PADRE PIO, VERA GLORIA?

(un blog curioso ateo e giovanile)


PADRE PIO, VERA GLORIA?

ecco le tappe dell'inchiesta, inserisco la tematica e le varie tesi.

le stigmate, vere o provocate volontariamente? trasmessi i documenti incriminati e incriminanti di cui ampiamente abbiamo discusso.

gaeta: la sua tesi È innanzitutto metodologica, egli sostiene infatti che quei documenti di cui conosciamo la sostanza non sono affatto segreti ma consultabili da tempi antichi.

luzzatto: risponde il professore che se È vero che non erano segreti c'È da chiedersi per quale ragione nessuno ne ha mai parlato. delle due l'una: o erano segreti o sono stati ignorati volutamente. da storico sceglie di non scegliere la risposta anche perchÈ qualunque sia comunque testimonia malafede.

gaeta: si pronuncia sulle stigmate sostenendo la loro provenienza soprannaturale in quanto a differenza di quanto riportato nel filmato le stigmate non erano propriamente ferite ma buchi e dunque non procurabili con acido fenico. fonte: un prete, un tale che gaeta chiama per nome e che le avrebbe toccate con due dita poste ai due estremi. le dita dice gaeta arrivavano a toccarsi. (naturalmente di tale testimonianza nn esistono documenti nÈ testimonianze dirette visto che il citato prete non È piÙ in vita).

luzzato: cita in apertura due documenti di cui fornisce il frontespizio, visibile agli spettatori. si tratta delle delibere del sant'uffizio in cui si recita che la posizione ecclesiastica nutriva forti dubbi, in seguito ai referti medici, sulla natura soprannaturale delle stigmate. poi presenta la posizione di gemelli, con tanto di documento attestato, in cui si legge che le stigmate si presentavano affini alle ferite presenti agli arti dei soldati partiti in guerra, soldati che avevano provocato volontariamente tali ferite attraverso sostanze chimiche. anche questa volta non prende posizione netta, lascia parlare documenti e nn testimonianze indirette riportate ma non documentabili.

giovanni xxiii riceve le registrazioni che testimonierebbero dei rapporti poco chiari di padre pio con delle donne. giovanni xiii giÀ contrariato e consapevole della falsitÀ in seno alla figura del frate lo scomunica.

roncalli: prima fa un discorso incomprensibile in cui parla senza dire assolutamente nulla, poi esortato da mentana a rispondere alla faccenda con cognizione di causa, si limita a dire che il testo di luzzato È fortemente documentato e che quelle fonti le conosceva benissimo ma aveva scelto di tacerle perchÈ non gli sembravano rilevanti ai fini della biografia di padre pio (????, questa fa ridere, lo so)

gaeta: sceglie di smentire il documento, ovvero nastri e quaderni del papa, dicendo che dalla registrazione si sente padre pio con una donna la quale inizia a baciarlo. gaeta sostiene si trattasse di baci dati alle stigmate, anche se naturalmente la destinazione dei baci non risulta affatto univocamente chiara dalla registrazione che non consente di vedere la reale locazione dell'affetto della gentile signora (eheheh)

luzzatto: da storico si astiene da qualunque commento, certo È che fa notare come il papa abbia reagito fortemente, sarebbe alquanto strana la reazione per qualche bacetto di una fedele dato alle stigmate.

la leggenda di cadorna.

gaeta: racconta che luigi cadorna voleva suicidarsi ma fu fermato dalla visione di un prete vecchio e barbuto, in abito marrone. non conosceva padre pio ma quando poi lo vide fisicamente lo riconobbe e capÌ che il vecchio della visione era proprio lui. luzzatto chiede da quale fonte storica, da quale testo ha tratto il fatto ma gaeta sostiene che È una storia che si È tramandata di bocca in bocca e questo basta perchÈ ci si possa credere.

luzzatto: da storico scenziato sottolinea come la differenza tra storia e leggenda sta proprio nelle fonti. È storia una vicenda documentabile con testi, È leggenda una vicenda tramandata oralmente e dunque soggetta a storpiature e invenzioni. in seguito fa presente che non esistono testi che possano corroborare la storiella di cadorna e dunque non si tratta di un fatto storico ma leggendario.

la trasmissione continua poi con qualche filmatino dei presunti miracoli fatti da padre pio, di cui peraltro non riporto nulla perchÈ stabilire se tali miracoli sono accaduti È impossibile quindi si finirebbe a parlare di asini che volano.

al termine mentana ha mostrato la condizione attuale in cui si trova san giovanni rotondo, ha mostrato la posizione dei fedeli e il mercato smosso da padre pio nel comune in questione.

FRANCESCO FORGIONE (PADRE PIO): SANTO IMPOSTORE

Il libro in uscita di Sergio Luzzatto (dal titolo: L’altro Cristo. Padre Pio e l’Italia del Novecento) riaprirà il caso intorno alla natura delle stimmate di Padre Pio. L’autore ha consultato le carte segrete degli archivi vaticani venendo in tal modo a conoscenza della notizia in merito all’uso di quattro grammi di acido fenico che il prete chiese ad una farmacista nel 1919.
Il documento è stampato in un fascicolo del Sant’Uffizio del marzo 1921. A riprova dei dubbi sollevati da Gemelli, l’allora Suprema Congregazione dottrinale presenta la deposizione giurata della ventottenne Maria De Vito: «Io sono stata un’ammiratrice di P. Pio e l’ho conosciuto di presenza la prima volta il 31 luglio 1919. Dopo essere ritornata sono rimasta a San Giovanni Rotondo un mese. Durante il mese in cui ho avuto occasione di avvicinarlo più volte al giorno, ne ho riportata sempre ottima impressione. La vigilia della mia partenza per Foggia, il P. Pio mi chiamò in disparte e con tutta segretezza, imponendo il segreto a me in relazione anche agli stessi frati suoi confratelli, mi consegnò personalmente una boccettina vuota, richiedendomi che gliela facessi pervenire a mezzo dello “chauffeur” che presta servizio nell’autocarro per trasporto passeggeri da Foggia a San Giovanni Rotondo con dentro quattro grammi di acido fenico puro, spiegandomi che l’acido serviva per la disinfezione delle siringhe occorrenti alle iniezioni che egli praticava ai novizi. Insieme mi venivano richiesti altri oggetti come pastiglie Valda, nasalina, etc. che io mandai». Il documento del Sant’Uffizio continua informando che dopo circa un mese la giovane ricevette una lettera nella quale «le faceva richiesta di quattro grammi di veratrina. Non avendola trovata nella farmacia di sua proprietà, la richiese da un suo cugino con lettera che sta pure agli atti. Questo, impressionatissimo, la rifiutò», perché sospettava che Padre Pio potesse usarla per procurarsi le lesioni alle mani di cui già si cominciava a parlare.

Pubblico qui di seguito un interessante articoletto che trovo molto chiaro ed esplicito sull’intera biografia del fantasmagorico santo … buona lettura e strappate le immaginette, non valgono più di una figurina di Gattuso!!!!

Francesco Forgione detto Padre Pio

Di Claudio Simeoni

Cosa ha fatto questo personaggio, chiaramente malato di morte, per ricevere onori divini dalla chiesa cattolica?

Non starò a documentare passo per passo la sua attività di distruzione sociale, mi limiterò a citare quanto questo personaggio ha fatto per arricchire la chiesa cattolica e come abbia agito per danneggiare gli Esseri Umani. Mi limiterò a parlare del suo disprezzo per gli Esseri Umani che lo ha reso santo agli occhi della chiesa cattolica.

