La Messa di Padre Pio


LA SANTA MESSA

LA MESSA DI SAN PIO DA PIETRELCINA

(Dal libro: La Messa di Padre Pio)

PREPARAZIONE REMOTA ALLA SANTA MESSA

Nostro Signore Gesù Cristo in tutto il tempo in cui visse sulla terra - dice l'Imitazione - fu mai un'ora sola senza croci e dolori: l'intera vita di Cristo, quindi, non fu che croce e martirio.

A differenza dell'Antico Testamento, il sacrificio del Signore non è un atto, più o meno lungo, ma uno stato. Tra l'Ecce venio, proferito nel primo istante dell'incarnazione e il Consummatum est, pronunziato al Calvario, in una continua crescente oblazione, è contenuta tutta la vita del Redentore.

Lo stato vittimale del Signore, tuttavia, tocca l'apice sacrificale con l'immolazione al Calvario.

La passione di Cristo è il momento ricapitolativo del suo amore redentivo per noi: il Crocifisso è il segno visibile dei nostri peccati che Gesù, nel suo corpo, portò sul legno della croce, affinché risanati dalle sue piaghe, vivessimo per la sua giustizia.

La vita del crocifisso del Gargano non poteva essere vissuta se non in un completo, totale, assoluto stato vittimale.

- Padre, quando soffrite?

- Sempre, figlio mio!

- Padre, avete sempre sofferto?

- Fin dal seno di mia madre!

- Quanto soffrite, Padre?

- Quanto può soffrire colui che si addossa tutta l'umanità!

Padre Pio, incoraggiato da Gesù a sempre più correre la via della croce, vede, come in uno specchio, tutta la sua vita non essere altro che un continuato, ininterrotto martirio. È Gesù stesso che vuole le sue sofferenze. Il Signore in persona viene a mendicare le sue pene, le sue lacrime; e con voce insieme di preghiera e di comando, invita Padre Pio ad apporre il suo corpo per essere alleggerito nelle pene.

Scelto contro ogni demerito per aiutare Gesù nel grande negozio dell'umana salvezza, Padre Pio ha una sete cocentissima di voler soffrire: si rimprovererebbe - quest'araldo della croce - se cercasse anche per un'ora sola di essere lasciato senza croce o, peggio ancora, se altri entrassero in mezzo a rapirgliela.

Non solo vuole che tutta la sua vita, desiderata solo per sempre più patire, sia seminata di croci e persecuzioni, ma chiede addirittura di essere fatto partecipe dei medesimi dolori del Signore.

Come a Gesù nel Getsemani, gli viene offerto un calice: Padre Pio lo accetta e senza risparmio.

La elezione a vittima, se gli procura da parte del Padre celeste la partecipazione ai dolori dell'unigenito Figlio anche fisicamente, dispone soprattutto Padre Pio, dopo che Gesù gli ha fatto comprendere tutto il significato di vittima, a raggiungere il consummatum est a cui ogni vera vittima è ordinata.

Lo stigmatizzato del Gargano è per Gesù una umanità supplementare, o se si vuole, una umanità aggiunta - la felice espressione è di suor Elisabetta della Trinità - nella quale il Crocifisso del Calvario può ancora soffrire per la gloria del Padre, può con più efficacia correre incontro ai bisogni della sua Chiesa.

In una parola: Gesù nel Padre rinnova in forma sovranamente espressiva tutto il suo mistero redentore.

La passione di Cristo, a San Giovanni Rotondo, in virtù di tale simbiosi nel ministro, all'altare, viene riattualizzata anche fisicamente: Padre Pio, segno efficace visibile del Crocifisso, celebrava la santa Messa da rappresentante stampato delle stigmate di nostro Signore.

PREPARAZIONE PROSSIMA ALLA SANTA MESSA

L'eucaristia era il centro di attrazione ove convergevano tutti i momenti della giornata di Padre Pio. Tutte le ore del giorno erano un ininterrotto preparamento e ringraziamento a Gesù sacramentato.

In attesa della celebrazione della santa Messa però, con le viscere bruciate e con il cuore in fiamme, il serafino del Gargano passava le ore più silenziose della notte per disporsi in un modo sovrumano alla passione di Gesù.

- Padre, dopo le preghiere andate in cella la sera. Cosa fate?

- Si continua a pregare ed a soffrire.

- Che fate la notte che dormite poco?

- La volontà di Dio.

È da questo momento che il Padre, facendo la volontà di Dio, incomincia a far sua tutta la passione di Cristo.

L'agonia dell'orto, il processo dinanzi a Pilato, il viaggio al Calvario, il sacrificio della croce, vengono rivissuti interamente dallo stigmatizzato del Gargano.

In questi tratti sublimi ascolteremo unicamente la voce di Padre Pio. Saranno trascritte, con assoluta fedeltà, e le domande nel modo in cui sono state formulate al Padre, e le risposte ancora così come sono state da Padre Pio rilasciate.

Unica eccezione: le domande che hanno il tu saranno sostituite con il voi. E questo per dare al testo un'andatura integralmente omogenea.

L'attento figlio di Francesco - è bene subito dirlo - non disvela uno per uno tutti i momenti della passione di Gesù in ordine alla celebrazione della santa Messa. È solo un ridotto cespo di pregiatissime perle che cadono a sua insaputa, forse, mentre cerca di comprimerle con vigile accuratezza nello scrigno segretissimo del cuore.

Va notato ancora che per le risposte, dall'andatura sempre contenute e allo stesso tempo per noi orripilanti, Padre Pio - a ben rifletterci - sceglie sempre parole sfumate: resta sempre limpido il candidissimo cristallo della sua umiltà.

Innanzitutto viene chiesto:

- Padre, che cosa è la vostra Messa?

- Un pasticciotto sacro con la passione di Gesù. La mia responsabilità è unica al mondo, dice piangendo.

- Che cosa debbo leggere nella vostra santa Messa?

- Tutto il Calvario.

Non poteva mancare un raffronto più circostanziato tra il Paziente del Vangelo e quello del Gargano:

- Padre, ditemi tutto quello che soffrite nella santa Messa.

- Tutto quello che ha sofferto Gesù nella sua passione, inadeguatamente, lo soffro anche io, per quanto a umana creatura è possibile. E ciò contro ogni mio demerito e per sola sua bontà.

La passione di Gesù viene rivissuta quindi tutta intera, dal cenacolo al Calvario, dallo stigmatizzato del Gargano. Non vi è tratto che il Vangelo registri della passione di Cristo, che non sia fatto suo da Padre Pio.

- Padre, come possiamo conoscere la vostra passione?

- Conoscendo la passione di Gesù: in quella di Gesù troverete anche la mia.

Si tratta ora di scorrere ordinatamente i vari momenti della passione del Figlio di Dio fatto carne per contemplarli nel Padre.

E la passione di Gesù, Padre Pio la inizia dal Getsemani.

- Agonizzate, Padre, come Gesù nell'orto?

- Sicuramente.

- Viene pure a voi come a Gesù l'angelo a confortarvi?

- Sì.

- Quale «fiat» pronunziate?

- Di soffrire e sempre soffrire per i fratelli di esilio e per il suo divin regno.

Il vociare fragoroso degli ebrei prezzolati, e i folli gesti improvvisati dallo scontroso procuratore per tacitare la ciurmaglia deicida, sono gioielli che l'Innocentissimo tiene in serbo, geloso, per occasioni davvero rare e del tutto eccezionali.

Come nel processo civile di Cristo, quindi, non poteva essere assente intorno a Padre Pio una folla subbugliata, ove ciascuno di essa, con voce stentorea, l'un l'altra intersecantesi, dal tono stridulo e ostinatamente dissonante, avrebbe, assiduamente, senza posa, blaterato contro il giusto.

- Diceste pure: «e grideranno: crucifige! crucifige!». Chi griderà?

- I figli degli uomini, e proprio i beneficati.

Una camicia indossata di notte dal Padre è tutta maculata di chiazze di sangue da cima a fondo. È un eccezionalissimo documento che testimonia in modo impressionante la durissima flagellazione che subiva di notte Padre Pio.

- Come restò Gesù dopo la flagellazione?

- Il profeta lo dice: «Diventò una sola piaga; diventò un lebbroso».

