CALUNNIE SU PADRE PIO

CALUNNIE SU PADRE PIO di Donato Calabrese, biografo del santo

Pubblicato da redazione uno il 29 Ottobre, 2007

( di Donato Calabrese) Non si può restare assolutamente insensibili di fronte a questo nuovo veleno contenuto nel libro di Sergio Luzzatto, e così amplificato dai media nazionali, che in nome della loro pseudoverità non ci pensano due volte pur di gettare discedito su una delle figure più luminose della Cristianità del secolo appena declinato, e dell’intera Storia Cristiana.
E’ vero, come ha detto Padre Cantalamessa, nel corso di una breve intervista rilasciata al Telegiornale di Rai2, che l’interesse dei media è quello di badare alla tiratura, e quindi al soldo, con conseguente crescita di interesse perché, è inutile nasconderlo, quando Padre Pio è tirato in ballo, subito l’interesse dell’opinione pubblica sale a mille, con conseguente crescita di audience e, soprattutto, di vendite librarie, che altrimenti stazionano in una mediocrità disarmante.
E’ altrettanto vero che le calunnie, che sono state subito riverberate attraverso il Corriere della Sera, non nuovo a queste uscite (Vedi il caso del vangelo apocrifo di Giuda) non toccano né la Santità del Padre stigmatizzato, che non può essere messa in discussione (le stigmate non sono state considerate nel processo di beatificazione, a causa del riserbo della Chiesa Cattolica sull’autenticità di tali fenomeni), visto che Papa Giovanni Paolo II (che ha toccato con mano la guarigione istantanea di Wanda Poltawska da un cancro alla gola), con la beatificazione e la canonizzazione, ha ormai messo fine alla lunga sequela di persecuzioni innescate nei suoi confronti in periodi storici diversi, né la fede dei fedeli che continuano a pregare e, soprattutto imitare le virtù, del frate di Pietrelcina. Nè tantomeno noi che lo abbiamo conosciuto e siamo venuti in contatto personale ed epistolare con la Sua straordinaria personalità religiosa e mistica.
Ma è pur vero che occorre rispondere a questi seminatori di calunnie. Rispondere sul campo della dialettica storica, con un ventaglio di riflessioni che inducano, non loro che già partono da idee preconcette (Luzzatto e chi ha pubblicizzato il suo libro), ma coloro che sono deboli e fragili nella fede e nella devozione popolare. A coloro che sono i più indifesi di fronte al male che si veste di bene e di verità storica, mentre invece scava su piccoli dettagli per creare un edificio mostruoso, a detrimento di un uomo di Dio la cui santità ha raggiunto tutti gli angoli del pianeta.
Ma voglio partire proprio dall’accusa di questo signor Luzzatto, di mestiere “Storico”, a quanto pare in pensione. Secondo Lui, e tutta qui sta la sua tesi, Padre Pio”Nel 1919 fece acquistare dell’acido fenico, sostanza adatta per procurarsi piaghe alle mani”.
Innanzitutto, l’accusa non è nuova. I detrattori hanno sempre parlato di piaghe procurate con questa sostanza. Ho cercato il termine sul web ed ho trovato, tra l’altro, questa precisazione: “Per le sue proprietà antisettiche, il fenolo (acido fenico) è stato usato come disinfettante; è una materia prima molto comune nella produzione di coloranti, di farmaci - uno dei più noti è l’aspirina- e di polimeri. Le soluzioni acquose concentrate di fenolo causano bruciature alla pelle, ma questa azione è sfruttata in cosmetica nella produzione di preparati esfolianti, capaci di rimuovere gli strati superficiali della pelle. Nell’utilizzare tali preparati è buona precauzione evitare il contatto con occhi e bocca”(fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Fenolo)”.
Fermo restando il fatto che sia vera la richiesta di Padre Pio, perché orientarsi solo a pensare che Padre Pio non lo abbia richiesto per disinfettarsi le ferite oppure per eliminare le ascare presenti in prossimità di esse? E perché pensare che questo acido gli sia servito per procurarsi le cosiddette “stigmate”, la cui profondità, da una parte all’altra della mano, non può assolutamente avere un origine così semplicistica? L’acido fenico brucia i tessuti, ma non può provocare certamente la perforazione delle mani, dei piedi e del costato, come nel caso di Padre Pio. Scherziamo: questa è pura calunnia, e basta.
Noi sappiamo che le lesioni e le ferite, che emettono in continuazione sangue ed umore sanguigno, emanano anche cattivi odori. Le ferite di Padre Pio, presenti sul suo corpo per circa 58 anni, avrebbero dovuto, certamente, procurargli danni più gravi, come infezioni e necrosi, con conseguenti sensazioni sgradevoli, a livello olfattivo, specialmente in coloro che sono a contatto con le persone che hanno queste lesioni e ferite sul proprio corpo. In 58 anni, Padre Pio è stato sempre circondato da confratelli, figli spirituali e fedeli, e nessuno ha mai avvertito queste sensazioni sgradevoli. Tutt’altro, Padre Pio emanava un profumo indecifrabile, contrassegno dei doni di Dio ad alcune anime mistiche, come Francesco d’Assisi e Teresa d’Avila. Ma su questo parlo in seguito.
Tornando alle stigmate, voglio riportare la testimonianza di un medico che ha conosciuto personalmente Padre Pio, seguendolo, dal punto di vista medico, fin dagli anni del suo ritorno a Pietrelcina (1909-1916). E’ il compianto dott. Andrea Cardone di Pietrelcina:
“Quando io interrogavo padre Pio sulle stimmate - da notare che le stimmate erano invisibili(nel detto periodo Pietrelcinese, n.d.r.), quando il Padre l’ebbe a Pietrelcina - e mi permettevo di toccare quelle sue mani per saggiarne la consistenza, io arrivavo a congiungere attraverso le stimmate il mio pollice con il mio indice. Padre Pio avvertiva un grandissimo dolore. E qualche volta mi diceva: Vuoi fare il san Tommaso?”.
In un’altra dichiarazione, il dott. Cardone scriverà: “Dichiaro io qui dott. Andrea Cardone, di aver avuto in cura padre Pio da Pietrelcina e di avergli riscontrato in ambedue le mani fori del diametro di circa cm 1/2 che attraversavano il palmo delle mani da una parte all’altra, tanto da vedere la luce filtrare ed alla pressione il polpastrello del mio indice e pollice si toccavano”(Per tutto questo Cfr. Lino da Prata e Alessandro da Ripabottoni, Beata Te Pietrelcina, Frati cappuccini Pietrelcina, novembre 1975, 2559.
Padre Pio ha avuto le stimmate nel 1910, nella contrada di Piana Romana, in Pietrelcina. Ma, soltanto l’anno successivo comunicherà a Padre Benedetto, suo direttore spirituale, l’esperienza mistica della sua stigmatizzazione. Padre Benedetto da San Marco in Lamis prende atto del fatto accaduto a Pietrelcina e, finalmente, dopo ventuno giorni giunge la sua lettera a Padre Pio. E’ un invito a “non manifestare niente a nessuno perché: “secretum Regis abscondere bonum est”(E’ bene tener nascosto il segreto del Re, n.d.a.). E’ evidente l’intenzione di Padre Benedetto: nella sua duplice veste di Direttore spirituale di Padre Pio e di superiore della Provincia cappuccina di Foggia-Sant’Angelo, mostra di voler mantenere segreto questo Dono mistico, che Padre Pio ha ricevuto da Cristo Crocifisso. Del resto lui sa molto bene dell’estrema prudenza che ha ispirato il Magistero della Chiesa di fronte a questi fenomeni.
Solo all’arciprete, don Salvatore Pannullo, come si è detto sopra, Padre Pio racconta ciò che gli è successo a Piana Romana: “Zi Tore, fatemi la carità: chiediamo a Gesù che mi tolga questa confusione. Voglio soffrire, morire di sofferenza, ma tutto nel nascondimento”.