Scopo della famiglia cattolica è quella di distruggere il divenire psico-emotivo dei ragazzi al fine di renderli dipendenti (esattamente come all'eroina) dall'idea della provvidenza del dio sull'immagine del quale vengono costretti a riversare i loro sentimenti.

La costrizione educazionale imposta dalla famiglia viene ampliata e trasformata in malattia psichica attraverso la scelta soggettiva di fagocitare facendo propri i modelli costrittivi imposti. Le analisi cliniche hanno dimostrato che Padre Pio era malato di istrionismo.

Se ad un bambino viene imposto di non masturbarsi con minacce e terrore ha davanti a sé due scelte o farlo di nascosto mettendo in atto delle strategie per non venir scoperto o fustigarsi, imporsi privazioni, mortificazioni al fine di far proprio l’ammonimento. Nel primo caso diventerà un uomo nel senso che avrà imparato che la sua persona è importante e che deve essere protetta con delle strategie difensive, nel secondo caso diventerà un malato di morte il cui scopo sarà quello di imporre la propria malattia ad altri. In questo Francesco Forgione divenne abilissimo.

Sarà per le botte in testa subite dal padre unite alla superstizione nella quale venne educato o sarà perché alla superstizione volle sommare altra superstizione sta di fatto che le fobie sessuali crescevano. La perversione sessuale arrivò al punto tale che a nove anni la madre lo sorprese a flagellarsi, cioè a reprimere le sue pulsioni sessuali. Si giustificò con la madre affermando che stava imitando il supplizio ricevuto da Gesù.

La sua ferocia nei confronti della libertà sessuale fu tale da distruggere a colpi di forbice il lavoro di una ragazza, tale Adriana, che di domenica si stava applicando dei nastri sul vestito e prese a bastonate un amico che, viste le sue condizioni psico-fisiche, gli consigliava di amoreggiare con qualche ragazza.

Normalmente questi comportamenti sbocciano in patologie sessuali caratterizzate dal possesso dell’oggetto “amato”. Non è più una relazione di “partecipazione-amore” con l’altro, ma diventa esercizio sessuale volto al possesso e alla distruzione della personalità dell’altro.

Non è più Venere-Afrodite, ma diventa stupro.

Cosa del resto alimentata dalla chiesa cattolica e dalla superstizione nella quale viveva la famiglia di Francesco.

Nel 1902, cioè all’età di quindici anni, in un tema in classe affermava, dal libro di E. Malatesta “La vera storia di padre Pio” ed Piemme pag. 33: “Oh se fossi re!… combatterei prima di tutto il divorzio, da molti cattivi desiderato, e farei si che il sacramento del matrimonio fosse maggiormente rispettato… Io cercherei di illustrare il mio nome col battere sempre la via del vero cristiano; guai poi a coloro che non volessero seguirla. Li punirei subito o col metterli in prigione o coll’esilio oppure con la morte.”

Il desiderio psicologico di questi santi cattolici è sempre quello di macellare gli uomini a maggior gloria del proprio dio!

Figuratevi un bambino cresciuto mitizzando le stigmate di un altro Francesco e con forte propensione all’isterismo e al fanatismo, con turbe psichico-sessuali da immaginarsi aggressioni del demonio per mascherarsi le tensioni di vita che tentano di esprimersi. Questo tipo di personaggi, specialmente femminili, erano molto comuni negli anni cinquanta primi anni sessanta, oggi sembra un po’ meno anche se sicuramente si rincontrano ancora fra i bigotti e le bigotte e fra i loro bambini.

E’ inutile parlare di malattie psicosomatiche. Data la struttura sessualmente costretta, questo personaggio metteva in essere delle strategie per non rimanere nel convento dove la vita era troppo dura. Quando l sessualità è offesa le tensioni psichiche si manifestano in “bisogno di dominio e possesso”. E’ necessaria spietatezza per costruire individui a diventare schiavi pronti a costruire altri schiavi.

D'altronde i cattolici conoscono molto bene le tecniche di manipolazione mentale (specie nei bambini) e i Cappuccini di S. Francesco, come l’Opus Dei, i Domenicani, i Gesuiti ecc. sono dei professionisti. Lascio a voi immaginare cosa è successo nel convento fra il 1903 e il 1907.

L’Essere Umano non è creato ad immagine e somiglianza di un dio padrone, ma è il risultato delle proprie strategie di vita, è il risultato delle risposte che ha dato alle sollecitazioni che dal mondo giungono a lui. E’ il prodotto della sua educazione!

L’educazione cattolica, cui è stato sottoposto, porta a questa diagnosi psichiatrica che riprendo dal libro di Mario Guarino: “Beato Impostore” edizioni Caos: “Nel 1999 lo psichiatra Luigi Cancrini firmerà una “perizia psichiatrica su padre Pio”. Scriverà Cancrini: “Una diagnosi psichiatrica relativa al caso padre Pio non è difficile da proporre. Osservando longitudinalmente, il disturbo di cui ha sofferto padre Pio è, secondo il Dsm IV (manuale diagnostico preparato dall’Associazione degli psichiatrici americani e oggi largamente utilizzato anche in Italia e in Europa), un disturbo istrionico della personalità. Osservato trasversalmente, nelle sue manifestazioni sintomatiche più evidenti, il suo è un disturbo di trance dissociativa. I criteri di ricerca per il disturbo di trance dissociativa sono di ordine sintomatico e culturale.”

In altre parole, il padre, la madre, l’ambiente superstizioso cattolico del paese, il prete che lo enfatizzava narrandogli la vita di Francesco che chiamava santo, il convento dei frati minori, ecc. hanno portato a termine un lavaggio del cervello del ragazzo facendolo diventare un pazzo. L’uomo non è creato ad immagine e somiglianza di un dio padrone, ma è il risultato della sua interazione con l’ambiente.

A quel punto la psicosomatizzazione di quanto subito gli fa prendere una decisione: il padrone sono io!

Così nel 1910 decise di avere le stigmate.

Gli altri frati avrebbero cessato di rompergli le scatole, lui era in odore di santità.

Il primo atto di disprezzo per la società lo fece ignorando gli obblighi militari. Fu dichiarato disertore e il 18 agosto 1917 fu prelevato dai carabinieri. Aveva già eluso il dovere militare con le sue finte malattie: siano gli altri a crepare; a lui cosa importava? Con le sue amicizie si fece congedare: mica voleva partire per il fronte.

Il problema che pose alla chiesa cattolica le stigmate di Forgione fu di ordine pratico. Non si trattava di un effetto psicosomatico, ma di una vera e propria truffa.

Ripeto: erano una vera e propria truffa!

Ne è stato testimone il dott. Vincenzo Tangaro e la così detta sparizione delle stigmate al momento della morte, nonché la bottiglietta di acido fenico e la tintura di iodio.

Il fine della truffa è sottomettere ad essa i pellegrini sia per esatazione del potere personale, sia per denaro (che poi è la stessa cosa: possedere uomini). D'altronde, davanti al fanatismo religioso cristiano costruito nella superstizione e per fini economici dalla chiesa cattolica non ci sono ragioni scientifiche che tengano.

Che Forgione fosse matto non ci sono più dubbi, ma un matto che si identifica col dio padrone, per il quale combatte il demonio e per ciò funzionale alla distruzione del Sistema Sociale.

