padre Pio dal Friuli

dal Messaggero Veneto del 13/06/2002

Domenica a Roma. Grandi festeggiamenti anche a San Giovanni Rotondo
In 500 mila per Padre Pio
La capitale blindata per la festa della canonizzazione del frate di Pietrelcina


ROMA – Due miracoli riconosciuti, la devozione di milioni di cattolici, primo fra tutti Papa Giovanni Paolo II, e alla fine Padre Pio è santo. La canonizzazione ci sarà domenica, giornata di preghiere e di festa con gran finale di fuochi artificiali sulle note dell’Inno alla Gioia. In mezzo anche un musical, rappresentato nell’aula Nervi, parole e musica di Tony Santagata, orchestra e coro di Santa Cecilia, banda della Guardia di finanza. Protagonista, è ovvio, il frate cappuccino di San Giovanni Rotondo, elevato alla gloria degli altari. «Duecentocinquantamila biglietti non basteranno», fa sapere Padre Gerardo, animatore dell’evento.

La famiglia di Padre Pio, le centinaia di migliaia di gruppi di preghiera che hanno scelto nel frate la propria guida spirituale, si preparano a far festa non senza mille difficoltà. Allarme terrorismo a parte, Roma aspetta almeno mezzo milione di persone. Una centrale operativa ormai ben rodata – composta da Comune, Prefettura, Protezione civile e Questura – è pronta ad accoglierle tutte fin dalle 5.30 di domenica mattina, ora in cui i varchi verso piazza San Pietro saranno aperti. Per gli ultimi consigli i fedeli potranno telefonare fino a quell’ora al numero verde 800162111, attivo già da ieri.

«Abbiamo pensato prima di tutto ai bagni e all’acqua, perché i padri cappuccini sono uomini pratici e ci hanno tenuto a ricordare le esigenze di tanta gente», elenca il sindaco Walter Veltroni illustrando punto per punto parcheggi, navette, centri di accoglienza allestiti per domenica. Ma non dimentica di ringraziare i romani. Era dal Giubileo che la città non era sottoposta a un pressing come quello di questi giorni: vertice Nato-Russia, vertice Fao, beatificazione di Padre Pio. «Roma ha dimostrato, con grande pazienza, di essere degna del ruolo di capitale anche morale d’Italia», loda Veltroni non temendo critiche. Roma funziona talmente bene che anche a Palazzo Chigi, nonostante sieda l’avversario, hanno niente da ridire.
E dovrà funzionare bene domenica mattina. Così mentre a San Giovanni Rotondo si preparano a fare festa sfogliando 150 mila rose per gettare i petali da un elicottero, a Roma da stanotte cominceranno a installare 756 bagni chimici, transennare 39 aree di parcheggio per 3.675 pullman, alzare nove maxischermi, isolare piazza Risorgimento e piazza Adriana, oltre che via della Conciliazione e piazza San Pietro, per realizzare la più grande isola pedonale mai vista sotto il Cupolone.

Tre anni fa, quando Padre Pio fu proclamato beato, le celebrazioni si fecero in piazza San Pietro e i ringraziamenti in piazza San Giovanni. Stavolta «il Papa sta male, è molto impedito nei suoi spostamenti», spiega pare Gerardo, così tutto sarà concentrato attorno al Vaticano. La maggior parte di quasi mezzo milione di fedeli, 250 mila all’inteno delle transenne, 35 mila seduti nelle file di sedie scaricare in queste ore in piazza San Pietro, potrà seguire la preghiera di Giovanni Paolo II per Padre Pio accontentandosi di farlo sui maxischermi. Il Papa da vicino lo vedranno solo se ce la farà a girare per la piazza sulla «papamobile».

Lucia Visca
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dal Messaggero Veneto del 16/06/2002

Un fenomeno di bilocazione anche in Friuli. La storia della marchesa Giovanna Rizzani Boschi
Prodigio di Padre Pio a Udine
«Nel 1905 vidi in spirito una bambina nascere mentre suo padre moriva»


di ANTONIO RINALDI
UDINE – La vide nascere, mentre il padre moriva. Una delle vicende più significative, se non la più emblematica fra i miracoli di Padre Pio, è la storia della marchesa udinese Giovanna Rizzani Boschi, testimone e protagonista di uno dei primi casi di bilocazione attribuiti al santo di Pietrelcina. Il frate avrebbe assistito in spirito, mentre si trovava in Molise, alla nascita della nobildonna e alla contemporanea morte del papà agli inizi del secolo scorso in una casa nobiliare del capoluogo friulano. L’evento, oltre i confini della razionalità umana, è uno dei primi fenomeni inspiegabili che ha contribuito a creare l’alone di prodigio attorno al cappuccino delle stimmate. Sul miracolo esiste una mole di documenti agli atti nel processo di canonizzazione: tra questi, uno scritto del frate e le testimonianze dirette della nobildonna udinese, divenuta nel 1923 sua figlia spirituale e fattiva collaboratrice nella costruzione della Casa sollievo della sofferenza, l’ospedale di San Giovanni Rotondo.

Ecco la storia, come emerge dagli atti. Il 18 gennaio 1905, Giovanni Battista Rizzani, padre di Giovanna, era a letto, moribondo, nel suo palazzo di Udine in via Deciani, all’angolo con via Divisione Julia. Sua moglie, Leonilde Serrao, gli era accanto e lo assisteva, nonostante fosse in stato di avanzata gravidanza. La signora, in stato di forte stress per la salute del consorte, fu costretta ad abbandonare il capezzale per tentare di calmare i cani che abbaiavano in modo insolito nel cortile. Qui fu colta dalle doglie e fu obbligata a partorire in condizioni precarie, aiutata dall’unica persona in quel momento presente, il castaldo, ossia l’amministratore della famiglia. Il parto andò bene e la donna ebbe la forza di prendere in braccio la sua creatura, Giovanna Rizzani Boschi, di risalire le scale e tornare nella camera del marito, che spirò qualche minuto dopo. Durante il travaglio Leonilde disse di aver visto davanti a sè e nei corridoi della casa un frate cappuccino dall’aspetto rassicurante. Non riuscì mai a capire, però, se si fosse trattato di una visione o di una allucinazione.

Ma quell’immagine non l’ha mai abbandonata, come raccontò qualche anno più tardi alla figlia.
L’episodio assunse una rilevanza sconcertante e misteriosa qualche decennio dopo quando la marchesa Giovanna, già figlia spirituale di Padre Pio, ricevette dal confessore del frate beneventano, padre Agostino da San Marco in Lamis, un foglio di quaderno scritto dal santo nel 1905. Allora Padre Pio non era ancora sacerdote. Frequentava il corso di filosofia nel convento di Sant’Elia a Pianisi, in provincia di Campobasso. Aveva 18 anni ed era entrato nell’ordine dei Cappuccini soltanto da due. Nel foglio, che le perizie calligrafiche hanno confermato essere del frate, c’era scritto: «Giorni fa mi è accaduto un fatto insolito. Mentre mi trovavo in coro con fra’ Anastasio, erano circa le 23 del 18 del mese scorso (gennaio, ndr), all’improvviso mi ritrovai lontano, in una casa signorile, dove il padre moriva mentre una bambina nasceva. Mi apparve allora Maria Santissima che mi disse: “Affido a te questa creatura. È una pietra preziosa, allo stato grezzo: lavorala, levigala, rendila il più lucente possibile perché un giorno voglio adornarmene. Non dubitare, sarà lei che verrà da te, ma prima la incontrerai in San Pietro“». Lo scritto coincide esattamente con il racconto della nascita di Giovanna e della morte di Giovan Battista a Udine, ma anticipa anche il percorso spirituale della marchesa friulana.