Detto questo, non è certo il sig. Luzzatto, né tantomeno padre Gemelli a suo tempo, a conoscere bene Padre Pio e le sue stigmate. Una sola persona le conosceva, avendole analizzate, dal punto di vista medico, varie volte durante le visite disposte dalla Curia Generale dei Cappuccini a San Giovanni Rotondo, oltre ad averle viste ben bene durante un intervento di ernia su Padre Pio, eseguito senza anestesia, allorché il Padre svenne per il dolore. Questa persona è il dott. Giorgio Festa di Roma:
“La pressione diretta su tutte le lesioni, tanto delle mani che dei piedi, per quanto dolcemente esercitata (dal Festa), riesce dolorosissima… Più intense ancora, per quanto egli si studi di nasconderle, sono le sofferenze che gli procurano, nel camminare, le lesioni dei piedi: di qui la difficoltà di rimanere per lungo tempo in stazione eretta, di qui la sua andatura lenta e talora incerta”
Fa riflettere, infine, quanto il dott. Festa scrive in riguardo alla ferita al costato che si manifesta: come “in forma di croce capovolta. L’asta longitudinale, di questa, misura all’incirca sette centimetri di lunghezza, parte dalla linea ascellare anteriore a livello del quinto spazio intercostale, e discende obliquamente fin verso il bordo cartilagineo delle costole, solcando la cute… L’asta trasversale della croce è lunga circa quattro centimetri, interseca non ad angolo retto, ma in modo obliquo, e pressapoco a cinque centimetri dal suo punto di partenza l’asta longitudinale e si presenta più espansa e rotondeggiante alla sua estremità inferiore”
Può l’acido fenico provocare una ferita così larga e simile al colpo di una lancia? Ma voglio continuare riportando ancora le dichiarazioni del dott. Festa: Le lesioni “…non sono il prodotto di una traumatismo di origine esterna, e… neppure sono dovute all’applicazione di sostanze chimiche potentemente irritanti”. Infine, “a differenza di qualsiasi altra lesione, riscontrabile nel corpo umano, quelle che appaiono sul corpo di Padre Pio hanno «contorni nettissimi, niun accenno di reazione offrono i tessuti che le circondano e non presentano nessuna tendenza a cicatrizzare, neppure dopo tanto tempo che sono comparse, e nonostante la loro breve estensione e la loro limitata profondità»”.
Ma ciò che più colpisce, nello studio approfondito del Festa, è la risposta all’obiezione che, nel caso delle stigmate, possa trattarsi di alterazioni spontanee circoscritte della cute, riscontrate in soggetti neuropatici e con perturbazioni delle facoltà psichiche e mentali. L’immagine ed il carattere che il Festa tratteggia di Padre Pio mostrano tutto il contrario: “Il perfetto equilibrio che esiste tra le funzioni del suo sistema nervoso e le facoltà della sua mente; l’armonia e la coerenza che si scorge in ogni suo atto, in tutte le sue parole; la sua consacrazione alla preghiera, alla meditazione e al bene di coloro che lo avvicinano; la persistenza e la perfetta simmetria delle lesioni che presenta alla superficie del suo corpo; anche dal punto di vista clinico, non consentono… in nessun modo di classificare tra questi il caso di Padre Pio”.
A conclusione del suo esame il dott. Festa afferma così che le lesioni e l’emorragia, riscontrate in Padre Pio, “hanno un’origine che le nostre cognizioni sono ben lungi dallo spiegare. Ben più alta della scienza umana è la ragione del loro essere”, riconoscendo, quindi, che si tratta di “avvenimenti che la nostra scienza non spiega”.
Il Festa torna di nuovo, a San Giovanni Rotondo, il 15 luglio dell’anno successivo(1920), analizzando, stavolta, le stigmate unitamente al dott. Romanelli. I risultati coincidono in pratica con la descrizione della prima relazione da parte del Festa che smantella, ancora una volta, le tesi positivistiche del dott. Bignami, dimostrando in seguito, con la pubblicazione del libro: “Misteri di scienza e luci della fede”, la soprannaturalità delle stigmate del frate di Pietrelcina(Donato Calabrese, Padre Pio da Pietrelcina, Ed. Zonza,2001, 108-109).
Ma poi, come si può conciliare l’uso di una sostanza chimica come l’acido fenico, da parte di Padre Pio in cinquanta e più anni di ministero sacerdotale e di stigmatizzazione? Evidentemente Luzzatto e coloro che lo hanno pubblicizzato non conoscono un acca delle condizioni fisiche del Frate di Pietrelcina, che, specialmente negli ultimi anni della sua vita, per ogni minimo movimento aveva bisogno di essere aiutato. Questo signore che si avvale del titolo di Storico (se sono questi gli storici…) non conosce proprio nulla di Padre Pio da Pietrelcina e della sua vita di Crocifisso senza croce. Questo signor Luzzatto ha costruito tutto su qualche lettera e niente più. Non è così che si ricostruisce la storia, specialmente quella di una personaggio complesso come Padre Pio da Pietrelcina.
In tutti i cinquantotto anni della Sua stigmatizzazione, Padre Pio non è stato, certamente, circonfuso dall’acre odore di acido fenico. Tutt’altro: profumi di ogni tipo di fiore, specialmente di mammole, violette e rose. Questa è la realtà vera di un uomo Segnato e Benedetto da Dio col Sigillo delle stigmate. Ed il profumo non lo ha sentito solo gente semplice, credulona. Il profumo è stato percepito, anche lontano da San Giovanni Rotondo, da medici e professionisti, oltre che scienziati. Questa è la verità. Ma qui ci sarebbe da dedicare moltissimo spazio ed il tempo non lo permette.
Padre Pio è stato pedissequamente perseguitato dagli anni Venti in poi, grazie alle belle informazioni di Padre Gemelli!!!
Ci sono centinaia di libri, scritti da giornalisti, scrittori, ed uomini razionali, che mostrano questa tremenda realtà. Padre Pio è stato perseguitato e la Sua santità rifulge eroicamente proprio nei lunghi anni delle persecuzioni e delle reclusioni (Sì, è stato quasi recluso nel convento di San Giovanni Rotondo dal 1931 al 1933 col divieto di vedere chicchessia).
Le persecuzioni sono continuate fino a pochi anni dalla sua morte. Eppure, nonostante Egli abbia subito tutto con spirito di obbedienza alla Chiesa, è stato pedissequamente e sistematicamente perseguitato, e controllato addirittura in modo sacrilego, con i microfoni ed i registratori, posti addirittura nel suo confessionale. Eppure non un lamento è uscito dalle sue labbra: “Anche quando percuote, la Chiesa è Madre”, queste le sue parole. Questo il contrassegno della sua sfolgorante santità.
Per quanto riguarda, invece, la presunta ostilità di Papa Giovanni XXIII nei confronti di Padre Pio, basta citare quanto ha dichiarato mons. Loris Capovilla, all’epoca segretario particolare del Papa Buono: “Da parte di Giovanni XXIII non c’era alcun pregiudizio. Erano gli uffici a trasmettere notizie negative su quanto accadeva a San Giovanni Rotondo, e il Papa non poteva far altro che prenderne atto”(L’Avvenire, 27/10/2007).
Del resto la Storia della Chiesa è piena di episodi di incomprensione tra santi e santi. Sono esseri umani, con difetti e virtù, seppure eroicamente vissute, di altri esseri umani. Come non ricordare il celebre rimprovero di Paolo, l’apostolo delle genti, nei confronti di Pietro(Gal 2,14)? Oppure una certa incomprensione, se non proprio derisione, di San Camillo de Lellis da parte di san Filippo Neri? E, per venire ad un Santo molto amato e venerato nel sud Italia, San Gerardo Majella, dotato di una mitezza straordinaria, eppure punito severamente, in un’occasione, dal fondatore del suo ordine, sant’Alfonso Maria de’ Liguori?
Chi è Padre Pio da Pietrelcina? Solo chi non lo conosce può arrivare a fargli ancora tanto male, dopo tutto quello che ha subito. Padre Pio è un Santo. E’ un grande Santo. Un mistico. Un grande mistico. Un uomo di Dio, contrassegnato da quelle stesse stigmate di Colui che è stato Crocifisso, e che prima di morire aveva detto: “Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”(Gv 15,20).
Donato Calabrese