Che Forgione fosse un assassino non ci sono dubbi, non si identificava forse col dio padrone? Quello stesso che mandò il diluvio universale e massacrò gli abitanti di Sodoma e Gomorra perché non facevano sesso come lui voleva?

Il 14 ottobre 1920 a S. Giovanni Rotondo le elezioni furono vinte dai socialisti. Al momento dell’insediamento il partito popolare di Sturzo e l’organizzazione che lo appoggiava “Gli arditi di Cristo” con i gagliardetti del Vaticano massacrarono 14 contadini e ferirono un centinaio di persone. Uno dei più gravi massacri della storia d’Italia. L’inchiesta parlamentare dette questi risultati che riprendo sempre dal libro di Mario Guarino “Beato Impostore”:

“Venne assodato che si era trattato di un eccidio organizzato e provocato dagli excombattenti (con l’appoggio dei fascisti). Quegli stessi excombattenti dei quali padre Pio aveva benedetto la bandiera. Commentando l’eccidio, il 2 aprile 1961, il quotidiano socialista Avanti punterà il dito proprio contro il frate di Pietralcina, titolando “padre Pio era con gli Arditi neri nel massacro di S. Giovanni””

Dopo questi fatti padre Pio ha deciso di derubare in proprio la terra del paese. Naturalmente non l’ha rubata come un ladro che agisce con destrezza, ma col metodo che egli conosce bene insegnatogli all’interno del convento dei Francescani: l’attività mafiosa.

Attività mafiosa che si materializzò non solo col suo giro di accoliti che raccogliendo informazioni sputtanò, diffamò e distrusse la reputazione di varie persone della gerarchia cattolica che potevano intralciare i suoi progetti. All’interno delle gerarchie vaticane vige il principio secondo cui se un prete, un vescovo o un altro gerarca riesce a fare le scarpe o a impedire e distruggere la carriera di qualcuno anche con mezzi sporchi e subdoli acquista meriti in quanto il suo fare diventa espressione della volontà divina. Questo è il modo di ragionare delle gerarchie vaticane ispirato direttamente dal Gesù di Nazareth nel suo “non cercare giustizia ai torti” “porgi l’altra guancia” oppure “mettiti d’accordo con me che ti accuso altrimenti ti porto dal magistrato che sicuramente ti condannerà”! Padre Pio si accordò con tale Morcaldi Francesco detto Ciccillo. Tale personaggio, eletto grazie alla complicità del frate a sindaco del paese nelle liste di una coalizione a destra del partito popolare, pagò l’appoggio del frate concedendo in enfiteusi perpetua il convento e gli orti per 750 lire in quanto i frati si erano resi benemeriti.

Questo tipo di scambio si chiama “voto di scambio” ed è una delle attività proprie della mafia. Questo accordo venne siglato il 31 dicembre 1923. Quell’accordo, per tappe successive, divenne definitivo il 14 settembre 1925.

Una proprietà veniva sottratta al demanio, cioè al pubblico interesse, e data ad un privato per interessi privati senza che il sistema sociale avesse un tornaconto se non l’appoggio che Morcaldi Francesco ebbe per la sua personale elezione.

Voglio sorvolare sulle guerre interne alle gerarchie religiose. Voglio sorvolare sugli interessi diversi dei vari papi che per un verso o per un altro combatterono o appoggiarono le operazioni criminali del frate. Appartengono al cattolicesimo e all’immondizia che questo sistema religioso esprime.

Voglio sorvolare sulle sue relazioni “amorose”, vere o false che siano. Chi è malato di morte come padre Pio concepisce la relazione amorosa come il possesso dell’altro e ricava piacere soltanto dalla distruzione dell’altro. Non è importante sapere quali fossero le sue relazioni amorose, ma è importante sapere che le patologie derivate dal condizionamento educazionale subito gli impediva di avere relazioni amorose con donne (o con uomini) che fossero di puro piacere, ma erano sempre relazioni in cui lui possedeva, disponeva, sottometteva e distruggeva l’altro. D'altronde il suo comportamento nelle relazioni interpersonali lo dimostrano.

Vogliamo sorvolare sulle truffe di Giovanbattista Giuffré e come i Francescani bloccarono le indagini della guardia di finanza? Vogliamo parlare dei documenti che distrusse per non finire in galera? O vogliamo parlare dell’articolo dell’Espresso del 9 aprile 1961 in cui si accusava padre Pio e Giuffrè dell’anonima banchieri e delle centinaia di milioni, degli anni cinquanta, fatti sparire?

A cosa mirano i cattolici se non al denaro? Non al denaro che costruisce la ricchezza per il Sistema Sociale, ma al denaro rubato al Sistema Sociale per costruire la ricchezza della chiesa che può così procedere a sottomettere chi non si può difendere. La chiesa cattolica costruisce miseria sociale per la sua gloria e padre Pio eseguiva per la sua gloria che coincideva con quella della chiesa cattolica. L’importante era essere in grado di derubare il Sistema Sociale e costruire la miseria fra gli uomini privandoli della ricchezza: lo ordina il Gesù padrone.

La guerra all’interno della chiesa cattolica continua. Il papa cattolico Giovanni XXIII, che osteggiava Padre Pio muore e il suo successore Paolo VI è, a differenza, molto pragmatico. Padre Pio ha quasi ottanta anni e a Paolo VI° interessano soltanto le sue ricchezze. E così giunge l’accordo. Si mette una bella pietra sopra le porcate fatte da Padre Pio. Padre Pio lo si mette in odore di santificazione in cambio di un bel testamento. Al Vaticano fu concesso di vedere il testamento del frate, ma non lo trovò adeguato. Così consegnò al frate due testamenti che il frate ricopiò e firmò rendendo il Vaticano erede universale dei suoi beni, delle sue società e di tutti i suoi soldi. Dopo di che il Vaticano, per opera del cardinale Ottaviano, lo costrinse ad una pubblica dichiarazione in cui si sosteneva che la chiesa cattolica era comprensiva nei suoi confronti. L’ipocrisia di padre Pio e del Vaticano possono andare tranquillamente a braccetto!

Perché si risolvono le questioni in questo modo?

Perché padre Pio era un buon cristiano, truffava, rubava, è responsabile di genocidio, ma tutto sommato è stato utile alla chiesa cattolica. In fondo i preti e i vescovi che pretendevano di svelare la sua ipocrisia e le sue truffe cosa hanno fatto per la chiesa cattolica? Volete mettere i milioni di pellegrini che vanno a chiedere il miracolo e a lasciare l’obolo? Volete mettere i miliardi che ha ricavato il Vaticano? Cosa sono le pretese di onestà di prelati e vescovi avversi. Quello che conta è il risultato. Quello che conta è la gloria del padrone nel costringere le pecore in ginocchio.

Per questo motivo Wojtyla intende farlo santo!

Ha obbedito alla prima regola del cattolicesimo: ha derubato il Sistema Sociale umano per arricchire la chiesa cattolica! Dunque è santo!

Gli Uomini sono convinti che gli eroi portino doni. Gli eroi portano doni e nel portare doni agli Esseri Umani si trasformano arrivando a bussare alle porte dell’Olimpo. I cattolici derubano gli Esseri Umani per arricchire la chiesa cattolica e per questo motivo vengono fatti santi. Come la Teresa di Calcutta o tutta la torma di ladri per finire ai missionari che annientano i popoli africani o i missionari che spacciavano oppio in Cina per distruggere quel paese.