- E allora anche voi siete tutto una piaga dalla testa ai piedi?

- E non è questa la nostra gloria? E se non ci sarà più spazio per fare altre piaghe nel mio corpo, faremo piaga su piaga.

- Dio mio, questo è troppo! Siete, Padre mio, un vero carnefice di voi stesso!

- Non ti spaventare, ma gioisci. Non desidero la sofferenza in se stessa, no; ma per i frutti che mi dà. Dà gloria a Dio e salva i fratelli. Che altro posso desiderare?

- Padre, quando la notte siete flagellato siete solo o vi assiste qualcuno?

- Mi assiste la Vergine santa; è presente tutto il paradiso.

Vi è pure una benda usata da Padre Pio per asciugare il sangue che gli usciva dal capo. È tutta striata di sangue: è un secondo preziosissimo documento per controllare, sperimentalmente, la corona di spine, diadema sublime, donato al Padre da Gesù.

- Gesù mi ha fatto sentire che voi soffrite la corona di spine.

- Altrimenti l'immolazione non sarebbe completa.

- Con la coronazione di spine, quali peccati scontò Gesù?

- Tutti. In particolare quelli di pensiero, non esclusi quelli vani e inutili.

- Le spine, Padre, ce le avete sulla fronte o intorno al capo?

- Intorno a tutto il capo.

- Padre, di quante spine è formata la vostra corona?... di trenta?

- E sì!

- Padre, io penso che la vostra corona è formata non di trenta, ma di trecento spine.

- T'impressioni per uno zero! E poi il trenta non è contenuto nel trecento?

E tutto questo non per un lasso di tempo determinato. Padre Pio è stato esplicito:

- Padre, è vero che durante la Messa soffrite il supplizio della coronazione di spine?

- E lo metti in dubbio?

- Durante tutta la Messa?

- E anche prima e dopo. Il diadema non si lascia mai.

Dalla cella all'altare il passo del Padre non era spedito. Fisicamente non si reggeva in piedi; gli era sempre necessario il braccio di un confratello per sostenersi nel cammino.

Con la corona in mano, visibile sostegno spirituale di Maria, dopo essersi fermato con gli occhi in lacrime dinanzi al quadro dell'Immacolata posto nelle scale, Padre Pio si portava in sacrestia.

Pallido e sfinito, dopo aver assunto i paramenti sacri, si portava all'altare: non era, neppure questo, un ordinario e normale cammino.

- Padre, soffrite pure voi quello che soffri Gesù nella via dolorosa?

- Lo soffro, sì, ma ce ne vuole per arrivare a quello che soffrì il divin Maestro!

- Chi vi fa da Cireneo e da Veronica?

- Gesù stesso.

Battuta la via dolorosa - meglio: la via del paradiso - il Padre raggiungeva il Calvario per immolarsi con Gesù.

Gli occhi delle folle si appuntavano estatici su questo singolarissimo ministro di Cristo, cercando di penetrare l'arcano nella celebrazione di quella interminabile Messa. Chi più, chi meno, nel modo in cui veniva elargito dallo Spirito, ciascuno intravedeva il Crocifisso del Golgota riattualizzato dallo stigmatizzato del Gargano, all'altare, fatto segno visibilmente efficace di Lui.

LA CELEBRAZIONE DELLA SANTA MESSA

Riti iniziali e liturgia della Parola

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo: sono parole che Padre Pio pronunzia sempre con un grosso nodo alla gola, per contrastare e reprimere un pianto che non riesce del tutto a raffrenare.

Il suo «mea culpa», poi, era accompagnato da sordi e scanditi pugni sul petto per confessare dinanzi alla comunità dei fratelli di essere il più grande peccatore del mondo.

- Nel divin sacrificio, Padre, voi prendete su di voi le nostre iniquità?

- Non si può fare diversamente, poiché fa parte del divin sacrificio.

- Il Signore allora vi considera peccatore?

- Non lo so, ma temo che lo sia.

Salito l'altare, il Padre, dopo aver appoggiato le mani giunte alla mensa, curvandosi, vi si ferma a lungo.

- Vi ho visto tremare mentre salivate i gradini dell'altare. Perché? Per quello che dovevate soffrire?

- Non per quello che dovevo soffrire, ma per quello che dovevo offrire.

Quello che Padre Pio offre nella celebrazione della santa Messa è insito in quello che soffre. Raggiungendo la punta estrema a cui può pervenire una creatura umana, la sofferenza, senza ambagi, può allestire a piacimento la sua vittima per un totale e perfetto olocausto.

Non vi è cosa che il Padre non soffre, perché tutto intero si offre.

- In quali ore del giorno, Padre, soffrite assai?

- Durante la celebrazione della santa Messa.

- Anche durante il giorno, Padre, soffrite quel che Gesù vi fa soffrire durante la santa Messa?

- Starei fresco! E come potrei lavorare? Come potrei esercitare il mio ministero?

La bontà del Signore è stata infinitamente provvida svelandoci la sofferentissima offerta dello stigmatizzato del Gargano all'altare.

La Chiesa trasalisce di gioia per l'altissimo dono di cui viene gratificata da parte del Signore; e le creature a loro volta sono portate a glorificare Dio, che visita in tal modo il suo popolo.

Padre Pio, durante tutta la Messa, con il diadema della corona di spine in testa, altrimenti l'immolazione - ha detto - non sarebbe completa, è sottoposto a una particolarissima sofferenza che nella storia delle anime elette solo in lui, finora, è dato riscontrare.

- In qual momento del divin sacrificio soffrite di più?

- Sempre e in modo crescente.

- Nella celebrazione della santa Messa, quale è il momento in cui soffrite di più?

- Dalla consacrazione alla comunione.

Con la fiducia propria delle anime semplici viene fatta al Padre una significativa domanda: la risposta che viene data fa rabbrividire, sconvolge addirittura.

- In qual momento della Messa soffrite la flagellazione?

- Dal principio alla fine, ma più intensamente dopo la consacrazione.

- Durante la Messa le punture della corona di spine e le ferite della flagellazione sono reali?

- Cosa intendi dire con questo? Gli effetti è certo che sono gli stessi.

In tal modo questo mite e mansueto agnello di Gesù si dispone a offrire al Padre celeste, unitamente al Martire del Golgota, la sua vita in espiazione dei peccati: consegnando la sua vita alla morte, il servo di Dio, mediante il sacrificio, si fa intercessore per i peccatori.

Non è facile dire con quale compunta devozione leggeva l'epistola e il Vangelo. La parola di Dio gl'inteneriva il cuore a tal punto che determinati brani non riuscivano a non strappargli che lacrime.

- Stamani alla Messa, leggendo la storia di Esaù che vendette la primogenitura, i vostri occhi si riempirono di lacrime.

- E ti par poco non tener conto dei doni di Dio?

- Perché leggendo il Vangelo avete pianto quando siete arrivato alle parole: «Chi mangia le mie carni e beve il mio sangue...»?

- Piangi con me di tenerezza.

- Perché piangete quasi sempre, Padre, quando leggete il Vangelo nella santa Messa?

- E ti pare poco che un Dio conversi con le sue creature? e che sia da loro contraddetto? e che sia continuamente ferito dalla loro ingratitudine e incredulità?

Liturgia eucaristica e riti conclusivi

La seconda parte della santa Messa trova in Padre Pio un liturgo di altissima classe. Il Crocifisso del Golgota, per questo suo singolarissimo ministro, può riattualizzare anche visibilmente nonché fisicamente, secondo la capacità di cui è in grado una creatura fatta segno efficace di Cristo, l'immane tragedia del Calvario.

Nella storia del segno sacramentale, lo stigmatizzato del Gargano è l'unico ministro, a tuttora, nella plurimillenaria vita sacramentale della Chiesa, che, nel mistero dell'altare, esprime, anche nella sua carne, efficacemente, per quanto gli è possibile, il Crocifisso del Golgota.

- La vostra Messa, Padre, è un sacrificio cruento?

- Eretica!

- No. Io voglio dire che quello di Gesù è incruento; ma la vostra partecipazione a tutta la passione è cruenta. Mi sbaglio?

- Beh!... questa volta non ti sbagli. Personalmente preso forse hai ragione.

- Chi terge il vostro sangue nella Messa?

- Nessuno.