Infatti la signora Leonilde, rimasta vedova, si trasferì a Roma dove vivevano i suoi genitori e dove crebbe la piccola Giovanna. Ne 1922, la bambina, ormai adolescente, cominciò a manifestare i primi tormenti e i primi dubbi sulla fede. Pensò di risolverli parlandone con un sacerdote. Così in un pomeriggio afoso dell’estate romana si recò con un’amica in San Pietro, ma trovò i confessionali vuoti. Scorse tra le navate un fraticello, lo rincorse e ottenne di parlare con lui. Fu un colloquio lungo, che però non riuscì a cancellare le sue angosce e a risolvere le sue domande. Qualche anno dopo, Giavanna sentì parlare per la prima volta di Padre Pio e, seguendo un impulso misterioso, si recò in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo. Così la marchesa Giovanna ricordò il suo incontro col frate delle stimmate: «Al piccolo convento di San Giovanni Rotondo trovammo molta gente. C’erano anche diverse personalità. Il corridoio che dalla sacrestia portava alla clausura era gremito. Riuscii a trovare un posto in prima fila. Passando, padre Pio si fermò di fronte a me.

Mi guardò negli occhi e sorridendo mi disse: “Giovanna, io ti conosco. Tu sei nata lo stesso giorno in cui morì tuo padre”. Il mattino seguente andai a confessarmi. Appena mi avvicinai, padre Pio, dopo avermi benedetta, mi disse: “Figlia mia, finalmente sei venuta. Da tanti anni ti aspettavo”. Poi aggiunse: “l’anno scorso in un pomeriggio d’estate, ti sei recata con un’amica nella Basilica di San Pietro in cerca di un sacerdote che potesse illuminare i tuoi dubbi sulla fede. Hai incontrato un cappuccino e hai parlato a lungo con lui. Quel cappuccino ero io”. Dopo una breve pausa, padre Pio continuò: “Quando tu stavi per nascere, la Madonna mi portò a lazzo. Mi fece assistere alla morte di tuo padre e poi mi disse di prendermi cura dite. Mi sei stata affidata dalla Vergine, e devo pensare alla tua anima“».

Da quel momento divenne Giovanna sua figlia spirituale e, nonostante avesse sposato il marchese Boschi, frequentò per il resto della sua vita Padre Pio. Fu l’unica donna ad assistere, nella cella del convento di San Giovanni Rotondo, Padre Pio mentre spirava, il 22 settembre 1968. Giovanna Rizzani Boschi ha raggiunto il suo frate in Paradiso dieci anni dopo.
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«Quella nobildonna era mia cugina»
I ricordi dell’ingegner Rizzani: mi raccontò la storia un suo fratello


di GIUSEPPE LONGO
UDINE – La vicenda umana e spirituale di Giovanna Rizzani Boschi, legata alla straordinaria figura di Padre Pio da Pietrelcina che oggi sarà Santo, appartiene ormai più a una storia lontana che a ricordi personali che possano essere in qualche modo raccontati, essendo passato quasi un secolo da quel 18 gennaio 1905 quando la donna – morta a Roma già da molti anni – venne alla luce. Oggi in Friuli a poter fornire una testimonianza, ovviamente indiretta, c’è soltanto l’ingegner Aldo Rizzani, che abita a Risano, avendo lasciato da tempo lo studio udinese di largo dei Pecile.
Ingegnere, ci parli innanzitutto della sua parentela con Giovanna Rizzani Boschi.

«Il papà di Giovanna, che si chiamava Giovanni Battista, era il fratello minore di mio nonno Leonardo. La nostra è una famiglia udinese di antiche origini che abitava in via Tiberio Deciani, in un palazzo nobiliare che ora non c’è più, in quanto al suo posto, negli anni Sessanta, sono sorti dei moderni edifici. Forse oggi è rimasta solo qualche pianta del giardino, ma niente più. Ricordo che mio nonno era cavaliere del lavoro, titolare di un’impresa rinomata che operò a cavallo dei due secoli passati: a Udine costruì vari edifici, ma il suo nome è rimasto legato soprattutto al Forte della Grande guerra sul monte Bernadia e alla bonifica dell’agro monfalconese».

Quando venne a conoscenza della storia di Giovanna?
«Erano gli anni degli studi universitari, quindi parecchio tempo fa considerando che oggi sono sulla settantina. Frequentavo il Politecnico di Milano e di tanto in tanto facevo visita all’ammiraglio Giuseppe Rizzani, fratello maggiore di Giovanna, e quindi avente con me lo stesso legame di parentela. Giuseppe abitava nel capoluogo lombardo, aveva studiato all’Accademia di Livorno ed era diventato generale delle armi navali. Comandò anche il silurificio di Fiume. Fu proprio questo parente che mi raccontò la straordinaria vicenda umana e spirituale di Giovanna, in quanto lui la conosceva bene».
Poi, cosa ricorda ancora?

«Non sono in grado di riferire particolari diretti, ovviamente. Posso dire soltanto che ormai diversi anni fa fui contattato dal giornalista Renzo Allegri, che stava cercando materiale e testimonianze per scrivere il suo libro su Padre Pio, quello di cui avete fatto cenno anche sul Messaggero Veneto, parlando dei miracoli del frate di Pietrelcina. Venne da me nello studio di largo dei Pecile, a Udine. Anche a lui raccontai queste poche cose di cui sono venuto a conoscenza appunto dal fratello di Giovanna. Una vicenda straordinaria, rievocata ampiamente anche in uno speciale pubblicato su “Gente” il 6 aprile 1984».

Lei parteciperà a Roma alla cerimonia di canonizzazione?
«No, non ci andrò. Come pure credo che non ci sarà nessuno dei pochi cugini lontani ormai rimasti, tutti sparsi per l’Italia. Anche Giovanna, infatti, era vissuta praticamente quasi sempre a Roma e i suoi contemporanei sono ovviamente tutti morti. Comunque, posso dire che la vicenda legata a questa mia parente ci ha toccato tutti, a cominciare da mia madre che fu una convinta seguace di Padre Pio. Una figura straordinaria che affascina anche me, che mi ritengo persona del tutto normale in fatto di fede e di soprannaturale».
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Salvò Cadorna dal suicidio

Le «bilocazioni» di padre Pio, secondo la casistica accompagnate dall’inconfondibile aroma di violetta, hanno contribuito a formare la sua fama di santità. Il frate di Pietrelcina dal 18 marzo 1918 alla morte nel ’68 non lasciò mai il piccolo convento di san Giovanni Rotondo, eppure numerosissimi testimoni hanno giurato di averlo visto e di aver parlato con lui in altre parti d’Italia o del mondo.