Le persone vengono ingannate alterando la percezione della loro attenzione attraverso il condizionamento educazionale. Decine di milizie di malati arrivano a S. Giovanni Rotondo in cerca del miracolo e della grazia. Certo, esattamente come molti milioni di persone giocano al lotto, al totocalcio o al superenalotto. La superstizione è la stessa! Il desiderio di vincere qualche cosa gratuitamente è fortissimo. Attraverso questo si costruisce la truffa e l’inganno. Si chiedono dei comportamenti deferenti, comportamenti di rinuncia alla vita prospettando la vincita del miracolo o della grazia quando si sa che l’uno e l’altro sono solo truffe. Dove il truffato non paga soltanto col denaro, ma paga la propria attesa nella provvidenza con l’intera propria esistenza.

Padre Pio è solo un volgare truffatore la cui truffa sarà continuata e perpetrata dal Vaticano perché è una fonte di guadagno economico ed uno strumento per costringere le persone a rinunciare alla propria vita. E’ uno strumento che alimenta la superstizione. Alimenta la concentrazione dell’attenzione degli astanti su un’attesa che non solo non arriverà, ma che pagheranno con la loro vita.

D'altronde, come mai la chiesa cattolica non mette l’accento sul miracolo di padre Pio, quello vero? Un uomo, detto padre di famiglia, va in pellegrinaggio e al ritorno stermina la famiglia. E perché non mettere l’accento sull’altro grande miracolo? Migliaia di persone vanno storpi da padre Pio e ritornano storpi, ma col portafoglio più leggero.

Questo è il vero miracolo per cui Wojtyla ha fatto beato padre Pio. Ricordiamo che senza denaro i missionari cattolici non possono costringere gli Indù a farsi battezzare o a diffondere l’Aids in Africa. Volete mettere che grande miracolo? Costruire la miseria fra gli Esseri Umani a maggior gloria del dio padrone dei cristiani.

(da: un blog in rete. http://medea2611.spaces.live.com/)

1 commento:

Anonimo ha detto...

E’ di questi anni il gran parlare e la “riesumazione” dei poveri resti di questo SEMPLICE UOMO. Moltissimi oramai sono concordi nell’affermare che NON esiste “Santo” che sia più venerato di padre pio, addirittura ancor più della madonna. Infatti chi in Italia non ha in casa, nel portafoglio o nell’auto una immaginetta di padre pio?

Ma perchè tanta VENERAZIONE verso questo (ripeto) SEMPLICE UOMO?

Ecco la risposta!

http://assembleadiyahushua.altervista.org/blog/frate-pio/

19 giugno 2013 00:46

Biografia di P. Pio

Date salienti della vita di Padre Pio

25 maggio 1887

Nasce a Pietrelcina (BN) Padre Pio, al secolo Francesco Forgione, da Grazio Forgione e Maria Giuseppa di Nunzio, detta Peppa.

26 maggio 1887

Riceve il battesimo da don Antonio Orlando nella chiesa di Santa Maria degli Angeli.

27 settembre 1899

E’ il “giorno singolarissimo ed indimenticabile per tutta la vita”, in cui riceve la cresima.

6 gennaio 1903

Entra come novizio nel convento dei Cappuccini di Morcone.

22 gennaio 1903

Indossa l’abito cappuccino e cambia il nome di battesimo in quello di Fra’ Pio da Pietrelcina.

22 gennaio 1904

E’ ammesso alla professione semplice.

25 gennaio 1904

Parte per Sant’Elia a Pianisi per gli studi ginnasiali.

ottobre 1905

Raggiunge San Marco la Catola per lo studio della filosofia.

aprile 1906

Ritorna a Sant’Elia a Pianisi per gli studi liceali.

1906

La sangiovannese Lucia Fiorentino (1889-1934) mentre è assorta preghiera ha una "visione immaginaria", premonitrice dell'arrivo di padre Pio a S. Giovanni Rotondo. Nei "Cenni autobiografici" ella accennò alla visione di un "albero di smisurata grandezza nell’atrio del nostro convento dei cappuccini" e a una voce che le diceva: “Questo è il simbolo di un’anima che ora è lontana e verrà qui; farà tanto bene in questo paese… Sarà forte e ben radicata come quest’albero e tutte le anime che verranno – sia di qui come da lontano – se si rifugeranno all’ombra di quest’albero saranno liberate dal male (ossia chi verrà da questo degno sacerdote per averne lume e trovare perdono e rimedio alle proprie colpe).....(omissis)"

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

27 gennaio1907

Fra Pio emette la professione dei voti solenni per “attendere al bene dell’anima e dedicarmi intieramente al servizio di Dio”.

9 ottobre 1907

Ritorna a San Marco la Catola per gli esami di filosofia. Nello stesso mese di ottobre si trasferisce a Serracapriola e studia teologia sotto la guida di padre Agostino da San Marco in Lamis. Nel mese di novembre lo studio della teologia prosegue a Montefusco.

19 e 21 dicembre 1908

A Benevento fra Pio riceve rispettivamente gli ordini minori e l’ordine del suddiaconato.

31 gennaio 1909

Il Consiglio comunale di S. Giovanni Rotondo delibera di dare il convento in affitto, ai Padri minori cappuccini Francesco Latiano e Nicola Ciavarella, per ventinove anni, a condizione di tenere aperta al pubblico l’annessa chiesa. La Giunta provinciale approva. E’ la fine di una lunga lotta con le autorità provinciali, durata decenni, per favorire il ritorno dei frati nel convento dopo la soppressione degli ordini religiosi del 1866. Il provvedimento finirà per spalancare le porte a Padre Pio da Pietrelcina.

maggio 1909

Fra Pio torna a Pietrelcina a causa delle cattive condizioni di salute.

18 luglio 1909

Fra Pio riceve l’ordine del diaconato nel convento di Morcone.

10 agosto 1910

Avviene la consacrazione di Fra’ Pio nel duomo di Benevento.

14 agosto 1910

Padre Pio celebra a Pietrelcina la prima Messa solenne ed avverte i primi dolori alle mani e ai piedi, causati dalle stimmate invisibili.

8 settembre 1911

Confessa al direttore spirituale padre Benedetto da San Marco in Lamis di avere "da circa un anno le stimmate invisibili".

ottobre 1911

Padre Pio è trasferito a Venafro ed è sottoposto a visite mediche a Napoli.

7 dicembre 1911

La salute peggiora e ritorna a Pietrelcina.

10 ottobre 1915

Rivela al suo direttore di patire da anni la coronazione di spine e la flagellazione.

6 novembre 1915

Padre Pio è chiamato presso il distretto militare di Benevento per la visita di leva.

18 dicembre 1915

A causa delle precarie condizioni di salute ritorna a Pietrelcina in licenza di convalescenza.

17 febbraio 1916

Arriva per trasferimento nel convento di Sant’Anna di Foggia e diventa membro di quella comunità.

28 luglio 1916

Per sottrarlo alla calura estiva Padre Paolino di Tommaso da Casacalenda lo conduce nel convento di San Giovanni Rotondo e vi resta una settimana. Il 28 luglio 1916. Inizia così la vita di padre Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo.

13 agosto 1916

Padre Pio scongiura il superiore provinciale di mandarlo per un po’ di tempo a San Giovanni Rotondo “dove Gesù mi assicura che starò meglio” - dice. Inoltre spiega un altro motivo della richiesta: “bisogna sollevare un po’ il fisico per tenermi pronto ad altre prove, alle quali egli vuole assoggettarmi”.