L'offertorio era un secondo momento che immobilizzava a lungo Padre Pio. Era un tratto saliente della sua Messa.

Inchiodato da una forza misteriosa, con gli occhi in lacrime sempre amorevolmente fissi al Crocifisso dell'altare, il Padre restava fermo, immobile, come impietrito per vari minuti con il pane e il vino tra le mani.

- Perché piangete all'offertorio?

- Vorresti strapparmi il segreto? E sia pure. Allora è il momento che l'anima viene separata dal profano.

Il Signore separava talmente il suo servo da renderlo insensibile a tutto quello che di profano gli accadeva dintorno.

- Durante la vostra Messa, Padre, la folla fa un po' di chiasso!...

- E se vi foste trovate sul Calvario dove si sentivano urli, bestemmie, rumori, minacce!? Lì era tutto un fracasso!

- I rumori che fanno in chiesa vi distraggono?

- Niente affatto.

La separazione, però, non era per Padre Pio un rigido distacco da quanti erano attorno a lui per partecipare alla celebrazione della sua Messa. L'intima e totale unione con Dio, che succedeva alla separazione dell'anima da ogni elemento profano, procurava al Padre una sovrumana possibilità di avvertire, una per una, ogni anima che faceva corona al suo altare.

- Padre, tutte le anime che assistono alla vostra santa Messa sono presenti al vostro spirito?

- Li vedo tutti i figliuoli miei all'altare, come in uno specchio.

Con tutti i figli nel cuore, il Padre si distende con Gesù sulla croce per il divin sacrificio. L'amore con cui si dispone a vittima traspare integro dal volto tremante di Padre Pio.

La divina tragedia del Calvario, lo stigmatizzato del Gargano, tra singhiozzi e lacrime, in uno spasimo indescrivibile, la riattualizzava così al vivo, anche in se stesso, durante la consacrazione, da far trasparire nella sua carne trafitta l'immane martirio di Gesù crocifisso.

- Perché soffrite tanto, Padre, nella consacrazione?

- Sei troppo cattiva!

In tre parole Padre Pio, in un primo tempo, elude la risposta. Era prevedibile un ritorno all'attacco.

- Ditemelo perché soffrite tanto nella consacrazione.

- Perché è proprio lì che avviene una nuova e ammirabile distruzione e creazione.

In una frase corta e concisa, Padre Pio, questa volta, dice qualcosa in più. Il singolarissimo miracolo della conversione eucaristica è affermato con assoluta chiarezza. Nulla però viene detto di quanto egli soffre all'altare nel momento della transustanziazione: il Padre nella nuova e ammirabile distruzione e creazione fa disperdere, occultandola, la sua intima e segreta partecipazione.

La risposta, se lasciava capire più di una cosa, non tacitava. Era soltanto una breccia. Si spiava una occasione propizia per avanzare una ulteriore domanda allo scopo di carpire una risposta più circostanziata.

- Perché soffrite tanto nella consacrazione?

- I segreti del sommo Re non si svelano senza profanarli. Mi domandi perché soffro? Non lacrimucce, ma torrenti di lacrime vorrei versare! Non rifletti al tremendo mistero? Un Dio vittima dei nostri peccati!... Noi poi siamo i suoi macellai.

Il tremendo mistero della consacrazione detiene le ultime ore passate da Cristo in croce: il crocifisso del Gargano rivive, ora, all'altare, uno dopo l'altro, gli ultimi momenti del Crocifisso del Golgota. Si tratta solamente, adesso, di avere sott'occhio quanto registra il Vangelo di Gesù.

Innanzitutto, il prologo della crocifissione.

- L'amarezza del fiele, Padre, la soffrite?

- Sì e spesso spesso.

Dopo aver gustato il fiele, il pazientissimo figlio di Francesco confida come sta crocifisso all'altare.

- Padre, come vi reggete in piedi sull'altare?

- Come si reggeva Gesù sulla croce.

- Sull'altare siete sospeso sulla croce come Gesù al Calvario?

- E lo domandi pure?

- Come fate a reggervi?

- Come si reggeva Gesù sul Calvario.

In ordine alla crocifissione viene chiesto:

- I carnefici capovolsero la croce di Gesù per ribattere i chiodi?

- Si capisce!

- Anche a voi ribattono i chiodi?

- E come!

- Pure a voi la capovolgono?

- Sì, ma non aver paura.

Il divin Maestro, sovranamente assiso sulla cattedra divina della croce, aveva proferito le sue ultime parole per testamentare solennemente dinanzi al cielo e alla terra il suo amore misericordioso per noi.

- Padre, recitate pure voi durante la santa Messa le sette parole che Gesù proferì in croce?

- Sì, indegnamente, le recito pure io.

- E a chi dite: «Donna, ecco tuo figlio»?

- Dico a Lei: Ecco i figli del tuo Figlio.

- Soffrite la sete e l'abbandono di Gesù?

- Sì.

- In quale momento soffrite la sete e l'abbandono?

- Dopo la consacrazione.

- Fino a quale momento soffrite l'abbandono e la sete?

- Ordinariamente sino alla comunione.

- Gesù crocifisso aveva le viscere consumate?

- Di' piuttosto: bruciate!

- Di che cosa aveva sete Gesù crocifisso?

- Del regno di Dio.

La stessa sete incendiava l'anima del Padre. Erano ore, queste, estremamente aride. Neppure una stilla di conforto cadeva nel cuore bruciato di Padre Pio.

- Mi avete detto che vi vergognate di dire: «Cercai invano chi mi consolasse». Perché?

- Perché di fronte a quello che soffrì Gesù, il nostro, come veri colpevoli, impallidisce.

- Di fronte a chi vi vergognate?

- Di fronte a Dio e alla mia coscienza.

- Gli angeli del Signore non vi confortano sull'altare ove vi immolate?

- Ma... io non li sento.

- Se il conforto non scende nel vostro spirito durante il divin sacrificio, e voi come Gesù soffrite il totale abbandono, è inutile la nostra presenza.

- L'utilità è dalla parte vostra. Dovremmo allora dire inutile la presenza dell'Addolorata, di Giovanni, e delle pie donne ai piedi di Gesù morente!

Il cuore amante, straziato dallo spettacolo di sì crudo abbandono, non avrebbe voluto restare inerte, anelava compartecipare validamente all'aspro dolore.

- Padre, perché non cedete anche a noi un po' di questa vostra passione?

- I monili dello Sposo non si regalano a nessuno.

- Ditemi cosa potrei fare per alleggerire il vostro calvario.

- Alleggerirlo?!... Di' piuttosto per appesantirlo. Bisogna soffrire!

- È doloroso assistere al vostro martirio senza potervi aiutare!

- Anche l'Addolorata dovette assistere. Per Gesù, certo, era più confortante avere una Madre dolorante, che una indifferente.

- Che faceva la Vergine ai piedi di Gesù crocifisso?

- Soffriva nel vedere soffrire suo Figlio. Offriva le sue pene e i dolori di Gesù al Padre celeste per la nostra salvezza.

Non fa meraviglia se la sofferenza, in siffatto martirio, pur impossessandosi interamente della sua vittima, staziona volentieri in due centri altamente significativi della persona del Padre per deliziarsi di più.

- Non per curiosità, vi chiedo: Qual è la piaga che vi fa soffrire di più?

- La testa e il cuore.

La comunione era la parte culminante della Messa del Padre: il momento supremo della passione di Gesù.

Curvo sulla mensa e con le mani strette al calice, con il Signore nel cuore, il serafino di Pietrelcina, dai sensi internamente ed esteriormente legati, senza risparmio di tempo, restava a lungo con Gesù.

È stato chiesto al Padre:

- Che cosa è la santa comunione?

- È tutta una misericordia interna ed esterna. Tutto un amplesso. Pregate pure Gesù che si faccia sentire sensibilmente.

- Dove vi bacia Gesù?

- Tutto.

- Quando viene Gesù solo l'anima visita?

- Tutto intero l'essere.

- Che fa Gesù nella comunione?

- Si delizia nella sua creatura.

- La comunione è una incorporazione?

- È una fusione. Come due ceri si fondono insieme e più non si distinguono.

- Quando vi unite a Gesù nella santa comunione che dobbiamo chiedere al Signore?

