(un blog curioso ateo e giovanile)
PADRE PIO, VERA GLORIA?
ecco le tappe dell'inchiesta, inserisco la tematica e le varie tesi.
le stigmate, vere o provocate volontariamente? trasmessi i documenti incriminati e incriminanti di cui ampiamente abbiamo discusso.
gaeta: la sua tesi È innanzitutto metodologica, egli sostiene infatti che quei documenti di cui conosciamo la sostanza non sono affatto segreti ma consultabili da tempi antichi.
luzzatto: risponde il professore che se È vero che non erano segreti c'È da chiedersi per quale ragione nessuno ne ha mai parlato. delle due l'una: o erano segreti o sono stati ignorati volutamente. da storico sceglie di non scegliere la risposta anche perchÈ qualunque sia comunque testimonia malafede.
gaeta: si pronuncia sulle stigmate sostenendo la loro provenienza soprannaturale in quanto a differenza di quanto riportato nel filmato le stigmate non erano propriamente ferite ma buchi e dunque non procurabili con acido fenico. fonte: un prete, un tale che gaeta chiama per nome e che le avrebbe toccate con due dita poste ai due estremi. le dita dice gaeta arrivavano a toccarsi. (naturalmente di tale testimonianza nn esistono documenti nÈ testimonianze dirette visto che il citato prete non È piÙ in vita).
luzzato: cita in apertura due documenti di cui fornisce il frontespizio, visibile agli spettatori. si tratta delle delibere del sant'uffizio in cui si recita che la posizione ecclesiastica nutriva forti dubbi, in seguito ai referti medici, sulla natura soprannaturale delle stigmate. poi presenta la posizione di gemelli, con tanto di documento attestato, in cui si legge che le stigmate si presentavano affini alle ferite presenti agli arti dei soldati partiti in guerra, soldati che avevano provocato volontariamente tali ferite attraverso sostanze chimiche. anche questa volta non prende posizione netta, lascia parlare documenti e nn testimonianze indirette riportate ma non documentabili.
giovanni xxiii riceve le registrazioni che testimonierebbero dei rapporti poco chiari di padre pio con delle donne. giovanni xiii giÀ contrariato e consapevole della falsitÀ in seno alla figura del frate lo scomunica.
roncalli: prima fa un discorso incomprensibile in cui parla senza dire assolutamente nulla, poi esortato da mentana a rispondere alla faccenda con cognizione di causa, si limita a dire che il testo di luzzato È fortemente documentato e che quelle fonti le conosceva benissimo ma aveva scelto di tacerle perchÈ non gli sembravano rilevanti ai fini della biografia di padre pio (????, questa fa ridere, lo so)
gaeta: sceglie di smentire il documento, ovvero nastri e quaderni del papa, dicendo che dalla registrazione si sente padre pio con una donna la quale inizia a baciarlo. gaeta sostiene si trattasse di baci dati alle stigmate, anche se naturalmente la destinazione dei baci non risulta affatto univocamente chiara dalla registrazione che non consente di vedere la reale locazione dell'affetto della gentile signora (eheheh)
luzzatto: da storico si astiene da qualunque commento, certo È che fa notare come il papa abbia reagito fortemente, sarebbe alquanto strana la reazione per qualche bacetto di una fedele dato alle stigmate.
la leggenda di cadorna.
gaeta: racconta che luigi cadorna voleva suicidarsi ma fu fermato dalla visione di un prete vecchio e barbuto, in abito marrone. non conosceva padre pio ma quando poi lo vide fisicamente lo riconobbe e capÌ che il vecchio della visione era proprio lui. luzzatto chiede da quale fonte storica, da quale testo ha tratto il fatto ma gaeta sostiene che È una storia che si È tramandata di bocca in bocca e questo basta perchÈ ci si possa credere.
luzzatto: da storico scenziato sottolinea come la differenza tra storia e leggenda sta proprio nelle fonti. È storia una vicenda documentabile con testi, È leggenda una vicenda tramandata oralmente e dunque soggetta a storpiature e invenzioni. in seguito fa presente che non esistono testi che possano corroborare la storiella di cadorna e dunque non si tratta di un fatto storico ma leggendario.
la trasmissione continua poi con qualche filmatino dei presunti miracoli fatti da padre pio, di cui peraltro non riporto nulla perchÈ stabilire se tali miracoli sono accaduti È impossibile quindi si finirebbe a parlare di asini che volano.
al termine mentana ha mostrato la condizione attuale in cui si trova san giovanni rotondo, ha mostrato la posizione dei fedeli e il mercato smosso da padre pio nel comune in questione.