4 settembre 1916

Padre Pio ottiene di ritornare nel convento di Santa Maria delle Grazie di San Giovanni Rotondo, che gli viene assegnato solo come sede provvisoria.

18 dicembre

Rientra a Napoli per il servizio militare.

30 dicembre 1916

A causa delle pessime condizioni fisiche i medici lo rimandano a casa in licenza “illimitata” di sei mesi. Ma rimane a casa per otto mesi, a causa di un disguido postale.

19 agosto 1917

Torna dalla licenza presso il distretto militare di Napoli e contro ogni logica aspettativa viene dichiarato valido ai servizi interni.

5 novembre 1917

E' inviato in licenza di convalescenza di quattro mesi.

12 novembre 1917

Rientra a San Giovanni Rotondo e vi resta fino al 5 marzo 1918 quando riprende il servizio militare a Napoli.

18 - 23 maggio 1917

Padre Pio si assenta da S. Giovanni Rotondo per accompagnare a Roma la sorella Graziella, che diventerà suora.

16 marzo 1918

Rientrato dalla licenza, Padre Pio viene riformato e due giorni dopo torna per sempre nel convento di San Giovanni Rotondo. La diagnosi parla di “bronco alveolite doppia”.

Metà aprile – metà di maggio 1918

Padre Pio, attraversando un momento molto delicato, dimora nel convento di San Marco la Catola per conferire col padre Provinciale circa i problemi del suo spirito.

5-7 agosto 1918

Avviene il fenomeno mistico della “trasverbazione del cuore”: un misterioso Personaggio celeste trapassa il cuore del Padre con una lancia, lasciandogli una ferita aperta sanguinante. E’ il preludio al fenomeno delle “stimmate”.

20 settembre 1918

Rivede in coro il misterioso Personaggio che gronda sangue e il Padre si sente trafiggere le mani e i piedi. Si ritrova così con le stimmate, i segni visibili della Passione di Cristo, impressi per sempre sulle mani, sul costato e sui piedi, che scompariranno misteriosamente solo in punto di morte, il 23 settembre 1968.

1919

La stampa diffonde la notizia della stimmatizzazione e i pellegrini salgono a migliaia sul Gargano, richiamati dai carismi di Padre Pio.

15 maggio 1919

Giunge a S. Giovanni Rotondo il prof. Luigi Romanelli, primario dell’Ospedale di Barletta primo medico inviato per esaminare le stimmate di Padre Pio.

13 luglio 1919

Il giornalista V. Ciampi , durante una sua visita nel convento di S. Maria delle Grazie, trova il padre guardiano letteralmente «affogato in un mare – non è un’esagerazione! – di telegrammi e di lettere che arrivavano giornalmente a pacchi, prima da ogni parte d’Italia ed ora anche del… mondo". Le missive provenivano "dalla Francia, dalla Spagna, dall’Inghilterra e financo dall’America”. Sono i primi segni della fama e dell’internazionalità di Padre Pio.

26 luglio 1919

E’ visitato dal prof. Amico Bignami, ordinario di Patologia medica presso l’Università di Roma, il quale ripete un secondo esame nella stessa settimana.

9 ottobre 1919

Si sottopone agli ulteriori ed approfonditi accertamenti del dott. Giorgio Festa, inviato dal Superiore Generale dei Cappuccini padre Venanzio da Lisle.

15 luglio 1920

Il dott. Giorgio Festa e il prof. Luigi Romanelli visitano insieme Padre Pio.

13 ottobre 1920

A San Giovanni Rotondo, dopo alcuni disordini di natura politica durante la campagna elettorale, le forze opposte si fronteggiano. I socialisti, vincitori delle elezioni, vogliono esporre sul Municipio la bandiera rossa, al posto della bandiera nazionale. I partiti del Fascio si oppongono. C’è l’intervento della forza pubblica e avviene un eccidio, con tredici morti e una ottantina di feriti.

febbraio 1921

Il “Comitato pro l’erigendo Ospedale” invia al presidente della Congregazione di Carità di S. Giovanni Rotondo una lettera con la quale si manifesta l'intenzione di donare alla stessa congregazione un ospedale da costruirsi con denaro raccolto da Padre Pio, a patto di allocarlo nei suoi locali detti “del Monte”.

giugno 1921

Cominciano a diffondersi le voci di un possibile trasferimento di Padre Pio.

Luglio 1921

I sangiovannesi insorgono contro le voci di trasferimento di Padre Pio. La folla si eccita. Le Autorità di P.S. , preoccupate per l'evolversi della situazione, precedono una fiumana di gente e fanno circondare il convento. Qui giunta, la folla grida, urla, piange, impreca, minaccia, affermando che “nessuno giammai potrà osare di toglierci il Santo che illumina questa terra, e tanto bene irradia, coi suoi miracoli e col suo savio consiglio”. Un giornalista del luogo scrive in un mirabile articolo: «Il nostro popolo non può assolutamente rinunziare a Padre Pio. Questi è ormai nostro, e nostro dovrà restare nella storia e nei secoli venturi che di Lui celebreranno i grandi miracoli che opera ogni ora”. Il titolo è tutto un programma: “Padre Pio non lascerà mai S. Giovanni Rotondo”. E così sarà, per la caparbietà dei sangiovannesi, pronti a sacrificarsi per lui.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

25 ottobre 1921

Giunge in visita del cardinale Augusto Sili, prefetto del Supremo tribunale della Segnatura e delegato apostolico del santuario di Pompei.

dicembre 1921

A S. Giovanni Rotondo viene inaugurata un’apposita casa per il Terz'Ordine Francescano.

1922

Iniziano in paese, nei locali detti “del Monte”. i lavori del primo ospedaletto voluto da Padre Pio.

10 maggio 1922

Viene emesso il decreto con il quale i fedeli sono diffidati affinchè non si accostino a Padre Pio per motivi di devozione. Nuove petizioni popolari si rivelavano inutili.

4 giugno 1922

Ai Cappuccini di San Giovanni Rotondo perviene l’ordine del Sant’Officio del 2 giugno 1922 che intorno a Padre Pio “si stia in osservazione”, evitando ogni “singolarità e rumore”, raccomandando che egli celebri messa in orari diversi, “a preferenza summo mane ed in privato”, “non dia benedizione al popolo”, “per nessun motivo egli mostri le così dette stimmate, ne parli e le faccia baciare”.

16 agosto 1922

Il Consiglio della Congregazione di carità viene a conoscenza delle assicurazioni di Padre Pio di voler elargire la somma di lire 50 mila per riadattare una parte del Convento dell’ex Convento delle Clarisse onde costruire un ospedale “degno del suo nome”. Il Consiglio per il momento è fermo nell'idea di allocare il predetto ospedale nei locali detti del “Monte” .

23 ottobre 1922

23 ottobre 1922 – La Congregazione di Carità approva la proposta di allocare l’ospedale nel Convento delle Clarisse.

3 gennaio 1923

Anche la Commissione pro l’erigendo Ospedale Civile riconosce ufficialmente come inadatti i locali del Monte e accetta di allocare l’ospedale nel Convento delle Clarisse.

31 maggio 1923

Una dichiarazione rilasciata dopo un’inchiesta sui fatti che si attribuiscono al Padre, stabilisce la loro non soprannaturalità. Pertanto i fedeli vengono invitati a conformare il loro modo di agire a questa dichiarazione.

17 giugno 1923

Giunge l'ordine di non celebrare più la Messa in pubblico e che non si risponda più alle lettere dei fedeli che arrivano al convento.

