testimonianza escatologica


S La testimonianza escatologica
di Padre Pio
ebastiano Esposito s.j.

Premessa -- La scomparsa dell' "orizzonte escatologico" -- Escatologia vissuta

Premessa

Partiamo da una premessa ormai quasi universalmente conosciuta e riconosciuta: cioè che Padre Pio debba essere considerato come uno straordinario personaggio carismatico che, tra la fine del Secondo e l'inizio del Terzo Millennio, ha suscitato e continua a suscitare un'attenzione parimente straordinaria. Intendiamo personaggio carismatico in senso generico, senza voler subito specificare in che cosa consista il suo particolare carisma, anche perché, come diremo subito, non è sempre agevole definire a breve distanza di tempo la peculiarità del carisma di cui è caricato ed "incaricato" un uomo nella Chiesa di Cristo. Né bisogna mai dimenticare che un autentico carisma ha sempre anche il compito di edificare il corpo di Cristo, che è la Chiesa, rinforzandolo nelle membra già esistenti e favorendone l'accrescimento con il potenziale innesto di altri uomini disposti ad accettare la verità e grazia di Dio.

"Cerchiamo di servire il Signore con tutto il cuore e la volont�. Ci dar� sempre pi� di quanto meritiamo."
[Padre Pio - BG p.25-17]

Il potere di discernere la genuità del carisma non coincide con la capacità di intuirne subito o addirittura in anticipo la specifica missione in un determinato contesto temporale. Molto spesso, come affiora dalla storia della Chiesa, la destinazione esatta di un carisma già concesso può risultare per un certo tempo difficilmente decifrabile, non solo ai destinatari contemporanei ma anche allo stesso carismatico.

Un autentico carisma, infatti, proprio perché carisma, non nasce dalla carne o dal sangue e neppure dallo spirito di chi ne è dotato, ma, come tutto ciò che è generato dallo Spirito di Dio, è percepito un po' come il vento, che "soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va" (Gv 3, 8). E non di rado accade che i primi a trarne vantaggio siano proprio quei semplici di cuore, ai quali quel dono soprannaturale è diretto sicché proprio loro, che più ne hanno bisogno, l'accolgano con intuizione limpida e cuore sincero, mentre l'istituzione cerca più o meno faticosamente di discernere qualità e portata di quel dono che viene dall'alto.

La scomparsa dell' "orizzonte escatologico"

Non pretendiamo, quindi, di voler definire in modo netto e completo la natura e i caratteri specifici di quel fenomeno carismatico che circola nel mondo sotto il nome di Padre Pio, anzi ormai del Santo Padre Pio. Crediamo però che sia non solo permesso, ma anche raccomandabile, se - anche a rischio di erroneo fraintendimento- si tenta un primo approccio tra il carisma di Padre Pio e i bisogni dell'uomo del nostro tempo. Domandiamoci: esiste qualche carenza spirituale urgente, che l'uomo d'oggi avverte, seppure incosciamente, e alla quale la vicenda terrena di Padre Pio possa offrire un conforto e una speranza, mediante una testimonianza convincente?

La Conferenza Episcopale Italiana, in un recente documento, domandandosi come "Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia", già nell'Introduzione denuncia una delle carenze più tipiche e preoccupanti del nostro tempo, con queste testuali parole: "È offuscato se non addirittura scomparso nella nostra cultura l'orizzonte escatologico, l'idea che la storia abbia una direzione, che sia incamminata verso una pienezza che va al di là di essa. Tale eclissi si manifesta a volte negli stessi ambienti ecclesiali, se è vero che a fatica si trovano le parole per parlare delle realtà ultime e della vita eterna" (1) .

Come è chiaro, non si tratta di una deficienza accidentale o periferica. Ne va della sostanza stessa della vita umana. E' un' eclissi che oscura non soltanto il mondo dei "lontani", imprigionati in un mondo ridotto alle pure e semplici dimensioni euclidee, ma che si estende, almeno parzialmente, anche al mondo degli ascoltatori (Gc 1, 22) e dei ministri della Parola (At 6, 4).

"Camminate con semplicit�
nella via del Signore e non tormentate
il vostro spirito."
[Padre Pio - BG p.67-18]

A questo punto ci domandiamo: esistono dati e circostanze che, con qualche probabilità, ci permettano di porre in relazione il carisma di Padre Pio con questa "scomparsa dell'orizzonte escatologico" dell'uomo comtemporaneo? La risposta può essere affermativa, a nostro parere.

Prima ancora di esaminare gli scritti del frate Cappuccino, basta riferirsi ad dato esterno, incontestabile ma difficilmente spiegabile, cioè allo straordinario "fascino" che Padre Pio da Pietrelcina esercita sul mondo contemporaneo.

Nessuna strategia organizzativa o propagantistica, nessuna ventata di religiosità esaltata, nessuna ricerca di favori unicamente o anche prevalentemente terreni è in grado di spiegare adeguatamente questo continuo, crescente interesse e fiducia nel Frate confinato in un povero convento del Gargano.

Chi si recava, lui vivente, o tuttora si reca a San Giovanni Rotondo, avverte, più o meno chiaramente, il contatto con un "altra realtà", frutto non di suggestione o di sola riflessione teologica o di predicazione, ma di una sperimentazione diretta - diretta per quanto lo può essere a noi viatori - di quell' "altro mondo" che è, o dovrebbe essere, il mondo reale e consistente per ogni cristiano e per ogni vero uomo. A nostro avviso, per una conoscenza più realistica e fondata circa la natura e la funzione ecclesiale del suo carisma, forse può essere utile metterne in rilievo appunto la dimensione escatologica.

Un testimone dell'escatologia cristiana

Già ad un primo esame risulta che, dell'escatologia cristana, Padre Pio non è un semplice predicatore ma un autentico testimone. Certo, di Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso egli, come ogni buon religioso, parla e scrive. Ma non sono tanto le sue parole o i suoi scritti - quasi sempre lettere, non trattati (2) - che hanno permesso a milioni e milioni dei suoi e nostri contemporanei di scorgere un altro orizzonte sulla loro e sulla nostra vita. In certo senso, e fatte le debite proporzioni, è avvenuto in lui qualcosa che Paolo poteva dire di sé scrivendo ai Corinzi: "Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e trepidazione; e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza" (I Cor 2, 3-4).