Biografo di Padre Pio da Pietrelcina
www.donatocalabrese.it/padrepio/


Articolo stampato da Caserta24ore: http://www.caserta24ore.it

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bello l'articolo! Se ne vedono così tanti di quelli che ricoprono di insulti e accuse il santo Padre Pio senza sapere NIENTE di chi era veramente. Si possono trovare centinaia di testimonianze di coloro che lo hanno conosciuto in persona e vorrei vedere come faranno i perseguitatori di Padre Pio a spiegare tutti i miracoli che Dio ha compiuto grazie alla sua intercessione. Ovviamente possono rispondere che si tratti di false testimonianze ma io dico che è solo una bella scusa di coloro che nella propria superficialità si rifiutano di vedere oltre il sensibile. E con ciò, mi congratulo con l'autore di questo articolo.

Biografia di P. Pio

Date salienti della vita di Padre Pio

25 maggio 1887

Nasce a Pietrelcina (BN) Padre Pio, al secolo Francesco Forgione, da Grazio Forgione e Maria Giuseppa di Nunzio, detta Peppa.

26 maggio 1887

Riceve il battesimo da don Antonio Orlando nella chiesa di Santa Maria degli Angeli.

27 settembre 1899

E’ il “giorno singolarissimo ed indimenticabile per tutta la vita”, in cui riceve la cresima.

6 gennaio 1903

Entra come novizio nel convento dei Cappuccini di Morcone.

22 gennaio 1903

Indossa l’abito cappuccino e cambia il nome di battesimo in quello di Fra’ Pio da Pietrelcina.

22 gennaio 1904

E’ ammesso alla professione semplice.

25 gennaio 1904

Parte per Sant’Elia a Pianisi per gli studi ginnasiali.

ottobre 1905

Raggiunge San Marco la Catola per lo studio della filosofia.

aprile 1906

Ritorna a Sant’Elia a Pianisi per gli studi liceali.

1906

La sangiovannese Lucia Fiorentino (1889-1934) mentre è assorta preghiera ha una "visione immaginaria", premonitrice dell'arrivo di padre Pio a S. Giovanni Rotondo. Nei "Cenni autobiografici" ella accennò alla visione di un "albero di smisurata grandezza nell’atrio del nostro convento dei cappuccini" e a una voce che le diceva: “Questo è il simbolo di un’anima che ora è lontana e verrà qui; farà tanto bene in questo paese… Sarà forte e ben radicata come quest’albero e tutte le anime che verranno – sia di qui come da lontano – se si rifugeranno all’ombra di quest’albero saranno liberate dal male (ossia chi verrà da questo degno sacerdote per averne lume e trovare perdono e rimedio alle proprie colpe).....(omissis)"

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

27 gennaio1907

Fra Pio emette la professione dei voti solenni per “attendere al bene dell’anima e dedicarmi intieramente al servizio di Dio”.

9 ottobre 1907

Ritorna a San Marco la Catola per gli esami di filosofia. Nello stesso mese di ottobre si trasferisce a Serracapriola e studia teologia sotto la guida di padre Agostino da San Marco in Lamis. Nel mese di novembre lo studio della teologia prosegue a Montefusco.

