d’Italia ed ora anche del… mondo". Le missive provenivano "dalla Francia, dalla Spagna, dall’Inghilterra e financo dall’America”. Sono i primi segni della fama e dell’internazionalità di Padre Pio.

26 luglio 1919

E’ visitato dal prof. Amico Bignami, ordinario di Patologia medica presso l’Università di Roma, il quale ripete un secondo esame nella stessa settimana.

9 ottobre 1919

Si sottopone agli ulteriori ed approfonditi accertamenti del dott. Giorgio Festa, inviato dal Superiore Generale dei Cappuccini padre Venanzio da Lisle.

15 luglio 1920

Il dott. Giorgio Festa e il prof. Luigi Romanelli visitano insieme Padre Pio.

13 ottobre 1920

A San Giovanni Rotondo, dopo alcuni disordini di natura politica durante la campagna elettorale, le forze opposte si fronteggiano. I socialisti, vincitori delle elezioni, vogliono esporre sul Municipio la bandiera rossa, al posto della bandiera nazionale. I partiti del Fascio si oppongono. C’è l’intervento della forza pubblica e avviene un eccidio, con tredici morti e una ottantina di feriti.

febbraio 1921

Il “Comitato pro l’erigendo Ospedale” invia al presidente della Congregazione di Carità di S. Giovanni Rotondo una lettera con la quale si manifesta l'intenzione di donare alla stessa congregazione un ospedale da costruirsi con denaro raccolto da Padre Pio, a patto di allocarlo nei suoi locali detti “del Monte”.

giugno 1921

Cominciano a diffondersi le voci di un possibile trasferimento di Padre Pio.

Luglio 1921

I sangiovannesi insorgono contro le voci di trasferimento di Padre Pio. La folla si eccita. Le Autorità di P.S. , preoccupate per l'evolversi della situazione, precedono una fiumana di gente e fanno circondare il convento. Qui giunta, la folla grida, urla, piange, impreca, minaccia, affermando che “nessuno giammai potrà osare di toglierci il Santo che illumina questa terra, e tanto bene irradia, coi suoi miracoli e col suo savio consiglio”. Un giornalista del luogo scrive in un mirabile articolo: «Il nostro popolo non può assolutamente rinunziare a Padre Pio. Questi è ormai nostro, e nostro dovrà restare nella storia e nei secoli venturi che di Lui celebreranno i grandi miracoli che opera ogni ora”. Il titolo è tutto un programma: “Padre Pio non lascerà mai S. Giovanni Rotondo”. E così sarà, per la caparbietà dei sangiovannesi, pronti a sacrificarsi per lui.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

25 ottobre 1921

Giunge in visita del cardinale Augusto Sili, prefetto del Supremo tribunale della Segnatura e delegato apostolico del santuario di Pompei.

dicembre 1921

A S. Giovanni Rotondo viene inaugurata un’apposita casa per il Terz'Ordine Francescano.

1922

Iniziano in paese, nei locali detti “del Monte”. i lavori del primo ospedaletto voluto da Padre Pio.

10 maggio 1922

Viene emesso il decreto con il quale i fedeli sono diffidati affinchè non si accostino a Padre Pio per motivi di devozione. Nuove petizioni popolari si rivelavano inutili.

4 giugno 1922

Ai Cappuccini di San Giovanni Rotondo perviene l’ordine del Sant’Officio del 2 giugno 1922 che intorno a Padre Pio “si stia in osservazione”, evitando ogni “singolarità e rumore”, raccomandando che egli celebri messa in orari diversi, “a preferenza summo mane ed in privato”, “non dia benedizione al popolo”, “per nessun motivo egli mostri le così dette stimmate, ne parli e le faccia baciare”.