Padre Pio ha reso presente l'orizzonte escatologico, e ciò in stile tipicamente cristiano. L'escatologia cristiana, infatti, si caratterizza, rispetto a quella delle altre religioni, ed in parte rispetto allo stesso Vecchio Testamento, per il fatto di ammettere non solo realtà, verità ed eventi che avverrano dopo la fine di questo mondo, ma annuncia nel suo messaggio fondamentale che con l'evento Cristo, morto e risorto, noi siamo già entrati nello stadio definitivo, sebbene non concluso, del nostro autentico futuro ( 3). Limitarsi a ricercare e calcolare affannosamente segni e presagi degli ultimi giorni, dimenticando quello che è già avvenuto, significa ricadere in una mentalità precristiana, se non addirittura intramondana e pagana, come purtroppo si constata abbastanza di frequente nel nostro mondo, e non solo in quello dei non credenti.

Padre Pio non indugia in calcoli circa la fine di questo mondo, né si fa carico di una predicazione intensiva delle ultime realtà, sulle orme di alcuni grandi santi nella Chiesa, vissuti però in epoche ben diverse dalla nostra. Egli, in maniera a volte inconsapevole e contrariata (spiegherò più avanti il significato di questi termini) rappresenta in se stesso e nella sua vita la realtà convincente ed avvincente dell'altro mondo.

Si potrà obiettare che, in fondo, ogni vero cristiano, e più ancora ogni santo, assolve in qualche modo questo compito, ed in certo senso è vero. Ma lo stesso annuncio può avere ed ha, nella storia della Chiesa, intensità, toni e modulazioni differenti, a seconda dei bisogni reali e mutevoli di coloro ai quali il messaggio è diretto. Ci sono momenti della storia, come il nostro, in cui lo Spirito vuol raggiungere non solo i "puri di cuore", ma anche coloro - e sono tantissimi - ai quali l'interferenza mondana di una certa cultura pre- o postcristiana altera la genuinità del messaggio trasmesso circa la vera destinazione di questo nostro mondo. Ci sembra che proprio questo si sia verificato, e speriamo che continuerà a verificarsi, nel caso del carisma di Padre Pio.

Gigantografia di Padre Pio a S.Giovanni Rotondo, nei giorni della canonizzazione.
(16 giugno 2002)

Cerchiamone qualche conferma. Paradossalmente, la prima conferma si può desumere proprio dall' iniziale e sofferta e contrastata reazione di Padre Pio a ciò che avviene di straordinario in lui. Alle prime avvisaglie dei doni interiori, e più tardi con la comparsa delle stimmate, Padre Pio manifesta, si direbbe, una reazione di pudore insofferente. Il giovane Cappuccino, che volontariamente ha scelto una vita di nascondimento, di preghiera e di penitenza, ha orrore al pensiero che la sua vita di unione con Dio possa essere in qualche modo esposta agli occhi del mondo. Questa reazione, largamente presente nel suo epistolario, raggiunge a volte toni talmente drammatici da fargli invocare la fine dell'esilio terreno, e rivelando il candido smarrimento del beneficiato, costituisce uno degli indizi più convincenti circa l'autenticità e la destinazione del suo carisma.

Nella storia, infatti, è quasi regola costante che in un primo momento (e può trattarsi di un momento piuttosto lungo) il vero carismatico non afferra la direzione e la specificità del suo carisma, e solo più tardi riesce a percepire la finalità di quei doni straordinari, che vengono impartiti dall'Alto soprattutto in vista del bene "comune" del Corpo mistico di Cristo. In Benedetto di Norcia, Francesco d'Assisi o Ignazio di Loyola - insieme a tanti altri - si ripete il fenomeno di uomini credenti e purificati, chiaramente dotati di doni non ordinari, che per un lungo periodo cercano di trovare il posto che il Signore ha disposto per loro nella Sua vigna, e che quasi sempre non corrisponde a quello che essi, affidandosi alle loro idee e preferenze, d'altronde non riprovevoli, avevano previsto e progettato per il loro avvenire.

Già nelle relazioni delle due prime visioni antecedenti la sua entrata in convento, il giovane frate di Pietrelcina, "astretto in virtù di santa ubbidienza", narra come la sua anima "fu subitamente rapita dai sensi e portata a mirare coll'occhio dell'intelligenza oggetti diversi da quelli che si vedono con gli occhi del corpo" (4 ). L'intera narrazione evoca argomenti chiaramente escatologici, come la rappresentazione drammatica della lotta che egli dovrà combattere contro le forze dell'inferno, e che sarà premiata con una corona di gloria da parte dell' "uomo maestoso" (5). Lo scenario è ben diverso da una pacifica e gioiosa visione paradisiaca. Degna di nota è la sua candida confessione: "Il significato della sua riferita visione - egli scrive - venne compreso da quest'anima, ma non chiaramente".

In una seconda visione, "pochi giorni innanzi che entrasse in religione... fulmineamente comprese che la... entrata in religione per dedicarsi al servizio del celeste Monarca altro non era che di esporsi alla lotta con quel misterioso uomo d'inferno con il quale aveva sostenuto la battaglia nella visione precedente" (6). Da tutto l'insieme appare chiaro che il giovane religioso, in quelle visioni straordinarie, legge un futuro che riguarda la sua anima e non sospetta neppure lontanamente che quell'esperienza debba poter avere una portata più ampia ed una dimensione "esteriore", per il bene della Chiesa.

Davanti a questo Crocifisso Padre Pio ricevette le stimmate, il 5 agosto 1918

Il caso seguente, che impronterà tutta la sua vita fino a poche ore dalla morte, è il dono delle Stimmate. Ed è qui che scoppia per il giovane religioso un dramma interiore enormemente più tormentoso ed ineluttabile. Egli si spaventa e, prevedendo che le stimmate potranno "esporlo" all'occhio dissacrante del mondo, pregherà che tutto si consumi in un dolore interno o - se ciò non è possibile - che egli possa congiungersi con Cristo mediante la morte. E, nella sua profonda umiltà, non sembra concepire che proprio di quella "ostensione" lo Spirito si servirà per riaffermare la sua presenza in questo mondo, e già ora, prima della fine di esso.

In questo contesto non si sottolinea mai sufficientemente l'importanza e la congruenza delle stimmate nell'ambito del carisma di Padre Pio. Le stimmate non vanno interpretate soltanto o soprattutto come il dono straordinario dall'alto per premiare i meriti di un santo frate, ma rappresentano e continueranno a rappresentare, per milioni e milioni di uomini, il "segno" incontestabile di una realtà superiore: la realtà escatologica, appunto. Sì, perché non bisogna dimenticare che le prime ferite di quel genere furono le prove convincenti della Risurrezione del Signore, cioè del definivo ingresso nel nostro mondo delle realtà ultime, cioè dell' escatologia cristiana.