19 e 21 dicembre 1908

A Benevento fra Pio riceve rispettivamente gli ordini minori e l’ordine del suddiaconato.

31 gennaio 1909

Il Consiglio comunale di S. Giovanni Rotondo delibera di dare il convento in affitto, ai Padri minori cappuccini Francesco Latiano e Nicola Ciavarella, per ventinove anni, a condizione di tenere aperta al pubblico l’annessa chiesa. La Giunta provinciale approva. E’ la fine di una lunga lotta con le autorità provinciali, durata decenni, per favorire il ritorno dei frati nel convento dopo la soppressione degli ordini religiosi del 1866. Il provvedimento finirà per spalancare le porte a Padre Pio da Pietrelcina.

maggio 1909

Fra Pio torna a Pietrelcina a causa delle cattive condizioni di salute.

18 luglio 1909

Fra Pio riceve l’ordine del diaconato nel convento di Morcone.

10 agosto 1910

Avviene la consacrazione di Fra’ Pio nel duomo di Benevento.

14 agosto 1910

Padre Pio celebra a Pietrelcina la prima Messa solenne ed avverte i primi dolori alle mani e ai piedi, causati dalle stimmate invisibili.

8 settembre 1911

Confessa al direttore spirituale padre Benedetto da San Marco in Lamis di avere "da circa un anno le stimmate invisibili".

ottobre 1911

Padre Pio è trasferito a Venafro ed è sottoposto a visite mediche a Napoli.

7 dicembre 1911

La salute peggiora e ritorna a Pietrelcina.

10 ottobre 1915

Rivela al suo direttore di patire da anni la coronazione di spine e la flagellazione.

6 novembre 1915

Padre Pio è chiamato presso il distretto militare di Benevento per la visita di leva.

18 dicembre 1915

A causa delle precarie condizioni di salute ritorna a Pietrelcina in licenza di convalescenza.

17 febbraio 1916

Arriva per trasferimento nel convento di Sant’Anna di Foggia e diventa membro di quella comunità.

28 luglio 1916

Per sottrarlo alla calura estiva Padre Paolino di Tommaso da Casacalenda lo conduce nel convento di San Giovanni Rotondo e vi resta una settimana. Il 28 luglio 1916. Inizia così la vita di padre Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo.

13 agosto 1916

Padre Pio scongiura il superiore provinciale di mandarlo per un po’ di tempo a San Giovanni Rotondo “dove Gesù mi assicura che starò meglio” - dice. Inoltre spiega un altro motivo della richiesta: “bisogna sollevare un po’ il fisico per tenermi pronto ad altre prove, alle quali egli vuole assoggettarmi”.

4 settembre 1916

Padre Pio ottiene di ritornare nel convento di Santa Maria delle Grazie di San Giovanni Rotondo, che gli viene assegnato solo come sede provvisoria.

18 dicembre

Rientra a Napoli per il servizio militare.

30 dicembre 1916

A causa delle pessime condizioni fisiche i medici lo rimandano a casa in licenza “illimitata” di sei mesi. Ma rimane a casa per otto mesi, a causa di un disguido postale.

19 agosto 1917

Torna dalla licenza presso il distretto militare di Napoli e contro ogni logica aspettativa viene dichiarato valido ai servizi interni.

5 novembre 1917

E' inviato in licenza di convalescenza di quattro mesi.

12 novembre 1917

Rientra a San Giovanni Rotondo e vi resta fino al 5 marzo 1918 quando riprende il servizio militare a Napoli.

18 - 23 maggio 1917

Padre Pio si assenta da S. Giovanni Rotondo per accompagnare a Roma la sorella Graziella, che diventerà suora.

16 marzo 1918

Rientrato dalla licenza, Padre Pio viene riformato e due giorni dopo torna per sempre nel convento di San Giovanni Rotondo. La diagnosi parla di “bronco alveolite doppia”.

Metà aprile – metà di maggio 1918

Padre Pio, attraversando un momento molto delicato, dimora nel convento di San Marco la Catola per conferire col padre Provinciale circa i problemi del suo spirito.

5-7 agosto 1918

Avviene il fenomeno mistico della “trasverbazione del cuore”: un misterioso Personaggio celeste trapassa il cuore del Padre con una lancia, lasciandogli una ferita aperta sanguinante. E’ il preludio al fenomeno delle “stimmate”.

20 settembre 1918

Rivede in coro il misterioso Personaggio che gronda sangue e il Padre si sente trafiggere le mani e i piedi. Si ritrova così con le stimmate, i segni visibili della Passione di Cristo, impressi per sempre sulle mani, sul costato e sui piedi, che scompariranno misteriosamente solo in punto di morte, il 23 settembre 1968.

1919

La stampa diffonde la notizia della stimmatizzazione e i pellegrini salgono a migliaia sul Gargano, richiamati dai carismi di Padre Pio.

15 maggio 1919

Giunge a S. Giovanni Rotondo il prof. Luigi Romanelli, primario dell’Ospedale di Barletta primo medico inviato per esaminare le stimmate di Padre Pio.

13 luglio 1919

Il giornalista V. Ciampi , durante una sua visita nel convento di S. Maria delle Grazie, trova il padre guardiano letteralmente «affogato in un mare – non è un’esagerazione! – di telegrammi e di lettere che arrivavano giornalmente a pacchi, prima da ogni parte d’Italia ed ora anche del… mondo". Le missive provenivano "dalla Francia, dalla Spagna, dall’Inghilterra e financo dall’America”. Sono i primi segni della fama e dell’internazionalità di Padre Pio.

26 luglio 1919

E’ visitato dal prof. Amico Bignami, ordinario di Patologia medica presso l’Università di Roma, il quale ripete un secondo esame nella stessa settimana.

9 ottobre 1919

Si sottopone agli ulteriori ed approfonditi accertamenti del dott. Giorgio Festa, inviato dal Superiore Generale dei Cappuccini padre Venanzio da Lisle.

15 luglio 1920

Il dott. Giorgio Festa e il prof. Luigi Romanelli visitano insieme Padre Pio.