FRANCESCO FORGIONE (PADRE PIO): SANTO IMPOSTORE
Il libro in uscita di Sergio Luzzatto (dal titolo: L’altro Cristo. Padre Pio e l’Italia del Novecento) riaprirà il caso intorno alla natura delle stimmate di Padre Pio. L’autore ha consultato le carte segrete degli archivi vaticani venendo in tal modo a conoscenza della notizia in merito all’uso di quattro grammi di acido fenico che il prete chiese ad una farmacista nel 1919.
Il documento è stampato in un fascicolo del Sant’Uffizio del marzo 1921. A riprova dei dubbi sollevati da Gemelli, l’allora Suprema Congregazione dottrinale presenta la deposizione giurata della ventottenne Maria De Vito: «Io sono stata un’ammiratrice di P. Pio e l’ho conosciuto di presenza la prima volta il 31 luglio 1919. Dopo essere ritornata sono rimasta a San Giovanni Rotondo un mese. Durante il mese in cui ho avuto occasione di avvicinarlo più volte al giorno, ne ho riportata sempre ottima impressione. La vigilia della mia partenza per Foggia, il P. Pio mi chiamò in disparte e con tutta segretezza, imponendo il segreto a me in relazione anche agli stessi frati suoi confratelli, mi consegnò personalmente una boccettina vuota, richiedendomi che gliela facessi pervenire a mezzo dello “chauffeur” che presta servizio nell’autocarro per trasporto passeggeri da Foggia a San Giovanni Rotondo con dentro quattro grammi di acido fenico puro, spiegandomi che l’acido serviva per la disinfezione delle siringhe occorrenti alle iniezioni che egli praticava ai novizi. Insieme mi venivano richiesti altri oggetti come pastiglie Valda, nasalina, etc. che io mandai». Il documento del Sant’Uffizio continua informando che dopo circa un mese la giovane ricevette una lettera nella quale «le faceva richiesta di quattro grammi di veratrina. Non avendola trovata nella farmacia di sua proprietà, la richiese da un suo cugino con lettera che sta pure agli atti. Questo, impressionatissimo, la rifiutò», perché sospettava che Padre Pio potesse usarla per procurarsi le lesioni alle mani di cui già si cominciava a parlare.
Pubblico qui di seguito un interessante articoletto che trovo molto chiaro ed esplicito sull’intera biografia del fantasmagorico santo … buona lettura e strappate le immaginette, non valgono più di una figurina di Gattuso!!!!
Francesco Forgione detto Padre Pio
Di Claudio Simeoni
Cosa ha fatto questo personaggio, chiaramente malato di morte, per ricevere onori divini dalla chiesa cattolica?
Non starò a documentare passo per passo la sua attività di distruzione sociale, mi limiterò a citare quanto questo personaggio ha fatto per arricchire la chiesa cattolica e come abbia agito per danneggiare gli Esseri Umani. Mi limiterò a parlare del suo disprezzo per gli Esseri Umani che lo ha reso santo agli occhi della chiesa cattolica.
Scopo della famiglia cattolica è quella di distruggere il divenire psico-emotivo dei ragazzi al fine di renderli dipendenti (esattamente come all'eroina) dall'idea della provvidenza del dio sull'immagine del quale vengono costretti a riversare i loro sentimenti.
La costrizione educazionale imposta dalla famiglia viene ampliata e trasformata in malattia psichica attraverso la scelta soggettiva di fagocitare facendo propri i modelli costrittivi imposti. Le analisi cliniche hanno dimostrato che Padre Pio era malato di istrionismo.