Escatologia vissuta

Quel che sorprende, in Padre Pio, è il suo stile interiore di vivere le realtà escatologiche. Dicevamo che egli, più che parlarne, ne dà testimonianza. Ma è giusto ed interessante rilevarne anche lo stile con cui egli vive quelle realtà. Sorprende, ad esempio, il modo con cui egli affronta nella vita l'argomento Morte. Lungi dalle descrizioni terrificanti dei predicatori secenteschi, egli parla, desidera ed invoca la morte con accenti che richiamano da vicino quelli del suo autore e Maestro preferito, Paolo. La morte comporta per lui, come per l'Apostolo, un guadagno, la possibilità beatificante di essere definitivamente con Cristo. Quando, angosciato da quelle ferite che minacciano di "scoprirlo" al mondo, egli arriverà a chiedere il permesso d'implorare la morte, solo la saggezza e la preveggenza dei Superiori potrà imporgliene l'irremovibile divieto, facendogli balenare la possibilità di un aiuto per i fratelli in cammino.

Il Giudizio è da lui vissuto come un avvenimento totalmente futuro, al quale tuttavia bisogna convenientemente prepararsi . Ed anche qui, nello spirito del Discorso escatologico del Maestro, egli sentirà l'impulso ad opere grandiose di carità per i poveri e soprattutto per i malati.

Le realtà escatologiche del Paradiso e dell'Inferno, egli non le contempla o descrive tanto nella loro fase definitiva, ma le vive nel suo intimo conducendo, assistito da Dio, una lotta diuturna e terribile contro Satana e le sue potenze. Ed è proprio questa lotta che inevitabilmente, nonostante tutti i suoi sforzi contrari, lo costringe ad uscire fuori dal sacrario interiore, divenendo una delle testimonianze più diafane per i credenti e più inquietanti per tanta parte della cultura contemporanea, colpevolmente indifferente non solo per ciò che l'aspetta nel futuro assoluto, ma per quello che si svolge sotto i suoi occhi.

In questo senso Padre Pio può essere definito un testimone escatologico. Un testimone eccellente, che lo Spirito costringe a testimoniare di fronte al mondo, anche quando egli, per sentimento di umiltà o di indegnità, vorrebbe sottrarsi alla notorietà che ogni testimonianza inevitabilmente comporta. Lo costringe attraverso una serie di fenomeni umanamente sconcertanti ed inspiegabili. Si pensi alle continue infermità fisiche, che nessuna scienza di questo mondo è riuscita non dico a guarire, ma neppure a saper diagnosticare.

Infermità che hanno però avuto la funzione di imporre, ad una generazione malata di positivismo, i segni di una realtà che sta all'origine e alla fine di questo mondo. Alle infermità più tardi si aggiungeranno, come si è detto, le stimmate, ovvero i segni della Passione e della Risurrezione, i segni degli eschata. A quel punto al Frate riservato ed amante del nascondimento non resterà che abbracciare la Croce, pesante e beatificante, del pubblico martirio, e cioè della sua lunga, sofferta, contrastata, ma straordinariamente persuasiva testimonianza escatologica.

Solo lentamente, dopo decenni di scetticismo, di offese e di persecuzioni contro questo "servo buono e fedele", ci stiamo rendendo conto dell'immenso servizio che egli ha reso e continuerà a rendere agli uomini della nostra epoca e di quelle future.

* * * * *

La sintesi più illuminante ed autorevole della testimonianza escatologica di Padre Pio, la troviamo formulata splendidamente con le parole di Paolo, testimone escatologico per antonomasia nell'Areopago: "Dopo essere passato sopra ai tempi dell'ignoranza, ora Dio ordina a tutti gli uomini di tutti i luoghi di ravvedersi, poiché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare la terra con giustizia, per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti la prova sicura col risuscitarlo dai morti" (At 17, 30-31).


Note
1.
Conferenza Episcopale Italiana, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia. Orientamenti pastorale dell'Episcopato Italiano per il primo decennio del 2000, Ed.Dehoniane, Bologna 2001, p.6.
2
. Per un primo contatto con i testi che più esplicitamente trattano i temi classici dei Novissimi si possono consultare gli Indici analitici dei volumi dell'EPISTOLARIO. In particolare: per l'argomento Morte: Vol. I, p.1303; Vol. II, p. 639 sotto la voce Paolo Apostolo, dove molto significativamente viene espresso il desiderio della patria celeste, in una impressionante consonanza, terminologica e teologica, con la dottrina esperienziale dell'Apostolo circa il desiderio di essere con Cristo e la necessità di aiutare i fratelli sulla terra; per l'argomento Giudizio: Vol. I, pp. 476-477; circa i temi collegati con l' Inferno gioverà consultare le voci Demonio, Diavolo, Satana: Vol. I, pp.1291-1292; Vol. II, p. 632; Vol. III, p.1110; Vol. IV, p.1132.
3.
Sull'argomento cfr: G.GOZZELINO, Nell'attesa della beata speranza. Saggio di escatologia cristiana, Leumann (Torino) 1993, pp. 21-24; L.MORALDI, L'al di là dell'uomo nelle civiltà babilonese, egizia, greca, latina, ebraica, cristiana, e mussulmana, Milano 1985.
4.
PIO DA PIETRELCINA, Epistolario, vol. I, p.1280. Il grassetto è mio, come nelle altre citazioni.
5.
Ibid., pp.1281-1284.
6.
Ibid., pp.1282-1283.

Questo articolo è pubblicato nella rivista "Studi su Padre Pio", 3 (2002), n.1.

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Biografia di P. Pio

Date salienti della vita di Padre Pio

25 maggio 1887

Nasce a Pietrelcina (BN) Padre Pio, al secolo Francesco Forgione, da Grazio Forgione e Maria Giuseppa di Nunzio, detta Peppa.

26 maggio 1887

Riceve il battesimo da don Antonio Orlando nella chiesa di Santa Maria degli Angeli.

27 settembre 1899

E’ il “giorno singolarissimo ed indimenticabile per tutta la vita”, in cui riceve la cresima.

6 gennaio 1903

Entra come novizio nel convento dei Cappuccini di Morcone.

22 gennaio 1903

Indossa l’abito cappuccino e cambia il nome di battesimo in quello di Fra’ Pio da Pietrelcina.

22 gennaio 1904

E’ ammesso alla professione semplice.

25 gennaio 1904

Parte per Sant’Elia a Pianisi per gli studi ginnasiali.

ottobre 1905

Raggiunge San Marco la Catola per lo studio della filosofia.

aprile 1906

Ritorna a Sant’Elia a Pianisi per gli studi liceali.