Tra le bilocazioni più note c’è quella a vantaggio del generale Luigi Cadorna: una notte di novembre del 1917 il comandante supremo dell’esercito italiano nella prima guerra mondiale decise di suicidarsi, per la disfatta di Caporetto e lo sconforto di essere stato sostituito da Armando Diaz. Mentre stava per premere il grilletto della sua pistola percepì un acuto profumo e si ritrovò nella stanza un frate che lo esortò a stare tranquillo e riporre l’arma. Quando Cadorna riferì l’episodio si sentì dire che quel frate non poteva essere che padre Pio; gli venne voglia di conoscerlo e, nel 1920, in incognito, andò a san Giovanni Rotondo. Padre Pio invece lo aspettava e gli disse: «Generale, l’abbiamo passata brutta quella notte».
Un’altra bilocazione famosa salvò la popolazione del Gargano: poco dopo l’8 settembre 1943, una squadriglia di piloti anglo-americani stava per sganciare bombe sulla penisola garganica quando comparve loro in cielo un frate con le mani ferite che li indusse a desistere.
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La solenne cerimonia in San Pietro sarà trasmessa in tutto il mondo. I problemi del grande caldo
Alle 10 sarà proclamato santo
Il Papa pronuncerà la formula in latino che porterà il frate di Pietrelcina sugli altari


ROMA – «Dichiariamo e definiamo Santo Padre Pio da Pietrelcina»: per ascoltare queste parole pronunciate in latino e diffuse nel mondo con qualsiasi media possibile, televisione, radio, satellite, Internet, in quattocentomila si sono messi in moto da ieri sera sfidando la giornata più torrida fra quelle previste in giugno.
Domina il grande caldo, 36 gradi umidi che attorno a mezzogiorno sembreranno oltre 40 perché non tira un alito di vento e i sampietrini roventi sono qualcosa di simile a una graticola. In Prefettura e in Comune ieri sera non facevano altro che invocare acqua. Sono state triplicate le scorte per la distribuzione gratuita. Un milione di bottigliette d’acqua, a occhio qualcosa di più di un litro per ogni pellegrino, e già si sa che non basteranno. In campo anche dodici autobotti pronte a creare pioggia in una giornata di canicola. I medici delle strutture volontarie di soccorso si sono raccomandati. Molti dei pellegrini sono anziani, molti disabili, l’insidia del colpo di calore è in agguato per tutti.

Meglio un raffreddore semmai qualcuno non dovesse gradire le docce fuori programma che vigili del fuoco e operatori dell’Ama si preparano a riversare sulla folla.
«Dichiariamo e definiamo Santo Padre Pio da Pietrelcina»: comincia alle 5 l’attesa per sentir pronunciare la formula dell’ascesa alla gloria degli altari del frate cappuccino con le stimmate. E’ l’ora in cui i metal detector si mettono in moto anche se il pericolo più grande, secondo la Questura, è quello dei borseggiatori. La Polizia ha anche preparato un vademecum e messo in piazza decine di agenti, anche in borghese, per controllare e scoraggiare quelli troppo lesti di mano.
Sarà Giovanni Paolo II, alle 10, a dichiarare Santo Padre Pio. Il Papa, si dice fra le mura vaticane, ha fortemente voluto questa canonizzazione che chiude decenni di scontri, polemiche e diffidenze sia verso Padre Pio vivo che verso Padre Pio morto. La figura del frate ha negli anni suscitato sentimenti forti sia fra chi lo amava sia fra chi lo accusava di carpire la credulità popolare. Ora, grazie anche a Giovanni Paolo II legato a Padre Pio da quando il frate gli profettizzò il Pontificato, hanno vinto i primi e il religioso potrà essere pregato dalla Chiesa universale. Questa, infatti, è la differenza tra un beato e un Santo. Come beato Padre Pio poteva essere onorato soltanto sui luoghi dove era vissuto e morto: Pietrelcina, nel Beneventano, San Giovanni Rotondo, nel Foggiano, i dieci conventi sparsi nell’Appennino dove aveva trascorso i primi anni del controverso sacerdozio. Ora sarà la Chiesa intera a poterne alimentare il culto.

Un culto che porterà a Roma, soprattutto, i «figli spirituali di Padre Pio», centinaia di gruppi di preghiera mobilitari per arrivare in piazza San Pietro con pullman, treni speciali, aerei, navi e auto. Dovunque arriveranno troveranno volontari ad accoglierli, come è stato per il Giubileo, e a indirizzarli verso i servizi di navetta messi a disposizione dal Comune in modo da non creare ingorghi di auto nella zona di San Pietro.
Oggi sarà una giornata particolare, per viverla bene meglio comunque attenersi all’implorazione del prefetto Emilio Del Mese: «Mettetevi un berretto».
Lucia Visca
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dal Messaggero Veneto del 17/06/2002

«Riportiamo in Friuli un messaggio di fede»
L’emozione di due coppie di Udine e Pasian di Prato presenti al rito in via della Conciliazione


di GIUSEPPE LONGO
UDINE – «Eravamo già stati l’anno scorso in San Pietro per la canonizzazione di Luigi Scrosoppi. Ora abbiamo desiderato tornare per Padre Pio. L’avvenimento era troppo importante: volevamo viverlo in diretta». Sono le parole di Giulio Greatti, di Pasian di Prato, insegnante in pensione del Malignani, che abbiamo raggiunto in serata a Roma attraverso il cellulare. Uno dei numerosi friulani che sicuramente hanno raggiunto la Città del Vaticano per l’elevazione alla gloria degli altari del frate di Pietrelcina, anche se non pare ci siano stati gruppi organizzati come era avvenuto proprio un anno fa in occasione del Santo di casa nostra. Il professore è sceso nell’Urbe con la moglie Daniela Zuliani, già impiegata di banca, con il cognato Lanfranco Zuliani, direttore dell’Ufficio delle entrate di Latisana, e la sua consorte Franca Fiorai, pure lei insegnante; questa seconda coppia vive, però, a Udine. Il mezzo? Un comodo camper, parcheggiato nell’area attrezzata del Flaminio, a Saxa Rubra.

«Siamo arrivati già giovedì – spiega Greatti - perchè temevamo di non trovare posto per il parcheggio: così abbiamo approfittato per visitare nuovamente Roma. Torneremo a casa con molta probabilità lunedì, perchè in mattinata vogliamo partecipare all’incontro su Padre Pio in sala Nervi».
Ma ecco come è cominciata la giornata vaticana, straordinaria non solo per la solennità dell’avvenimento ma anche per l’eccezionale caldo di questo pazzo giugno, tanto che pure questo mini-gruppo friulano ha apprezzato la “pioggerella” creata da uno dei tanti idranti.

«Siamo partiti verso le 7.30 dal campeggio - riprende il pasianese –, approfittando degli autobus, che peraltro erano tutti gratis. Quando siamo arrivati in San Pietro, la piazza era già stracolma, per cui ci siamo dovuti fermare all’inizio di via della Conciliazione, poco prima del colonnato, dove abbiamo potuto seguire la lunga ma emozionante cerimonia attraverso un maxischermo. I biglietti-invito li avevamo ricevuti pochi giorni fa dal convento di San Giovanni Rotondo.