16 agosto 1922

Il Consiglio della Congregazione di carità viene a conoscenza delle assicurazioni di Padre Pio di voler elargire la somma di lire 50 mila per riadattare una parte del Convento dell’ex Convento delle Clarisse onde costruire un ospedale “degno del suo nome”. Il Consiglio per il momento è fermo nell'idea di allocare il predetto ospedale nei locali detti del “Monte” .

23 ottobre 1922

23 ottobre 1922 – La Congregazione di Carità approva la proposta di allocare l’ospedale nel Convento delle Clarisse.

3 gennaio 1923

Anche la Commissione pro l’erigendo Ospedale Civile riconosce ufficialmente come inadatti i locali del Monte e accetta di allocare l’ospedale nel Convento delle Clarisse.

31 maggio 1923

Una dichiarazione rilasciata dopo un’inchiesta sui fatti che si attribuiscono al Padre, stabilisce la loro non soprannaturalità. Pertanto i fedeli vengono invitati a conformare il loro modo di agire a questa dichiarazione.

17 giugno 1923

Giunge l'ordine di non celebrare più la Messa in pubblico e che non si risponda più alle lettere dei fedeli che arrivano al convento.

24 giugno 1923

A S. Giovanni Rotondo è festa patronale. Si parla nuovamente dell’imminente trasferimento del Padre. I sangiovannesi sono pronti sacrificarsi per Lui. Le assicurazioni del prefetto Mormino, giunte tramite i carabinieri reali, riescono a placare gli animi, che si riaccendono il giorno successivo.

25 giugno 1923

Numerosi fedeli si recano al convento. Ma il frate non scende in chiesa a dir messa. La popolazione si scioglie alla primordiale ferocia e in armi si riversa in convento. Poi, grazie al buon senso del padre guardiano e del maresciallo, si ritira. Un gruppo di sangiovannesi armati vigila giorno e notte intorno al convento, e informa la popolazione di ogni movimento sospetto. Un corrispondente locale commenta sui giornali:

«Le autorità religiose traggano da questa manifestazione proficuo ammaestramento, e gli individui denigratori imparino a proprie spese che è pericoloso offendere la fede di un popolo».

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza")

26 giugno1923

Torma a celebrare messa in chiesa.

2 luglio 1923

Per andare incontro al notevole flusso di fedeli forestieri, la ditta Massa Luigi, concessionaria di un nuovo servizio automobilistico, attiva il collegamento della tratta San Giovanni Rotondo-San Marco in Lamis-Foggia.

8 agosto1923

A Padre Pio viene notificata l’obbedienza del trasferimento in altra sede, da stabilirsi con separato provvedimento. Tale provvedimento indicherà la sede di Ancona.

10 agosto 1923

Un sangiovannese, disperato al pensiero di perdere Padre Pio, compie un estremo atto d’amore: gli piomba alle spalle durante una cerimonia e con una pistola minaccia di ucciderlo, per farlo restare in paese se non da vivo almeno da morto!

10 agosto 1923

Davanti a Gesú sacramentato Padre Pio, preoccupato per gli eventi che scuotono il paese, scrive una lettera che può essere considerata la prima parte del suo testamento spirituale per il “caro e prediletto popolo di S. Giovanni Rotondo".

12 agosto 1923

Padre Pio scrive con apprensione al sindaco ed amico Francesco Morcaldi un'altra lettera che può essere considerata la seconda parte del suo testamento spirituale per il popolo sangiovannese. In essa il Padre si dichiara “commosso” profondamente per i fatti accaduti in paese negli ultimi giorni ed è assalito dal timore che lui “possa essere involontariamente causa di luttuosi avvenimenti per questa mia cara cittadina”. La lettera si conclude con queste parole stupende, che sono rimaste scolpite nei cuori dei sangiovannesi:

“Io ricorderò sempre cotesto popolo generoso nella mia povera ed assidua preghiera, implorando per esso pace e prosperità e quale segno della mia predilezione, null’altro potendo fare, esprimo il mio desiderio che, ove i miei superiori non si oppongano, le mie ossa siano composte in un tranquillo cantuccio di questa terra”.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza")

17 agosto1923

Preoccupate per l’agitazione popolare le autorità ecclesiastiche sospendono il trasferimento di Padre Pio.