1906

La sangiovannese Lucia Fiorentino (1889-1934) mentre è assorta preghiera ha una "visione immaginaria", premonitrice dell'arrivo di padre Pio a S. Giovanni Rotondo. Nei "Cenni autobiografici" ella accennò alla visione di un "albero di smisurata grandezza nell’atrio del nostro convento dei cappuccini" e a una voce che le diceva: “Questo è il simbolo di un’anima che ora è lontana e verrà qui; farà tanto bene in questo paese… Sarà forte e ben radicata come quest’albero e tutte le anime che verranno – sia di qui come da lontano – se si rifugeranno all’ombra di quest’albero saranno liberate dal male (ossia chi verrà da questo degno sacerdote per averne lume e trovare perdono e rimedio alle proprie colpe).....(omissis)"

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

27 gennaio1907

Fra Pio emette la professione dei voti solenni per “attendere al bene dell’anima e dedicarmi intieramente al servizio di Dio”.

9 ottobre 1907

Ritorna a San Marco la Catola per gli esami di filosofia. Nello stesso mese di ottobre si trasferisce a Serracapriola e studia teologia sotto la guida di padre Agostino da San Marco in Lamis. Nel mese di novembre lo studio della teologia prosegue a Montefusco.

19 e 21 dicembre 1908

A Benevento fra Pio riceve rispettivamente gli ordini minori e l’ordine del suddiaconato.

31 gennaio 1909

Il Consiglio comunale di S. Giovanni Rotondo delibera di dare il convento in affitto, ai Padri minori cappuccini Francesco Latiano e Nicola Ciavarella, per ventinove anni, a condizione di tenere aperta al pubblico l’annessa chiesa. La Giunta provinciale approva. E’ la fine di una lunga lotta con le autorità provinciali, durata decenni, per favorire il ritorno dei frati nel convento dopo la soppressione degli ordini religiosi del 1866. Il provvedimento finirà per spalancare le porte a Padre Pio da Pietrelcina.

maggio 1909

Fra Pio torna a Pietrelcina a causa delle cattive condizioni di salute.

18 luglio 1909

Fra Pio riceve l’ordine del diaconato nel convento di Morcone.

10 agosto 1910

Avviene la consacrazione di Fra’ Pio nel duomo di Benevento.

14 agosto 1910

Padre Pio celebra a Pietrelcina la prima Messa solenne ed avverte i primi dolori alle mani e ai piedi, causati dalle stimmate invisibili.

8 settembre 1911

Confessa al direttore spirituale padre Benedetto da San Marco in Lamis di avere "da circa un anno le stimmate invisibili".

ottobre 1911

Padre Pio è trasferito a Venafro ed è sottoposto a visite mediche a Napoli.

7 dicembre 1911

La salute peggiora e ritorna a Pietrelcina.

10 ottobre 1915

Rivela al suo direttore di patire da anni la coronazione di spine e la flagellazione.

6 novembre 1915

Padre Pio è chiamato presso il distretto militare di Benevento per la visita di leva.

18 dicembre 1915

A causa delle precarie condizioni di salute ritorna a Pietrelcina in licenza di convalescenza.

17 febbraio 1916

Arriva per trasferimento nel convento di Sant’Anna di Foggia e diventa membro di quella comunità.

28 luglio 1916

Per sottrarlo alla calura estiva Padre Paolino di Tommaso da Casacalenda lo conduce nel convento di San Giovanni Rotondo e vi resta una settimana. Il 28 luglio 1916. Inizia così la vita di padre Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo.

13 agosto 1916

Padre Pio scongiura il superiore provinciale di mandarlo per un po’ di tempo a San Giovanni Rotondo “dove Gesù mi assicura che starò meglio” - dice. Inoltre spiega un altro motivo della richiesta: “bisogna sollevare un po’ il fisico per tenermi pronto ad altre prove, alle quali egli vuole assoggettarmi”.

4 settembre 1916

Padre Pio ottiene di ritornare nel convento di Santa Maria delle Grazie di San Giovanni Rotondo, che gli viene assegnato solo come sede provvisoria.

18 dicembre

Rientra a Napoli per il servizio militare.

30 dicembre 1916

A causa delle pessime condizioni fisiche i medici lo rimandano a casa in licenza “illimitata” di sei mesi. Ma rimane a casa per otto mesi, a causa di un disguido postale.

19 agosto 1917

Torna dalla licenza presso il distretto militare di Napoli e contro ogni logica aspettativa viene dichiarato valido ai servizi interni.

5 novembre 1917

E' inviato in licenza di convalescenza di quattro mesi.

12 novembre 1917

Rientra a San Giovanni Rotondo e vi resta fino al 5 marzo 1918 quando riprende il servizio militare a Napoli.

18 - 23 maggio 1917

Padre Pio si assenta da S. Giovanni Rotondo per accompagnare a Roma la sorella Graziella, che diventerà suora.

16 marzo 1918

Rientrato dalla licenza, Padre Pio viene riformato e due giorni dopo torna per sempre nel convento di San Giovanni Rotondo. La diagnosi parla di “bronco alveolite doppia”.

Metà aprile – metà di maggio 1918

Padre Pio, attraversando un momento molto delicato, dimora nel convento di San Marco la Catola per conferire col padre Provinciale circa i problemi del suo spirito.

5-7 agosto 1918

Avviene il fenomeno mistico della “trasverbazione del cuore”: un misterioso Personaggio celeste trapassa il cuore del Padre con una lancia, lasciandogli una ferita aperta sanguinante. E’ il preludio al fenomeno delle “stimmate”.

20 settembre 1918

Rivede in coro il misterioso Personaggio che gronda sangue e il Padre si sente trafiggere le mani e i piedi. Si ritrova così con le stimmate, i segni visibili della Passione di Cristo, impressi per sempre sulle mani, sul costato e sui piedi, che scompariranno misteriosamente solo in punto di morte, il 23 settembre 1968.

1919

La stampa diffonde la notizia della stimmatizzazione e i pellegrini salgono a migliaia sul Gargano, richiamati dai carismi di Padre Pio.

15 maggio 1919

Giunge a S. Giovanni Rotondo il prof. Luigi Romanelli, primario dell’Ospedale di Barletta primo medico inviato per esaminare le stimmate di Padre Pio.

13 luglio 1919

Il giornalista V. Ciampi , durante una sua visita nel convento di S. Maria delle Grazie, trova il padre guardiano letteralmente «affogato in un mare – non è un’esagerazione! – di telegrammi e di lettere che arrivavano giornalmente a pacchi, prima da ogni parte d’Italia ed ora anche del… mondo". Le missive provenivano "dalla Francia, dalla Spagna, dall’Inghilterra e financo dall’America”. Sono i primi segni della fama e dell’internazionalità di Padre Pio.

26 luglio 1919

E’ visitato dal prof. Amico Bignami, ordinario di Patologia medica presso l’Università di Roma, il quale ripete un secondo esame nella stessa settimana.