13 ottobre 1920

A San Giovanni Rotondo, dopo alcuni disordini di natura politica durante la campagna elettorale, le forze opposte si fronteggiano. I socialisti, vincitori delle elezioni, vogliono esporre sul Municipio la bandiera rossa, al posto della bandiera nazionale. I partiti del Fascio si oppongono. C’è l’intervento della forza pubblica e avviene un eccidio, con tredici morti e una ottantina di feriti.

febbraio 1921

Il “Comitato pro l’erigendo Ospedale” invia al presidente della Congregazione di Carità di S. Giovanni Rotondo una lettera con la quale si manifesta l'intenzione di donare alla stessa congregazione un ospedale da costruirsi con denaro raccolto da Padre Pio, a patto di allocarlo nei suoi locali detti “del Monte”.

giugno 1921

Cominciano a diffondersi le voci di un possibile trasferimento di Padre Pio.

Luglio 1921

I sangiovannesi insorgono contro le voci di trasferimento di Padre Pio. La folla si eccita. Le Autorità di P.S. , preoccupate per l'evolversi della situazione, precedono una fiumana di gente e fanno circondare il convento. Qui giunta, la folla grida, urla, piange, impreca, minaccia, affermando che “nessuno giammai potrà osare di toglierci il Santo che illumina questa terra, e tanto bene irradia, coi suoi miracoli e col suo savio consiglio”. Un giornalista del luogo scrive in un mirabile articolo: «Il nostro popolo non può assolutamente rinunziare a Padre Pio. Questi è ormai nostro, e nostro dovrà restare nella storia e nei secoli venturi che di Lui celebreranno i grandi miracoli che opera ogni ora”. Il titolo è tutto un programma: “Padre Pio non lascerà mai S. Giovanni Rotondo”. E così sarà, per la caparbietà dei sangiovannesi, pronti a sacrificarsi per lui.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

25 ottobre 1921

Giunge in visita del cardinale Augusto Sili, prefetto del Supremo tribunale della Segnatura e delegato apostolico del santuario di Pompei.

dicembre 1921

A S. Giovanni Rotondo viene inaugurata un’apposita casa per il Terz'Ordine Francescano.

1922

Iniziano in paese, nei locali detti “del Monte”. i lavori del primo ospedaletto voluto da Padre Pio.

10 maggio 1922

Viene emesso il decreto con il quale i fedeli sono diffidati affinchè non si accostino a Padre Pio per motivi di devozione. Nuove petizioni popolari si rivelavano inutili.

4 giugno 1922

Ai Cappuccini di San Giovanni Rotondo perviene l’ordine del Sant’Officio del 2 giugno 1922 che intorno a Padre Pio “si stia in osservazione”, evitando ogni “singolarità e rumore”, raccomandando che egli celebri messa in orari diversi, “a preferenza summo mane ed in privato”, “non dia benedizione al popolo”, “per nessun motivo egli mostri le così dette stimmate, ne parli e le faccia baciare”.

16 agosto 1922

Il Consiglio della Congregazione di carità viene a conoscenza delle assicurazioni di Padre Pio di voler elargire la somma di lire 50 mila per riadattare una parte del Convento dell’ex Convento delle Clarisse onde costruire un ospedale “degno del suo nome”. Il Consiglio per il momento è fermo nell'idea di allocare il predetto ospedale nei locali detti del “Monte” .

23 ottobre 1922

23 ottobre 1922 – La Congregazione di Carità approva la proposta di allocare l’ospedale nel Convento delle Clarisse.

3 gennaio 1923

Anche la Commissione pro l’erigendo Ospedale Civile riconosce ufficialmente come inadatti i locali del Monte e accetta di allocare l’ospedale nel Convento delle Clarisse.

31 maggio 1923

Una dichiarazione rilasciata dopo un’inchiesta sui fatti che si attribuiscono al Padre, stabilisce la loro non soprannaturalità. Pertanto i fedeli vengono invitati a conformare il loro modo di agire a questa dichiarazione.

17 giugno 1923

Giunge l'ordine di non celebrare più la Messa in pubblico e che non si risponda più alle lettere dei fedeli che arrivano al convento.

24 giugno 1923

A S. Giovanni Rotondo è festa patronale. Si parla nuovamente dell’imminente trasferimento del Padre. I sangiovannesi sono pronti sacrificarsi per Lui. Le assicurazioni del prefetto Mormino, giunte tramite i carabinieri reali, riescono a placare gli animi, che si riaccendono il giorno successivo.

25 giugno 1923

Numerosi fedeli si recano al convento. Ma il frate non scende in chiesa a dir messa. La popolazione si scioglie alla primordiale ferocia e in armi si riversa in convento. Poi, grazie al buon senso del padre guardiano e del maresciallo, si ritira. Un gruppo di sangiovannesi armati vigila giorno e notte intorno al convento, e informa la popolazione di ogni movimento sospetto. Un corrispondente locale commenta sui giornali:

«Le autorità religiose traggano da questa manifestazione proficuo ammaestramento, e gli individui denigratori imparino a proprie spese che è pericoloso offendere la fede di un popolo».

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza")

26 giugno1923

Torma a celebrare messa in chiesa.

2 luglio 1923

Per andare incontro al notevole flusso di fedeli forestieri, la ditta Massa Luigi, concessionaria di un nuovo servizio automobilistico, attiva il collegamento della tratta San Giovanni Rotondo-San Marco in Lamis-Foggia.

8 agosto1923

A Padre Pio viene notificata l’obbedienza del trasferimento in altra sede, da stabilirsi con separato provvedimento. Tale provvedimento indicherà la sede di Ancona.

10 agosto 1923

Un sangiovannese, disperato al pensiero di perdere Padre Pio, compie un estremo atto d’amore: gli piomba alle spalle durante una cerimonia e con una pistola minaccia di ucciderlo, per farlo restare in paese se non da vivo almeno da morto!

10 agosto 1923

Davanti a Gesú sacramentato Padre Pio, preoccupato per gli eventi che scuotono il paese, scrive una lettera che può essere considerata la prima parte del suo testamento spirituale per il “caro e prediletto popolo di S. Giovanni Rotondo".

12 agosto 1923

Padre Pio scrive con apprensione al sindaco ed amico Francesco Morcaldi un'altra lettera che può essere considerata la seconda parte del suo testamento spirituale per il popolo sangiovannese. In essa il Padre si dichiara “commosso” profondamente per i fatti accaduti in paese negli ultimi giorni ed è assalito dal timore che lui “possa essere involontariamente causa di luttuosi avvenimenti per questa mia cara cittadina”. La lettera si conclude con queste parole stupende, che sono rimaste scolpite nei cuori dei sangiovannesi:

“Io ricorderò sempre cotesto popolo generoso nella mia povera ed assidua preghiera, implorando per esso pace e prosperità e quale segno della mia predilezione, null’altro potendo fare, esprimo il mio desiderio che, ove i miei superiori non si oppongano, le mie ossa siano composte in un tranquillo cantuccio di questa terra”.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza")

17 agosto1923

Preoccupate per l’agitazione popolare le autorità ecclesiastiche sospendono il trasferimento di Padre Pio.