27 Agosto 1923

Padre Pio, benché disposto a una docile obbedienza, fa appello alla responsabilità delle autorità civili e religiose affinché tengano ben presenti le conseguenze di un suo trasferimento: “…è certo per me e per chiunque conosce questo paese che non basterebbe nemmeno uno stato d’assedio prolungato per impedire terribili sanguinose rappresaglie. Lei, meglio di me, sa cosa siano le passioni religiose di un popolo; di questo popolo poi ardente e d’istinti ancora primitivi chi potrebbe persuadersi che minacci invano?”.

gennaio 1924

Il consiglio comunale sangiovannese si rifiuta di accogliere la proposta di una società per l’edificazione di un albergo, affinché non si dica che si vuole industrializzare e sfruttare la pre­senza di Padre Pio.

18 dicembre 1924

Il Consiglio comunale accoglie una domanda di enfiteusi perpetua del convento, presentata da P. Lorenzo Testa, con un canone annuo di lire settecentocinquanta. Il 14 settembre 1925, alla fine della procedure burocratiche per il riscatto del Canone per il Fondo del Culto , lo strumento viene firmato nello studio del notaio Giovanni Giuliani, in via Biffa. Il Comune è rappresentato dal sindaco Cav. Francesco Morcaldi.

22 aprile 1925

Il paese è di nuovo in agitazione per le restrizioni imposte a Padre Pio nel ministero delle confessioni.

23 aprile 1925

Con gioia dei sangiovannesi viene inaugurato l’Ospedale “S. Francesco”, allocato nell’ex monastero delle Clarisse. E’ un piccolo, moderno ospedale con 20 posti letto. Resterà in funzione fino al 1938.

5 ottobre 1925

Padre Pio è operato di ernia dal dott. Giorgio Festa.

23 aprile 1926

Ipso iure viene proibito dalla Chiesa l’opuscolo "Padre Pio da Pietrelcina" di Giuseppe De Rossi (Emmanuele Brunatto), a causa di pretesi miracoli e di altri fatti straordinari attribuiti al Padre. La sua pubblicazione provoca grande sofferenza nell’animo di Padre Pio.

2 dicembre 1926

Il Tribunale di Foggia emette una sentenza di condanna contro il canonico sangiovannese Vincenzo Miscio, accusato di aver estorto al fratello di Padre Pio 3000 lire per non pubblicare un libro contro Padre Pio. Egli beneficia di una notevole riduzione di pena, rispetto alla richiesta dell’accusa, grazie alla derubricazione del reato di “estorsione” in reato di “truffa”.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

26 marzo 1927

Inizia la visita apostolica di mons. Felice Bevilacqua che durerà fino al 5 aprile.

fine maggio 1928

Giunge a S. Giovanni Rotondo mons. Giuseppe Bruno, un altro visitatore apostolico.

3 gennaio 1929

Nella casa di Maria Pyle, una ricca americana trasferitasi a San Giovanni Rotondo da cinque anni, Padre Pio assiste la mamma morente. Peppa Di Nunzio muore, a 70 anni.

6-7 aprile 1931

Sparsasi la voce dell’arrivo di un nuovo Padre Guardiano in sostituzione di P. Raffaele da S. Elia a Pianisi, una turba di popolo armato si reca al convento minacciosa. Verso la mezzanotte un centinaio di uomini, accompagnati da donne e ragazzi, prendono un palo della luce e lo usano come ariete per forzare il portone del convento. Il padre guardiano riesce coraggiosamente a rimetterli alla porta e Padre Pio, commosso, dalla finestra li scongiura di tornarsene a casa.

9 giugno 1931

A Padre Pio giunge l’ordine di sospensione da ogni ministero, eccetto la Messa, che dovrà celebrare privatamente.