9 ottobre 1919

Si sottopone agli ulteriori ed approfonditi accertamenti del dott. Giorgio Festa, inviato dal Superiore Generale dei Cappuccini padre Venanzio da Lisle.

15 luglio 1920

Il dott. Giorgio Festa e il prof. Luigi Romanelli visitano insieme Padre Pio.

13 ottobre 1920

A San Giovanni Rotondo, dopo alcuni disordini di natura politica durante la campagna elettorale, le forze opposte si fronteggiano. I socialisti, vincitori delle elezioni, vogliono esporre sul Municipio la bandiera rossa, al posto della bandiera nazionale. I partiti del Fascio si oppongono. C’è l’intervento della forza pubblica e avviene un eccidio, con tredici morti e una ottantina di feriti.

febbraio 1921

Il “Comitato pro l’erigendo Ospedale” invia al presidente della Congregazione di Carità di S. Giovanni Rotondo una lettera con la quale si manifesta l'intenzione di donare alla stessa congregazione un ospedale da costruirsi con denaro raccolto da Padre Pio, a patto di allocarlo nei suoi locali detti “del Monte”.

giugno 1921

Cominciano a diffondersi le voci di un possibile trasferimento di Padre Pio.

Luglio 1921

I sangiovannesi insorgono contro le voci di trasferimento di Padre Pio. La folla si eccita. Le Autorità di P.S. , preoccupate per l'evolversi della situazione, precedono una fiumana di gente e fanno circondare il convento. Qui giunta, la folla grida, urla, piange, impreca, minaccia, affermando che “nessuno giammai potrà osare di toglierci il Santo che illumina questa terra, e tanto bene irradia, coi suoi miracoli e col suo savio consiglio”. Un giornalista del luogo scrive in un mirabile articolo: «Il nostro popolo non può assolutamente rinunziare a Padre Pio. Questi è ormai nostro, e nostro dovrà restare nella storia e nei secoli venturi che di Lui celebreranno i grandi miracoli che opera ogni ora”. Il titolo è tutto un programma: “Padre Pio non lascerà mai S. Giovanni Rotondo”. E così sarà, per la caparbietà dei sangiovannesi, pronti a sacrificarsi per lui.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

25 ottobre 1921

Giunge in visita del cardinale Augusto Sili, prefetto del Supremo tribunale della Segnatura e delegato apostolico del santuario di Pompei.

dicembre 1921

A S. Giovanni Rotondo viene inaugurata un’apposita casa per il Terz'Ordine Francescano.

1922

Iniziano in paese, nei locali detti “del Monte”. i lavori del primo ospedaletto voluto da Padre Pio.

10 maggio 1922

Viene emesso il decreto con il quale i fedeli sono diffidati affinchè non si accostino a Padre Pio per motivi di devozione. Nuove petizioni popolari si rivelavano inutili.

4 giugno 1922

Ai Cappuccini di San Giovanni Rotondo perviene l’ordine del Sant’Officio del 2 giugno 1922 che intorno a Padre Pio “si stia in osservazione”, evitando ogni “singolarità e rumore”, raccomandando che egli celebri messa in orari diversi, “a preferenza summo mane ed in privato”, “non dia benedizione al popolo”, “per nessun motivo egli mostri le così dette stimmate, ne parli e le faccia baciare”.

16 agosto 1922

Il Consiglio della Congregazione di carità viene a conoscenza delle assicurazioni di Padre Pio di voler elargire la somma di lire 50 mila per riadattare una parte del Convento dell’ex Convento delle Clarisse onde costruire un ospedale “degno del suo nome”. Il Consiglio per il momento è fermo nell'idea di allocare il predetto ospedale nei locali detti del “Monte” .

23 ottobre 1922

23 ottobre 1922 – La Congregazione di Carità approva la proposta di allocare l’ospedale nel Convento delle Clarisse.

3 gennaio 1923

Anche la Commissione pro l’erigendo Ospedale Civile riconosce ufficialmente come inadatti i locali del Monte e accetta di allocare l’ospedale nel Convento delle Clarisse.

31 maggio 1923

Una dichiarazione rilasciata dopo un’inchiesta sui fatti che si attribuiscono al Padre, stabilisce la loro non soprannaturalità. Pertanto i fedeli vengono invitati a conformare il loro modo di agire a questa dichiarazione.

17 giugno 1923

Giunge l'ordine di non celebrare più la Messa in pubblico e che non si risponda più alle lettere dei fedeli che arrivano al convento.

24 giugno 1923

A S. Giovanni Rotondo è festa patronale. Si parla nuovamente dell’imminente trasferimento del Padre. I sangiovannesi sono pronti sacrificarsi per Lui. Le assicurazioni del prefetto Mormino, giunte tramite i carabinieri reali, riescono a placare gli animi, che si riaccendono il giorno successivo.

25 giugno 1923

Numerosi fedeli si recano al convento. Ma il frate non scende in chiesa a dir messa. La popolazione si scioglie alla primordiale ferocia e in armi si riversa in convento. Poi, grazie al buon senso del padre guardiano e del maresciallo, si ritira. Un gruppo di sangiovannesi armati vigila giorno e notte intorno al convento, e informa la popolazione di ogni movimento sospetto. Un corrispondente locale commenta sui giornali:

«Le autorità religiose traggano da questa manifestazione proficuo ammaestramento, e gli individui denigratori imparino a proprie spese che è pericoloso offendere la fede di un popolo».

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza")

26 giugno1923

Torma a celebrare messa in chiesa.

2 luglio 1923

Per andare incontro al notevole flusso di fedeli forestieri, la ditta Massa Luigi, concessionaria di un nuovo servizio automobilistico, attiva il collegamento della tratta San Giovanni Rotondo-San Marco in Lamis-Foggia.

8 agosto1923

A Padre Pio viene notificata l’obbedienza del trasferimento in altra sede, da stabilirsi con separato provvedimento. Tale provvedimento indicherà la sede di Ancona.

10 agosto 1923

Un sangiovannese, disperato al pensiero di perdere Padre Pio, compie un estremo atto d’amore: gli piomba alle spalle durante una cerimonia e con una pistola minaccia di ucciderlo, per farlo restare in paese se non da vivo almeno da morto!

10 agosto 1923

Davanti a Gesú sacramentato Padre Pio, preoccupato per gli eventi che scuotono il paese, scrive una lettera che può essere considerata la prima parte del suo testamento spirituale per il “caro e prediletto popolo di S. Giovanni Rotondo".