24 giugno 1923

A S. Giovanni Rotondo è festa patronale. Si parla nuovamente dell’imminente trasferimento del Padre. I sangiovannesi sono pronti sacrificarsi per Lui. Le assicurazioni del prefetto Mormino, giunte tramite i carabinieri reali, riescono a placare gli animi, che si riaccendono il giorno successivo.

25 giugno 1923

Numerosi fedeli si recano al convento. Ma il frate non scende in chiesa a dir messa. La popolazione si scioglie alla primordiale ferocia e in armi si riversa in convento. Poi, grazie al buon senso del padre guardiano e del maresciallo, si ritira. Un gruppo di sangiovannesi armati vigila giorno e notte intorno al convento, e informa la popolazione di ogni movimento sospetto. Un corrispondente locale commenta sui giornali:

«Le autorità religiose traggano da questa manifestazione proficuo ammaestramento, e gli individui denigratori imparino a proprie spese che è pericoloso offendere la fede di un popolo».

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza")

26 giugno1923

Torma a celebrare messa in chiesa.

2 luglio 1923

Per andare incontro al notevole flusso di fedeli forestieri, la ditta Massa Luigi, concessionaria di un nuovo servizio automobilistico, attiva il collegamento della tratta San Giovanni Rotondo-San Marco in Lamis-Foggia.

8 agosto1923

A Padre Pio viene notificata l’obbedienza del trasferimento in altra sede, da stabilirsi con separato provvedimento. Tale provvedimento indicherà la sede di Ancona.

10 agosto 1923

Un sangiovannese, disperato al pensiero di perdere Padre Pio, compie un estremo atto d’amore: gli piomba alle spalle durante una cerimonia e con una pistola minaccia di ucciderlo, per farlo restare in paese se non da vivo almeno da morto!

10 agosto 1923

Davanti a Gesú sacramentato Padre Pio, preoccupato per gli eventi che scuotono il paese, scrive una lettera che può essere considerata la prima parte del suo testamento spirituale per il “caro e prediletto popolo di S. Giovanni Rotondo".

12 agosto 1923

Padre Pio scrive con apprensione al sindaco ed amico Francesco Morcaldi un'altra lettera che può essere considerata la seconda parte del suo testamento spirituale per il popolo sangiovannese. In essa il Padre si dichiara “commosso” profondamente per i fatti accaduti in paese negli ultimi giorni ed è assalito dal timore che lui “possa essere involontariamente causa di luttuosi avvenimenti per questa mia cara cittadina”. La lettera si conclude con queste parole stupende, che sono rimaste scolpite nei cuori dei sangiovannesi:

“Io ricorderò sempre cotesto popolo generoso nella mia povera ed assidua preghiera, implorando per esso pace e prosperità e quale segno della mia predilezione, null’altro potendo fare, esprimo il mio desiderio che, ove i miei superiori non si oppongano, le mie ossa siano composte in un tranquillo cantuccio di questa terra”.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza")

17 agosto1923

Preoccupate per l’agitazione popolare le autorità ecclesiastiche sospendono il trasferimento di Padre Pio.

27 Agosto 1923

Padre Pio, benché disposto a una docile obbedienza, fa appello alla responsabilità delle autorità civili e religiose affinché tengano ben presenti le conseguenze di un suo trasferimento: “…è certo per me e per chiunque conosce questo paese che non basterebbe nemmeno uno stato d’assedio prolungato per impedire terribili sanguinose rappresaglie. Lei, meglio di me, sa cosa siano le passioni religiose di un popolo; di questo popolo poi ardente e d’istinti ancora primitivi chi potrebbe persuadersi che minacci invano?”.

gennaio 1924

Il consiglio comunale sangiovannese si rifiuta di accogliere la proposta di una società per l’edificazione di un albergo, affinché non si dica che si vuole industrializzare e sfruttare la pre­senza di Padre Pio.

18 dicembre 1924

Il Consiglio comunale accoglie una domanda di enfiteusi perpetua del convento, presentata da P. Lorenzo Testa, con un canone annuo di lire settecentocinquanta. Il 14 settembre 1925, alla fine della procedure burocratiche per il riscatto del Canone per il Fondo del Culto , lo strumento viene firmato nello studio del notaio Giovanni Giuliani, in via Biffa. Il Comune è rappresentato dal sindaco Cav. Francesco Morcaldi.

22 aprile 1925

Il paese è di nuovo in agitazione per le restrizioni imposte a Padre Pio nel ministero delle confessioni.

23 aprile 1925

Con gioia dei sangiovannesi viene inaugurato l’Ospedale “S. Francesco”, allocato nell’ex monastero delle Clarisse. E’ un piccolo, moderno ospedale con 20 posti letto. Resterà in funzione fino al 1938.

5 ottobre 1925

Padre Pio è operato di ernia dal dott. Giorgio Festa.

23 aprile 1926

Ipso iure viene proibito dalla Chiesa l’opuscolo "Padre Pio da Pietrelcina" di Giuseppe De Rossi (Emmanuele Brunatto), a causa di pretesi miracoli e di altri fatti straordinari attribuiti al Padre. La sua pubblicazione provoca grande sofferenza nell’animo di Padre Pio.

2 dicembre 1926

Il Tribunale di Foggia emette una sentenza di condanna contro il canonico sangiovannese Vincenzo Miscio, accusato di aver estorto al fratello di Padre Pio 3000 lire per non pubblicare un libro contro Padre Pio. Egli beneficia di una notevole riduzione di pena, rispetto alla richiesta dell’accusa, grazie alla derubricazione del reato di “estorsione” in reato di “truffa”.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

26 marzo 1927

Inizia la visita apostolica di mons. Felice Bevilacqua che durerà fino al 5 aprile.

fine maggio 1928

Giunge a S. Giovanni Rotondo mons. Giuseppe Bruno, un altro visitatore apostolico.

3 gennaio 1929

Nella casa di Maria Pyle, una ricca americana trasferitasi a San Giovanni Rotondo da cinque anni, Padre Pio assiste la mamma morente. Peppa Di Nunzio muore, a 70 anni.

6-7 aprile 1931

Sparsasi la voce dell’arrivo di un nuovo Padre Guardiano in sostituzione di P. Raffaele da S. Elia a Pianisi, una turba di popolo armato si reca al convento minacciosa. Verso la mezzanotte un centinaio di uomini, accompagnati da donne e ragazzi, prendono un palo della luce e lo usano come ariete per forzare il portone del convento. Il padre guardiano riesce coraggiosamente a rimetterli alla porta e Padre Pio, commosso, dalla finestra li scongiura di tornarsene a casa.

9 giugno 1931

A Padre Pio giunge l’ordine di sospensione da ogni ministero, eccetto la Messa, che dovrà celebrare privatamente.

14 marzo 1933

Padre Pio si incontra con Mons. Felice Bevilacqua giunto in visita con il vescovo P. Luca Ermenegildo Passetto. Mons. Bevilacqua resta ammirato per la sua umiltà, docilità e su tutto il suo comportamento. La sua relazione fa cambiare idea a Pio XI nei riguardi di padre Pio.

24 giugno 1933

Avviene il primo incontro di Padre Pio con mons. Andrea Cesarano, nuovo arcivescovo, giunto a Manfredonia il 20 dicembre 1931, il quale porta uno spiraglio di luce nel biennio più tenebroso della vita di Padre Pio (1931-1933).