14 marzo 1933

Padre Pio si incontra con Mons. Felice Bevilacqua giunto in visita con il vescovo P. Luca Ermenegildo Passetto. Mons. Bevilacqua resta ammirato per la sua umiltà, docilità e su tutto il suo comportamento. La sua relazione fa cambiare idea a Pio XI nei riguardi di padre Pio.

24 giugno 1933

Avviene il primo incontro di Padre Pio con mons. Andrea Cesarano, nuovo arcivescovo, giunto a Manfredonia il 20 dicembre 1931, il quale porta uno spiraglio di luce nel biennio più tenebroso della vita di Padre Pio (1931-1933).

1933

Sotto lo pseudonimo di Jhon Willougby, E. Brunatto pubblica a Parigi un’edizione francese ed italiana dell’opera polemica “Gli anticristi nella Chiesa di Cristo”. Tre accorate lettere del Padre non sono riuscite a farlo desistere. Lo scopo della pubblicazione è di costringere la Chiesa a riabilitare Padre Pio.

16 luglio 1933

Padre Pio è riammesso a dir messa nella chiesa del convento. Fuori di essa potrà anche confessare i religiosi.

25 marzo 1934

25 marzo 1934 – E’ riammesso a confessare gli uomini.

12 maggio 1934

E’ riammesso a confessare indistintamente (utriusque sexus) uomini e donne.

1938

L’Ospedale S. Francesco, voluto fortemente da Padre Pio, viene chiuso. Stando a quanto riferiscono alcuni cronisti, una scossa sismica gli ha dato il colpo di grazia, danneggiando gravemente il fabbricato. Ma le cause della chiusura sono da ricercarsi anche in problemi di natura finanziaria. Sono trascorsi appena tredici anni dalla sua inaugurazione.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

9 gennaio 1940

Mortificato dalla chiusura dell’Ospedale S. Francesco, Padre Pio non demorde e manifesta ai dottori Mario Sanvico e Carlo Kiswarday l’idea di erigere un grosso ospedale vicino al convento: la Casa Sollievo della Sofferenza.

7 ottobre 1946

All’età di 86 anni, "zi’ Grazio", padre di P. Pio, amorevolmente assistito dal figlio, si spegne nella casa di Maria Pyle l’americana.

16 maggio 1947

Padre Pio benedice la prima pietra della Casa Sollievo della Sofferenza. Gli operai aggrediscono la montagna e in nove anni la “bianca favola” diventerà una realtà viva ed operante.

6 luglio 1947

Grazie a un’offerta in denaro di Maria Pyle , a Pietrelcina si inaugura il convento dei Cappuccini.

1949

Si stampa un bollettino periodico che informa sull’andamento dei lavori della Casa Sollievo della Sofferenza e raccoglie nuove offerte, che giungono da ogni parte del mondo.

1949

Padre Pio esorta i figli spirituali a rispondere all’invito lanciato ai cattolici dal Pontefice Pio XII dopo la guerra, di riunirsi in comunità per pregare il Signore di dare loro la forza ricostruire materialmente e moralmente la società, devastata dal flagello della guerra. Nascono così i primi “Gruppi di Preghiera”. I gruppi mantengono i contatti con S. Giovanni Rotondo attraverso un Centro che si occupa anche della pubblicazione della rivista “La Casa Sollievo della Sofferenza”.

7 gennaio 1950

Inizia il sistema della prenotazione per mettere ordine alle confessioni delle donne.

31 dicembre 1951.

Giungono a S. Giovanni Rotondo, mandati dal Sant’Uffizio, a causa di incomprensioni, equivoci e malintesi, i Monsignori Caronti e Pepe; ma non prendono decisioni.

3 agosto 1952

Un decreto del Sant’Offizio, pubblicato sull'Osservatore Romano, proscrive alcuni libri su Padre Pio privi della necessaria revisione e dell’approvazione ecclesiastica.