12 agosto 1923

Padre Pio scrive con apprensione al sindaco ed amico Francesco Morcaldi un'altra lettera che può essere considerata la seconda parte del suo testamento spirituale per il popolo sangiovannese. In essa il Padre si dichiara “commosso” profondamente per i fatti accaduti in paese negli ultimi giorni ed è assalito dal timore che lui “possa essere involontariamente causa di luttuosi avvenimenti per questa mia cara cittadina”. La lettera si conclude con queste parole stupende, che sono rimaste scolpite nei cuori dei sangiovannesi:

“Io ricorderò sempre cotesto popolo generoso nella mia povera ed assidua preghiera, implorando per esso pace e prosperità e quale segno della mia predilezione, null’altro potendo fare, esprimo il mio desiderio che, ove i miei superiori non si oppongano, le mie ossa siano composte in un tranquillo cantuccio di questa terra”.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza")

17 agosto1923

Preoccupate per l’agitazione popolare le autorità ecclesiastiche sospendono il trasferimento di Padre Pio.

27 Agosto 1923

Padre Pio, benché disposto a una docile obbedienza, fa appello alla responsabilità delle autorità civili e religiose affinché tengano ben presenti le conseguenze di un suo trasferimento: “…è certo per me e per chiunque conosce questo paese che non basterebbe nemmeno uno stato d’assedio prolungato per impedire terribili sanguinose rappresaglie. Lei, meglio di me, sa cosa siano le passioni religiose di un popolo; di questo popolo poi ardente e d’istinti ancora primitivi chi potrebbe persuadersi che minacci invano?”.

gennaio 1924

Il consiglio comunale sangiovannese si rifiuta di accogliere la proposta di una società per l’edificazione di un albergo, affinché non si dica che si vuole industrializzare e sfruttare la pre­senza di Padre Pio.

18 dicembre 1924

Il Consiglio comunale accoglie una domanda di enfiteusi perpetua del convento, presentata da P. Lorenzo Testa, con un canone annuo di lire settecentocinquanta. Il 14 settembre 1925, alla fine della procedure burocratiche per il riscatto del Canone per il Fondo del Culto , lo strumento viene firmato nello studio del notaio Giovanni Giuliani, in via Biffa. Il Comune è rappresentato dal sindaco Cav. Francesco Morcaldi.

22 aprile 1925

Il paese è di nuovo in agitazione per le restrizioni imposte a Padre Pio nel ministero delle confessioni.

23 aprile 1925

Con gioia dei sangiovannesi viene inaugurato l’Ospedale “S. Francesco”, allocato nell’ex monastero delle Clarisse. E’ un piccolo, moderno ospedale con 20 posti letto. Resterà in funzione fino al 1938.

5 ottobre 1925

Padre Pio è operato di ernia dal dott. Giorgio Festa.

23 aprile 1926

Ipso iure viene proibito dalla Chiesa l’opuscolo "Padre Pio da Pietrelcina" di Giuseppe De Rossi (Emmanuele Brunatto), a causa di pretesi miracoli e di altri fatti straordinari attribuiti al Padre. La sua pubblicazione provoca grande sofferenza nell’animo di Padre Pio.

2 dicembre 1926

Il Tribunale di Foggia emette una sentenza di condanna contro il canonico sangiovannese Vincenzo Miscio, accusato di aver estorto al fratello di Padre Pio 3000 lire per non pubblicare un libro contro Padre Pio. Egli beneficia di una notevole riduzione di pena, rispetto alla richiesta dell’accusa, grazie alla derubricazione del reato di “estorsione” in reato di “truffa”.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

26 marzo 1927

Inizia la visita apostolica di mons. Felice Bevilacqua che durerà fino al 5 aprile.

fine maggio 1928

Giunge a S. Giovanni Rotondo mons. Giuseppe Bruno, un altro visitatore apostolico.

3 gennaio 1929

Nella casa di Maria Pyle, una ricca americana trasferitasi a San Giovanni Rotondo da cinque anni, Padre Pio assiste la mamma morente. Peppa Di Nunzio muore, a 70 anni.

6-7 aprile 1931

Sparsasi la voce dell’arrivo di un nuovo Padre Guardiano in sostituzione di P. Raffaele da S. Elia a Pianisi, una turba di popolo armato si reca al convento minacciosa. Verso la mezzanotte un centinaio di uomini, accompagnati da donne e ragazzi, prendono un palo della luce e lo usano come ariete per forzare il portone del convento. Il padre guardiano riesce coraggiosamente a rimetterli alla porta e Padre Pio, commosso, dalla finestra li scongiura di tornarsene a casa.

9 giugno 1931

A Padre Pio giunge l’ordine di sospensione da ogni ministero, eccetto la Messa, che dovrà celebrare privatamente.

14 marzo 1933

Padre Pio si incontra con Mons. Felice Bevilacqua giunto in visita con il vescovo P. Luca Ermenegildo Passetto. Mons. Bevilacqua resta ammirato per la sua umiltà, docilità e su tutto il suo comportamento. La sua relazione fa cambiare idea a Pio XI nei riguardi di padre Pio.

24 giugno 1933

Avviene il primo incontro di Padre Pio con mons. Andrea Cesarano, nuovo arcivescovo, giunto a Manfredonia il 20 dicembre 1931, il quale porta uno spiraglio di luce nel biennio più tenebroso della vita di Padre Pio (1931-1933).

1933

Sotto lo pseudonimo di Jhon Willougby, E. Brunatto pubblica a Parigi un’edizione francese ed italiana dell’opera polemica “Gli anticristi nella Chiesa di Cristo”. Tre accorate lettere del Padre non sono riuscite a farlo desistere. Lo scopo della pubblicazione è di costringere la Chiesa a riabilitare Padre Pio.

16 luglio 1933

Padre Pio è riammesso a dir messa nella chiesa del convento. Fuori di essa potrà anche confessare i religiosi.

25 marzo 1934

25 marzo 1934 – E’ riammesso a confessare gli uomini.

12 maggio 1934

E’ riammesso a confessare indistintamente (utriusque sexus) uomini e donne.

1938

L’Ospedale S. Francesco, voluto fortemente da Padre Pio, viene chiuso. Stando a quanto riferiscono alcuni cronisti, una scossa sismica gli ha dato il colpo di grazia, danneggiando gravemente il fabbricato. Ma le cause della chiusura sono da ricercarsi anche in problemi di natura finanziaria. Sono trascorsi appena tredici anni dalla sua inaugurazione.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

9 gennaio 1940

Mortificato dalla chiusura dell’Ospedale S. Francesco, Padre Pio non demorde e manifesta ai dottori Mario Sanvico e Carlo Kiswarday l’idea di erigere un grosso ospedale vicino al convento: la Casa Sollievo della Sofferenza.