Se ad un bambino viene imposto di non masturbarsi con minacce e terrore ha davanti a sé due scelte o farlo di nascosto mettendo in atto delle strategie per non venir scoperto o fustigarsi, imporsi privazioni, mortificazioni al fine di far proprio l’ammonimento. Nel primo caso diventerà un uomo nel senso che avrà imparato che la sua persona è importante e che deve essere protetta con delle strategie difensive, nel secondo caso diventerà un malato di morte il cui scopo sarà quello di imporre la propria malattia ad altri. In questo Francesco Forgione divenne abilissimo.
Sarà per le botte in testa subite dal padre unite alla superstizione nella quale venne educato o sarà perché alla superstizione volle sommare altra superstizione sta di fatto che le fobie sessuali crescevano. La perversione sessuale arrivò al punto tale che a nove anni la madre lo sorprese a flagellarsi, cioè a reprimere le sue pulsioni sessuali. Si giustificò con la madre affermando che stava imitando il supplizio ricevuto da Gesù.
La sua ferocia nei confronti della libertà sessuale fu tale da distruggere a colpi di forbice il lavoro di una ragazza, tale Adriana, che di domenica si stava applicando dei nastri sul vestito e prese a bastonate un amico che, viste le sue condizioni psico-fisiche, gli consigliava di amoreggiare con qualche ragazza.
Normalmente questi comportamenti sbocciano in patologie sessuali caratterizzate dal possesso dell’oggetto “amato”. Non è più una relazione di “partecipazione-amore” con l’altro, ma diventa esercizio sessuale volto al possesso e alla distruzione della personalità dell’altro.
Non è più Venere-Afrodite, ma diventa stupro.
Cosa del resto alimentata dalla chiesa cattolica e dalla superstizione nella quale viveva la famiglia di Francesco.
Nel 1902, cioè all’età di quindici anni, in un tema in classe affermava, dal libro di E. Malatesta “La vera storia di padre Pio” ed Piemme pag. 33: “Oh se fossi re!… combatterei prima di tutto il divorzio, da molti cattivi desiderato, e farei si che il sacramento del matrimonio fosse maggiormente rispettato… Io cercherei di illustrare il mio nome col battere sempre la via del vero cristiano; guai poi a coloro che non volessero seguirla. Li punirei subito o col metterli in prigione o coll’esilio oppure con la morte.”
Il desiderio psicologico di questi santi cattolici è sempre quello di macellare gli uomini a maggior gloria del proprio dio!
Figuratevi un bambino cresciuto mitizzando le stigmate di un altro Francesco e con forte propensione all’isterismo e al fanatismo, con turbe psichico-sessuali da immaginarsi aggressioni del demonio per mascherarsi le tensioni di vita che tentano di esprimersi. Questo tipo di personaggi, specialmente femminili, erano molto comuni negli anni cinquanta primi anni sessanta, oggi sembra un po’ meno anche se sicuramente si rincontrano ancora fra i bigotti e le bigotte e fra i loro bambini.
E’ inutile parlare di malattie psicosomatiche. Data la struttura sessualmente costretta, questo personaggio metteva in essere delle strategie per non rimanere nel convento dove la vita era troppo dura. Quando l sessualità è offesa le tensioni psichiche si manifestano in “bisogno di dominio e possesso”. E’ necessaria spietatezza per costruire individui a diventare schiavi pronti a costruire altri schiavi.
D'altronde i cattolici conoscono molto bene le tecniche di manipolazione mentale (specie nei bambini) e i Cappuccini di S. Francesco, come l’Opus Dei, i Domenicani, i Gesuiti ecc. sono dei professionisti. Lascio a voi immaginare cosa è successo nel convento fra il 1903 e il 1907.
L’Essere Umano non è creato ad immagine e somiglianza di un dio padrone, ma è il risultato delle proprie strategie di vita, è il risultato delle risposte che ha dato alle sollecitazioni che dal mondo giungono a lui. E’ il prodotto della sua educazione!