22 gennaio 1953

Padre Pio celebra il 50° di vestizione religiosa.

6 giugno 1954

Per la prima volta Padre Pio celebra la Messa all’aperto sul piazzale della chiesetta di S. Maria delle Grazie.

21 dicembre 1954

Si sparge la voce che i superiori vogliono trasferire Padre Pio. La voce irrita fortemente i cittadini di San Giovanni Rotondo.

5 maggio 1956

Si inaugura la Casa Sollievo della Sofferenza considerata da Padre Pio“la pupilla dei miei occhi”. Alla solenne manifestazione intervengono autorità della Chiesa e dello Stato e circa quindicimila fedeli. I locali sono benedetti dal cardinal Giacomo Lercaro. Nel discorso inaugurale Padre Pio, avendo bene a mente la brutta fine del piccolo Ospedale S. Francesco per cause di natura economica, raccomanda la nuova creatura alla generosità dei fedeli “affinché non perisca d’inedia e divenga la città ospedaliera tecnicamente adeguata alle più ardite esigenze cliniche e insieme ordine ascetico del francescanesimo militante. Luogo di preghiera e di scienza dove il genere umano si ritrovi in Cristo Crocifisso come un solo gregge con un solo pastore».

2 luglio 1956

Viene posta la prima pietra della nuova chiesa del santuario dei Cappuccini.

Settembre 1956

Padre Pio, saputo che nella zona detta “lu travagghie” è sorta una chiesa evangelica molto attiva, né è addolorato profondamente e fa istituire nella stessa zona, un asilo cristiano intitolato a San Francesco d’Assisi. Per gestirlo arrivano dalla Sicilia le Suore Cappuccine del Sacro Cuore

4 aprile 1957

Pio XII nomina Padre Pio direttore a vita della fraternità del Terz’Ordine Francescano "Santa Maria delle Grazie". Gli viene conferito il privilegio di guidare personalmente la Casa Sollievo della Sofferenza.

5 maggio 1957

In occasione del primo anniversario dell’Ospedale, Padre Pio pronuncia un discorso in cui traccia le linee programmatiche della sua Opera, che si riveleranno profetiche.

17 dicembre 1957

Si inaugura nel rione Santa Croce, alla presenza del Padre e delle autorità provinciali, una chiesetta con annesso istituto di suore.

26 gennaio 1958

Si inaugura Centro di Formazione Professionale dell’ITCA, voluto fortemente da Padre Pio dopo aver scoperto che molti giovanotti sangiovannesi si recavano in convento per chiedere qualche soldo.

Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

25 aprile 1959

Padre Pio si ammala e fino all’8 agosto celebrerà messa quasi sempre in una cappella interna e all'Angelus saluta i fedeli dalla finestrella del convento.

1° luglio 1959

Viene consacrata la nuova chiesa Santa Maria delle Grazie.

2 luglio 1959

La Madonna delle Grazie viene incoronata dal card. Federico Tedeschini.

6 agosto 1959

La statua della Madonna di Fatima sosta due giorni a San Giovanni Rotondo. E mentre la Madonna riparte in elicottero Padre Pio guarisce miracolosamente.

30 luglio 1960

Giunge a San Giovanni Rotondo mons. Carlo Maccari e compie una lunga visita apostolica conclusasi il 17 settembre 1960. La stampa dà risalto alla notizia, tra lo sconcerto dei fedeli e degli amici di Padre Pio.

10 agosto 1960

Padre Pio celebra 50 anni di sacerdozio.

11 maggio 1964

Padre Pio nomina la Santa Sede erede universale di tutti i suoi beni.