E’ stato un rito bellissimo, che abbiamo vissuto con grande intensità nonostante il caldo torrido. A tutti, però, era stato distribuito mezzo litro di acqua minerale, nel “tetrapack” come il latte. Le cronache hanno parlato di 300 mila persone, ma per me erano molte di più: almeno mezzo milione. Tantissima la gente che non è riuscita a entrare. Non avrei mai pensato che un frate così umile potesse muovere queste masse. La fede era palpabile». E il Papa? «Ci è passato vicino due volte, benedicente, sulla jeep bianca. Aveva il volto molto provato dalla stanchezza».

Un’emozione grandissima anche per la moglie Daniela. «Una fatica che rifarei volentieri – dice -, perchè ho visto una testimonianza di fede unica». Una fede che ha colpito anche il fratello Lanfranco Zuliani: «Per me è stata una manifestazione d’altri tempi, non me la sarei aspettata in quest’epoca di materialismo sfrenato. Gente semplice, arrivata da tutto il mondo. Padre Pio è proprio un Santo universale».

Una devozione che rimarrà anche nei ricordi di sua moglie Franca: «Sì, c’era molto movimento. Gente che andava avanti e indietro, ma ho visto anche tanta fede genuina. Mi rimarrà impressa l’immagine di quell’anziano, inginocchiato a pregare sui “sampietrini” infuocati in mezzo alla piazza ormai deserta e imbrattata di carte, sacchetti, bottigliette...».

(da: http://www.friulicrea.it/)


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Biografia di P. Pio

Date salienti della vita di Padre Pio

25 maggio 1887

Nasce a Pietrelcina (BN) Padre Pio, al secolo Francesco Forgione, da Grazio Forgione e Maria Giuseppa di Nunzio, detta Peppa.

26 maggio 1887

Riceve il battesimo da don Antonio Orlando nella chiesa di Santa Maria degli Angeli.

27 settembre 1899

E’ il “giorno singolarissimo ed indimenticabile per tutta la vita”, in cui riceve la cresima.

6 gennaio 1903

Entra come novizio nel convento dei Cappuccini di Morcone.

22 gennaio 1903

Indossa l’abito cappuccino e cambia il nome di battesimo in quello di Fra’ Pio da Pietrelcina.

22 gennaio 1904

E’ ammesso alla professione semplice.

25 gennaio 1904

Parte per Sant’Elia a Pianisi per gli studi ginnasiali.

ottobre 1905

Raggiunge San Marco la Catola per lo studio della filosofia.

aprile 1906

Ritorna a Sant’Elia a Pianisi per gli studi liceali.

1906

La sangiovannese Lucia Fiorentino (1889-1934) mentre è assorta preghiera ha una "visione immaginaria", premonitrice dell'arrivo di padre Pio a S. Giovanni Rotondo. Nei "Cenni autobiografici" ella accennò alla visione di un "albero di smisurata grandezza nell’atrio del nostro convento dei cappuccini" e a una voce che le diceva: “Questo è il simbolo di un’anima che ora è lontana e verrà qui; farà tanto bene in questo paese… Sarà forte e ben radicata come quest’albero e tutte le anime che verranno – sia di qui come da lontano – se si rifugeranno all’ombra di quest’albero saranno liberate dal male (ossia chi verrà da questo degno sacerdote per averne lume e trovare perdono e rimedio alle proprie colpe).....(omissis)"

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

27 gennaio1907

Fra Pio emette la professione dei voti solenni per “attendere al bene dell’anima e dedicarmi intieramente al servizio di Dio”.

9 ottobre 1907

Ritorna a San Marco la Catola per gli esami di filosofia. Nello stesso mese di ottobre si trasferisce a Serracapriola e studia teologia sotto la guida di padre Agostino da San Marco in Lamis. Nel mese di novembre lo studio della teologia prosegue a Montefusco.

19 e 21 dicembre 1908

A Benevento fra Pio riceve rispettivamente gli ordini minori e l’ordine del suddiaconato.

31 gennaio 1909

Il Consiglio comunale di S. Giovanni Rotondo delibera di dare il convento in affitto, ai Padri minori cappuccini Francesco Latiano e Nicola Ciavarella, per ventinove anni, a condizione di tenere aperta al pubblico l’annessa chiesa. La Giunta provinciale approva. E’ la fine di una lunga lotta con le autorità provinciali, durata decenni, per favorire il ritorno dei frati nel convento dopo la soppressione degli ordini religiosi del 1866. Il provvedimento finirà per spalancare le porte a Padre Pio da Pietrelcina.

maggio 1909

Fra Pio torna a Pietrelcina a causa delle cattive condizioni di salute.

18 luglio 1909

Fra Pio riceve l’ordine del diaconato nel convento di Morcone.

10 agosto 1910

Avviene la consacrazione di Fra’ Pio nel duomo di Benevento.

14 agosto 1910

Padre Pio celebra a Pietrelcina la prima Messa solenne ed avverte i primi dolori alle mani e ai piedi, causati dalle stimmate invisibili.

8 settembre 1911

Confessa al direttore spirituale padre Benedetto da San Marco in Lamis di avere "da circa un anno le stimmate invisibili".

ottobre 1911

Padre Pio è trasferito a Venafro ed è sottoposto a visite mediche a Napoli.

7 dicembre 1911

La salute peggiora e ritorna a Pietrelcina.

10 ottobre 1915

Rivela al suo direttore di patire da anni la coronazione di spine e la flagellazione.

6 novembre 1915

Padre Pio è chiamato presso il distretto militare di Benevento per la visita di leva.

18 dicembre 1915

A causa delle precarie condizioni di salute ritorna a Pietrelcina in licenza di convalescenza.

17 febbraio 1916

Arriva per trasferimento nel convento di Sant’Anna di Foggia e diventa membro di quella comunità.

28 luglio 1916

Per sottrarlo alla calura estiva Padre Paolino di Tommaso da Casacalenda lo conduce nel convento di San Giovanni Rotondo e vi resta una settimana. Il 28 luglio 1916. Inizia così la vita di padre Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo.

13 agosto 1916

Padre Pio scongiura il superiore provinciale di mandarlo per un po’ di tempo a San Giovanni Rotondo “dove Gesù mi assicura che starò meglio” - dice. Inoltre spiega un altro motivo della richiesta: “bisogna sollevare un po’ il fisico per tenermi pronto ad altre prove, alle quali egli vuole assoggettarmi”.

4 settembre 1916

Padre Pio ottiene di ritornare nel convento di Santa Maria delle Grazie di San Giovanni Rotondo, che gli viene assegnato solo come sede provvisoria.

18 dicembre

Rientra a Napoli per il servizio militare.

30 dicembre 1916

A causa delle pessime condizioni fisiche i medici lo rimandano a casa in licenza “illimitata” di sei mesi. Ma rimane a casa per otto mesi, a causa di un disguido postale.

19 agosto 1917

Torna dalla licenza presso il distretto militare di Napoli e contro ogni logica aspettativa viene dichiarato valido ai servizi interni.

5 novembre 1917

E' inviato in licenza di convalescenza di quattro mesi.

12 novembre 1917

Rientra a San Giovanni Rotondo e vi resta fino al 5 marzo 1918 quando riprende il servizio militare a Napoli.