27 Agosto 1923

Padre Pio, benché disposto a una docile obbedienza, fa appello alla responsabilità delle autorità civili e religiose affinché tengano ben presenti le conseguenze di un suo trasferimento: “…è certo per me e per chiunque conosce questo paese che non basterebbe nemmeno uno stato d’assedio prolungato per impedire terribili sanguinose rappresaglie. Lei, meglio di me, sa cosa siano le passioni religiose di un popolo; di questo popolo poi ardente e d’istinti ancora primitivi chi potrebbe persuadersi che minacci invano?”.

gennaio 1924

Il consiglio comunale sangiovannese si rifiuta di accogliere la proposta di una società per l’edificazione di un albergo, affinché non si dica che si vuole industrializzare e sfruttare la pre­senza di Padre Pio.

18 dicembre 1924

Il Consiglio comunale accoglie una domanda di enfiteusi perpetua del convento, presentata da P. Lorenzo Testa, con un canone annuo di lire settecentocinquanta. Il 14 settembre 1925, alla fine della procedure burocratiche per il riscatto del Canone per il Fondo del Culto , lo strumento viene firmato nello studio del notaio Giovanni Giuliani, in via Biffa. Il Comune è rappresentato dal sindaco Cav. Francesco Morcaldi.

22 aprile 1925

Il paese è di nuovo in agitazione per le restrizioni imposte a Padre Pio nel ministero delle confessioni.

23 aprile 1925

Con gioia dei sangiovannesi viene inaugurato l’Ospedale “S. Francesco”, allocato nell’ex monastero delle Clarisse. E’ un piccolo, moderno ospedale con 20 posti letto. Resterà in funzione fino al 1938.

5 ottobre 1925

Padre Pio è operato di ernia dal dott. Giorgio Festa.

23 aprile 1926

Ipso iure viene proibito dalla Chiesa l’opuscolo "Padre Pio da Pietrelcina" di Giuseppe De Rossi (Emmanuele Brunatto), a causa di pretesi miracoli e di altri fatti straordinari attribuiti al Padre. La sua pubblicazione provoca grande sofferenza nell’animo di Padre Pio.

2 dicembre 1926

Il Tribunale di Foggia emette una sentenza di condanna contro il canonico sangiovannese Vincenzo Miscio, accusato di aver estorto al fratello di Padre Pio 3000 lire per non pubblicare un libro contro Padre Pio. Egli beneficia di una notevole riduzione di pena, rispetto alla richiesta dell’accusa, grazie alla derubricazione del reato di “estorsione” in reato di “truffa”.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

26 marzo 1927

Inizia la visita apostolica di mons. Felice Bevilacqua che durerà fino al 5 aprile.

fine maggio 1928

Giunge a S. Giovanni Rotondo mons. Giuseppe Bruno, un altro visitatore apostolico.

3 gennaio 1929

Nella casa di Maria Pyle, una ricca americana trasferitasi a San Giovanni Rotondo da cinque anni, Padre Pio assiste la mamma morente. Peppa Di Nunzio muore, a 70 anni.

6-7 aprile 1931

Sparsasi la voce dell’arrivo di un nuovo Padre Guardiano in sostituzione di P. Raffaele da S. Elia a Pianisi, una turba di popolo armato si reca al convento minacciosa. Verso la mezzanotte un centinaio di uomini, accompagnati da donne e ragazzi, prendono un palo della luce e lo usano come ariete per forzare il portone del convento. Il padre guardiano riesce coraggiosamente a rimetterli alla porta e Padre Pio, commosso, dalla finestra li scongiura di tornarsene a casa.

9 giugno 1931

A Padre Pio giunge l’ordine di sospensione da ogni ministero, eccetto la Messa, che dovrà celebrare privatamente.

14 marzo 1933

Padre Pio si incontra con Mons. Felice Bevilacqua giunto in visita con il vescovo P. Luca Ermenegildo Passetto. Mons. Bevilacqua resta ammirato per la sua umiltà, docilità e su tutto il suo comportamento. La sua relazione fa cambiare idea a Pio XI nei riguardi di padre Pio.

24 giugno 1933

Avviene il primo incontro di Padre Pio con mons. Andrea Cesarano, nuovo arcivescovo, giunto a Manfredonia il 20 dicembre 1931, il quale porta uno spiraglio di luce nel biennio più tenebroso della vita di Padre Pio (1931-1933).

1933

Sotto lo pseudonimo di Jhon Willougby, E. Brunatto pubblica a Parigi un’edizione francese ed italiana dell’opera polemica “Gli anticristi nella Chiesa di Cristo”. Tre accorate lettere del Padre non sono riuscite a farlo desistere. Lo scopo della pubblicazione è di costringere la Chiesa a riabilitare Padre Pio.

16 luglio 1933

Padre Pio è riammesso a dir messa nella chiesa del convento. Fuori di essa potrà anche confessare i religiosi.

25 marzo 1934

25 marzo 1934 – E’ riammesso a confessare gli uomini.

12 maggio 1934

E’ riammesso a confessare indistintamente (utriusque sexus) uomini e donne.

1938

L’Ospedale S. Francesco, voluto fortemente da Padre Pio, viene chiuso. Stando a quanto riferiscono alcuni cronisti, una scossa sismica gli ha dato il colpo di grazia, danneggiando gravemente il fabbricato. Ma le cause della chiusura sono da ricercarsi anche in problemi di natura finanziaria. Sono trascorsi appena tredici anni dalla sua inaugurazione.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

9 gennaio 1940

Mortificato dalla chiusura dell’Ospedale S. Francesco, Padre Pio non demorde e manifesta ai dottori Mario Sanvico e Carlo Kiswarday l’idea di erigere un grosso ospedale vicino al convento: la Casa Sollievo della Sofferenza.

7 ottobre 1946

All’età di 86 anni, "zi’ Grazio", padre di P. Pio, amorevolmente assistito dal figlio, si spegne nella casa di Maria Pyle l’americana.

16 maggio 1947

Padre Pio benedice la prima pietra della Casa Sollievo della Sofferenza. Gli operai aggrediscono la montagna e in nove anni la “bianca favola” diventerà una realtà viva ed operante.