Marzo 1965

Si diffondono voci sul cattivo stato di salute del Padre

5 maggio 1966

5 maggio 1966 – Si celebra il decimo anniversario della nascita della Casa Sollievo della Sofferenza. Si tiene anche un Convegno internazionale dei Gruppi di preghiera che già si contano a centinaia. Padre Pio afferma:

« È la preghiera, questa forza unita di tutte le anime buone, che muove il mondo, che rinnova le coscienze, che sostiene la Casa, che conforta i sofferenti, che guarisce gli ammalati, che santifica il lavoro, che eleva l’assistenza sanitaria, che dona la forza morale e la cristiana rassegnazione alla umana sofferenza, che spande il sorriso e la benedi­zione di Dio a ogni languore e debolezza».

Settembre - dicembre 1966

Lo stato di salute di padre Pio peggiora, nonostante la continua assistenza medica specialistica.

9 maggio 1967

All’età di 85 anni muore "zi’ Michele", fratello di Padre Pio.

25 maggio 1967

Padre Pio compie 80 anni. A S. Giovanni vi è un imponente raduno dei Gruppi di Preghiera, che giungono da ogni parte del mondo.

Gennaio 1968

Padre Pio cammina con molta difficoltà e di lì a poco comincia ad usare una sedia a rotelle per gli spostamenti.

7 luglio 1968

Ha un forte collasso e preferisce starsene da solo, raccolto in preghiera.

20 settembre 1968

In occasione del 50° anniversario delle stimmate, una folla folla ingente di fedeli attornia Padre Pio in quella che si rivelerà come l'ultima grande manifestazione di affetto, prima di commiatarsi da questo mondo.

21 settembre 1968

La Casa Sollievo della Sofferenza organizza il quarto Convegno internazionale dei Gruppi di preghiera; ma Padre Pio non è in grado di celebrare.

22 settembre 1968

Padre Pio alle cinque del mattino celebra l'ultima messa della sua vita. Durante la celebrazione ha un nuovo collasso e barcolla, stremato. Alle 18 si commiata dalla folla che riceve l’ultima benedizione.

23 settembre 1968

Alle ore 2,30 della notte, Padre Pio muore.

26 settembre 1968

Ai funerali di Padre Pio partecipano oltre centomila persone.

4 novembre 1969

Il postulatore generale dei Cappuccini, padre Bernardino da Siena, chiede al vescovo mons. Antonio Cunial, amministratore apostolico di Manfredonia, di iniziare la trattazione della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Padre Pio. La dimanda viene accolta il 23 dello stesso mese.

1 luglio 1970

La Santa Sede invia a San Giovanni Rotondo mons. Oreste Vighetti per la conduzione diretta dell’Opera di Padre Pio.

Luglio 1970

Inizia la pubblicazione dell’Epistolario di Padre Pio da parte dei padri Cappuccini.

16 gennaio 1971

Mons. Valentino Vailati, arcivescovo di Manfredonia, consegna alla Sacra Congregazione per le Cause dei Santi la documentazione richiesta per il nihil obstat all’introduzione della Causa di Beatificazione di Padre Pio.

22 gennaio 1971

ricorrenza della vestizione di P. Pio, s’ inaugura a S. Giovanni Rotondo un Centro Riabilitazione per bambini portatori di handicap, in zona Santa Croce. E’ il primo di una lunga serie. Decine di altri centri sorgeranno nei comuni della Puglia, della Basilicata e del Molise.

3 marzo 1980

Mons. Valentino Vailati consegna ulteriore documentazione su Padre Pio.

9 agosto 1981

9 agosto 1981 – Viene inaugurata la Via Crucis monumentale, sedici sculture in bronzo e una in pietra, opera dello scultore siciliano Francesco Messina. La prima pietra era stata posata, con la partecipazione di Padre Pio, nella mattinata del 22 settembre del 1968, poche ore prima della sua morte.

29 novembre 1982

Papa Giovanni Paolo II firma il decreto per l’introduzione del processo cognizionale sulla vita e le virtù del Servo di Dio Padre Pio.

20 marzo 1983

Inizia ufficialmente a San Giovanni Rotondo il processo cognizionale su Padre Pio.