18 - 23 maggio 1917

Padre Pio si assenta da S. Giovanni Rotondo per accompagnare a Roma la sorella Graziella, che diventerà suora.

16 marzo 1918

Rientrato dalla licenza, Padre Pio viene riformato e due giorni dopo torna per sempre nel convento di San Giovanni Rotondo. La diagnosi parla di “bronco alveolite doppia”.

Metà aprile – metà di maggio 1918

Padre Pio, attraversando un momento molto delicato, dimora nel convento di San Marco la Catola per conferire col padre Provinciale circa i problemi del suo spirito.

5-7 agosto 1918

Avviene il fenomeno mistico della “trasverbazione del cuore”: un misterioso Personaggio celeste trapassa il cuore del Padre con una lancia, lasciandogli una ferita aperta sanguinante. E’ il preludio al fenomeno delle “stimmate”.

20 settembre 1918

Rivede in coro il misterioso Personaggio che gronda sangue e il Padre si sente trafiggere le mani e i piedi. Si ritrova così con le stimmate, i segni visibili della Passione di Cristo, impressi per sempre sulle mani, sul costato e sui piedi, che scompariranno misteriosamente solo in punto di morte, il 23 settembre 1968.

1919

La stampa diffonde la notizia della stimmatizzazione e i pellegrini salgono a migliaia sul Gargano, richiamati dai carismi di Padre Pio.

15 maggio 1919

Giunge a S. Giovanni Rotondo il prof. Luigi Romanelli, primario dell’Ospedale di Barletta primo medico inviato per esaminare le stimmate di Padre Pio.

13 luglio 1919

Il giornalista V. Ciampi , durante una sua visita nel convento di S. Maria delle Grazie, trova il padre guardiano letteralmente «affogato in un mare – non è un’esagerazione! – di telegrammi e di lettere che arrivavano giornalmente a pacchi, prima da ogni parte d’Italia ed ora anche del… mondo". Le missive provenivano "dalla Francia, dalla Spagna, dall’Inghilterra e financo dall’America”. Sono i primi segni della fama e dell’internazionalità di Padre Pio.

26 luglio 1919

E’ visitato dal prof. Amico Bignami, ordinario di Patologia medica presso l’Università di Roma, il quale ripete un secondo esame nella stessa settimana.

9 ottobre 1919

Si sottopone agli ulteriori ed approfonditi accertamenti del dott. Giorgio Festa, inviato dal Superiore Generale dei Cappuccini padre Venanzio da Lisle.

15 luglio 1920

Il dott. Giorgio Festa e il prof. Luigi Romanelli visitano insieme Padre Pio.

13 ottobre 1920

A San Giovanni Rotondo, dopo alcuni disordini di natura politica durante la campagna elettorale, le forze opposte si fronteggiano. I socialisti, vincitori delle elezioni, vogliono esporre sul Municipio la bandiera rossa, al posto della bandiera nazionale. I partiti del Fascio si oppongono. C’è l’intervento della forza pubblica e avviene un eccidio, con tredici morti e una ottantina di feriti.

febbraio 1921

Il “Comitato pro l’erigendo Ospedale” invia al presidente della Congregazione di Carità di S. Giovanni Rotondo una lettera con la quale si manifesta l'intenzione di donare alla stessa congregazione un ospedale da costruirsi con denaro raccolto da Padre Pio, a patto di allocarlo nei suoi locali detti “del Monte”.

giugno 1921

Cominciano a diffondersi le voci di un possibile trasferimento di Padre Pio.

Luglio 1921

I sangiovannesi insorgono contro le voci di trasferimento di Padre Pio. La folla si eccita. Le Autorità di P.S. , preoccupate per l'evolversi della situazione, precedono una fiumana di gente e fanno circondare il convento. Qui giunta, la folla grida, urla, piange, impreca, minaccia, affermando che “nessuno giammai potrà osare di toglierci il Santo che illumina questa terra, e tanto bene irradia, coi suoi miracoli e col suo savio consiglio”. Un giornalista del luogo scrive in un mirabile articolo: «Il nostro popolo non può assolutamente rinunziare a Padre Pio. Questi è ormai nostro, e nostro dovrà restare nella storia e nei secoli venturi che di Lui celebreranno i grandi miracoli che opera ogni ora”. Il titolo è tutto un programma: “Padre Pio non lascerà mai S. Giovanni Rotondo”. E così sarà, per la caparbietà dei sangiovannesi, pronti a sacrificarsi per lui.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

25 ottobre 1921

Giunge in visita del cardinale Augusto Sili, prefetto del Supremo tribunale della Segnatura e delegato apostolico del santuario di Pompei.

dicembre 1921

A S. Giovanni Rotondo viene inaugurata un’apposita casa per il Terz'Ordine Francescano.

1922

Iniziano in paese, nei locali detti “del Monte”. i lavori del primo ospedaletto voluto da Padre Pio.

10 maggio 1922

Viene emesso il decreto con il quale i fedeli sono diffidati affinchè non si accostino a Padre Pio per motivi di devozione. Nuove petizioni popolari si rivelavano inutili.

4 giugno 1922

Ai Cappuccini di San Giovanni Rotondo perviene l’ordine del Sant’Officio del 2 giugno 1922 che intorno a Padre Pio “si stia in osservazione”, evitando ogni “singolarità e rumore”, raccomandando che egli celebri messa in orari diversi, “a preferenza summo mane ed in privato”, “non dia benedizione al popolo”, “per nessun motivo egli mostri le così dette stimmate, ne parli e le faccia baciare”.

16 agosto 1922

Il Consiglio della Congregazione di carità viene a conoscenza delle assicurazioni di Padre Pio di voler elargire la somma di lire 50 mila per riadattare una parte del Convento dell’ex Convento delle Clarisse onde costruire un ospedale “degno del suo nome”. Il Consiglio per il momento è fermo nell'idea di allocare il predetto ospedale nei locali detti del “Monte” .

23 ottobre 1922

23 ottobre 1922 – La Congregazione di Carità approva la proposta di allocare l’ospedale nel Convento delle Clarisse.

3 gennaio 1923

Anche la Commissione pro l’erigendo Ospedale Civile riconosce ufficialmente come inadatti i locali del Monte e accetta di allocare l’ospedale nel Convento delle Clarisse.

31 maggio 1923

Una dichiarazione rilasciata dopo un’inchiesta sui fatti che si attribuiscono al Padre, stabilisce la loro non soprannaturalità. Pertanto i fedeli vengono invitati a conformare il loro modo di agire a questa dichiarazione.

17 giugno 1923

Giunge l'ordine di non celebrare più la Messa in pubblico e che non si risponda più alle lettere dei fedeli che arrivano al convento.

24 giugno 1923

A S. Giovanni Rotondo è festa patronale. Si parla nuovamente dell’imminente trasferimento del Padre. I sangiovannesi sono pronti sacrificarsi per Lui. Le assicurazioni del prefetto Mormino, giunte tramite i carabinieri reali, riescono a placare gli animi, che si riaccendono il giorno successivo.