- Che sia anche io un altro Gesù, tutto Gesù, sempre Gesù.

- Mi avete fatto comprendere che le sacre Specie in voi non si consumano; che nelle vostre vene scorre il sangue di Gesù! Siete dunque un ostensorio vivente?

- Tu lo dici!

Gesù, visitando tutto intero l'essere di Padre Pio, fondendolo mirabilmente a Sé, faceva assaporare al crocifisso del Gargano, deliziandolo, il mistero della sua morte, allo stesso modo in cui si era deliziato Egli stesso al Calvario nel suggellare il sacrificio al Padre.

Tra accenti di tenero amore e momenti di soave dolore, Padre Pio, in Gesù, consuma anche il suo sacrificio.

- Perché piangete, Padre, quando fate la comunione?

- Se la Chiesa emette un grido: «Tu non sdegnasti l'utero della Vergine», parlando dell'Incarnazione, che dire di noi miserabili?!...

- Pure alla comunione soffrite?

- È il punto culminante.

- Dopo la comunione continuano le vostre sofferenze?

- Sì, ma sofferenze amorose.

- In questa unione, Gesù non vi consola?

- Sì, ma non si cessa di stare sulla croce!

In questo supremo istante viene lanciato un ultimo sguardo:

- Dove posò l'ultimo sguardo Gesù morente?

- Sulla Madre sua.

- E voi dove lo posate?

- Sui fratelli di esilio.

E reclinato il capo consegnò lo spirito, scrive Giovanni alla morte di Gesù. Non poteva essere diversamente all'altare per il crocifisso del Gargano.

- Nella santa Messa morite anche voi?

- Misticamente nella santa comunione.

- È per veemenza d'amore o di dolore che subite la morte?

- Per l'uno e per l'altro: ma più per amore.

- Nella comunione subite la morte: allora non ci siete più sull'altare?

- Perché? Anche Gesù morto era sul Calvario.

- Avete detto, Padre, che nella comunione la vittima muore. Nelle braccia della Madonna vi depongono?

- Di san Francesco, risponde Padre Pio.

La pietà di un cuore, lusingandosi, aveva pensato che il dolce Signore finalmente aveva trovato un'anima, tra gli uomini, ove poteva a suo agio riposarsi. Non era dello stesso avviso l'umilissimo figlio del Poverello.

- Gesù, Padre, stacca dalla croce le sue braccia per riposarsi in voi?

- Sono io che mi riposo in Lui!

- Quanto amate Gesù?

- Il desiderio è infinito, ma in pratica ahimè! sarei per dire è zero, e me ne vergogno.

Al termine della santa Messa, Padre Pio recitava il prologo di san Giovanni con commozione profonda e con il volto in fiamme.

- Perché piangete ogni volta che leggete l'ultimo Vangelo della Messa?

- E ti sembra poco che un Dio conversi con gli uomini?

Non era assente nel serafino del Gargano neppure la visione escatologica dell'Eucaristia.

- Perché piangete - singhiozzi e lacrime erano abbondanti - quando pronunciate la frase ultima del Vangelo di san Giovanni: «E vedemmo la sua gloria, gloria qual Unigenito del Padre, pieno di grazia e verità»?

- E ti pare poco? Se gli apostoli cogli occhi della carne hanno visto tanta gloria, quale sarà la gloria che noi vedremo nel Figlio di Dio, in Gesù, allorquando ci si manifesterà in paradiso?

- Che unione avremo in cielo con Gesù?

- Eh!... l'Eucaristia ce ne dà l'idea.

La Messa di Padre Pio era questa. E non vi erano soltanto gli uomini ad assistervi:

- La santissima Vergine assiste alla vostra Messa?

- E credi tu che la Mamma non s'interessi del figlio?

- Gli angeli assistono alla vostra Messa?

- A torme.

- Che fanno?

- Adorano e amano.

- Padre, chi sta più vicino al vostro altare?

- Tutto il paradiso.

Terminava la Messa, ma non finiva nel cuore dello stigmatizzato del Gargano il desiderio di restare crocifisso all'altare.

- Desiderate celebrare più di una Messa al giorno?

- Se fosse in mio potere non scenderei mai dall'altare.

Non potendo restare sempre inchiodato all'altare, l'eccezionalissimo liturgo trasformava in altare se stesso con l'intento di rendere visibile in ogni tempo la passione di Gesù.

- Mi avete detto che l'altare lo portate con voi...

- Sì, verificandosi quel detto dell'apostolo: «portando in me la mortificazione di Gesù»; «sono confitto alla croce»; «castigo il mio corpo e lo rendo servo».

- Allora ho ragione io di dire che in mezzo a noi cammina Gesù crocifisso! Voi la soffrite tutta la passione di Gesù!

- Sì... per sua bontà e degnazione, per quanto a umana creatura è possibile.

- E come potete lavorare con tanti dolori?

- Io trovo il mio riposo sulla croce.

Rendimi altare per la tua croce, aveva chiesto al Signore il Padre. La preghiera fu esaudita appieno, perché mai, forse, era stata fatta per il passato con tanta sincerità di cuore.

L'altare che l'Artista divino ne tirò fuori era davvero bello, tanto tanto: in due millenni di cristianesimo non se ne era visto uno di simile fattezza. Era in modo assoluto il migliore.

Gesù ne restò colpito, perché era il primo che riproduceva a meraviglia il suo.

Nel trasporto, lo Stigmatizzato del Calvario non volle su quell'altare inalberare la sua croce: vi conficcò a sua somiglianza, deliziandosi, Padre Pio crocifisso.


Una parola, ora, per noi.

Una Messa! Chiedete ad un angelo - afferma Padre Pio - cosa sia una Messa ed egli vi risponderà con verità: capisco che è e perché si fa, ma non comprendo però quanto valore abbia. Un angelo, mille angeli, tutto il cielo, sanno questo e così pensano. E voi, voi, ai quali è dato il beneficio, non volete riflettere su di essa?

Nell'assistere alla santa Messa - è ancora il Padre che parla - accentra tutto te stesso al tremendo mistero che si sta svolgendo sotto i tuoi occhi: la redenzione della tua anima e la riconciliazione con Dio.

- Il Signore, Padre, ama il sacrificio?

- Sì, perché con questo ha rigenerato il mondo.

- Quanta gloria dà a Dio la santa Messa?

- Infinita gloria.

- Che dobbiamo fare durante la santa Messa?

- Compassionare ed amare.

- Padre, come dobbiamo ascoltare la santa Messa?

- Come vi assistettero la santissima Vergine e le pie donne. Come assistette san Giovanni al sacrificio eucaristico e a quello cruento della croce.

- Che benefici riceviamo ascoltandola?

- Non si possono enumerare. Li vedrete in paradiso.

http://www.sanpiodapietrelcina.org

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Biografia di P. Pio

Date salienti della vita di Padre Pio

25 maggio 1887

Nasce a Pietrelcina (BN) Padre Pio, al secolo Francesco Forgione, da Grazio Forgione e Maria Giuseppa di Nunzio, detta Peppa.

26 maggio 1887

Riceve il battesimo da don Antonio Orlando nella chiesa di Santa Maria degli Angeli.

27 settembre 1899

E’ il “giorno singolarissimo ed indimenticabile per tutta la vita”, in cui riceve la cresima.

6 gennaio 1903

Entra come novizio nel convento dei Cappuccini di Morcone.

22 gennaio 1903

Indossa l’abito cappuccino e cambia il nome di battesimo in quello di Fra’ Pio da Pietrelcina.

22 gennaio 1904

E’ ammesso alla professione semplice.

25 gennaio 1904

Parte per Sant’Elia a Pianisi per gli studi ginnasiali.

ottobre 1905

Raggiunge San Marco la Catola per lo studio della filosofia.

aprile 1906

Ritorna a Sant’Elia a Pianisi per gli studi liceali.