23 maggio 1987

Il Santo Padre Giovanni Paolo II giunge in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo e si inginocchia in preghiera accanto alla tomba di Padre Pio. Mette in risalto l’aspetto essenziale del grande disegno di P. Pio «di unire la scienza a servizio degli ammalati insieme con la fede e la preghiera» in modo che «la degenza in questa Casa deve costituire sì una cura del corpo, ma anche una vera e propria educazione all’amore inteso come accettazione cristiana del dolore».

28 luglio 1987

Si festeggia il 71° anniversario dell’arrivo del Padre a S. Giovanni Rotondo. In Piazza degli Olmi - oggi Piazza Padre Pio - si inaugura il monumento di Pericle Fazzini che presenta un Padre Pio dall’esatto profilo, con le braccia levate, che impugna in alto, nello spazio, l’Ostensorio con la corona vibrante dei raggi.

21 gennaio 1990

Si chiude solennemente a S. Giovanni Rotondo la fase diocesana del processo di Padre Pio. La documentazione e le testimonianze, raccolte in 104 volumi vengono portate a Roma presso la Congregazione per le Cause dei Santi.

aprile 1997

I cinque volumi sintetici contenenti la Positio super virtutibus vengono consegnati ai cardinali della Congregazione per il parere sulla eroicità delle virtù teologali, cardinali e religiose di Padre Pio.

18 dicembre 1997

E' proclamato venerabile da Sua Santità il Papa Giovanni Paolo II.

2 maggio 1999

Beatificazione di Padre Pio in Piazza San Pietro, Roma.

30 giugno 2001

Si inaugura il “Museo Biografico di Padre Pio”, museo delle cere realizzato dalla Società Museum Project di Firenze.

16 giugno 2002

Padre Pio viene solennemente canonizzato da Giovanni Paolo II. Ora tutti lo potranno chiamare "Santo", anche se per i sangiovannesi lo era già, fin dal 28 luglio 1916, quando entrò a far parte della loro vita e della loro storia.

www.padrepioesangiovannirotondo.it

Bibliografia riguardante San Pio da Pietrelcina

Epistolario I, Corrispondenza con i Direttori Spirituali (1910-1922), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione riveduta e cor­retta da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000.

Epistolario II, Corrispondenza con la nobildonna Raffaelina Cerase (1914-1915), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, III Edizione rive­duta e corretta da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000 .

Epistolario III, Corrispondenza con le figlie spirituali (1915-1923), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione ristampata nel 1994 a cura di Padre Gerardo Di Flumeri.

Epistolario IV , Corrispondenza con diverse categorie di persone, a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione riveduta, corretta ed ampliata da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000 (abbreviazione: Epist. IV).

Alessandro da Ripabottoni, Padre Pio da Pietrelcina “il cireneo di tutti”, Ed. “Padre Pio da Pietrelcina”, Convento S. Maria delle Grazie, S. Giovanni Rotondo 1983.

Sandro da Ripa, I Cappuccini a S. Giovanni, Foggia 1967.

Fernando da Riese Pio X, Padre Pio da Pietrelcina crocefisso senza croce, Ed. Padre Pio da Pietrelcina, Convento dei Cappuccini, VI edizione, S. Giovanni Rotondo 1998.

Francesco Morcaldi, San Giovanni Rotondo nella luce del Cristianesimo, Editore Mantilli, Parma 1960.

M. Preziosi, Lucia Fiorentino, figlia spirituale di Padre. Pio, Foggia 1967.

Gerardo Saldutto, Un tormentato settennio (1918-1925) nella vita di Padre Pio da Pietrelcina, Tesi di Laurea, Università Gregoriana, Roma, 1974 - Ed. Padre Pio da Pietrelcina, Convento Santa Maria delle Grazie, San Giovanni Rotondo.

Giulio Giovanni Siena, Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza, Bastogi Editrice, Foggia, maggio

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