25 giugno 1923

Numerosi fedeli si recano al convento. Ma il frate non scende in chiesa a dir messa. La popolazione si scioglie alla primordiale ferocia e in armi si riversa in convento. Poi, grazie al buon senso del padre guardiano e del maresciallo, si ritira. Un gruppo di sangiovannesi armati vigila giorno e notte intorno al convento, e informa la popolazione di ogni movimento sospetto. Un corrispondente locale commenta sui giornali:

«Le autorità religiose traggano da questa manifestazione proficuo ammaestramento, e gli individui denigratori imparino a proprie spese che è pericoloso offendere la fede di un popolo».

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza")

26 giugno1923

Torma a celebrare messa in chiesa.

2 luglio 1923

Per andare incontro al notevole flusso di fedeli forestieri, la ditta Massa Luigi, concessionaria di un nuovo servizio automobilistico, attiva il collegamento della tratta San Giovanni Rotondo-San Marco in Lamis-Foggia.

8 agosto1923

A Padre Pio viene notificata l’obbedienza del trasferimento in altra sede, da stabilirsi con separato provvedimento. Tale provvedimento indicherà la sede di Ancona.

10 agosto 1923

Un sangiovannese, disperato al pensiero di perdere Padre Pio, compie un estremo atto d’amore: gli piomba alle spalle durante una cerimonia e con una pistola minaccia di ucciderlo, per farlo restare in paese se non da vivo almeno da morto!

10 agosto 1923

Davanti a Gesú sacramentato Padre Pio, preoccupato per gli eventi che scuotono il paese, scrive una lettera che può essere considerata la prima parte del suo testamento spirituale per il “caro e prediletto popolo di S. Giovanni Rotondo".

12 agosto 1923

Padre Pio scrive con apprensione al sindaco ed amico Francesco Morcaldi un'altra lettera che può essere considerata la seconda parte del suo testamento spirituale per il popolo sangiovannese. In essa il Padre si dichiara “commosso” profondamente per i fatti accaduti in paese negli ultimi giorni ed è assalito dal timore che lui “possa essere involontariamente causa di luttuosi avvenimenti per questa mia cara cittadina”. La lettera si conclude con queste parole stupende, che sono rimaste scolpite nei cuori dei sangiovannesi:

“Io ricorderò sempre cotesto popolo generoso nella mia povera ed assidua preghiera, implorando per esso pace e prosperità e quale segno della mia predilezione, null’altro potendo fare, esprimo il mio desiderio che, ove i miei superiori non si oppongano, le mie ossa siano composte in un tranquillo cantuccio di questa terra”.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza")

17 agosto1923

Preoccupate per l’agitazione popolare le autorità ecclesiastiche sospendono il trasferimento di Padre Pio.

27 Agosto 1923

Padre Pio, benché disposto a una docile obbedienza, fa appello alla responsabilità delle autorità civili e religiose affinché tengano ben presenti le conseguenze di un suo trasferimento: “…è certo per me e per chiunque conosce questo paese che non basterebbe nemmeno uno stato d’assedio prolungato per impedire terribili sanguinose rappresaglie. Lei, meglio di me, sa cosa siano le passioni religiose di un popolo; di questo popolo poi ardente e d’istinti ancora primitivi chi potrebbe persuadersi che minacci invano?”.

gennaio 1924

Il consiglio comunale sangiovannese si rifiuta di accogliere la proposta di una società per l’edificazione di un albergo, affinché non si dica che si vuole industrializzare e sfruttare la pre­senza di Padre Pio.

18 dicembre 1924

Il Consiglio comunale accoglie una domanda di enfiteusi perpetua del convento, presentata da P. Lorenzo Testa, con un canone annuo di lire settecentocinquanta. Il 14 settembre 1925, alla fine della procedure burocratiche per il riscatto del Canone per il Fondo del Culto , lo strumento viene firmato nello studio del notaio Giovanni Giuliani, in via Biffa. Il Comune è rappresentato dal sindaco Cav. Francesco Morcaldi.

22 aprile 1925

Il paese è di nuovo in agitazione per le restrizioni imposte a Padre Pio nel ministero delle confessioni.

23 aprile 1925

Con gioia dei sangiovannesi viene inaugurato l’Ospedale “S. Francesco”, allocato nell’ex monastero delle Clarisse. E’ un piccolo, moderno ospedale con 20 posti letto. Resterà in funzione fino al 1938.

5 ottobre 1925

Padre Pio è operato di ernia dal dott. Giorgio Festa.

23 aprile 1926

Ipso iure viene proibito dalla Chiesa l’opuscolo "Padre Pio da Pietrelcina" di Giuseppe De Rossi (Emmanuele Brunatto), a causa di pretesi miracoli e di altri fatti straordinari attribuiti al Padre. La sua pubblicazione provoca grande sofferenza nell’animo di Padre Pio.

2 dicembre 1926

Il Tribunale di Foggia emette una sentenza di condanna contro il canonico sangiovannese Vincenzo Miscio, accusato di aver estorto al fratello di Padre Pio 3000 lire per non pubblicare un libro contro Padre Pio. Egli beneficia di una notevole riduzione di pena, rispetto alla richiesta dell’accusa, grazie alla derubricazione del reato di “estorsione” in reato di “truffa”.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

26 marzo 1927

Inizia la visita apostolica di mons. Felice Bevilacqua che durerà fino al 5 aprile.

fine maggio 1928

Giunge a S. Giovanni Rotondo mons. Giuseppe Bruno, un altro visitatore apostolico.

3 gennaio 1929

Nella casa di Maria Pyle, una ricca americana trasferitasi a San Giovanni Rotondo da cinque anni, Padre Pio assiste la mamma morente. Peppa Di Nunzio muore, a 70 anni.

6-7 aprile 1931

Sparsasi la voce dell’arrivo di un nuovo Padre Guardiano in sostituzione di P. Raffaele da S. Elia a Pianisi, una turba di popolo armato si reca al convento minacciosa. Verso la mezzanotte un centinaio di uomini, accompagnati da donne e ragazzi, prendono un palo della luce e lo usano come ariete per forzare il portone del convento. Il padre guardiano riesce coraggiosamente a rimetterli alla porta e Padre Pio, commosso, dalla finestra li scongiura di tornarsene a casa.

9 giugno 1931

A Padre Pio giunge l’ordine di sospensione da ogni ministero, eccetto la Messa, che dovrà celebrare privatamente.

14 marzo 1933

Padre Pio si incontra con Mons. Felice Bevilacqua giunto in visita con il vescovo P. Luca Ermenegildo Passetto. Mons. Bevilacqua resta ammirato per la sua umiltà, docilità e su tutto il suo comportamento. La sua relazione fa cambiare idea a Pio XI nei riguardi di padre Pio.

24 giugno 1933

Avviene il primo incontro di Padre Pio con mons. Andrea Cesarano, nuovo arcivescovo, giunto a Manfredonia il 20 dicembre 1931, il quale porta uno spiraglio di luce nel biennio più tenebroso della vita di Padre Pio (1931-1933).

1933

Sotto lo pseudonimo di Jhon Willougby, E. Brunatto pubblica a Parigi un’edizione francese ed italiana dell’opera polemica “Gli anticristi nella Chiesa di Cristo”. Tre accorate lettere del Padre non sono riuscite a farlo desistere. Lo scopo della pubblicazione è di costringere la Chiesa a riabilitare Padre Pio.