1906

La sangiovannese Lucia Fiorentino (1889-1934) mentre è assorta preghiera ha una "visione immaginaria", premonitrice dell'arrivo di padre Pio a S. Giovanni Rotondo. Nei "Cenni autobiografici" ella accennò alla visione di un "albero di smisurata grandezza nell’atrio del nostro convento dei cappuccini" e a una voce che le diceva: “Questo è il simbolo di un’anima che ora è lontana e verrà qui; farà tanto bene in questo paese… Sarà forte e ben radicata come quest’albero e tutte le anime che verranno – sia di qui come da lontano – se si rifugeranno all’ombra di quest’albero saranno liberate dal male (ossia chi verrà da questo degno sacerdote per averne lume e trovare perdono e rimedio alle proprie colpe).....(omissis)"

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

27 gennaio1907

Fra Pio emette la professione dei voti solenni per “attendere al bene dell’anima e dedicarmi intieramente al servizio di Dio”.

9 ottobre 1907

Ritorna a San Marco la Catola per gli esami di filosofia. Nello stesso mese di ottobre si trasferisce a Serracapriola e studia teologia sotto la guida di padre Agostino da San Marco in Lamis. Nel mese di novembre lo studio della teologia prosegue a Montefusco.

19 e 21 dicembre 1908

A Benevento fra Pio riceve rispettivamente gli ordini minori e l’ordine del suddiaconato.

31 gennaio 1909

Il Consiglio comunale di S. Giovanni Rotondo delibera di dare il convento in affitto, ai Padri minori cappuccini Francesco Latiano e Nicola Ciavarella, per ventinove anni, a condizione di tenere aperta al pubblico l’annessa chiesa. La Giunta provinciale approva. E’ la fine di una lunga lotta con le autorità provinciali, durata decenni, per favorire il ritorno dei frati nel convento dopo la soppressione degli ordini religiosi del 1866. Il provvedimento finirà per spalancare le porte a Padre Pio da Pietrelcina.

maggio 1909

Fra Pio torna a Pietrelcina a causa delle cattive condizioni di salute.

18 luglio 1909

Fra Pio riceve l’ordine del diaconato nel convento di Morcone.

10 agosto 1910

Avviene la consacrazione di Fra’ Pio nel duomo di Benevento.

14 agosto 1910

Padre Pio celebra a Pietrelcina la prima Messa solenne ed avverte i primi dolori alle mani e ai piedi, causati dalle stimmate invisibili.

8 settembre 1911

Confessa al direttore spirituale padre Benedetto da San Marco in Lamis di avere "da circa un anno le stimmate invisibili".

ottobre 1911

Padre Pio è trasferito a Venafro ed è sottoposto a visite mediche a Napoli.

7 dicembre 1911

La salute peggiora e ritorna a Pietrelcina.

10 ottobre 1915

Rivela al suo direttore di patire da anni la coronazione di spine e la flagellazione.

6 novembre 1915

Padre Pio è chiamato presso il distretto militare di Benevento per la visita di leva.

18 dicembre 1915

A causa delle precarie condizioni di salute ritorna a Pietrelcina in licenza di convalescenza.

17 febbraio 1916

Arriva per trasferimento nel convento di Sant’Anna di Foggia e diventa membro di quella comunità.

28 luglio 1916

Per sottrarlo alla calura estiva Padre Paolino di Tommaso da Casacalenda lo conduce nel convento di San Giovanni Rotondo e vi resta una settimana. Il 28 luglio 1916. Inizia così la vita di padre Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo.

13 agosto 1916

Padre Pio scongiura il superiore provinciale di mandarlo per un po’ di tempo a San Giovanni Rotondo “dove Gesù mi assicura che starò meglio” - dice. Inoltre spiega un altro motivo della richiesta: “bisogna sollevare un po’ il fisico per tenermi pronto ad altre prove, alle quali egli vuole assoggettarmi”.

4 settembre 1916

Padre Pio ottiene di ritornare nel convento di Santa Maria delle Grazie di San Giovanni Rotondo, che gli viene assegnato solo come sede provvisoria.

18 dicembre

Rientra a Napoli per il servizio militare.

30 dicembre 1916

A causa delle pessime condizioni fisiche i medici lo rimandano a casa in licenza “illimitata” di sei mesi. Ma rimane a casa per otto mesi, a causa di un disguido postale.

19 agosto 1917

Torna dalla licenza presso il distretto militare di Napoli e contro ogni logica aspettativa viene dichiarato valido ai servizi interni.

5 novembre 1917

E' inviato in licenza di convalescenza di quattro mesi.

12 novembre 1917

Rientra a San Giovanni Rotondo e vi resta fino al 5 marzo 1918 quando riprende il servizio militare a Napoli.

18 - 23 maggio 1917

Padre Pio si assenta da S. Giovanni Rotondo per accompagnare a Roma la sorella Graziella, che diventerà suora.

16 marzo 1918

Rientrato dalla licenza, Padre Pio viene riformato e due giorni dopo torna per sempre nel convento di San Giovanni Rotondo. La diagnosi parla di “bronco alveolite doppia”.

Metà aprile – metà di maggio 1918

Padre Pio, attraversando un momento molto delicato, dimora nel convento di San Marco la Catola per conferire col padre Provinciale circa i problemi del suo spirito.

5-7 agosto 1918

Avviene il fenomeno mistico della “trasverbazione del cuore”: un misterioso Personaggio celeste trapassa il cuore del Padre con una lancia, lasciandogli una ferita aperta sanguinante. E’ il preludio al fenomeno delle “stimmate”.

20 settembre 1918

Rivede in coro il misterioso Personaggio che gronda sangue e il Padre si sente trafiggere le mani e i piedi. Si ritrova così con le stimmate, i segni visibili della Passione di Cristo, impressi per sempre sulle mani, sul costato e sui piedi, che scompariranno misteriosamente solo in punto di morte, il 23 settembre 1968.

1919

La stampa diffonde la notizia della stimmatizzazione e i pellegrini salgono a migliaia sul Gargano, richiamati dai carismi di Padre Pio.

15 maggio 1919

Giunge a S. Giovanni Rotondo il prof. Luigi Romanelli, primario dell’Ospedale di Barletta primo medico inviato per esaminare le stimmate di Padre Pio.

13 luglio 1919

Il giornalista V. Ciampi , durante una sua visita nel convento di S. Maria delle Grazie, trova il padre guardiano letteralmente «affogato in un mare – non è un’esagerazione! – di telegrammi e di lettere che arrivavano giornalmente a pacchi, prima da ogni parte d’Italia ed ora anche del… mondo". Le missive provenivano "dalla Francia, dalla Spagna, dall’Inghilterra e financo dall’America”. Sono i primi segni della fama e dell’internazionalità di Padre Pio.

26 luglio 1919

E’ visitato dal prof. Amico Bignami, ordinario di Patologia medica presso l’Università di Roma, il quale ripete un secondo esame nella stessa settimana.

9 ottobre 1919

Si sottopone agli ulteriori ed approfonditi accertamenti del dott. Giorgio Festa, inviato dal Superiore Generale dei Cappuccini padre Venanzio da Lisle.

15 luglio 1920

Il dott. Giorgio Festa e il prof. Luigi Romanelli visitano insieme Padre Pio.

13 ottobre 1920

A San Giovanni Rotondo, dopo alcuni disordini di natura politica durante la campagna elettorale, le forze opposte si fronteggiano. I socialisti, vincitori delle elezioni, vogliono esporre sul Municipio la bandiera rossa, al posto della bandiera nazionale. I partiti del Fascio si oppongono. C’è l’intervento della forza pubblica e avviene un eccidio, con tredici morti e una ottantina di feriti.

febbraio 1921

Il “Comitato pro l’erigendo Ospedale” invia al presidente della Congregazione di Carità di S. Giovanni Rotondo una lettera con la quale si manifesta l'intenzione di donare alla stessa congregazione un ospedale da costruirsi con denaro raccolto da Padre Pio, a patto di allocarlo nei suoi locali detti “del Monte”.

giugno 1921

Cominciano a diffondersi le voci di un possibile trasferimento di Padre Pio.