L’educazione cattolica, cui è stato sottoposto, porta a questa diagnosi psichiatrica che riprendo dal libro di Mario Guarino: “Beato Impostore” edizioni Caos: “Nel 1999 lo psichiatra Luigi Cancrini firmerà una “perizia psichiatrica su padre Pio”. Scriverà Cancrini: “Una diagnosi psichiatrica relativa al caso padre Pio non è difficile da proporre. Osservando longitudinalmente, il disturbo di cui ha sofferto padre Pio è, secondo il Dsm IV (manuale diagnostico preparato dall’Associazione degli psichiatrici americani e oggi largamente utilizzato anche in Italia e in Europa), un disturbo istrionico della personalità. Osservato trasversalmente, nelle sue manifestazioni sintomatiche più evidenti, il suo è un disturbo di trance dissociativa. I criteri di ricerca per il disturbo di trance dissociativa sono di ordine sintomatico e culturale.”
In altre parole, il padre, la madre, l’ambiente superstizioso cattolico del paese, il prete che lo enfatizzava narrandogli la vita di Francesco che chiamava santo, il convento dei frati minori, ecc. hanno portato a termine un lavaggio del cervello del ragazzo facendolo diventare un pazzo. L’uomo non è creato ad immagine e somiglianza di un dio padrone, ma è il risultato della sua interazione con l’ambiente.
A quel punto la psicosomatizzazione di quanto subito gli fa prendere una decisione: il padrone sono io!
Così nel 1910 decise di avere le stigmate.
Gli altri frati avrebbero cessato di rompergli le scatole, lui era in odore di santità.
Il primo atto di disprezzo per la società lo fece ignorando gli obblighi militari. Fu dichiarato disertore e il 18 agosto 1917 fu prelevato dai carabinieri. Aveva già eluso il dovere militare con le sue finte malattie: siano gli altri a crepare; a lui cosa importava? Con le sue amicizie si fece congedare: mica voleva partire per il fronte.
Il problema che pose alla chiesa cattolica le stigmate di Forgione fu di ordine pratico. Non si trattava di un effetto psicosomatico, ma di una vera e propria truffa.
Ripeto: erano una vera e propria truffa!
Ne è stato testimone il dott. Vincenzo Tangaro e la così detta sparizione delle stigmate al momento della morte, nonché la bottiglietta di acido fenico e la tintura di iodio.
Il fine della truffa è sottomettere ad essa i pellegrini sia per esatazione del potere personale, sia per denaro (che poi è la stessa cosa: possedere uomini). D'altronde, davanti al fanatismo religioso cristiano costruito nella superstizione e per fini economici dalla chiesa cattolica non ci sono ragioni scientifiche che tengano.
Che Forgione fosse matto non ci sono più dubbi, ma un matto che si identifica col dio padrone, per il quale combatte il demonio e per ciò funzionale alla distruzione del Sistema Sociale.
Che Forgione fosse un assassino non ci sono dubbi, non si identificava forse col dio padrone? Quello stesso che mandò il diluvio universale e massacrò gli abitanti di Sodoma e Gomorra perché non facevano sesso come lui voleva?
Il 14 ottobre 1920 a S. Giovanni Rotondo le elezioni furono vinte dai socialisti. Al momento dell’insediamento il partito popolare di Sturzo e l’organizzazione che lo appoggiava “Gli arditi di Cristo” con i gagliardetti del Vaticano massacrarono 14 contadini e ferirono un centinaio di persone. Uno dei più gravi massacri della storia d’Italia. L’inchiesta parlamentare dette questi risultati che riprendo sempre dal libro di Mario Guarino “Beato Impostore”:
“Venne assodato che si era trattato di un eccidio organizzato e provocato dagli excombattenti (con l’appoggio dei fascisti). Quegli stessi excombattenti dei quali padre Pio aveva benedetto la bandiera. Commentando l’eccidio, il 2 aprile 1961, il quotidiano socialista Avanti punterà il dito proprio contro il frate di Pietralcina, titolando “padre Pio era con gli Arditi neri nel massacro di S. Giovanni””
Dopo questi fatti padre Pio ha deciso di derubare in proprio la terra del paese. Naturalmente non l’ha rubata come un ladro che agisce con destrezza, ma col metodo che egli conosce bene insegnatogli all’interno del convento dei Francescani: l’attività mafiosa.