1933

Sotto lo pseudonimo di Jhon Willougby, E. Brunatto pubblica a Parigi un’edizione francese ed italiana dell’opera polemica “Gli anticristi nella Chiesa di Cristo”. Tre accorate lettere del Padre non sono riuscite a farlo desistere. Lo scopo della pubblicazione è di costringere la Chiesa a riabilitare Padre Pio.

16 luglio 1933

Padre Pio è riammesso a dir messa nella chiesa del convento. Fuori di essa potrà anche confessare i religiosi.

25 marzo 1934

25 marzo 1934 – E’ riammesso a confessare gli uomini.

12 maggio 1934

E’ riammesso a confessare indistintamente (utriusque sexus) uomini e donne.

1938

L’Ospedale S. Francesco, voluto fortemente da Padre Pio, viene chiuso. Stando a quanto riferiscono alcuni cronisti, una scossa sismica gli ha dato il colpo di grazia, danneggiando gravemente il fabbricato. Ma le cause della chiusura sono da ricercarsi anche in problemi di natura finanziaria. Sono trascorsi appena tredici anni dalla sua inaugurazione.

(Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

9 gennaio 1940

Mortificato dalla chiusura dell’Ospedale S. Francesco, Padre Pio non demorde e manifesta ai dottori Mario Sanvico e Carlo Kiswarday l’idea di erigere un grosso ospedale vicino al convento: la Casa Sollievo della Sofferenza.

7 ottobre 1946

All’età di 86 anni, "zi’ Grazio", padre di P. Pio, amorevolmente assistito dal figlio, si spegne nella casa di Maria Pyle l’americana.

16 maggio 1947

Padre Pio benedice la prima pietra della Casa Sollievo della Sofferenza. Gli operai aggrediscono la montagna e in nove anni la “bianca favola” diventerà una realtà viva ed operante.

6 luglio 1947

Grazie a un’offerta in denaro di Maria Pyle , a Pietrelcina si inaugura il convento dei Cappuccini.

1949

Si stampa un bollettino periodico che informa sull’andamento dei lavori della Casa Sollievo della Sofferenza e raccoglie nuove offerte, che giungono da ogni parte del mondo.

1949

Padre Pio esorta i figli spirituali a rispondere all’invito lanciato ai cattolici dal Pontefice Pio XII dopo la guerra, di riunirsi in comunità per pregare il Signore di dare loro la forza ricostruire materialmente e moralmente la società, devastata dal flagello della guerra. Nascono così i primi “Gruppi di Preghiera”. I gruppi mantengono i contatti con S. Giovanni Rotondo attraverso un Centro che si occupa anche della pubblicazione della rivista “La Casa Sollievo della Sofferenza”.

7 gennaio 1950

Inizia il sistema della prenotazione per mettere ordine alle confessioni delle donne.

31 dicembre 1951.

Giungono a S. Giovanni Rotondo, mandati dal Sant’Uffizio, a causa di incomprensioni, equivoci e malintesi, i Monsignori Caronti e Pepe; ma non prendono decisioni.

3 agosto 1952

Un decreto del Sant’Offizio, pubblicato sull'Osservatore Romano, proscrive alcuni libri su Padre Pio privi della necessaria revisione e dell’approvazione ecclesiastica.

22 gennaio 1953

Padre Pio celebra il 50° di vestizione religiosa.

6 giugno 1954

Per la prima volta Padre Pio celebra la Messa all’aperto sul piazzale della chiesetta di S. Maria delle Grazie.

21 dicembre 1954

Si sparge la voce che i superiori vogliono trasferire Padre Pio. La voce irrita fortemente i cittadini di San Giovanni Rotondo.

5 maggio 1956

Si inaugura la Casa Sollievo della Sofferenza considerata da Padre Pio“la pupilla dei miei occhi”. Alla solenne manifestazione intervengono autorità della Chiesa e dello Stato e circa quindicimila fedeli. I locali sono benedetti dal cardinal Giacomo Lercaro. Nel discorso inaugurale Padre Pio, avendo bene a mente la brutta fine del piccolo Ospedale S. Francesco per cause di natura economica, raccomanda la nuova creatura alla generosità dei fedeli “affinché non perisca d’inedia e divenga la città ospedaliera tecnicamente adeguata alle più ardite esigenze cliniche e insieme ordine ascetico del francescanesimo militante. Luogo di preghiera e di scienza dove il genere umano si ritrovi in Cristo Crocifisso come un solo gregge con un solo pastore».

2 luglio 1956

Viene posta la prima pietra della nuova chiesa del santuario dei Cappuccini.

Settembre 1956

Padre Pio, saputo che nella zona detta “lu travagghie” è sorta una chiesa evangelica molto attiva, né è addolorato profondamente e fa istituire nella stessa zona, un asilo cristiano intitolato a San Francesco d’Assisi. Per gestirlo arrivano dalla Sicilia le Suore Cappuccine del Sacro Cuore

4 aprile 1957

Pio XII nomina Padre Pio direttore a vita della fraternità del Terz’Ordine Francescano "Santa Maria delle Grazie". Gli viene conferito il privilegio di guidare personalmente la Casa Sollievo della Sofferenza.

5 maggio 1957

In occasione del primo anniversario dell’Ospedale, Padre Pio pronuncia un discorso in cui traccia le linee programmatiche della sua Opera, che si riveleranno profetiche.

17 dicembre 1957

Si inaugura nel rione Santa Croce, alla presenza del Padre e delle autorità provinciali, una chiesetta con annesso istituto di suore.

26 gennaio 1958

Si inaugura Centro di Formazione Professionale dell’ITCA, voluto fortemente da Padre Pio dopo aver scoperto che molti giovanotti sangiovannesi si recavano in convento per chiedere qualche soldo.

Per saperne di più leggi il libro “Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza”)

25 aprile 1959

Padre Pio si ammala e fino all’8 agosto celebrerà messa quasi sempre in una cappella interna e all'Angelus saluta i fedeli dalla finestrella del convento.

1° luglio 1959

Viene consacrata la nuova chiesa Santa Maria delle Grazie.

2 luglio 1959

La Madonna delle Grazie viene incoronata dal card. Federico Tedeschini.

6 agosto 1959

La statua della Madonna di Fatima sosta due giorni a San Giovanni Rotondo. E mentre la Madonna riparte in elicottero Padre Pio guarisce miracolosamente.

30 luglio 1960

Giunge a San Giovanni Rotondo mons. Carlo Maccari e compie una lunga visita apostolica conclusasi il 17 settembre 1960. La stampa dà risalto alla notizia, tra lo sconcerto dei fedeli e degli amici di Padre Pio.

10 agosto 1960

Padre Pio celebra 50 anni di sacerdozio.

11 maggio 1964

Padre Pio nomina la Santa Sede erede universale di tutti i suoi beni.

Marzo 1965

Si diffondono voci sul cattivo stato di salute del Padre

5 maggio 1966

5 maggio 1966 – Si celebra il decimo anniversario della nascita della Casa Sollievo della Sofferenza. Si tiene anche un Convegno internazionale dei Gruppi di preghiera che già si contano a centinaia. Padre Pio afferma:

« È la preghiera, questa forza unita di tutte le anime buone, che muove il mondo, che rinnova le coscienze, che sostiene la Casa, che conforta i sofferenti, che guarisce gli ammalati, che santifica il lavoro, che eleva l’assistenza sanitaria, che dona la forza morale e la cristiana rassegnazione alla umana sofferenza, che spande il sorriso e la benedi­zione di Dio a ogni languore e debolezza».