Luglio 1921

I sangiovannesi insorgono contro le voci di trasferimento di Padre Pio. La folla si eccita. Le Autorità di P.S. , preoccupate per l'evolversi della situazione, precedono una fiumana di gente e fanno circondare il convento. Qui giunta, la folla grida, urla, piange, impreca, minaccia, affermando che “nessuno giammai potrà osare di toglierci il Santo che illumina questa terra, e tanto bene irradia, coi suoi miracoli e col suo savio consiglio”. Un giornalista del luogo scrive in un mirabile articolo: «Il nostro popolo non può assolutamente rinunziare a Padre Pio. Questi è ormai nostro, e nostro dovrà restare nella storia e nei secoli venturi che di Lui celebreranno i grandi miracoli che opera ogni ora”. Il titolo è tutto un programma: “Padre Pio non lascerà mai S. Giovanni Rotondo”. E così sarà, per la caparbietà dei sangiovannesi, pronti a sacrificarsi per lui.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

25 ottobre 1921

Giunge in visita del cardinale Augusto Sili, prefetto del Supremo tribunale della Segnatura e delegato apostolico del santuario di Pompei.

dicembre 1921

A S. Giovanni Rotondo viene inaugurata un’apposita casa per il Terz'Ordine Francescano.

1922

Iniziano in paese, nei locali detti “del Monte”. i lavori del primo ospedaletto voluto da Padre Pio.

10 maggio 1922

Viene emesso il decreto con il quale i fedeli sono diffidati affinchè non si accostino a Padre Pio per motivi di devozione. Nuove petizioni popolari si rivelavano inutili.

4 giugno 1922

Ai Cappuccini di San Giovanni Rotondo perviene l’ordine del Sant’Officio del 2 giugno 1922 che intorno a Padre Pio “si stia in osservazione”, evitando ogni “singolarità e rumore”, raccomandando che egli celebri messa in orari diversi, “a preferenza summo mane ed in privato”, “non dia benedizione al popolo”, “per nessun motivo egli mostri le così dette stimmate, ne parli e le faccia baciare”.

16 agosto 1922

Il Consiglio della Congregazione di carità viene a conoscenza delle assicurazioni di Padre Pio di voler elargire la somma di lire 50 mila per riadattare una parte del Convento dell’ex Convento delle Clarisse onde costruire un ospedale “degno del suo nome”. Il Consiglio per il momento è fermo nell'idea di allocare il predetto ospedale nei locali detti del “Monte” .

23 ottobre 1922

23 ottobre 1922 – La Congregazione di Carità approva la proposta di allocare l’ospedale nel Convento delle Clarisse.

3 gennaio 1923

Anche la Commissione pro l’erigendo Ospedale Civile riconosce ufficialmente come inadatti i locali del Monte e accetta di allocare l’ospedale nel Convento delle Clarisse.

31 maggio 1923

Una dichiarazione rilasciata dopo un’inchiesta sui fatti che si attribuiscono al Padre, stabilisce la loro non soprannaturalità. Pertanto i fedeli vengono invitati a conformare il loro modo di agire a questa dichiarazione.

17 giugno 1923

Giunge l'ordine di non celebrare più la Messa in pubblico e che non si risponda più alle lettere dei fedeli che arrivano al convento.

24 giugno 1923

A S. Giovanni Rotondo è festa patronale. Si parla nuovamente dell’imminente trasferimento del Padre. I sangiovannesi sono pronti sacrificarsi per Lui. Le assicurazioni del prefetto Mormino, giunte tramite i carabinieri reali, riescono a placare gli animi, che si riaccendono il giorno successivo.

25 giugno 1923

Numerosi fedeli si recano al convento. Ma il frate non scende in chiesa a dir messa. La popolazione si scioglie alla primordiale ferocia e in armi si riversa in convento. Poi, grazie al buon senso del padre guardiano e del maresciallo, si ritira. Un gruppo di sangiovannesi armati vigila giorno e notte intorno al convento, e informa la popolazione di ogni movimento sospetto. Un corrispondente locale commenta sui giornali:

«Le autorità religiose traggano da questa manifestazione proficuo ammaestramento, e gli individui denigratori imparino a proprie spese che è pericoloso offendere la fede di un popolo».

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza")

26 giugno1923

Torma a celebrare messa in chiesa.

2 luglio 1923

Per andare incontro al notevole flusso di fedeli forestieri, la ditta Massa Luigi, concessionaria di un nuovo servizio automobilistico, attiva il collegamento della tratta San Giovanni Rotondo-San Marco in Lamis-Foggia.

8 agosto1923

A Padre Pio viene notificata l’obbedienza del trasferimento in altra sede, da stabilirsi con separato provvedimento. Tale provvedimento indicherà la sede di Ancona.

10 agosto 1923

Un sangiovannese, disperato al pensiero di perdere Padre Pio, compie un estremo atto d’amore: gli piomba alle spalle durante una cerimonia e con una pistola minaccia di ucciderlo, per farlo restare in paese se non da vivo almeno da morto!

10 agosto 1923

Davanti a Gesú sacramentato Padre Pio, preoccupato per gli eventi che scuotono il paese, scrive una lettera che può essere considerata la prima parte del suo testamento spirituale per il “caro e prediletto popolo di S. Giovanni Rotondo".

12 agosto 1923

Padre Pio scrive con apprensione al sindaco ed amico Francesco Morcaldi un'altra lettera che può essere considerata la seconda parte del suo testamento spirituale per il popolo sangiovannese. In essa il Padre si dichiara “commosso” profondamente per i fatti accaduti in paese negli ultimi giorni ed è assalito dal timore che lui “possa essere involontariamente causa di luttuosi avvenimenti per questa mia cara cittadina”. La lettera si conclude con queste parole stupende, che sono rimaste scolpite nei cuori dei sangiovannesi:

“Io ricorderò sempre cotesto popolo generoso nella mia povera ed assidua preghiera, implorando per esso pace e prosperità e quale segno della mia predilezione, null’altro potendo fare, esprimo il mio desiderio che, ove i miei superiori non si oppongano, le mie ossa siano composte in un tranquillo cantuccio di questa terra”.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza")

17 agosto1923

Preoccupate per l’agitazione popolare le autorità ecclesiastiche sospendono il trasferimento di Padre Pio.

27 Agosto 1923

Padre Pio, benché disposto a una docile obbedienza, fa appello alla responsabilità delle autorità civili e religiose affinché tengano ben presenti le conseguenze di un suo trasferimento: “…è certo per me e per chiunque conosce questo paese che non basterebbe nemmeno uno stato d’assedio prolungato per impedire terribili sanguinose rappresaglie. Lei, meglio di me, sa cosa siano le passioni religiose di un popolo; di questo popolo poi ardente e d’istinti ancora primitivi chi potrebbe persuadersi che minacci invano?”.

gennaio 1924

Il consiglio comunale sangiovannese si rifiuta di accogliere la proposta di una società per l’edificazione di un albergo, affinché non si dica che si vuole industrializzare e sfruttare la pre­senza di Padre Pio.

18 dicembre 1924

Il Consiglio comunale accoglie una domanda di enfiteusi perpetua del convento, presentata da P. Lorenzo Testa, con un canone annuo di lire settecentocinquanta. Il 14 settembre 1925, alla fine della procedure burocratiche per il riscatto del Canone per il Fondo del Culto , lo strumento viene firmato nello studio del notaio Giovanni Giuliani, in via Biffa. Il Comune è rappresentato dal sindaco Cav. Francesco Morcaldi.

22 aprile 1925

Il paese è di nuovo in agitazione per le restrizioni imposte a Padre Pio nel ministero delle confessioni.

23 aprile 1925

Con gioia dei sangiovannesi viene inaugurato l’Ospedale “S. Francesco”, allocato nell’ex monastero delle Clarisse. E’ un piccolo, moderno ospedale con 20 posti letto. Resterà in funzione fino al 1938.

5 ottobre 1925

Padre Pio è operato di ernia dal dott. Giorgio Festa.

23 aprile 1926

Ipso iure viene proibito dalla Chiesa l’opuscolo "Padre Pio da Pietrelcina" di Giuseppe De Rossi (Emmanuele Brunatto), a causa di pretesi miracoli e di altri fatti straordinari attribuiti al Padre. La sua pubblicazione provoca grande sofferenza nell’animo di Padre Pio.

2 dicembre 1926

Il Tribunale di Foggia emette una sentenza di condanna contro il canonico sangiovannese Vincenzo Miscio, accusato di aver estorto al fratello di Padre Pio 3000 lire per non pubblicare un libro contro Padre Pio. Egli beneficia di una notevole riduzione di pena, rispetto alla richiesta dell’accusa, grazie alla derubricazione del reato di “estorsione” in reato di “truffa”.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

26 marzo 1927

Inizia la visita apostolica di mons. Felice Bevilacqua che durerà fino al 5 aprile.

fine maggio 1928

Giunge a S. Giovanni Rotondo mons. Giuseppe Bruno, un altro visitatore apostolico.