Attività mafiosa che si materializzò non solo col suo giro di accoliti che raccogliendo informazioni sputtanò, diffamò e distrusse la reputazione di varie persone della gerarchia cattolica che potevano intralciare i suoi progetti. All’interno delle gerarchie vaticane vige il principio secondo cui se un prete, un vescovo o un altro gerarca riesce a fare le scarpe o a impedire e distruggere la carriera di qualcuno anche con mezzi sporchi e subdoli acquista meriti in quanto il suo fare diventa espressione della volontà divina. Questo è il modo di ragionare delle gerarchie vaticane ispirato direttamente dal Gesù di Nazareth nel suo “non cercare giustizia ai torti” “porgi l’altra guancia” oppure “mettiti d’accordo con me che ti accuso altrimenti ti porto dal magistrato che sicuramente ti condannerà”! Padre Pio si accordò con tale Morcaldi Francesco detto Ciccillo. Tale personaggio, eletto grazie alla complicità del frate a sindaco del paese nelle liste di una coalizione a destra del partito popolare, pagò l’appoggio del frate concedendo in enfiteusi perpetua il convento e gli orti per 750 lire in quanto i frati si erano resi benemeriti.
Questo tipo di scambio si chiama “voto di scambio” ed è una delle attività proprie della mafia. Questo accordo venne siglato il 31 dicembre 1923. Quell’accordo, per tappe successive, divenne definitivo il 14 settembre 1925.
Una proprietà veniva sottratta al demanio, cioè al pubblico interesse, e data ad un privato per interessi privati senza che il sistema sociale avesse un tornaconto se non l’appoggio che Morcaldi Francesco ebbe per la sua personale elezione.
Voglio sorvolare sulle guerre interne alle gerarchie religiose. Voglio sorvolare sugli interessi diversi dei vari papi che per un verso o per un altro combatterono o appoggiarono le operazioni criminali del frate. Appartengono al cattolicesimo e all’immondizia che questo sistema religioso esprime.
Voglio sorvolare sulle sue relazioni “amorose”, vere o false che siano. Chi è malato di morte come padre Pio concepisce la relazione amorosa come il possesso dell’altro e ricava piacere soltanto dalla distruzione dell’altro. Non è importante sapere quali fossero le sue relazioni amorose, ma è importante sapere che le patologie derivate dal condizionamento educazionale subito gli impediva di avere relazioni amorose con donne (o con uomini) che fossero di puro piacere, ma erano sempre relazioni in cui lui possedeva, disponeva, sottometteva e distruggeva l’altro. D'altronde il suo comportamento nelle relazioni interpersonali lo dimostrano.
Vogliamo sorvolare sulle truffe di Giovanbattista Giuffré e come i Francescani bloccarono le indagini della guardia di finanza? Vogliamo parlare dei documenti che distrusse per non finire in galera? O vogliamo parlare dell’articolo dell’Espresso del 9 aprile 1961 in cui si accusava padre Pio e Giuffrè dell’anonima banchieri e delle centinaia di milioni, degli anni cinquanta, fatti sparire?
A cosa mirano i cattolici se non al denaro? Non al denaro che costruisce la ricchezza per il Sistema Sociale, ma al denaro rubato al Sistema Sociale per costruire la ricchezza della chiesa che può così procedere a sottomettere chi non si può difendere. La chiesa cattolica costruisce miseria sociale per la sua gloria e padre Pio eseguiva per la sua gloria che coincideva con quella della chiesa cattolica. L’importante era essere in grado di derubare il Sistema Sociale e costruire la miseria fra gli uomini privandoli della ricchezza: lo ordina il Gesù padrone.
La guerra all’interno della chiesa cattolica continua. Il papa cattolico Giovanni XXIII, che osteggiava Padre Pio muore e il suo successore Paolo VI è, a differenza, molto pragmatico. Padre Pio ha quasi ottanta anni e a Paolo VI° interessano soltanto le sue ricchezze. E così giunge l’accordo. Si mette una bella pietra sopra le porcate fatte da Padre Pio. Padre Pio lo si mette in odore di santificazione in cambio di un bel testamento. Al Vaticano fu concesso di vedere il testamento del frate, ma non lo trovò adeguato. Così consegnò al frate due testamenti che il frate ricopiò e firmò rendendo il Vaticano erede universale dei suoi beni, delle sue società e di tutti i suoi soldi. Dopo di che il Vaticano, per opera del cardinale Ottaviano, lo costrinse ad una pubblica dichiarazione in cui si sosteneva che la chiesa cattolica era comprensiva nei suoi confronti. L’ipocrisia di padre Pio e del Vaticano possono andare tranquillamente a braccetto!