16 luglio 1933

Padre Pio è riammesso a dir messa nella chiesa del convento. Fuori di essa potrà anche confessare i religiosi.

25 marzo 1934

25 marzo 1934 – E’ riammesso a confessare gli uomini.

12 maggio 1934

E’ riammesso a confessare indistintamente (utriusque sexus) uomini e donne.

1938

L’Ospedale S. Francesco, voluto fortemente da Padre Pio, viene chiuso. Stando a quanto riferiscono alcuni cronisti, una scossa sismica gli ha dato il colpo di grazia, danneggiando gravemente il fabbricato. Ma le cause della chiusura sono da ricercarsi anche in problemi di natura finanziaria. Sono trascorsi appena tredici anni dalla sua inaugurazione.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

9 gennaio 1940

Mortificato dalla chiusura dell’Ospedale S. Francesco, Padre Pio non demorde e manifesta ai dottori Mario Sanvico e Carlo Kiswarday l’idea di erigere un grosso ospedale vicino al convento: la Casa Sollievo della Sofferenza.

7 ottobre 1946

All’età di 86 anni, "zi’ Grazio", padre di P. Pio, amorevolmente assistito dal figlio, si spegne nella casa di Maria Pyle l’americana.

16 maggio 1947

Padre Pio benedice la prima pietra della Casa Sollievo della Sofferenza. Gli operai aggrediscono la montagna e in nove anni la “bianca favola” diventerà una realtà viva ed operante.

6 luglio 1947

Grazie a un’offerta in denaro di Maria Pyle , a Pietrelcina si inaugura il convento dei Cappuccini.

1949

Si stampa un bollettino periodico che informa sull’andamento dei lavori della Casa Sollievo della Sofferenza e raccoglie nuove offerte, che giungono da ogni parte del mondo.

1949

Padre Pio esorta i figli spirituali a rispondere all’invito lanciato ai cattolici dal Pontefice Pio XII dopo la guerra, di riunirsi in comunità per pregare il Signore di dare loro la forza ricostruire materialmente e moralmente la società, devastata dal flagello della guerra. Nascono così i primi “Gruppi di Preghiera”. I gruppi mantengono i contatti con S. Giovanni Rotondo attraverso un Centro che si occupa anche della pubblicazione della rivista “La Casa Sollievo della Sofferenza”.

7 gennaio 1950

Inizia il sistema della prenotazione per mettere ordine alle confessioni delle donne.

31 dicembre 1951.

Giungono a S. Giovanni Rotondo, mandati dal Sant’Uffizio, a causa di incomprensioni, equivoci e malintesi, i Monsignori Caronti e Pepe; ma non prendono decisioni.

3 agosto 1952

Un decreto del Sant’Offizio, pubblicato sull'Osservatore Romano, proscrive alcuni libri su Padre Pio privi della necessaria revisione e dell’approvazione ecclesiastica.

22 gennaio 1953

Padre Pio celebra il 50° di vestizione religiosa.

6 giugno 1954

Per la prima volta Padre Pio celebra la Messa all’aperto sul piazzale della chiesetta di S. Maria delle Grazie.

21 dicembre 1954

Si sparge la voce che i superiori vogliono trasferire Padre Pio. La voce irrita fortemente i cittadini di San Giovanni Rotondo.

5 maggio 1956

Si inaugura la Casa Sollievo della Sofferenza considerata da Padre Pio“la pupilla dei miei occhi”. Alla solenne manifestazione intervengono autorità della Chiesa e dello Stato e circa quindicimila fedeli. I locali sono benedetti dal cardinal Giacomo Lercaro. Nel discorso inaugurale Padre Pio, avendo bene a mente la brutta fine del piccolo Ospedale S. Francesco per cause di natura economica, raccomanda la nuova creatura alla generosità dei fedeli “affinché non perisca d’inedia e divenga la città ospedaliera tecnicamente adeguata alle più ardite esigenze cliniche e insieme ordine ascetico del francescanesimo militante. Luogo di preghiera e di scienza dove il genere umano si ritrovi in Cristo Crocifisso come un solo gregge con un solo pastore».

2 luglio 1956

Viene posta la prima pietra della nuova chiesa del santuario dei Cappuccini.

Settembre 1956

Padre Pio, saputo che nella zona detta “lu travagghie” è sorta una chiesa evangelica molto attiva, né è addolorato profondamente e fa istituire nella stessa zona, un asilo cristiano intitolato a San Francesco d’Assisi. Per gestirlo arrivano dalla Sicilia le Suore Cappuccine del Sacro Cuore

4 aprile 1957

Pio XII nomina Padre Pio direttore a vita della fraternità del Terz’Ordine Francescano "Santa Maria delle Grazie". Gli viene conferito il privilegio di guidare personalmente la Casa Sollievo della Sofferenza.

5 maggio 1957

In occasione del primo anniversario dell’Ospedale, Padre Pio pronuncia un discorso in cui traccia le linee programmatiche della sua Opera, che si riveleranno profetiche.

17 dicembre 1957

Si inaugura nel rione Santa Croce, alla presenza del Padre e delle autorità provinciali, una chiesetta con annesso istituto di suore.

26 gennaio 1958

Si inaugura Centro di Formazione Professionale dell’ITCA, voluto fortemente da Padre Pio dopo aver scoperto che molti giovanotti sangiovannesi si recavano in convento per chiedere qualche soldo.

Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

25 aprile 1959

Padre Pio si ammala e fino all’8 agosto celebrerà messa quasi sempre in una cappella interna e all'Angelus saluta i fedeli dalla finestrella del convento.

1° luglio 1959

Viene consacrata la nuova chiesa Santa Maria delle Grazie.

2 luglio 1959

La Madonna delle Grazie viene incoronata dal card. Federico Tedeschini.

6 agosto 1959

La statua della Madonna di Fatima sosta due giorni a San Giovanni Rotondo. E mentre la Madonna riparte in elicottero Padre Pio guarisce miracolosamente.

30 luglio 1960

Giunge a San Giovanni Rotondo mons. Carlo Maccari e compie una lunga visita apostolica conclusasi il 17 settembre 1960. La stampa dà risalto alla notizia, tra lo sconcerto dei fedeli e degli amici di Padre Pio.

10 agosto 1960

Padre Pio celebra 50 anni di sacerdozio.

11 maggio 1964

Padre Pio nomina la Santa Sede erede universale di tutti i suoi beni.

Marzo 1965

Si diffondono voci sul cattivo stato di salute del Padre

5 maggio 1966

5 maggio 1966 – Si celebra il decimo anniversario della nascita della Casa Sollievo della Sofferenza. Si tiene anche un Convegno internazionale dei Gruppi di preghiera che già si contano a centinaia. Padre Pio afferma:

« È la preghiera, questa forza unita di tutte le anime buone, che muove il mondo, che rinnova le coscienze, che sostiene la Casa, che conforta i sofferenti, che guarisce gli ammalati, che santifica il lavoro, che eleva l’assistenza sanitaria, che dona la forza morale e la cristiana rassegnazione alla umana sofferenza, che spande il sorriso e la benedi­zione di Dio a ogni languore e debolezza».