3 gennaio 1929

Nella casa di Maria Pyle, una ricca americana trasferitasi a San Giovanni Rotondo da cinque anni, Padre Pio assiste la mamma morente. Peppa Di Nunzio muore, a 70 anni.

6-7 aprile 1931

Sparsasi la voce dell’arrivo di un nuovo Padre Guardiano in sostituzione di P. Raffaele da S. Elia a Pianisi, una turba di popolo armato si reca al convento minacciosa. Verso la mezzanotte un centinaio di uomini, accompagnati da donne e ragazzi, prendono un palo della luce e lo usano come ariete per forzare il portone del convento. Il padre guardiano riesce coraggiosamente a rimetterli alla porta e Padre Pio, commosso, dalla finestra li scongiura di tornarsene a casa.

9 giugno 1931

A Padre Pio giunge l’ordine di sospensione da ogni ministero, eccetto la Messa, che dovrà celebrare privatamente.

14 marzo 1933

Padre Pio si incontra con Mons. Felice Bevilacqua giunto in visita con il vescovo P. Luca Ermenegildo Passetto. Mons. Bevilacqua resta ammirato per la sua umiltà, docilità e su tutto il suo comportamento. La sua relazione fa cambiare idea a Pio XI nei riguardi di padre Pio.

24 giugno 1933

Avviene il primo incontro di Padre Pio con mons. Andrea Cesarano, nuovo arcivescovo, giunto a Manfredonia il 20 dicembre 1931, il quale porta uno spiraglio di luce nel biennio più tenebroso della vita di Padre Pio (1931-1933).

1933

Sotto lo pseudonimo di Jhon Willougby, E. Brunatto pubblica a Parigi un’edizione francese ed italiana dell’opera polemica “Gli anticristi nella Chiesa di Cristo”. Tre accorate lettere del Padre non sono riuscite a farlo desistere. Lo scopo della pubblicazione è di costringere la Chiesa a riabilitare Padre Pio.

16 luglio 1933

Padre Pio è riammesso a dir messa nella chiesa del convento. Fuori di essa potrà anche confessare i religiosi.

25 marzo 1934

25 marzo 1934 – E’ riammesso a confessare gli uomini.

12 maggio 1934

E’ riammesso a confessare indistintamente (utriusque sexus) uomini e donne.

1938

L’Ospedale S. Francesco, voluto fortemente da Padre Pio, viene chiuso. Stando a quanto riferiscono alcuni cronisti, una scossa sismica gli ha dato il colpo di grazia, danneggiando gravemente il fabbricato. Ma le cause della chiusura sono da ricercarsi anche in problemi di natura finanziaria. Sono trascorsi appena tredici anni dalla sua inaugurazione.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

9 gennaio 1940

Mortificato dalla chiusura dell’Ospedale S. Francesco, Padre Pio non demorde e manifesta ai dottori Mario Sanvico e Carlo Kiswarday l’idea di erigere un grosso ospedale vicino al convento: la Casa Sollievo della Sofferenza.

7 ottobre 1946

All’età di 86 anni, "zi’ Grazio", padre di P. Pio, amorevolmente assistito dal figlio, si spegne nella casa di Maria Pyle l’americana.

16 maggio 1947

Padre Pio benedice la prima pietra della Casa Sollievo della Sofferenza. Gli operai aggrediscono la montagna e in nove anni la “bianca favola” diventerà una realtà viva ed operante.

6 luglio 1947

Grazie a un’offerta in denaro di Maria Pyle , a Pietrelcina si inaugura il convento dei Cappuccini.

1949

Si stampa un bollettino periodico che informa sull’andamento dei lavori della Casa Sollievo della Sofferenza e raccoglie nuove offerte, che giungono da ogni parte del mondo.

1949

Padre Pio esorta i figli spirituali a rispondere all’invito lanciato ai cattolici dal Pontefice Pio XII dopo la guerra, di riunirsi in comunità per pregare il Signore di dare loro la forza ricostruire materialmente e moralmente la società, devastata dal flagello della guerra. Nascono così i primi “Gruppi di Preghiera”. I gruppi mantengono i contatti con S. Giovanni Rotondo attraverso un Centro che si occupa anche della pubblicazione della rivista “La Casa Sollievo della Sofferenza”.

7 gennaio 1950

Inizia il sistema della prenotazione per mettere ordine alle confessioni delle donne.

31 dicembre 1951.

Giungono a S. Giovanni Rotondo, mandati dal Sant’Uffizio, a causa di incomprensioni, equivoci e malintesi, i Monsignori Caronti e Pepe; ma non prendono decisioni.

3 agosto 1952

Un decreto del Sant’Offizio, pubblicato sull'Osservatore Romano, proscrive alcuni libri su Padre Pio privi della necessaria revisione e dell’approvazione ecclesiastica.

22 gennaio 1953

Padre Pio celebra il 50° di vestizione religiosa.

6 giugno 1954

Per la prima volta Padre Pio celebra la Messa all’aperto sul piazzale della chiesetta di S. Maria delle Grazie.

21 dicembre 1954

Si sparge la voce che i superiori vogliono trasferire Padre Pio. La voce irrita fortemente i cittadini di San Giovanni Rotondo.

5 maggio 1956

Si inaugura la Casa Sollievo della Sofferenza considerata da Padre Pio“la pupilla dei miei occhi”. Alla solenne manifestazione intervengono autorità della Chiesa e dello Stato e circa quindicimila fedeli. I locali sono benedetti dal cardinal Giacomo Lercaro. Nel discorso inaugurale Padre Pio, avendo bene a mente la brutta fine del piccolo Ospedale S. Francesco per cause di natura economica, raccomanda la nuova creatura alla generosità dei fedeli “affinché non perisca d’inedia e divenga la città ospedaliera tecnicamente adeguata alle più ardite esigenze cliniche e insieme ordine ascetico del francescanesimo militante. Luogo di preghiera e di scienza dove il genere umano si ritrovi in Cristo Crocifisso come un solo gregge con un solo pastore».

2 luglio 1956

Viene posta la prima pietra della nuova chiesa del santuario dei Cappuccini.

Settembre 1956

Padre Pio, saputo che nella zona detta “lu travagghie” è sorta una chiesa evangelica molto attiva, né è addolorato profondamente e fa istituire nella stessa zona, un asilo cristiano intitolato a San Francesco d’Assisi. Per gestirlo arrivano dalla Sicilia le Suore Cappuccine del Sacro Cuore

4 aprile 1957

Pio XII nomina Padre Pio direttore a vita della fraternità del Terz’Ordine Francescano "Santa Maria delle Grazie". Gli viene conferito il privilegio di guidare personalmente la Casa Sollievo della Sofferenza.

5 maggio 1957

In occasione del primo anniversario dell’Ospedale, Padre Pio pronuncia un discorso in cui traccia le linee programmatiche della sua Opera, che si riveleranno profetiche.

17 dicembre 1957

Si inaugura nel rione Santa Croce, alla presenza del Padre e delle autorità provinciali, una chiesetta con annesso istituto di suore.

26 gennaio 1958

Si inaugura Centro di Formazione Professionale dell’ITCA, voluto fortemente da Padre Pio dopo aver scoperto che molti giovanotti sangiovannesi si recavano in convento per chiedere qualche soldo.

Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

25 aprile 1959

Padre Pio si ammala e fino all’8 agosto celebrerà messa quasi sempre in una cappella interna e all'Angelus saluta i fedeli dalla finestrella del convento.

1° luglio 1959

Viene consacrata la nuova chiesa Santa Maria delle Grazie.

2 luglio 1959

La Madonna delle Grazie viene incoronata dal card. Federico Tedeschini.

6 agosto 1959

La statua della Madonna di Fatima sosta due giorni a San Giovanni Rotondo. E mentre la Madonna riparte in elicottero Padre Pio guarisce miracolosamente.

30 luglio 1960

Giunge a San Giovanni Rotondo mons. Carlo Maccari e compie una lunga visita apostolica conclusasi il 17 settembre 1960. La stampa dà risalto alla notizia, tra lo sconcerto dei fedeli e degli amici di Padre Pio.