Perché si risolvono le questioni in questo modo?
Perché padre Pio era un buon cristiano, truffava, rubava, è responsabile di genocidio, ma tutto sommato è stato utile alla chiesa cattolica. In fondo i preti e i vescovi che pretendevano di svelare la sua ipocrisia e le sue truffe cosa hanno fatto per la chiesa cattolica? Volete mettere i milioni di pellegrini che vanno a chiedere il miracolo e a lasciare l’obolo? Volete mettere i miliardi che ha ricavato il Vaticano? Cosa sono le pretese di onestà di prelati e vescovi avversi. Quello che conta è il risultato. Quello che conta è la gloria del padrone nel costringere le pecore in ginocchio.
Per questo motivo Wojtyla intende farlo santo!
Ha obbedito alla prima regola del cattolicesimo: ha derubato il Sistema Sociale umano per arricchire la chiesa cattolica! Dunque è santo!
Gli Uomini sono convinti che gli eroi portino doni. Gli eroi portano doni e nel portare doni agli Esseri Umani si trasformano arrivando a bussare alle porte dell’Olimpo. I cattolici derubano gli Esseri Umani per arricchire la chiesa cattolica e per questo motivo vengono fatti santi. Come la Teresa di Calcutta o tutta la torma di ladri per finire ai missionari che annientano i popoli africani o i missionari che spacciavano oppio in Cina per distruggere quel paese.
Le persone vengono ingannate alterando la percezione della loro attenzione attraverso il condizionamento educazionale. Decine di milizie di malati arrivano a S. Giovanni Rotondo in cerca del miracolo e della grazia. Certo, esattamente come molti milioni di persone giocano al lotto, al totocalcio o al superenalotto. La superstizione è la stessa! Il desiderio di vincere qualche cosa gratuitamente è fortissimo. Attraverso questo si costruisce la truffa e l’inganno. Si chiedono dei comportamenti deferenti, comportamenti di rinuncia alla vita prospettando la vincita del miracolo o della grazia quando si sa che l’uno e l’altro sono solo truffe. Dove il truffato non paga soltanto col denaro, ma paga la propria attesa nella provvidenza con l’intera propria esistenza.
Padre Pio è solo un volgare truffatore la cui truffa sarà continuata e perpetrata dal Vaticano perché è una fonte di guadagno economico ed uno strumento per costringere le persone a rinunciare alla propria vita. E’ uno strumento che alimenta la superstizione. Alimenta la concentrazione dell’attenzione degli astanti su un’attesa che non solo non arriverà, ma che pagheranno con la loro vita.
D'altronde, come mai la chiesa cattolica non mette l’accento sul miracolo di padre Pio, quello vero? Un uomo, detto padre di famiglia, va in pellegrinaggio e al ritorno stermina la famiglia. E perché non mettere l’accento sull’altro grande miracolo? Migliaia di persone vanno storpi da padre Pio e ritornano storpi, ma col portafoglio più leggero.
Questo è il vero miracolo per cui Wojtyla ha fatto beato padre Pio. Ricordiamo che senza denaro i missionari cattolici non possono costringere gli Indù a farsi battezzare o a diffondere l’Aids in Africa. Volete mettere che grande miracolo? Costruire la miseria fra gli Esseri Umani a maggior gloria del dio padrone dei cristiani.
(da: un blog in rete. http://medea2611.spaces.live.com/)
1 commento:
E’ di questi anni il gran parlare e la “riesumazione” dei poveri resti di questo SEMPLICE UOMO. Moltissimi oramai sono concordi nell’affermare che NON esiste “Santo” che sia più venerato di padre pio, addirittura ancor più della madonna. Infatti chi in Italia non ha in casa, nel portafoglio o nell’auto una immaginetta di padre pio?
Ma perchè tanta VENERAZIONE verso questo (ripeto) SEMPLICE UOMO?
Ecco la risposta!
http://assembleadiyahushua.altervista.org/blog/frate-pio/
19 giugno 2013 00:46
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