6 luglio 1947

Grazie a un’offerta in denaro di Maria Pyle , a Pietrelcina si inaugura il convento dei Cappuccini.

1949

Si stampa un bollettino periodico che informa sull’andamento dei lavori della Casa Sollievo della Sofferenza e raccoglie nuove offerte, che giungono da ogni parte del mondo.

1949

Padre Pio esorta i figli spirituali a rispondere all’invito lanciato ai cattolici dal Pontefice Pio XII dopo la guerra, di riunirsi in comunità per pregare il Signore di dare loro la forza ricostruire materialmente e moralmente la società, devastata dal flagello della guerra. Nascono così i primi “Gruppi di Preghiera”. I gruppi mantengono i contatti con S. Giovanni Rotondo attraverso un Centro che si occupa anche della pubblicazione della rivista “La Casa Sollievo della Sofferenza”.

7 gennaio 1950

Inizia il sistema della prenotazione per mettere ordine alle confessioni delle donne.

31 dicembre 1951.

Giungono a S. Giovanni Rotondo, mandati dal Sant’Uffizio, a causa di incomprensioni, equivoci e malintesi, i Monsignori Caronti e Pepe; ma non prendono decisioni.

3 agosto 1952

Un decreto del Sant’Offizio, pubblicato sull'Osservatore Romano, proscrive alcuni libri su Padre Pio privi della necessaria revisione e dell’approvazione ecclesiastica.

22 gennaio 1953

Padre Pio celebra il 50° di vestizione religiosa.

6 giugno 1954

Per la prima volta Padre Pio celebra la Messa all’aperto sul piazzale della chiesetta di S. Maria delle Grazie.

21 dicembre 1954

Si sparge la voce che i superiori vogliono trasferire Padre Pio. La voce irrita fortemente i cittadini di San Giovanni Rotondo.

5 maggio 1956

Si inaugura la Casa Sollievo della Sofferenza considerata da Padre Pio“la pupilla dei miei occhi”. Alla solenne manifestazione intervengono autorità della Chiesa e dello Stato e circa quindicimila fedeli. I locali sono benedetti dal cardinal Giacomo Lercaro. Nel discorso inaugurale Padre Pio, avendo bene a mente la brutta fine del piccolo Ospedale S. Francesco per cause di natura economica, raccomanda la nuova creatura alla generosità dei fedeli “affinché non perisca d’inedia e divenga la città ospedaliera tecnicamente adeguata alle più ardite esigenze cliniche e insieme ordine ascetico del francescanesimo militante. Luogo di preghiera e di scienza dove il genere umano si ritrovi in Cristo Crocifisso come un solo gregge con un solo pastore».

2 luglio 1956

Viene posta la prima pietra della nuova chiesa del santuario dei Cappuccini.

Settembre 1956

Padre Pio, saputo che nella zona detta “lu travagghie” è sorta una chiesa evangelica molto attiva, né è addolorato profondamente e fa istituire nella stessa zona, un asilo cristiano intitolato a San Francesco d’Assisi. Per gestirlo arrivano dalla Sicilia le Suore Cappuccine del Sacro Cuore

4 aprile 1957

Pio XII nomina Padre Pio direttore a vita della fraternità del Terz’Ordine Francescano "Santa Maria delle Grazie". Gli viene conferito il privilegio di guidare personalmente la Casa Sollievo della Sofferenza.

5 maggio 1957

In occasione del primo anniversario dell’Ospedale, Padre Pio pronuncia un discorso in cui traccia le linee programmatiche della sua Opera, che si riveleranno profetiche.

17 dicembre 1957

Si inaugura nel rione Santa Croce, alla presenza del Padre e delle autorità provinciali, una chiesetta con annesso istituto di suore.

26 gennaio 1958

Si inaugura Centro di Formazione Professionale dell’ITCA, voluto fortemente da Padre Pio dopo aver scoperto che molti giovanotti sangiovannesi si recavano in convento per chiedere qualche soldo.

Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

25 aprile 1959

Padre Pio si ammala e fino all’8 agosto celebrerà messa quasi sempre in una cappella interna e all'Angelus saluta i fedeli dalla finestrella del convento.

1° luglio 1959

Viene consacrata la nuova chiesa Santa Maria delle Grazie.

2 luglio 1959

La Madonna delle Grazie viene incoronata dal card. Federico Tedeschini.

6 agosto 1959

La statua della Madonna di Fatima sosta due giorni a San Giovanni Rotondo. E mentre la Madonna riparte in elicottero Padre Pio guarisce miracolosamente.

30 luglio 1960

Giunge a San Giovanni Rotondo mons. Carlo Maccari e compie una lunga visita apostolica conclusasi il 17 settembre 1960. La stampa dà risalto alla notizia, tra lo sconcerto dei fedeli e degli amici di Padre Pio.

10 agosto 1960

Padre Pio celebra 50 anni di sacerdozio.

11 maggio 1964

Padre Pio nomina la Santa Sede erede universale di tutti i suoi beni.

Marzo 1965

Si diffondono voci sul cattivo stato di salute del Padre

5 maggio 1966

5 maggio 1966 – Si celebra il decimo anniversario della nascita della Casa Sollievo della Sofferenza. Si tiene anche un Convegno internazionale dei Gruppi di preghiera che già si contano a centinaia. Padre Pio afferma:

« È la preghiera, questa forza unita di tutte le anime buone, che muove il mondo, che rinnova le coscienze, che sostiene la Casa, che conforta i sofferenti, che guarisce gli ammalati, che santifica il lavoro, che eleva l’assistenza sanitaria, che dona la forza morale e la cristiana rassegnazione alla umana sofferenza, che spande il sorriso e la benedi­zione di Dio a ogni languore e debolezza».

Settembre - dicembre 1966

Lo stato di salute di padre Pio peggiora, nonostante la continua assistenza medica specialistica.

9 maggio 1967

All’età di 85 anni muore "zi’ Michele", fratello di Padre Pio.

25 maggio 1967

Padre Pio compie 80 anni. A S. Giovanni vi è un imponente raduno dei Gruppi di Preghiera, che giungono da ogni parte del mondo.

Gennaio 1968

Padre Pio cammina con molta difficoltà e di lì a poco comincia ad usare una sedia a rotelle per gli spostamenti.

7 luglio 1968

Ha un forte collasso e preferisce starsene da solo, raccolto in preghiera.