7 ottobre 1946

All’età di 86 anni, "zi’ Grazio", padre di P. Pio, amorevolmente assistito dal figlio, si spegne nella casa di Maria Pyle l’americana.

16 maggio 1947

Padre Pio benedice la prima pietra della Casa Sollievo della Sofferenza. Gli operai aggrediscono la montagna e in nove anni la “bianca favola” diventerà una realtà viva ed operante.

6 luglio 1947

Grazie a un’offerta in denaro di Maria Pyle , a Pietrelcina si inaugura il convento dei Cappuccini.

1949

Si stampa un bollettino periodico che informa sull’andamento dei lavori della Casa Sollievo della Sofferenza e raccoglie nuove offerte, che giungono da ogni parte del mondo.

1949

Padre Pio esorta i figli spirituali a rispondere all’invito lanciato ai cattolici dal Pontefice Pio XII dopo la guerra, di riunirsi in comunità per pregare il Signore di dare loro la forza ricostruire materialmente e moralmente la società, devastata dal flagello della guerra. Nascono così i primi “Gruppi di Preghiera”. I gruppi mantengono i contatti con S. Giovanni Rotondo attraverso un Centro che si occupa anche della pubblicazione della rivista “La Casa Sollievo della Sofferenza”.

7 gennaio 1950

Inizia il sistema della prenotazione per mettere ordine alle confessioni delle donne.

31 dicembre 1951.

Giungono a S. Giovanni Rotondo, mandati dal Sant’Uffizio, a causa di incomprensioni, equivoci e malintesi, i Monsignori Caronti e Pepe; ma non prendono decisioni.

3 agosto 1952

Un decreto del Sant’Offizio, pubblicato sull'Osservatore Romano, proscrive alcuni libri su Padre Pio privi della necessaria revisione e dell’approvazione ecclesiastica.

22 gennaio 1953

Padre Pio celebra il 50° di vestizione religiosa.

6 giugno 1954

Per la prima volta Padre Pio celebra la Messa all’aperto sul piazzale della chiesetta di S. Maria delle Grazie.

21 dicembre 1954

Si sparge la voce che i superiori vogliono trasferire Padre Pio. La voce irrita fortemente i cittadini di San Giovanni Rotondo.

5 maggio 1956

Si inaugura la Casa Sollievo della Sofferenza considerata da Padre Pio“la pupilla dei miei occhi”. Alla solenne manifestazione intervengono autorità della Chiesa e dello Stato e circa quindicimila fedeli. I locali sono benedetti dal cardinal Giacomo Lercaro. Nel discorso inaugurale Padre Pio, avendo bene a mente la brutta fine del piccolo Ospedale S. Francesco per cause di natura economica, raccomanda la nuova creatura alla generosità dei fedeli “affinché non perisca d’inedia e divenga la città ospedaliera tecnicamente adeguata alle più ardite esigenze cliniche e insieme ordine ascetico del francescanesimo militante. Luogo di preghiera e di scienza dove il genere umano si ritrovi in Cristo Crocifisso come un solo gregge con un solo pastore».

2 luglio 1956

Viene posta la prima pietra della nuova chiesa del santuario dei Cappuccini.

Settembre 1956

Padre Pio, saputo che nella zona detta “lu travagghie” è sorta una chiesa evangelica molto attiva, né è addolorato profondamente e fa istituire nella stessa zona, un asilo cristiano intitolato a San Francesco d’Assisi. Per gestirlo arrivano dalla Sicilia le Suore Cappuccine del Sacro Cuore

4 aprile 1957

Pio XII nomina Padre Pio direttore a vita della fraternità del Terz’Ordine Francescano "Santa Maria delle Grazie". Gli viene conferito il privilegio di guidare personalmente la Casa Sollievo della Sofferenza.

5 maggio 1957

In occasione del primo anniversario dell’Ospedale, Padre Pio pronuncia un discorso in cui traccia le linee programmatiche della sua Opera, che si riveleranno profetiche.

17 dicembre 1957

Si inaugura nel rione Santa Croce, alla presenza del Padre e delle autorità provinciali, una chiesetta con annesso istituto di suore.

26 gennaio 1958

Si inaugura Centro di Formazione Professionale dell’ITCA, voluto fortemente da Padre Pio dopo aver scoperto che molti giovanotti sangiovannesi si recavano in convento per chiedere qualche soldo.

Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

25 aprile 1959

Padre Pio si ammala e fino all’8 agosto celebrerà messa quasi sempre in una cappella interna e all'Angelus saluta i fedeli dalla finestrella del convento.

1° luglio 1959

Viene consacrata la nuova chiesa Santa Maria delle Grazie.

2 luglio 1959

La Madonna delle Grazie viene incoronata dal card. Federico Tedeschini.

6 agosto 1959

La statua della Madonna di Fatima sosta due giorni a San Giovanni Rotondo. E mentre la Madonna riparte in elicottero Padre Pio guarisce miracolosamente.

30 luglio 1960

Giunge a San Giovanni Rotondo mons. Carlo Maccari e compie una lunga visita apostolica conclusasi il 17 settembre 1960. La stampa dà risalto alla notizia, tra lo sconcerto dei fedeli e degli amici di Padre Pio.

10 agosto 1960

Padre Pio celebra 50 anni di sacerdozio.

11 maggio 1964

Padre Pio nomina la Santa Sede erede universale di tutti i suoi beni.

Marzo 1965

Si diffondono voci sul cattivo stato di salute del Padre

5 maggio 1966

5 maggio 1966 – Si celebra il decimo anniversario della nascita della Casa Sollievo della Sofferenza. Si tiene anche un Convegno internazionale dei Gruppi di preghiera che già si contano a centinaia. Padre Pio afferma:

« È la preghiera, questa forza unita di tutte le anime buone, che muove il mondo, che rinnova le coscienze, che sostiene la Casa, che conforta i sofferenti, che guarisce gli ammalati, che santifica il lavoro, che eleva l’assistenza sanitaria, che dona la forza morale e la cristiana rassegnazione alla umana sofferenza, che spande il sorriso e la benedi­zione di Dio a ogni languore e debolezza».

Settembre - dicembre 1966

Lo stato di salute di padre Pio peggiora, nonostante la continua assistenza medica specialistica.

9 maggio 1967

All’età di 85 anni muore "zi’ Michele", fratello di Padre Pio.

25 maggio 1967

Padre Pio compie 80 anni. A S. Giovanni vi è un imponente raduno dei Gruppi di Preghiera, che giungono da ogni parte del mondo.

Gennaio 1968

Padre Pio cammina con molta difficoltà e di lì a poco comincia ad usare una sedia a rotelle per gli spostamenti.