Settembre - dicembre 1966

Lo stato di salute di padre Pio peggiora, nonostante la continua assistenza medica specialistica.

9 maggio 1967

All’età di 85 anni muore "zi’ Michele", fratello di Padre Pio.

25 maggio 1967

Padre Pio compie 80 anni. A S. Giovanni vi è un imponente raduno dei Gruppi di Preghiera, che giungono da ogni parte del mondo.

Gennaio 1968

Padre Pio cammina con molta difficoltà e di lì a poco comincia ad usare una sedia a rotelle per gli spostamenti.

7 luglio 1968

Ha un forte collasso e preferisce starsene da solo, raccolto in preghiera.

20 settembre 1968

In occasione del 50° anniversario delle stimmate, una folla folla ingente di fedeli attornia Padre Pio in quella che si rivelerà come l'ultima grande manifestazione di affetto, prima di commiatarsi da questo mondo.

21 settembre 1968

La Casa Sollievo della Sofferenza organizza il quarto Convegno internazionale dei Gruppi di preghiera; ma Padre Pio non è in grado di celebrare.

22 settembre 1968

Padre Pio alle cinque del mattino celebra l'ultima messa della sua vita. Durante la celebrazione ha un nuovo collasso e barcolla, stremato. Alle 18 si commiata dalla folla che riceve l’ultima benedizione.

23 settembre 1968

Alle ore 2,30 della notte, Padre Pio muore.

26 settembre 1968

Ai funerali di Padre Pio partecipano oltre centomila persone.

4 novembre 1969

Il postulatore generale dei Cappuccini, padre Bernardino da Siena, chiede al vescovo mons. Antonio Cunial, amministratore apostolico di Manfredonia, di iniziare la trattazione della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Padre Pio. La dimanda viene accolta il 23 dello stesso mese.

1 luglio 1970

La Santa Sede invia a San Giovanni Rotondo mons. Oreste Vighetti per la conduzione diretta dell’Opera di Padre Pio.

Luglio 1970

Inizia la pubblicazione dell’Epistolario di Padre Pio da parte dei padri Cappuccini.

16 gennaio 1971

Mons. Valentino Vailati, arcivescovo di Manfredonia, consegna alla Sacra Congregazione per le Cause dei Santi la documentazione richiesta per il nihil obstat all’introduzione della Causa di Beatificazione di Padre Pio.

22 gennaio 1971

ricorrenza della vestizione di P. Pio, s’ inaugura a S. Giovanni Rotondo un Centro Riabilitazione per bambini portatori di handicap, in zona Santa Croce. E’ il primo di una lunga serie. Decine di altri centri sorgeranno nei comuni della Puglia, della Basilicata e del Molise.

3 marzo 1980

Mons. Valentino Vailati consegna ulteriore documentazione su Padre Pio.

9 agosto 1981

9 agosto 1981 – Viene inaugurata la Via Crucis monumentale, sedici sculture in bronzo e una in pietra, opera dello scultore siciliano Francesco Messina. La prima pietra era stata posata, con la partecipazione di Padre Pio, nella mattinata del 22 settembre del 1968, poche ore prima della sua morte.

29 novembre 1982

Papa Giovanni Paolo II firma il decreto per l’introduzione del processo cognizionale sulla vita e le virtù del Servo di Dio Padre Pio.

20 marzo 1983

Inizia ufficialmente a San Giovanni Rotondo il processo cognizionale su Padre Pio.

23 maggio 1987

Il Santo Padre Giovanni Paolo II giunge in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo e si inginocchia in preghiera accanto alla tomba di Padre Pio. Mette in risalto l’aspetto essenziale del grande disegno di P. Pio «di unire la scienza a servizio degli ammalati insieme con la fede e la preghiera» in modo che «la degenza in questa Casa deve costituire sì una cura del corpo, ma anche una vera e propria educazione all’amore inteso come accettazione cristiana del dolore».

28 luglio 1987

Si festeggia il 71° anniversario dell’arrivo del Padre a S. Giovanni Rotondo. In Piazza degli Olmi - oggi Piazza Padre Pio - si inaugura il monumento di Pericle Fazzini che presenta un Padre Pio dall’esatto profilo, con le braccia levate, che impugna in alto, nello spazio, l’Ostensorio con la corona vibrante dei raggi.

21 gennaio 1990

Si chiude solennemente a S. Giovanni Rotondo la fase diocesana del processo di Padre Pio. La documentazione e le testimonianze, raccolte in 104 volumi vengono portate a Roma presso la Congregazione per le Cause dei Santi.

aprile 1997

I cinque volumi sintetici contenenti la Positio super virtutibus vengono consegnati ai cardinali della Congregazione per il parere sulla eroicità delle virtù teologali, cardinali e religiose di Padre Pio.

18 dicembre 1997

E' proclamato venerabile da Sua Santità il Papa Giovanni Paolo II.

2 maggio 1999

Beatificazione di Padre Pio in Piazza San Pietro, Roma.

30 giugno 2001

Si inaugura il “Museo Biografico di Padre Pio”, museo delle cere realizzato dalla Società Museum Project di Firenze.

16 giugno 2002

Padre Pio viene solennemente canonizzato da Giovanni Paolo II. Ora tutti lo potranno chiamare "Santo", anche se per i sangiovannesi lo era già, fin dal 28 luglio 1916, quando entrò a far parte della loro vita e della loro storia.

www.padrepioesangiovannirotondo.it

Bibliografia riguardante San Pio da Pietrelcina

Epistolario I, Corrispondenza con i Direttori Spirituali (1910-1922), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione riveduta e cor­retta da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000.

Epistolario II, Corrispondenza con la nobildonna Raffaelina Cerase (1914-1915), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, III Edizione rive­duta e corretta da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000 .

Epistolario III, Corrispondenza con le figlie spirituali (1915-1923), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione ristampata nel 1994 a cura di Padre Gerardo Di Flumeri.

Epistolario IV , Corrispondenza con diverse categorie di persone, a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione riveduta, corretta ed ampliata da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000 (abbreviazione: Epist. IV).

Alessandro da Ripabottoni, Padre Pio da Pietrelcina “il cireneo di tutti”, Ed. “Padre Pio da Pietrelcina”, Convento S. Maria delle Grazie, S. Giovanni Rotondo 1983.

Sandro da Ripa, I Cappuccini a S. Giovanni, Foggia 1967.

Fernando da Riese Pio X, Padre Pio da Pietrelcina crocefisso senza croce, Ed. Padre Pio da Pietrelcina, Convento dei Cappuccini, VI edizione, S. Giovanni Rotondo 1998.

Francesco Morcaldi, San Giovanni Rotondo nella luce del Cristianesimo, Editore Mantilli, Parma 1960.

M. Preziosi, Lucia Fiorentino, figlia spirituale di Padre. Pio, Foggia 1967.

Gerardo Saldutto, Un tormentato settennio (1918-1925) nella vita di Padre Pio da Pietrelcina, Tesi di Laurea, Università Gregoriana, Roma, 1974 - Ed. Padre Pio da Pietrelcina, Convento Santa Maria delle Grazie, San Giovanni Rotondo.

Giulio Giovanni Siena, Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza, Bastogi Editrice, Foggia, maggio

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