10 agosto 1960

Padre Pio celebra 50 anni di sacerdozio.

11 maggio 1964

Padre Pio nomina la Santa Sede erede universale di tutti i suoi beni.

Marzo 1965

Si diffondono voci sul cattivo stato di salute del Padre

5 maggio 1966

5 maggio 1966 – Si celebra il decimo anniversario della nascita della Casa Sollievo della Sofferenza. Si tiene anche un Convegno internazionale dei Gruppi di preghiera che già si contano a centinaia. Padre Pio afferma:

« È la preghiera, questa forza unita di tutte le anime buone, che muove il mondo, che rinnova le coscienze, che sostiene la Casa, che conforta i sofferenti, che guarisce gli ammalati, che santifica il lavoro, che eleva l’assistenza sanitaria, che dona la forza morale e la cristiana rassegnazione alla umana sofferenza, che spande il sorriso e la benedi­zione di Dio a ogni languore e debolezza».

Settembre - dicembre 1966

Lo stato di salute di padre Pio peggiora, nonostante la continua assistenza medica specialistica.

9 maggio 1967

All’età di 85 anni muore "zi’ Michele", fratello di Padre Pio.

25 maggio 1967

Padre Pio compie 80 anni. A S. Giovanni vi è un imponente raduno dei Gruppi di Preghiera, che giungono da ogni parte del mondo.

Gennaio 1968

Padre Pio cammina con molta difficoltà e di lì a poco comincia ad usare una sedia a rotelle per gli spostamenti.

7 luglio 1968

Ha un forte collasso e preferisce starsene da solo, raccolto in preghiera.

20 settembre 1968

In occasione del 50° anniversario delle stimmate, una folla folla ingente di fedeli attornia Padre Pio in quella che si rivelerà come l'ultima grande manifestazione di affetto, prima di commiatarsi da questo mondo.

21 settembre 1968

La Casa Sollievo della Sofferenza organizza il quarto Convegno internazionale dei Gruppi di preghiera; ma Padre Pio non è in grado di celebrare.

22 settembre 1968

Padre Pio alle cinque del mattino celebra l'ultima messa della sua vita. Durante la celebrazione ha un nuovo collasso e barcolla, stremato. Alle 18 si commiata dalla folla che riceve l’ultima benedizione.

23 settembre 1968

Alle ore 2,30 della notte, Padre Pio muore.

26 settembre 1968

Ai funerali di Padre Pio partecipano oltre centomila persone.

4 novembre 1969

Il postulatore generale dei Cappuccini, padre Bernardino da Siena, chiede al vescovo mons. Antonio Cunial, amministratore apostolico di Manfredonia, di iniziare la trattazione della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Padre Pio. La dimanda viene accolta il 23 dello stesso mese.

1 luglio 1970

La Santa Sede invia a San Giovanni Rotondo mons. Oreste Vighetti per la conduzione diretta dell’Opera di Padre Pio.

Luglio 1970

Inizia la pubblicazione dell’Epistolario di Padre Pio da parte dei padri Cappuccini.

16 gennaio 1971

Mons. Valentino Vailati, arcivescovo di Manfredonia, consegna alla Sacra Congregazione per le Cause dei Santi la documentazione richiesta per il nihil obstat all’introduzione della Causa di Beatificazione di Padre Pio.

22 gennaio 1971

ricorrenza della vestizione di P. Pio, s’ inaugura a S. Giovanni Rotondo un Centro Riabilitazione per bambini portatori di handicap, in zona Santa Croce. E’ il primo di una lunga serie. Decine di altri centri sorgeranno nei comuni della Puglia, della Basilicata e del Molise.

3 marzo 1980

Mons. Valentino Vailati consegna ulteriore documentazione su Padre Pio.

9 agosto 1981

9 agosto 1981 – Viene inaugurata la Via Crucis monumentale, sedici sculture in bronzo e una in pietra, opera dello scultore siciliano Francesco Messina. La prima pietra era stata posata, con la partecipazione di Padre Pio, nella mattinata del 22 settembre del 1968, poche ore prima della sua morte.

29 novembre 1982

Papa Giovanni Paolo II firma il decreto per l’introduzione del processo cognizionale sulla vita e le virtù del Servo di Dio Padre Pio.

20 marzo 1983

Inizia ufficialmente a San Giovanni Rotondo il processo cognizionale su Padre Pio.

23 maggio 1987

Il Santo Padre Giovanni Paolo II giunge in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo e si inginocchia in preghiera accanto alla tomba di Padre Pio. Mette in risalto l’aspetto essenziale del grande disegno di P. Pio «di unire la scienza a servizio degli ammalati insieme con la fede e la preghiera» in modo che «la degenza in questa Casa deve costituire sì una cura del corpo, ma anche una vera e propria educazione all’amore inteso come accettazione cristiana del dolore».

28 luglio 1987

Si festeggia il 71° anniversario dell’arrivo del Padre a S. Giovanni Rotondo. In Piazza degli Olmi - oggi Piazza Padre Pio - si inaugura il monumento di Pericle Fazzini che presenta un Padre Pio dall’esatto profilo, con le braccia levate, che impugna in alto, nello spazio, l’Ostensorio con la corona vibrante dei raggi.

21 gennaio 1990

Si chiude solennemente a S. Giovanni Rotondo la fase diocesana del processo di Padre Pio. La documentazione e le testimonianze, raccolte in 104 volumi vengono portate a Roma presso la Congregazione per le Cause dei Santi.

aprile 1997

I cinque volumi sintetici contenenti la Positio super virtutibus vengono consegnati ai cardinali della Congregazione per il parere sulla eroicità delle virtù teologali, cardinali e religiose di Padre Pio.

18 dicembre 1997

E' proclamato venerabile da Sua Santità il Papa Giovanni Paolo II.

2 maggio 1999

Beatificazione di Padre Pio in Piazza San Pietro, Roma.

30 giugno 2001

Si inaugura il “Museo Biografico di Padre Pio”, museo delle cere realizzato dalla Società Museum Project di Firenze.

16 giugno 2002

Padre Pio viene solennemente canonizzato da Giovanni Paolo II. Ora tutti lo potranno chiamare "Santo", anche se per i sangiovannesi lo era già, fin dal 28 luglio 1916, quando entrò a far parte della loro vita e della loro storia.

www.padrepioesangiovannirotondo.it

Bibliografia riguardante San Pio da Pietrelcina

Epistolario I, Corrispondenza con i Direttori Spirituali (1910-1922), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione riveduta e cor­retta da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000.

Epistolario II, Corrispondenza con la nobildonna Raffaelina Cerase (1914-1915), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, III Edizione rive­duta e corretta da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000 .

Epistolario III, Corrispondenza con le figlie spirituali (1915-1923), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione ristampata nel 1994 a cura di Padre Gerardo Di Flumeri.

Epistolario IV , Corrispondenza con diverse categorie di persone, a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione riveduta, corretta ed ampliata da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000 (abbreviazione: Epist. IV).

Alessandro da Ripabottoni, Padre Pio da Pietrelcina “il cireneo di tutti”, Ed. “Padre Pio da Pietrelcina”, Convento S. Maria delle Grazie, S. Giovanni Rotondo 1983.

Sandro da Ripa, I Cappuccini a S. Giovanni, Foggia 1967.

Fernando da Riese Pio X, Padre Pio da Pietrelcina crocefisso senza croce, Ed. Padre Pio da Pietrelcina, Convento dei Cappuccini, VI edizione, S. Giovanni Rotondo 1998.

Francesco Morcaldi, San Giovanni Rotondo nella luce del Cristianesimo, Editore Mantilli, Parma 1960.

M. Preziosi, Lucia Fiorentino, figlia spirituale di Padre. Pio, Foggia 1967.

Gerardo Saldutto, Un tormentato settennio (1918-1925) nella vita di Padre Pio da Pietrelcina, Tesi di Laurea, Università Gregoriana, Roma, 1974 - Ed. Padre Pio da Pietrelcina, Convento Santa Maria delle Grazie, San Giovanni Rotondo.

Giulio Giovanni Siena, Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza, Bastogi Editrice, Foggia, maggio

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