7 luglio 1968

Ha un forte collasso e preferisce starsene da solo, raccolto in preghiera.

20 settembre 1968

In occasione del 50° anniversario delle stimmate, una folla folla ingente di fedeli attornia Padre Pio in quella che si rivelerà come l'ultima grande manifestazione di affetto, prima di commiatarsi da questo mondo.

21 settembre 1968

La Casa Sollievo della Sofferenza organizza il quarto Convegno internazionale dei Gruppi di preghiera; ma Padre Pio non è in grado di celebrare.

22 settembre 1968

Padre Pio alle cinque del mattino celebra l'ultima messa della sua vita. Durante la celebrazione ha un nuovo collasso e barcolla, stremato. Alle 18 si commiata dalla folla che riceve l’ultima benedizione.

23 settembre 1968

Alle ore 2,30 della notte, Padre Pio muore.

26 settembre 1968

Ai funerali di Padre Pio partecipano oltre centomila persone.

4 novembre 1969

Il postulatore generale dei Cappuccini, padre Bernardino da Siena, chiede al vescovo mons. Antonio Cunial, amministratore apostolico di Manfredonia, di iniziare la trattazione della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Padre Pio. La dimanda viene accolta il 23 dello stesso mese.

1 luglio 1970

La Santa Sede invia a San Giovanni Rotondo mons. Oreste Vighetti per la conduzione diretta dell’Opera di Padre Pio.

Luglio 1970

Inizia la pubblicazione dell’Epistolario di Padre Pio da parte dei padri Cappuccini.

16 gennaio 1971

Mons. Valentino Vailati, arcivescovo di Manfredonia, consegna alla Sacra Congregazione per le Cause dei Santi la documentazione richiesta per il nihil obstat all’introduzione della Causa di Beatificazione di Padre Pio.

22 gennaio 1971

ricorrenza della vestizione di P. Pio, s’ inaugura a S. Giovanni Rotondo un Centro Riabilitazione per bambini portatori di handicap, in zona Santa Croce. E’ il primo di una lunga serie. Decine di altri centri sorgeranno nei comuni della Puglia, della Basilicata e del Molise.

3 marzo 1980

Mons. Valentino Vailati consegna ulteriore documentazione su Padre Pio.

9 agosto 1981

9 agosto 1981 – Viene inaugurata la Via Crucis monumentale, sedici sculture in bronzo e una in pietra, opera dello scultore siciliano Francesco Messina. La prima pietra era stata posata, con la partecipazione di Padre Pio, nella mattinata del 22 settembre del 1968, poche ore prima della sua morte.

29 novembre 1982

Papa Giovanni Paolo II firma il decreto per l’introduzione del processo cognizionale sulla vita e le virtù del Servo di Dio Padre Pio.

20 marzo 1983

Inizia ufficialmente a San Giovanni Rotondo il processo cognizionale su Padre Pio.

23 maggio 1987

Il Santo Padre Giovanni Paolo II giunge in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo e si inginocchia in preghiera accanto alla tomba di Padre Pio. Mette in risalto l’aspetto essenziale del grande disegno di P. Pio «di unire la scienza a servizio degli ammalati insieme con la fede e la preghiera» in modo che «la degenza in questa Casa deve costituire sì una cura del corpo, ma anche una vera e propria educazione all’amore inteso come accettazione cristiana del dolore».

28 luglio 1987

Si festeggia il 71° anniversario dell’arrivo del Padre a S. Giovanni Rotondo. In Piazza degli Olmi - oggi Piazza Padre Pio - si inaugura il monumento di Pericle Fazzini che presenta un Padre Pio dall’esatto profilo, con le braccia levate, che impugna in alto, nello spazio, l’Ostensorio con la corona vibrante dei raggi.

21 gennaio 1990

Si chiude solennemente a S. Giovanni Rotondo la fase diocesana del processo di Padre Pio. La documentazione e le testimonianze, raccolte in 104 volumi vengono portate a Roma presso la Congregazione per le Cause dei Santi.

aprile 1997

I cinque volumi sintetici contenenti la Positio super virtutibus vengono consegnati ai cardinali della Congregazione per il parere sulla eroicità delle virtù teologali, cardinali e religiose di Padre Pio.

18 dicembre 1997

E' proclamato venerabile da Sua Santità il Papa Giovanni Paolo II.

2 maggio 1999

Beatificazione di Padre Pio in Piazza San Pietro, Roma.

30 giugno 2001

Si inaugura il “Museo Biografico di Padre Pio”, museo delle cere realizzato dalla Società Museum Project di Firenze.

16 giugno 2002

Padre Pio viene solennemente canonizzato da Giovanni Paolo II. Ora tutti lo potranno chiamare "Santo", anche se per i sangiovannesi lo era già, fin dal 28 luglio 1916, quando entrò a far parte della loro vita e della loro storia.

www.padrepioesangiovannirotondo.it

Bibliografia riguardante San Pio da Pietrelcina

Epistolario I, Corrispondenza con i Direttori Spirituali (1910-1922), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione riveduta e cor­retta da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000.

Epistolario II, Corrispondenza con la nobildonna Raffaelina Cerase (1914-1915), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, III Edizione rive­duta e corretta da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000 .

Epistolario III, Corrispondenza con le figlie spirituali (1915-1923), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione ristampata nel 1994 a cura di Padre Gerardo Di Flumeri.

Epistolario IV , Corrispondenza con diverse categorie di persone, a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione riveduta, corretta ed ampliata da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000 (abbreviazione: Epist. IV).

Alessandro da Ripabottoni, Padre Pio da Pietrelcina “il cireneo di tutti”, Ed. “Padre Pio da Pietrelcina”, Convento S. Maria delle Grazie, S. Giovanni Rotondo 1983.

Sandro da Ripa, I Cappuccini a S. Giovanni, Foggia 1967.

Fernando da Riese Pio X, Padre Pio da Pietrelcina crocefisso senza croce, Ed. Padre Pio da Pietrelcina, Convento dei Cappuccini, VI edizione, S. Giovanni Rotondo 1998.

Francesco Morcaldi, San Giovanni Rotondo nella luce del Cristianesimo, Editore Mantilli, Parma 1960.

M. Preziosi, Lucia Fiorentino, figlia spirituale di Padre. Pio, Foggia 1967.

Gerardo Saldutto, Un tormentato settennio (1918-1925) nella vita di Padre Pio da Pietrelcina, Tesi di Laurea, Università Gregoriana, Roma, 1974 - Ed. Padre Pio da Pietrelcina, Convento Santa Maria delle Grazie, San Giovanni Rotondo.

Giulio Giovanni Siena, Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza, Bastogi Editrice, Foggia, maggio

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