20 settembre 1968

In occasione del 50° anniversario delle stimmate, una folla folla ingente di fedeli attornia Padre Pio in quella che si rivelerà come l'ultima grande manifestazione di affetto, prima di commiatarsi da questo mondo.

21 settembre 1968

La Casa Sollievo della Sofferenza organizza il quarto Convegno internazionale dei Gruppi di preghiera; ma Padre Pio non è in grado di celebrare.

22 settembre 1968

Padre Pio alle cinque del mattino celebra l'ultima messa della sua vita. Durante la celebrazione ha un nuovo collasso e barcolla, stremato. Alle 18 si commiata dalla folla che riceve l’ultima benedizione.

23 settembre 1968

Alle ore 2,30 della notte, Padre Pio muore.

26 settembre 1968

Ai funerali di Padre Pio partecipano oltre centomila persone.

4 novembre 1969

Il postulatore generale dei Cappuccini, padre Bernardino da Siena, chiede al vescovo mons. Antonio Cunial, amministratore apostolico di Manfredonia, di iniziare la trattazione della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Padre Pio. La dimanda viene accolta il 23 dello stesso mese.

1 luglio 1970

La Santa Sede invia a San Giovanni Rotondo mons. Oreste Vighetti per la conduzione diretta dell’Opera di Padre Pio.

Luglio 1970

Inizia la pubblicazione dell’Epistolario di Padre Pio da parte dei padri Cappuccini.

16 gennaio 1971

Mons. Valentino Vailati, arcivescovo di Manfredonia, consegna alla Sacra Congregazione per le Cause dei Santi la documentazione richiesta per il nihil obstat all’introduzione della Causa di Beatificazione di Padre Pio.

22 gennaio 1971

ricorrenza della vestizione di P. Pio, s’ inaugura a S. Giovanni Rotondo un Centro Riabilitazione per bambini portatori di handicap, in zona Santa Croce. E’ il primo di una lunga serie. Decine di altri centri sorgeranno nei comuni della Puglia, della Basilicata e del Molise.

3 marzo 1980

Mons. Valentino Vailati consegna ulteriore documentazione su Padre Pio.

9 agosto 1981

9 agosto 1981 – Viene inaugurata la Via Crucis monumentale, sedici sculture in bronzo e una in pietra, opera dello scultore siciliano Francesco Messina. La prima pietra era stata posata, con la partecipazione di Padre Pio, nella mattinata del 22 settembre del 1968, poche ore prima della sua morte.

29 novembre 1982

Papa Giovanni Paolo II firma il decreto per l’introduzione del processo cognizionale sulla vita e le virtù del Servo di Dio Padre Pio.

20 marzo 1983

Inizia ufficialmente a San Giovanni Rotondo il processo cognizionale su Padre Pio.

23 maggio 1987

Il Santo Padre Giovanni Paolo II giunge in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo e si inginocchia in preghiera accanto alla tomba di Padre Pio. Mette in risalto l’aspetto essenziale del grande disegno di P. Pio «di unire la scienza a servizio degli ammalati insieme con la fede e la preghiera» in modo che «la degenza in questa Casa deve costituire sì una cura del corpo, ma anche una vera e propria educazione all’amore inteso come accettazione cristiana del dolore».

28 luglio 1987

Si festeggia il 71° anniversario dell’arrivo del Padre a S. Giovanni Rotondo. In Piazza degli Olmi - oggi Piazza Padre Pio - si inaugura il monumento di Pericle Fazzini che presenta un Padre Pio dall’esatto profilo, con le braccia levate, che impugna in alto, nello spazio, l’Ostensorio con la corona vibrante dei raggi.

21 gennaio 1990

Si chiude solennemente a S. Giovanni Rotondo la fase diocesana del processo di Padre Pio. La documentazione e le testimonianze, raccolte in 104 volumi vengono portate a Roma presso la Congregazione per le Cause dei Santi.

aprile 1997

I cinque volumi sintetici contenenti la Positio super virtutibus vengono consegnati ai cardinali della Congregazione per il parere sulla eroicità delle virtù teologali, cardinali e religiose di Padre Pio.

18 dicembre 1997

E' proclamato venerabile da Sua Santità il Papa Giovanni Paolo II.

2 maggio 1999

Beatificazione di Padre Pio in Piazza San Pietro, Roma.

30 giugno 2001

Si inaugura il “Museo Biografico di Padre Pio”, museo delle cere realizzato dalla Società Museum Project di Firenze.

16 giugno 2002

Padre Pio viene solennemente canonizzato da Giovanni Paolo II. Ora tutti lo potranno chiamare "Santo", anche se per i sangiovannesi lo era già, fin dal 28 luglio 1916, quando entrò a far parte della loro vita e della loro storia.

www.padrepioesangiovannirotondo.it

Bibliografia riguardante San Pio da Pietrelcina

Epistolario I, Corrispondenza con i Direttori Spirituali (1910-1922), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione riveduta e cor­retta da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000.

Epistolario II, Corrispondenza con la nobildonna Raffaelina Cerase (1914-1915), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, III Edizione rive­duta e corretta da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000 .

Epistolario III, Corrispondenza con le figlie spirituali (1915-1923), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione ristampata nel 1994 a cura di Padre Gerardo Di Flumeri.

Epistolario IV , Corrispondenza con diverse categorie di persone, a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione riveduta, corretta ed ampliata da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000 (abbreviazione: Epist. IV).

Alessandro da Ripabottoni, Padre Pio da Pietrelcina “il cireneo di tutti”, Ed. “Padre Pio da Pietrelcina”, Convento S. Maria delle Grazie, S. Giovanni Rotondo 1983.

Sandro da Ripa, I Cappuccini a S. Giovanni, Foggia 1967.

Fernando da Riese Pio X, Padre Pio da Pietrelcina crocefisso senza croce, Ed. Padre Pio da Pietrelcina, Convento dei Cappuccini, VI edizione, S. Giovanni Rotondo 1998.

Francesco Morcaldi, San Giovanni Rotondo nella luce del Cristianesimo, Editore Mantilli, Parma 1960.

M. Preziosi, Lucia Fiorentino, figlia spirituale di Padre. Pio, Foggia 1967.

Gerardo Saldutto, Un tormentato settennio (1918-1925) nella vita di Padre Pio da Pietrelcina, Tesi di Laurea, Università Gregoriana, Roma, 1974 - Ed. Padre Pio da Pietrelcina, Convento Santa Maria delle Grazie, San Giovanni Rotondo.

Giulio Giovanni Siena, Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza, Bastogi Editrice, Foggia, maggio

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