Settembre - dicembre 1966

Lo stato di salute di padre Pio peggiora, nonostante la continua assistenza medica specialistica.

9 maggio 1967

All’età di 85 anni muore "zi’ Michele", fratello di Padre Pio.

25 maggio 1967

Padre Pio compie 80 anni. A S. Giovanni vi è un imponente raduno dei Gruppi di Preghiera, che giungono da ogni parte del mondo.

Gennaio 1968

Padre Pio cammina con molta difficoltà e di lì a poco comincia ad usare una sedia a rotelle per gli spostamenti.

7 luglio 1968

Ha un forte collasso e preferisce starsene da solo, raccolto in preghiera.

20 settembre 1968

In occasione del 50° anniversario delle stimmate, una folla folla ingente di fedeli attornia Padre Pio in quella che si rivelerà come l'ultima grande manifestazione di affetto, prima di commiatarsi da questo mondo.

21 settembre 1968

La Casa Sollievo della Sofferenza organizza il quarto Convegno internazionale dei Gruppi di preghiera; ma Padre Pio non è in grado di celebrare.

22 settembre 1968

Padre Pio alle cinque del mattino celebra l'ultima messa della sua vita. Durante la celebrazione ha un nuovo collasso e barcolla, stremato. Alle 18 si commiata dalla folla che riceve l’ultima benedizione.

23 settembre 1968

Alle ore 2,30 della notte, Padre Pio muore.

26 settembre 1968

Ai funerali di Padre Pio partecipano oltre centomila persone.

4 novembre 1969

Il postulatore generale dei Cappuccini, padre Bernardino da Siena, chiede al vescovo mons. Antonio Cunial, amministratore apostolico di Manfredonia, di iniziare la trattazione della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Padre Pio. La dimanda viene accolta il 23 dello stesso mese.

1 luglio 1970

La Santa Sede invia a San Giovanni Rotondo mons. Oreste Vighetti per la conduzione diretta dell’Opera di Padre Pio.

Luglio 1970

Inizia la pubblicazione dell’Epistolario di Padre Pio da parte dei padri Cappuccini.

16 gennaio 1971

Mons. Valentino Vailati, arcivescovo di Manfredonia, consegna alla Sacra Congregazione per le Cause dei Santi la documentazione richiesta per il nihil obstat all’introduzione della Causa di Beatificazione di Padre Pio.

22 gennaio 1971

ricorrenza della vestizione di P. Pio, s’ inaugura a S. Giovanni Rotondo un Centro Riabilitazione per bambini portatori di handicap, in zona Santa Croce. E’ il primo di una lunga serie. Decine di altri centri sorgeranno nei comuni della Puglia, della Basilicata e del Molise.

3 marzo 1980

Mons. Valentino Vailati consegna ulteriore documentazione su Padre Pio.

9 agosto 1981

9 agosto 1981 – Viene inaugurata la Via Crucis monumentale, sedici sculture in bronzo e una in pietra, opera dello scultore siciliano Francesco Messina. La prima pietra era stata posata, con la partecipazione di Padre Pio, nella mattinata del 22 settembre del 1968, poche ore prima della sua morte.

29 novembre 1982

Papa Giovanni Paolo II firma il decreto per l’introduzione del processo cognizionale sulla vita e le virtù del Servo di Dio Padre Pio.

20 marzo 1983

Inizia ufficialmente a San Giovanni Rotondo il processo cognizionale su Padre Pio.

23 maggio 1987

Il Santo Padre Giovanni Paolo II giunge in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo e si inginocchia in preghiera accanto alla tomba di Padre Pio. Mette in risalto l’aspetto essenziale del grande disegno di P. Pio «di unire la scienza a servizio degli ammalati insieme con la fede e la preghiera» in modo che «la degenza in questa Casa deve costituire sì una cura del corpo, ma anche una vera e propria educazione all’amore inteso come accettazione cristiana del dolore».

28 luglio 1987

Si festeggia il 71° anniversario dell’arrivo del Padre a S. Giovanni Rotondo. In Piazza degli Olmi - oggi Piazza Padre Pio - si inaugura il monumento di Pericle Fazzini che presenta un Padre Pio dall’esatto profilo, con le braccia levate, che impugna in alto, nello spazio, l’Ostensorio con la corona vibrante dei raggi.

21 gennaio 1990

Si chiude solennemente a S. Giovanni Rotondo la fase diocesana del processo di Padre Pio. La documentazione e le testimonianze, raccolte in 104 volumi vengono portate a Roma presso la Congregazione per le Cause dei Santi.

aprile 1997

I cinque volumi sintetici contenenti la Positio super virtutibus vengono consegnati ai cardinali della Congregazione per il parere sulla eroicità delle virtù teologali, cardinali e religiose di Padre Pio.

18 dicembre 1997

E' proclamato venerabile da Sua Santità il Papa Giovanni Paolo II.

2 maggio 1999

Beatificazione di Padre Pio in Piazza San Pietro, Roma.

30 giugno 2001

Si inaugura il “Museo Biografico di Padre Pio”, museo delle cere realizzato dalla Società Museum Project di Firenze.

16 giugno 2002

Padre Pio viene solennemente canonizzato da Giovanni Paolo II. Ora tutti lo potranno chiamare "Santo", anche se per i sangiovannesi lo era già, fin dal 28 luglio 1916, quando entrò a far parte della loro vita e della loro storia.

www.padrepioesangiovannirotondo.it

Bibliografia riguardante San Pio da Pietrelcina

Epistolario I, Corrispondenza con i Direttori Spirituali (1910-1922), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione riveduta e cor­retta da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000.

Epistolario II, Corrispondenza con la nobildonna Raffaelina Cerase (1914-1915), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, III Edizione rive­duta e corretta da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000 .

Epistolario III, Corrispondenza con le figlie spirituali (1915-1923), a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione ristampata nel 1994 a cura di Padre Gerardo Di Flumeri.

Epistolario IV , Corrispondenza con diverse categorie di persone, a cura di Melchiorre da Pobladura e Alessandro da Ripabottoni, IV Edizione riveduta, corretta ed ampliata da Padre Gerardo Di Flumeri, San Giovanni Rotondo 2000 (abbreviazione: Epist. IV).

Alessandro da Ripabottoni, Padre Pio da Pietrelcina “il cireneo di tutti”, Ed. “Padre Pio da Pietrelcina”, Convento S. Maria delle Grazie, S. Giovanni Rotondo 1983.

Sandro da Ripa, I Cappuccini a S. Giovanni, Foggia 1967.

Fernando da Riese Pio X, Padre Pio da Pietrelcina crocefisso senza croce, Ed. Padre Pio da Pietrelcina, Convento dei Cappuccini, VI edizione, S. Giovanni Rotondo 1998.

Francesco Morcaldi, San Giovanni Rotondo nella luce del Cristianesimo, Editore Mantilli, Parma 1960.

M. Preziosi, Lucia Fiorentino, figlia spirituale di Padre. Pio, Foggia 1967.

Gerardo Saldutto, Un tormentato settennio (1918-1925) nella vita di Padre Pio da Pietrelcina, Tesi di Laurea, Università Gregoriana, Roma, 1974 - Ed. Padre Pio da Pietrelcina, Convento Santa Maria delle Grazie, San Giovanni Rotondo.

Giulio Giovanni Siena, Padre Pio e S. Giovanni Rotondo nei disegni della Provvidenza, Bastogi Editrice, Foggia, maggio

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